Capitolo 40

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Levi
Rimasi disteso sul letto della mia stanza tutto il giorno.

Non era la prima volta che lo facevo. Da quando Leslie mi aveva lasciato andare, quel giorno, ed avevo finito di registrare le scene che bisognavano essere registrate per il film di Peter, passavo le mie giornate così, senza fare nulla, a pensare perché il mio angelo mi avesse abbandonato un'altra volta, al perché avesse scelto Stephan invece che me. Come poteva amare lui quando sapevo con certezza che avrei sempre amato lei nonostante tutto? Come aveva potuto scegliere una vita lontana da me quando aveva giurato che non mi avrebbe mai lasciato più e che mi avrebbe amato per sempre?

Perché continuavo a rimuginarci? Perché continuavo a sperare che magari lei mi chiamasse e mi dicesse che avesse mentito nonostante avesse confermato a Cassidy e Peter che non mi amasse più e che amasse da impazzire Stephan? Perché continuavo a sperare tutto questo quando avrei dovuto solo accettare il fatto che lei non fosse più mia? Perché non imparavo semplicemente a passare avanti, ad innamorarmi di un'altra, come lei aveva fatto quando io non ero stato con lei?

Perché l'avevo lasciata andare? Perché avevo permesso che si allontanasse da me? Non avrei dovuto lasciarla partire. Avrei dovuto convincerla a restare con me nonostante tutti i nostri problemi riguardo ai nostri lavori.

Avrei dovuto farle dimenticare di Lila. Possibile che si fosse allontanata solo per lasciare spazio a lei pensando che mi avrebbe reso più felice di quanto possa mai fare lei? Possibile che lo abbia pensato sul serio?

Sentii qualcuno bussare alla porta della mia stanza.

Non risposi.

Tutti sapevano che fossi lì dentro rinchiuso ormai da giorni, perché rispondere inutilmente e sprecare fiato?

«Levi, sei lì dentro?» domandò una voce sottile e abbastanza acuta, quella di Lila. Ormai l'avevo sentita così tante volte durante le riprese che avrei potuto riconoscerla tra mille.

«Sì, sono qui» rispso buttando fuori un sospiro desolato. Perché tutti quanti continuavano a fare avanti e indietro da casa mia come se fosse una stazione? Non capivano che volessi stare da solo a disperarmi per l'ennesimo abbandono da parte di Leslie?

Mi misi a sedere sul letto e la porta della mia camera si aprì rivelando la mia collega. Aveva un'espressione determinata dipinta in volto e proprio in quel momento, per certi versi, mi ricordò di Leslie, perennemente determinata e testa dura. Se si metteva in testa una cosa, sarebeb stato difficile dissuaderla dal compierla. Era una delle caratteristiche di lei che amavo da impazzire, ma che adesso mi si ritorcevano contro perché era anche per questo che mi aveva abbandonato spezzandomi il cuore ancora una volta.

Lila fece un passo in avanti ed entrò nella mia stanza andandosi a sedere sul bordo del letto, però comunque vicino a me, la sua mano a qualche centimetro dalla mia.

Alzai lo sguardo al suo viso «Come mai sei qui?»

Lila abbassò lo sguardo, le sue guance si tinsero di rosa per l'imbarazzo «Levi, non ti fa bene stare qui chiuso in camera tutto il giorno, lo sai benissimo. So che Leslie...»

La interruppi «Se sei venuta qui per parlare di come vuoi provare a farmi dimenticare di Leslie, puoi anche uscure da quella porta e da casa mia e fare qualcosa che non sprecherà il tuo tempo»

«Sprecare il mio tempo?» rifletté con espressione infuriata, le sue sopracciglia che quasi si sfioravano «Provare ad aiutarti non è sprecare il mio tempo. Non lo è affatto. Da quando abbiamo finito le riprese, nulla, davvero, nulla, riesce a farti mettere un piede fuori casa, nemmeno per prendere un po' d'aria. E Leslie non è una buona scusa per non provare a continuare a vivere e a vivere di nuovo. Certo, lei ti avrà anche lasciato, ma...» quando lo disse a voce alta mi si spezzò il cuore e nulla poté trattenermi dal fare una smorfia per il dolore quasi fisico che provai.

Ho perso la mia Stella #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora