Diciamo che iniziata l'università in Australia avevo un'idea piuttosto differente del posto di lavoro.
Era tutto molto più serio ma comunque meno faticoso. Ovviamente un dottore sexy, un collega che si inventa sempre un nuovo soprannome da darmi, una modella che indossa mutande di Hello Kitty, una mezza cinese cinica e apatica, un gay ingenuo con una vita sessuale più attiva della mia e una dottoressa capo nazista con tanto di frusta non rientravano nei miei piani.
Ma tranne per la frusta sono contenta della svolta che stanno prendendo le cose. A lavoro non ci si annoia mai e nemmeno a casa. Alex è completamente svitato e fra me e lui i nostri 130 metri quadri di casa sono diventati un porcile, ma noi ce ne sbattiamo altamente e ci corichiamo sul divano sopra i resti di cibo e le magliette sporche a vedere i film con tanto di maschera verde di bellezza. E non ci è voluto neanche tanto a convincerlo a farla, è lui a comprarla.
Ma sinceramente non vedo l'ora che la fase "schiavo" da specializzando finisca così da poter diventare un chirurgo a tutti gli effetti.
Perché l'ho già detto che odio correre no?
"Ciao papà" saluto entrando nel suo ufficio.
"In ospedale è Primario Webber" dimenticavo che odia quando lo chiamo in modo informale a lavoro.
"Sì, sì certo" borbotto sedendomi sulla sua scrivania mentre lui guarda dei fogli.
"Come va il lavoro?" Chiede non staccando gli occhi dai testi sotto al suo naso.
"Non male ma la stanchezza si fa sentire"
"E Meredith come sta?"
"Un po' frustrata anche lei" perché apparentemente esco col suo uomo, ma forse è meglio non dirglielo anche perché l'uomo che ci litighiamo è anche il nostro capo.
"C'è una cosa che mi chiedo da un po'..." ed ecco che arriviamo al motivo della mia unica visita da quando lavoro all'ospedale.
"Dimmi" dice alzando finalmente gli occhi dalle sue scartoffie.
"Perché hai chiamato il dottor Shepherd e gli hai offerto il ruolo di primario quando l'avevi già promesso a Burke?" Già la competizione tra loro è alle stelle, assieme all'opportunità di dirigere l'ospedale quella diventerà una vera e propria guerra e non mi sorprenderebbe se li beccassi a scannarsi in qualche corridoio.
"Un po' di sana competizione fa sempre bene in questo ospedale" dichiara poggiandosi sullo schienale della sua poltrona.
"Burke non era il tuo prediletto? Che fine hanno fatto i discorsi sul quanto ti assomigliasse e sul fatto che avrebbe preso lui il tuo posto e bla bla bla" lo scimmiotto visto che questi discorsi facevano parte del quotidiano da un anno a questa parte.
"Diciamo che Burke sta diventando troppo pieno di sé per i miei gusti e volevo farlo vacillare un po'" ridacchia mio padre.
"Se Burke è pieno di sé Shepherd è già straripato da un po'"
Lui ridacchia.
"Staremo un po' a vedere" dice mettendo a posto i fogli che aveva in mano.
Il mio cerca persona emette uno strano rumore e lì capisco che l'interrogatorio è finito e che mio padre si è salvato dal rivelarmi i suoi oscuri piani.
"Il lavoro mi chiama" esclamo facendo per uscire.
"Ah aspetta, Meredith ti ha detto per caso come sta Ellis?" E questa domanda mi fa rabbuiare.
Non sono stupida, non lo sono mai stata, e non so se per lui sia una fortuna o una sfortuna.
Da piccola notavo i più piccoli particolari, più che altro perché mi annoiavo, ma notavo cose che non mi piacevano affatto.
Le poche volte che venivo in ospedale in visita vedevo l'intesa che c'era tra mio padre ed Ellis in più si allontanavano spesso insieme per andare chissà dove.
All'inizio non ero sicura che i miei dubbi fossero fondati ma una volta nell'appartarsi si sono scordati di chiudere la porta della sala operatoria a chiave ed ho visto una delle scene che se ci ripenso mi viene da tirarmi una secchiata d'acqua santa a dosso.
Diciamo che sono rimasta abbastanza scioccata, insomma non è mai bello vedere tuo padre andare a letto con qualcuno soprattutto quando questo qualcuno non è tua madre, ma la donna che ha creato l'essere più fastidioso del mondo, sono immagini troppo forti ed io sono fin troppo sensibile.
Insomma riassumendo: mio padre se la faceva con Ellis ma, da quanto ho capito, mentre lei ha lasciato suo marito mio padre non ce l'ha fatta a separarsi da Adele, mia madre, e ha dato uno taglio alla loro relazione clandestina che durava da fin troppo tempo, probabilmente da prima che nascessi.
Lei era partita per lavorare a Boston e lui era rimasto a casa, con noi, fingendo di essere sempre stato fedele a mia madre.
Ed ecco perché solo a sentir nominare quella donna un brivido mi attraversa la schiena e il sorriso sul mio volto scompare.
"No, non ne ha accennato" dico con voce atona per poi chiudere la porta del suo ufficio dietro di me.
Se l'andasse a cercare da solo la sua Ellis.
(Scusate il ritardo)
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The Infiltrated
FanfictionE se ci fosse un personaggio in più al Seattle Grace Hospital?