16: tisanina

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A volte mi chiedo se la mia sia più di una generica sfiga, se sia una sorta di forza divina avversa o qualche maledizione.
Magari è solamente il karma che mi ripaga per il comportamento di merda che ho avuto con le altre persone durante tutta la mia vita sino a questo momento.

Qualunque cosa sia deve smetterla di giocare sporco perchè non è possibile che capiti tutto a me: l'uomo che frequento ha una moglie della quale non conoscevo l'esistenza fino a ieri? bene, facciamola comparire in ospedale così da doverci in pratica convivere durante tutta la specializzazione.
Ma dove sono gli angeli custodi, o roba del genere quando servono? La prima cosa che farò appena uscita da questo posto maledetto sarà andarmi a comprare dei portafortuna e appenderli ovunque.

"Voglio morire" sbatto la testa sul tavolo multeplici volte accorgendomidi sentire molto dolore, ma non mi fermo perchè non sarà mai paragonabile all'intensità del dolore psicologico che madre natura mi infligge ogni giorno solo attraverso la mia esistenza.

Ho reso chiara la mia disperazione? Perchè potrei far intendere meglio il tutto attraverso uno dei tanti aforismi letti su tumblr proprio ieri dopo aver saputo la grande notizia che probabilmente mi ha rovinato le prossime settimane di esistenza. Tra questi ho anche letto che una certa continuità nella disperazione può generare la gioia, beh speriamo bene perchè se continua così finirò per tentare il suicidio prima dei trentacinque anni, e un minimo di carriera vorrei avviarla.

"Che succede?" e quando penso che la situazione non possa peggiorare spunta sempre Meredith con quella sua naturale espressione da angelo a rompermi le palle. Il fastidio che provo in questo momento è inimmaginabile, ma mi costringo a tirare su il capo davanti a quella stronza per mostrarle che niente e nessuno mi abbatterà mai, soprattutto un uomo (di merda, vorrei specificare). "Proprio nulla" sorrido falsamente mentre mi guarda confusa. "Dai siediti qui con noi e raccontaci com'è andata la tua giornata" sono palesemente ironica, ma lei accetta l'invito e inizia realmente a parlare della sua noiosa giornata in pronto socccorso.

Nel bel mezzo della parlantina di Meredith Alex mi tira una gomitata "è lei" mi indica con un cenno una donna che cammina verso il tavolo in cui di solito si riuniscono i capi reparto. "Oh lo so bene" la osservo camminare e non capisco come vestita così possa comunque risultare un raggio di sole e per di più elegante.
Sbuffo, "come cazzo fa ad essere così perfetta? Avrà qualche difetto" borbotto. "Beh è una stronza" commenta il mio amico "non è un difetto, è una qualità." lo correggo.
"Sì, come dici tu" ridacchia.
"Di chi parlate?" Chiede Meredith ancora ignara di ciò che è successo nelle ultime 24 ore.
"Sei sicura di volerlo sapere?" George la guarda preoccupato come se potesse crollare da un momento all'altro.
"Ah George non è così grave" alzo gli occhi al cielo "hai presente l'uomo con cui entrambe abbiamo scopato? È sposato!" Meredith rimane immobile, Izzie mi guarda male e George si affretta a confortare la sua amata. "Ok, detto ad alta voce sembra peggio di quel che è realmente" sdrammatizzo. Cristina accenna un sorriso divertito mentre io alzo le spalle con noncuranza.
"Bene ragazzi è stato divertente, ma Burke mi sta lanciando occhiate di rimprovero da ben 10 minuti e ho paura che mi picchi" mi alzo e saluto tutti, tra cui anche Meredith ancora bloccata a bocca aperta, e raggiungo Burke. "Capo" lo saluto "Catherine" alza gli occhi al cielo.
Derek ci passa casualmente accanto proprio in questo momento e mi guarda negli occhi: sembra quasi pentito e dispiaciuto, ma mi rifiuto di cedere al suo sguardo da cagnolino ferito e lo guardo con superiorità nonostante il mio metro e sessanta scarso. Quando finalmente si gira per prendere il corridoio opposto rivolgo elegantemente i miei medi verso la sua schiena, un garbato invito ad andarsi a fare fottere. Burke ridacchia divertito per poi trascinarmi da un altro paziente.

[...]

"Com'è andata la tua giornata?" Chiedo ad Alex sentendo il bisogno di non pensare più alle tragedie della mia vita di merda.
"È la prima volta che me lo chiedi" afferma cattivo. Mi giro a guardarlo "Sì, ma non fare l'acidone con me" lo guardo male.
"Senti le ultime ore sono state merdose, ho solo voglia di andare a casa e dormire" sbuffa per poi entrare in macchina sbattendo la portiera, accende il motore senza neanche aspettare che entri in macchina. "Mi vuoi dire cosa è successo o rimarremo in silenzio fino a casa?" Chiedo alzando un sopracciglio una volta sul mezzo. "Preferirei non parlarne" sbuffa ancora provocandomi. "Alex, io ti dico sempre tutto. Sai qualunque particolare della mia vita nonostante ci conosciamo da relativamente poco tempo. Non c'è bisogno di nascondere le cose tra noi" poggio una mano sulla sua che si trova sul cambio e la stringo giusto per infonderei un po' di calore. "Non penso di avertelo mai detto, ma sei la persona a cui tengo di più in questo momento" mi dice facendo partire finalmente la macchina alla volta di casa. "Sei l'unica con cui riesco a parlare e fidati, sai più di chiunque altro riguardo alla mia vita" il suo tono è stranamente tranquillo e non concorda affatto col cipiglio che mantiene sul volto.
"Ma ci sono certe cose che devo prima metabolizzare da solo." Non mi guarda in volto, continua a guardare la strada.
"Capisco, ma sai che io sono sempre qui se hai bisogno?" Gli sorrido e sposto la mano sulla sua guancia e lui mi scocca un'occhiata per tranquillizzarmi.
"Che ne dici di una bella tisanina e poi tutti a nanna?" Mi sorride grato mentre annuisce.

Non gli ho mai rivelato l'importanza che ha nella mia vita in questo momento: come amico, come spalla, come partner in crime. Alex si sta dimostrando il pilastro su cui poggiare e vorrei solo avere lo stesso ruolo nella sua vita.

Momento filosofico. Serve dire che per ora il mio personaggio preferito è Alex?
No, non serve.

The InfiltratedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora