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La verità su di me.

Nives

La realtà piomba sul corpo come acqua gelata, torturo le mani per il nervoso. Le lacrime sono già pronte per solcarmi il viso, Andrew salta sul ring come una belva selvaggia. Una rabbia incontrollata è presente sul suo volto, le dita racchiuse nei guantoni muoiono dalla voglia di sferrare qualche colpo. Viene acclamato da tutte le persone presenti, non smette di guardare il suo sfidante. L'uomo è di una stazza più grossa, non è preoccupato.
È già consapevole di avere la vittoria in pugno.
«L'ha battuto tante volte, non perderà» mi rassicura Blake al mio fianco.
Sono sicura di avere il viso pallido, mi osserva come se da un momento all'altro potessi crollare sul pavimento lurido. Un primo pugno viene sferrato dall'uomo, Drew lo evita con maestria, mettendosi in posizione di difesa. È sul punto di inchiodarlo con un pugno preciso, viene ripreso e sbattuto come un pupazzetto di peluche. Roteo il capo di scatto, non voglio guardare. Quando una lacrima arriva sul labbro superiore comprendo di star piangendo come una forsennata.
Mi faccio spazio per uscire, devo riprendere aria. Mille corpi sudaticci si strusciano fra loro, spallate urtano il mio corpo.
Fatico a raccattare le forze.
Il mio cuore è ridotto in pezzi.
È solo colpa mia.
Fischi di apprezzamento fanno capire che è stato appena proclamato il vincitore, non ho il coraggio di voltarmi. Sento la pioggia percorrere il mio viso velocemente goccia dopo goccia. I sensi di colpa lacerano le carni e la mente. Essermi allontanata è stata una delle cause del suo smarrimento, non ho fatto nulla per aiutarlo. Lui ha fatto così tanto, che non ricordo un solo giorno in cui mi ha voltato le spalle. Minuti sembrano ore interminabili, sono zuppa dalla testa ai piedi.
Una voce richiama il mio nome, più volte.
La vicinanza mi procura una ferita profonda.
«Nivs ti prego, vederti così mi fa più male di tutti questi lividi» indica i segni violacei sul torace, sussulto quando un'espressione di dolore si dipinge sul viso martoriato.
Vorrei poter toccare con mano, vorrei poter allontanare tutte le sofferenze che ha subito in questi anni e farle mie.
«È tutta colpa mia, non avrei mai dovuto lasciarti. Mi sento tremendamente in colpa per questo» singhiozzo, la pioggia si confonde con le lacrime.
Elimina le gocce, non si cura del fatto che tra qualche secondo saranno di nuovo lì.
«Ti ho odiata per così tanto che nemmeno immagini, ti ho odiata per avermi abbandonato in questo posto sperduto dal mondo. Ti ho odiata perché non replicavi ai messaggi e a tutte le email che ti inviavo, sapevo benissimo che volevi essere lasciata in pace. Hai lasciato tutto, avrei fatto anche io la stessa cosa se solo avessi avuto il coraggio» la voce vacilla, resta comunque fermo.
«Sei andata via, ma io ho continuato a vivere anche senza di te. Il ring è stato la mia unica valvola di sfogo, sono riuscito a rialzarmi. Quando ho letto il tuo nome, sono scoppiato a piangere come un bambino» parla con gli occhi arrossati.
Vorrei dire che adesso sono qui e che non lascerò mai più la sua mano, ma quante sono le probabilità che io resti qui? Pochissime, perché sono una codarda che ha sempre preferito la via più facile per paura di inciampare in quella difficile.
«Ti ho odiata e ti ho amata così tanto, ero sicuro che qui non avresti fatto lo stesso percorso. Sei una Donna adesso, sono l'Uomo più orgoglioso del mondo» mi circonda con le braccia.
Non abbiamo bisogno di altre parole.
«Andiamo a casa» annuisco, non rifletto.
Mi sento finalmente protetta, la pioggia scende fitta.
Riesco a scorgere una figura scura nascosta dietro ad un pilastro dell'edificio. Tiene tra le dita una cicca accesa, il cappuccio alzato sulla testa e lo sguardo nella nostra direzione.
Blake.
Riesco a notare un sorriso sulle sue labbra piene, mi fa un cenno militare e sparisce nel buio della notte.
«Cosa stai guardando?»
«Come faceva Blake a sapere di tutto questo?» chiedo.
«Blake abita nel nostro appartamento da qualche anno insieme a Chris, Daisy non ti ha avvertito?»
Nego con la testa, sorrido consapevole.
Sei qualcosa che merita di essere scoperto.




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