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Come la prima volta.

Blake

Non sono mai stato a Chicago. È diversa, diversa da Denver e da Londra. I palazzi alti, le persone e persino le automobili sembrano essere di altri anni. Il tempo è passato più velocemente qui. Pago il tassista con una banconota da venti, lo ringrazio e mi aiuta a prendere la piccola valigia dal retro. Sono fermo davanti a quello che dovrebbe essere il suo palazzo, un vecchietto con la pelle ambrata ed un cane si dirigono verso l'entrata. Nota il mio sguardo smarrito, mi fissa bene e poi sembra avere un lampo di genio.
«Tu sei Drew? Certo, sei lui per forza» dice come se io fossi realmente Andrew. Sono tentato di smentire, ma il cane distrae i miei pensieri. Inizia ad abbaiare, viene richiamato dal vecchio e poi da una giovane donna dai capelli biondi.
Non è Nives, sono sicuro di essere nel posto giusto e di non aver sbagliato indirizzo.
«Sono Blake Thompson signore» gli porgo la mano libera, mentre l'altra tiene stretto il borsone. «Sono un amico di Nives» la stringe con forza, ha una presa ferrea per avere una certa età.
«Io so chi sei»  la ragazza si avvicina con sguardo minaccioso, mi punta il dito.
«Dovrei maledirti in tutte le lingue del mondo, ma sono contenta che tu sia venuto a riprenderla» il cambio d'umore mi destabilizza. Afferra i miei bagagli con agilità e si dirige all'interno del palazzo. Non è molto grande, gli appartamenti sono molto piccoli.
«Io sono Claire, lui è Earl» si presenta, indica l'uomo e poi il cane.Capisco subito che si tratta di Husky, Starr mi aveva parlato della piccola macchiolina sulla fronte. Mi chino per accarezzarlo, si avvicina timoroso.
«Husky» sussurro, gli tengo il muso con fare scherzoso e lui me lo lascia fare. Viene tirato indietro da una ragazzina più giovane dell'altra: una bambina.
 «Niv non vuole che si avvicini troppo alle persone che non conosce» io non sono uno sconosciuto, vorrei dire. Noi abbiamo condiviso tanto, forse molto più di quanto avremmo dovuto: l'appartamento, una camera d'albergo e il mio letto. Non ci siamo mai considerati sconosciuti, nemmeno la prima volta che ci siamo incontrati. Ci eravamo già visti in un'altra vita, nello stesso posto e con la stessa gente.
«Brooklyn lui è Blake» tendo la mano verso di lei, ma la rifiuta con disprezzo. Mi guarda male è chiude la porta in un tonfo.
 «Scusala, Niv non ci ha parlato molto bene di te» come avrebbe potuto? Ho ferito i suoi sentimenti è il minimo che abbia fatto. Ha scelto di andare via per proteggere se stessa da me. Claire tira fuori una manciata di chiavi nascoste sotto lo zerbino, mi guarda con aria colpevole. «Mi ha detto di usarle in caso di emergenza, questa è una buona causa. Non credi?» alza le spalle. Il  profumo mi invade le narici come se lei fosse fisicamente qui. Tutto la rappresenta: centinaia di libri sono riposti in ordine su alcuni scaffali, foto di lei insieme a Starr sono affisse ovunque. Immagino il suo corpo steso sul divano, con un libro fra le mani e quel programma di cucina che le piace tanto. Mi avvicino con cautela alla libreria, noto alcuni dei miei testi preferiti.
«Eccola in tv!» il volto in primo piano. 

È bellissima, più bella di quanto ricordavo.
Una Dea, la mia Dea. 
Si muove impacciata sulla poltrona, sorseggia qualche bevanda da una tazza arancione. Sorride mostrando le fossette ai lati delle guance ,gli occhi verdi brillano sotto i riflettori, il tailleur che ha indossato le fascia perfettamente il corpo. Mi sento come se la vedessi per la prima volta. Gli occhi mi pizzicano ,le gambe tremano e lo stomaco si contrae.
«Allora Nivs, posso chiamarti Nivs? Ho sentito che molti lo fanno» chiede Elle, lei annuisce solamente per consentirle di chiamarla in quel modo.
«Ho sentito che sei tornata a Denver dai tuoi genitori è vero?»
«Verissimo, ho trascorso le vacanze Natalizie con la mia famiglia ed i miei amici. Sono via da una sola settimana e già mi mancano» vedo una lacrima sfuggire al controllo, l'asciuga subito. Vari suoni vengono emessi dal pubblico, sorridono tutti colmi di tenerezza.
«Tutti noi ci stiamo chiedendo chi sia il famoso B. citato e perché hai scelto una fine così tragica, ci sarà un sequel vero?» la riccia nega con il capo ed Elle chiede spiegazioni a riguardo.
«Non ci sarà, ho lasciato la storia in sospeso. Ho dato il compito ai lettori di far scegliere loro il finale, immagino che in Elettra ci sarà sempre un pezzetto di Hunter. Si incontreranno dopo vent'anni e ricorderanno l'amore più grande della loro vita con un sorriso sulle labbra» le sue parole colpiscono nel petto di tutti i presenti, ma non riescono a frenare la loro curiosità.
«Non hai risposto però alla prima domanda, chi è lui?» tentenna, punta lo sguardo oltre la telecamera. Nei suoi occhi tornano a formarsi delle lacrime, il naso si arriccia e schiarisce la voce.

«Lui è Blake».



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