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L'inizio.

Nives

Sono sempre stata una ragazza silenziosa, ho sempre avuto un occhio attento. Riconosco le persone dal modo in cui si toccano i capelli, al modo in cui espongono discorsi. I comportamenti sono associati alle personalità e ci sono molte altre cose che possono decodificare una persona. Gli occhi sono lo specchio dell'anima, bisogna trovare solo la persona giusta che riesca a leggere attraverso essi e ascoltare i silenzi.
La tristezza e la solitudine sono le uniche emozioni che non si possono controllare, ti tengono e non ti lasciano andare.
Fisso un punto indefinito della stanza, sento le nocche battere sul legno.
Pensare troppo è uno dei miei difetti più grandi, riflettere troppo non mi lascia godere a pieno le esperienze.
Focalizzo l'attenzione sulle pareti rosa che risaltano il blu delle lenzuola.
«Starr è una brava ragazza, si prende cura di Elle in modo impeccabile» dice e siede al mio fianco.
Appoggia una mano sulla spalla, il suo tocco mi fa rabbrividire. Socchiudo gli occhi beandomi della pace che stavo cercando, e che solo adesso sono riuscita a trovare.
Casa è dove hai passato gli anni più belli, sono le quattro mura che hanno visto i cambiamenti del tuo carattere e i mutamenti del tuo corpo. Casa sono le braccia di una persona che riesce a farti sentire adeguata in un posto che non conosci.
«È stata lei a convincermi» oso confessare.
Ho atteso questo momento come la neve in California, l'ho atteso per anni e adesso che posso finalmente confessare, le parole muoiono nella gola.
«Quando sono andata via sapevo di aver fatto la scelta giusta eppure, non ho smesso un solo secondo di pensare a voi...» espongo, guardando con compassione ciò che mi circonda. Annuisce ad ogni singola frase che emetto.
«Non ho smesso di pensare nemmeno un secondo a tutto quello che ho lasciato ma, stare da sola mi ha fatto crescere e maturare» spiego, nonostante la voce tremante che ostacola ogni tentativo di sembrare sicura.
«Sei una donna adulta adesso ma, concedimi di restare ancora un po' al tuo fianco come se fossi ancora una bambina» sussurra, accarezza con dolcezza la schiena. Distolgo lo sguardo e fisso la mia figura attraverso lo specchio.
I capelli sono raccolti ancora in una coda, gli occhi contornati da segni violacei che conducono alla notte insonne.
«Quando ho scoperto di essere incinta di te, avevo diciotto anni e tuo padre all'epoca era arruolato nelle forze armate. Ricordo che chiese un permesso speciale per vedermi ma non gli fu concesso. Affrontó la missione con il solo pensiero di riabbracciare la sua amata...» asciuga le lacrime e continua.
«Attesi dodici mesi per vederlo, quando fece ritorno era ormai inverno e la neve ricopriva Denver. Gli ci vollero minuti per capire che la mia pancia non era dovuta al cibo, per la felicità scoppiò a piangere ai piedi del portico...» una nota malinconica le attraversa il viso.
Mio padre è un colonnello delle forze maggiori e torna casa solo quando può. Tutti i Natali passati senza lui mi hanno fatto capire quanto è importante la sua presenza, quanto quell'uomo forte e tenace sia una fortuna per noi.
«Ha sempre saputo che eri una bambina speciale» rivela.
La situazione viene interrotta da un continuo bussare alla porta, risolini e battute.
«Avanti» dico, due chiome bionde spuntano dalla porta impasticciate dalla testa ai piedi.
«Mamma! Mamma! Guarda, guarda!» Elle corre verso nostra madre con un disegno fra le mani. Due fiorellini in un campo verde, qualcosa di molto banale per un adulto ma, estremamente prezioso per un bambino.
«Sei stata bravissima» dice, le lascia un bacio tra i capelli e agguanta una guancia con fare affettuoso.
Una terza testa spunta dalla porta, riesco a riconoscere i capelli color rame.
«Starr mi ha detto che sei qui per ritrovare l'ispirazione persa» fulmino la bionda, perché non smette di sorprendermi?
«Si, torneremo a Chicago appena sarà terminato il sequel» annuisco, un urlo mi fa sobbalzare.
«Allora, diamo il via all'operazione...» salta sul letto con le mani in tasca.
Mia madre ci guarda con un sorrisetto sulle labbra, complice.
«Di quale operazione stai parlando?» fingo di non comprendere a pieno.
«C'è forse qualche altra scrittrice qui?» chiede Starr, nego con un cenno.
«Allora ritroviamo l'ispirazione di Nives!» esclama Daisy, salta sul pavimento e prende in braccio Elle.
Forse è davvero il modo migliore per tornare a scrivere, forse è l'inizio di una nuova storia.

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