15: la sua esistenza non mi tocca

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Sono dell'opinione che i segreti sono ciò che definisce una persona: ognuno ha un segreto che pur di nascondere farebbe di tutto.
Essi possono variare a seconda del genere e secondo il tipo di dolore che provocano, nel mio caso il dolore comprende sia quello fisico che quello mentale, la sua aura ha corrotto la mia felicità per un vasto tempo e ancora adesso nonostante continui per la mia strada quasi serenamente esso rimane pesante tanto da piegarmi nei momenti di debolezza.
Sono anche dell'opinione che se condivisi con qualcuno possano diventare meno pesanti e più sopportabili per il resto della propria esistenza.
Una persona fidata può alleggerire il carico di segreti che ognuno tiene sulla schiena e aiutarti a portarlo. Io penso di averla appena trovata quella persona, ma il mio carico è troppo pesante per permettere ad Alex di darmi una mano e tenerlo anche solo per un breve periodo.
È per questo che dopo aver parlato con lui di Chris ho tagliato il discorso dicendo di essere stanca e di voler andare a letto, cosa vera per giunta, ma una parte di me avrebbe voluto liberarsi di questo peso anche solo per un momento.

"Buongiorno leoncina" Dio mio, la smetterà mai?
"Buongiorno un cazzo, siamo in ritardo" lo stress mi ha fatto dormire più del solito.
"Non vedo l'ora che arrivi il nostro giorno libero, penso che resterò in coma per almeno venti ore" affermo
"Ma come? Io volevo fare una gitarella!" sta scherzando?

Ok sta ridendo, sta scherzando.

"Vado a vestirmi va" porto con me il mio caffè e cerco una tuta qualsiasi da infilarmi per fare il percorso da casa all'ospedale.
Una parte del mio cervello mi urla di scegliere un outfit per dimostrare a Derek che ciò che è successo per me non conta nulla, ma sinceramente non me ne potrebbe fregare di meno della sua opinione. Sto andando in ospedale per fare il lavoro che ho scelto, per il quale mi sono fatta il culo per 5 anni alla UM, non ho intenzione di rovinare tutto per un uomo indeciso, per di più il mio capo.

Entrata in spogliatoio la prima persona che incontro è Meredith, ovviamente.
"Sembri stare una merda" come se la cosa non le facesse piacere.
"Tu sei una merda invece" no ok, con gli insulti non ci siamo.
Cerco di rimediare invano: oggi non è giornata.
"Lasciamo perdere" mi allontano da lei per raggiungere il mio armadietto e infilarmi quella divisa antiestetica blu.
Cristina mi guarda interrogativa e io sospiro stanca, non posso spiegarle cosa succede qui: non voglio che mezzo ospedale si faccia i cazzi miei.
Le indico la porta e lei afferra al volo aspettando che io mi finisca di cambiare.
Uscite le racconto in breve il fatto "moglie di Derek" come lo abbiamo soprannominato io e Alex ma non accenno ad Hampton, anche se conoscendolo probabilmente in giornata si presenterà per darmi il tormento.
Oggi dovremmo rilasciare Liam, più tardi lo visiterò nuovamente.

Ci dirigiamo dalla Bailey e aspettiamo le sue direttive. Anche oggi fortunatamente mi ritrovo a fare da assistente a Burke e la cosa mi gratifica visto e considerato che è una brava persona e non è Derek.
"Ti vedo stanca, caffè?" Mi chiede sorridendomi cortesemente. "Io ti adoro" esclamo dirigendomi con lui alla macchinetta per prendere il secondo caffè del giorno. "Che giornata di merda" sbuffo "giuro che se mi trovo Chris Hampton davanti pronto ad attaccare briga mi butto dalla prima finestra che vedo" stiamo raggiungendo la stanza del piccolo Hampton sorseggiando il caffè. "Avete dei precedenti o sbaglio?" Mi chiede l'uomo guardandomi curioso. "Rivalità al college, nulla di che"
Evito il discorso. Arrivati in camera del principino noto l'assenza del fratello maggiore e tiro un sospiro di sollievo. "Liam, sai quando ti ho detto che tuo fratello sarebbe stato più simpatico da avere come paziente?" Butto il bicchiere vuoto nel secchio vicino alla porta della stanza mentre il ragazzo mi guarda interrogativo. "Mi sbagliavo, digli di non venire mai più o avrò una crisi di nervi bella pesante" sorrido e so di sembrare una pazza, se mi avessi come medico sarei spaventata. "Ehm ok" biascica Burke confuso "l'operazione è andata bene, oggi facciamo qualche esame ma saremo pronti a rilasciarti entro il fine settimana" afferma cambiando argomento. "Ah fantastico, devo riprendere con lo studio prima della sessione di esami".
"Fratellino stai sempre a studiare, goditi la vita al college" ecco qual era il detto? Parli del diavolo e spuntano le corna. "Beh in famiglia sono l'unico che si impegna per avere un futuro da persona indipendente e autorealizzata" Chris lo stronzo accenna una risata "Beh non posso dargli torto" alzo le spalle, so bene che quell'idiota in vita sua non ha mai fatto nulla che assomigliasse allo studio. "Ma se ho superato tutti gli esami con successo" mette il muso "Non vale se usi tuo padre o una mazzetta, teoricamente dovresti studiare per superarlo" alzo gli occhi al cielo. Cerca di ribattere mentre io e Liam ci diamo un cinque impacciato dalla sua posizione. "Ma-"
"Io e la dottoressa Webber abbiamo altri pazienti da controllare, buona giornata" Burke mi trascina per un braccio.
"Mi stavo divertendo" sbuffo incrociando le braccia. "Sì per quanto sia divertente bullizzare i parenti dei tuoi pazienti abbiamo cose più importanti da fare e altre persone da visitare" mi riprende. Alzo gli occhi al cielo "ok andiamo".

"Zebrina!" Esclama Alex quando lo raggiungo al tavolo con gli altri per la pausa pranzo. "Stronzo!" Ricambio "ti auguro di strozzarti con quella sorta di polpettone che stai mangiando" lui ridacchia. Cristina subito mi placca con un interrogatorio "che hai fatto con Burke? Un'embolectomia? Una pericardiectomia? No aspetta, non mi dire che avete fatto una valvulotomia multipla" come glielo dico? "Non ho fatto un cazzo, letteralmente." La sua espressione entusiasta svanisce tornando la Cristina apatica di sempre. "La mia giornata è iniziata con la magnifica presenza dei fratelli Hampton, notare come io sia ironica e detesti tutta la loro famiglia prego, e si è sviluppata in una visita di tre pazienti dei quali due erano di quello stronzo di Derek che è sparito per metà giornata chiedendo un favore a Burke" se lo trovo lo strozzo. No scherzo, ho deciso di ignorarlo ed è ciò che farò: la sua esistenza non mi turba.

"C'è una nuova dottoressa, capo di chirurgia neonatale" se ne esce Izzy. "Finalmente, non vedo l'ora di affiancarla, la cardiochirurgia non fa per me" sbuffo. "Beh ti farà piacere sapere il suo nome" Alex scambia delle occhiate con la bionda sotto i nostri sguardi confusi. "È mia Zia Wilda? No perché se è lei è tempo perso, in una famiglia di medici lei è quella messa peggio" commento alzando gli occhi al cielo, Zia Wilda è una rompicoglioni, una di quelle simpatiche ma inutile per la comunità e soprattutto come chirurgo, non sa salvare nemmeno la propria di vita non immagino quella degli altri. "Addison" è vagamente familiare "Addison come?" Chiedo cercando di ricordare dove l'abbia già sentito. "Addison Shepherd" ancora familiare, ma non capisco dove l'abbia potuto già sentire. "Ma sei tarda? È la mogliettina di Stranamore" commenta Cristina sotto lo sguardo preoccupato degli altri, il mio cervello si sveglia dal coma in cui si trovava.
"Addison, giusto. Persona simpatica, bella donna e... QUELLA STRONZA SI TROVA IN QUESTO OSPEDALE?" I miei neuroni sono usciti dallo stato di paralisi e finalmente si sono riconnessi.
Ok calmati, lei non c'entra nulla con questa storia, è lui il traditore bastardo con cui te la devi prendere. "Come mai quella faccia da funerale?" Chiede George quasi spaventato. "Sto accettando il fatto che non potrò mai scegliere chirurgia neonatale" affermo con aria affranta.  "Ma no" cerca di rimediare in modo impacciato "ma sì, quella vedi che invece di tagliare il cordone ombelicale mi taglia la testa, rischio la vita" immagino già la scena, ovviamente piena di sangue alla Quentin Tarantino.
"Mai mettersi contro una donna cornuta" e tutti annuiscono comprensivi tranne George che come ogni volta non capisce dove si trova e perché faccia parte di questa conversazione.

Ahah salve sono tornata.
Sì lo so sono passati mesi.
Non so che dire, ciao.

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