13: l'aneurisma degli Hamptons

768 26 10
                                    

La chiacchierata con Derek è stata divertente anche se meno dinamica di quanto pensassi. Recupererò una volta scoperto cosa mi nasconde, per ora mi dedico al lavoro cercando di non pensarci troppo.
Trovo Burke che mi cerca e con lo sguardo mi scuso per il comportamento del suo collega, per non dire avversario ormai.
Chissà chi sceglierà tra i due mio padre: Burke è il suo pupillo sin da quando ha iniziato a lavorare qui, ma Derek è bravo, cazzo se è bravo, e in più l'ha chiamato appositamente. Non resta che osservare come si evolveranno le cose.

Dopo qualche ora torniamo nella stanza del piccolo Hampton, gli esami sono stati svolti e i risultati non si sono fatti attendere confermando la nostra diagnosi. Io e Burke ci battiamo il cinque come dei ragazzini prima di andare a informare il diretto interessato.
"Allora baby Hampton ecco i tuoi risultati" esclamo entrando nella stanza.
"Chi non muore si rivede" sento dire, al ché alzo lo sguardo portandolo sulla figura di Chris Hampton, mio acerrimo nemico ai tempi del college.
"Chris Hampton"
"Catherine Webber"
"Gesù, non sei cambiato di una virgola: hai sempre quell'aria da stronzo" mi avvicino entrando completamente nella stanza.
Lui ghigna, sì è rimasto il solito coglione convinto di avere il mondo ai suoi piedi.
"E tu sei ancora una tigre vedo" anche lui che mi paragona a degli animali, mi basta Alex grazie!
Alzo gli occhi al cielo e mi rivolgo nuovamente a Liam.
"Aneurisma: ti portiamo in sala operatoria" riassumo tutto quello che gli volevo comunicare in 6 parole visto che non voglio spendere un minuto in più in presenza di Signor Stronzo.
Esco dalla stanza sentendo un "ci vediamo dopo" ammicante da parte del fratello.
Cerco Burke per avvertirlo dell'imminente operazione, chissà perché non è entrato in sala con me. Lo cerco ovunque chiedendo anche alle infermiere di turno dove possa essersi cacciato, ma nulla.
Se mi muore il paziente do la colpa a lui.
Poco dopo, passando per sbaglio in un corridoio velocemente lo vedo uscire da una stanza buia all'interno, strano. Lo chiamo a gran voce e quando mi vede spalanca gli occhi sorpreso per poi raggiungermi.
"Ma che cazzo, ti stavo cercando!" Esclamo andandogli incontro.
Chissà cosa stava facendo in quella stanza.
Cerco di superarlo per vedere cosa ci sia all'interno di essa, ma lui mi blocca per un braccio cercando di allontanarmi.
"Perché mi cercavi?" Inizia a camminare portandomi un braccio sulle spalle per farmi tenere il passo.
"Liam Hampton sta per entrare in sala operatoria e sono già nervosa perché suo fratello è qui e continua a lanciarmi frecciatine." Burke accelera alla notizia, strano abbia così voglia di operare d'un tratto. "Non facciamo aspettare il principino" si giustifica.

Fine giornata. Vuol dire solo una cosa: vedrò Derek e finalmente scoprirò cosa mi nasconde. Sono preoccupata riguardo ciò che scoprirò, ho paura che sia qualcosa di grave che mi faccia allontanare da lui.
Mi cambio in fretta reprimendo l'ansia e la paura ed esco dallo spogliatoio senza aspettare nessuno. Mi dirigo alla sua macchina per poi constatare che lui ancora non c'è. Mi poggio ad essa per aspettarlo, non ci vorrà tanto: è un uomo, ci mettono poco a cambiarsi.
Una persona però è decisa ad ostacolare la mia attesa paziente dandomi il tormento.
"Che ci fai qui, Chris?" Lo guardo seccata, ricordo perché non lo sopportassi: è quel ghigno saccente che ha sempre in viso e quell'aria da perfetto coglione.
"Ti ho detto che ci saremmo rivisti" si posiziona di fronte a me.
"Io non ti ho detto che sarei stata d'accordo"
"Sei proprio la stessa! Acida come al college" ridacchia.
"Però mi andavi dietro comunque" alzo un sopracciglio.
"Beh come biasimarmi, guardati" ma se ho l'aria di una appena uscita da una maratona. Sono stanca morta e questo mio stato di ansia si ripercuote nella mia aria da morta vivente.
"Ho l'aspetto di un cadavere" lo guardo annoiata, so perché sta dicendo tutto questo.
"Non ti sottovalutare così, tesoro" altri nomignoli, nessuno che ne sappia inventare uno decente.
"Non mi sottovaluto per niente" ho una grande autostima infatti.
"Comunque il vero motivo per cui mi stavi sempre attaccato al culo lo sappiamo entrambi" lui sorride.
"Illuminami"
"È per quella festa, quella al secondo anno, quando siamo andati a letto insieme, ma eravamo troppo ubriachi per ricordare cosa fosse successo. Ti rode non poter sapere come è stato e hai la consapevolezza che non riuscirai mai a scoprirlo" mi apro un un sorriso sarcastico.
"Sei proprio sicura di questo?"
"So che non te la darò mai, tranquillo" gli faccio l'occhiolino e vedo finalmente Derek che si avvicina a noi.
"E se andassimo a bere qualcosa io e te stasera?" Ma non si arrende mai?
"Ho un impegno e anche se fossi libera non accetterei mai, lo sai questo?"
"Sono sicuro di poterti convincere, dopo tutto se siamo andati a letto una volta non sarà difficile spingerti a rifarlo" si avvicina pericolosamente sorridendo in modo ammicante, come sempre d'altronde.
"Ora tu ti levi" esclama la voce di Derek.
"Ah il tuo impegno, giusto" commenta Chris per poi allontanarsi.
"Ci vediamo Catherine" mi fa un occhilino per poi dirigersi verso la sua Maserati.
"Ma anche no, stronzo" Derek apre l'auto e io mi sistemo sul sedile.
"Chi era quello?" Mi chiede una volta salito.
"Chris Hampton, andavamo al college insieme" allaccio la cintura e accendo la radio.
"E perché era qui?" Accende la macchina.
"Io e Burke oggi abbiamo operato suo fratello" alla radio parte " A Thousand Miles" e mi affretto a cambiare canzone trovando una hit delle Destiny's Child: molto meglio.
"Era carina" si lamenta lui.
"Ma che scherzi?" Mi giro a guardarlo male.
"Dove stiamo andando comunque?" Gli chiedo non riconoscendo la strada che stiamo percorrendo.
"A casa mia" non ci credo, quindi serviva una minaccia di stalking per farlo desistere? Ci avrei pensato una settimana fa se me l'avessero detto prima.
"Sei serio?" Mi girò verso di lui per cercare di capire se sta scherzando o meno.
"Serissimo" mi sorride.
Dopo una ventina di minuti arriviamo in quella che sembra essere una pineta deserta.
"Non mi hai portato qui per uccidermi vero?" Lui ride, ma non è rassicurante.
"Se il tuo segreto è che sei un assassino vorrei che me lo dicessi subito, almeno avrei la possibilità di scappare" scendo dall'auto dopo di lui guardandomi intorno.
"Non sono un assassino Catherine" ridacchia iniziando a camminare.
E ora dove andiamo?
Lo seguo continuando a non capire dove siamo, girato l'angolo però comprendo.
"Benvenuta a casa mia" È imbarazzato.
Una roulotte.
Mi ha spaventata a morte con questa storia, pensavo nascondesse una moglie o un cadavere in casa e invece si vergognava di una semplice roulotte.
"Fammi capire, mi hai ignorato per giorni perché non volevi dirmi che vivevi in una roulotte?" Lo guardo seccata.
"Quindi non ti dà fastidio?" Ma che razza di persone ha incontrato fin'ora?
"Mi dà fastidio il fatto che non abbia ancora cenato" lui sollevato sorride.
"Allora ti accolgo nella mia assai umile dimora per offrirti un pasto" apre lo sportello e con galanteria mi fa entrare prima di lui. La roulotte non è piccola: ospita tutto ciò che è indispensabile e gli interni non sono niente male.
Individuo subito il frigo e mi ci fiondo trovando un cartone di pizza congelata: direi che può andare. Lo tiro fuori mostrandolo a Derek che annuisce lasciandomi fare e intanto tira fuori dei bicchieri di vetro.
Io intanto metto nel piccolo forno la pizza che a malapena entra nella cavità e lo accendo sperando riesca a cuocerla abbastanza da non provocarci un mal di stomaco immondo.
Mi siedo nell'attesa e Derek prende delle birre dal frigo per poi aprirle e appoggiarle sul tavolo.
"Se hai altri segreti ti conviene sputare ora il rospo, sono in vena di confessioni" prendo un sorso dalla lattina ignorando i bicchieri davanti a me.
"Effettivamente ti dovrei confessare un'ultima cosa" si siede anche lui guardandomi negli occhi.
"Io ho-
Prima che lui possa continuare la frase la porta si spalanca rivelando una donna.
"Derek! Non ti ho trovato in ospedale" sposta lo sguardo su di me
"E tu sei la puttana che scopa con mio marito, immagino"

Come scusa?

The InfiltratedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora