Capitolo 17

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Leslie

Stephan posteggiò l'auto difronte al mio appartamento. Erano le dieci passate e mi dispiaceva da morire dover tornare all'appartamento. Con Stephan avevo passato seriamente il più bell'appuntamento della mia vita. Era riuscito a farmi divertire, a farmi ridere, a farmi riflettere e poi mi aveva portata in tutti quei posti meravigliosi! Cavolo, era persino riuscito a farmi sentire una ragazza dell'Ottocento dispersa nel duemila portandomi a passeggiare nelle Cinque Vie e facendomi salire su un tram di quelli antichi. Poi mi dopo la biblioteca, quando mi aveva portata in via Serbelloni, via Mozart e un'altra via di cui non ricordavo il nome della via per farmi vedere delle costruzioni moderne e del tutto strane, non ero riuscita a contenermi dal divertimento. Erano meravigliose! E poi che dire sella passeggiata lungo il fiume? O degli spettacoli degli artisti di strada a Porta Genova? O del ristorante che si affacciava sul fiume?

Stephan era riuscito ad incantarmi e mi aveva fatto passare una giornata fantastica, forse la più bella della mia vita! E poi, quante foto che avevamo scattato! Erano più di un centinaio e ce n'erano molte che ci eravamo scattati insieme, soprattutto per le Cinque vie o sul tram fingendoci di essere degli aristocratici dell'Ottocento. In fin dei conti non potevo mentire. Stephan si era dato da fare nell'organizzare tutto ed era stato un vero gentiluomo per aver insistito nel pagare la mia cena e di non fare a metà per pagare il taxi che ci aveva riportati nella via in cui aveva lasciato la macchina.

«Bene. È arrivato il momento di salutarci» disse una volta aver spento il motore dell'auto «Spero di averti fatto passare veramente il miglior primo appuntamento della tua vita e...»

Non lo lasciai nemmeno finire di parlare perché gli stampai un bacio sulla guancia lungo. Lui si zittì per la sorpresa e quando mi staccai, si toccò la guancia arrossendo.

«Mi hai fatto passare la miglior serata della mia vita, Stephan. Giuro, la migliore» dissi sinceramente.

Lui si sbloccò e mi sorrise «Ne sono felice. Che ne dici di vederci di nuovo prima di Capodanno? Magari non per il secondo appuntamento in grande, ma solo per una passeggiata nei dintorni»

«Sì, mi va»

«Bene» esordì sospirando sollevato ed io non potei non ridacchiare divertita «Allora, domani ti chiamo per decidere se uscire il 28 o il 29, okay?»

«D'accordo. Hai il mio numero»

«Ti accompagno?»

«Sì, se non ti spiace»

Stephan non se lo fece ripetere due volte e scese dall'auto immediatamente per poi aprirmi lo sportello in maniera cavalleresca. Io lo ringraziai e presi la sua mano. Entrammo dal primo cancelletto e poi schiacciammo il pulsante dell'ascensore.

Non volevo che la serata finisse così velocemente. Stephan mi sarebbe mancato da morire. E quando prima lo avevo baciato sulla guancia, avrei voluto baciarlo sulle labbra, ma poi qualcosa mi aveva detto che non sarebbe stato giusto nei confronti di Levi e il mio cuore e la mia testa le diedero ragione. Nonostante la serata da favola di Stephan, ero ancora innamorata pazza di Levi e più volte nella serata mi ero ritrovata a pensare a come sarebbe andata se al posto di Stephan ci fosse stato Levi. Avrei voluto darmi un schiaffo ogni volta. Ero con Stephan e la mia testa pensava a Levi.

Le porte dell'ascensore si aprirono ed io e Stephan uscimmo da lì tenendoci ancora per mano, poi suonai il campanello. In meno di qualche secondo Sebastian aprì la porta di casa.

«Ben tornati, ragazzi» disse sorridendoci, ma anche mandando un'occhiata circospetta a Stephan.

«Tranquillo, ha tenuto le mani a posto» dissi al posto di Stephan e quest'ultimo scoppiò a ridere divertito. Sebastian, invece, scosse la testa come esasperato.

Ho perso la mia Stella #2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora