3 anni dopo..
«Sei meravigliosa Niña» pronuncia la mamma di Starr, irrompendo nel silenzio della stanza.
Finalmente è arrivato il grande giorno, che tutte le donne hanno sognato almeno una volta nella loro vita: il matrimonio. Un paio di giorni fa non volevo nemmeno sentirne parlare, l'ansia mi attanagliava lo stomaco al solo sentir parlare di vestito bianco, ma alla fine eccomi qui. Oggi sedici marzo 2022 sto per pronunciare il fatidico si.
«La mia bambina si sposa» nonna Stephanie si asciuga le lacrime con il dorso della mano. Mamma non emette una sola sillaba, ma gli occhi lucidi parlano già da soli. Mi ha accompagnato in questo percorso, senza lasciarmi da sola nemmeno un secondo. Ho visto un lacrima sfuggire al suo controllo quando ho effettuato l'ultima prova dell'abito, si è lasciata andare solo in quel momento ed ammetto di essermi commossa anch'io.
«Dov'è il mio gioiello prezioso? Blake sta singhiozzando come un bambino» Scarlett fa la sua comparsa senza bussare, seguita a ruota da Daisy e Starr.
«È dolce» lo rossa viene afferrata per un braccio da Yeimi, la sorella di Starr, ha insistito così tanto per essere la mia damigella d'onore.
«Dille che si sbaglia di grosso» sussurra Scarlett all'orecchio di Meredith, la sorellina minore di Chris. Il mio ragazzo, fra qualche secondo marito, ha insistito per invitare tutte le famiglie dei nostri migliori amici, persino quelle che non avevamo mai conosciuto. È stato carino volare in Italia per invitare la famiglia di Chris, l'italiano non sembrava difficile dai film in tv, ma è davvero quasi più complicato del tedesco.
«Eccomi scusate il ritardo!» dice Claire con il viso paonazzo. Brooklyn sembra più tranquilla del solito, forse è l'unica ed esserlo in questa stanza.
«Una foto con la sposa?» Alejandro, il fidanzato di Yeimi, si para davanti allo specchio con una Canon fra le mani.
«Amoree non dovresti vederla adesso, porta sfortuna!»
«Yeimi la mia priorità è di immortalare ogni secondo del matrimonio» si difende il biondo.
È stato ingaggiato da Andrew come fotografo ufficiale dell'intera cerimonia. Le ragazze afferrano il retro del mio vestito, posizionandosi tutte al mio fianco. Sono splendide, non lo dico perché sono le mie damigelle o le mie migliori amiche, ma perché ognuna di loro ha dei lineamenti perfetti per l'abito che ho personalmente scelto. Rosso come l'amore, rosso come il colore delle rose, rosso come il tappeto che mi porterà da Blake.
«Pronta?» Nick Hamilton, mio padre, fa la sua entrata in scena con tanto di medaglie attaccate al completo elegante e la cravatta che si abbina perfettamente con gli accessori della mamma. Elle corre nella nostra direzione con le fedi nuziali, il cuscinetto sembra aver passato tempi migliori.
«Sembri una principessa» le lascio un bacio sulla fronte e un buffetto sulla guancia. Le ragazze acciuffano i bouquet mettendosi in fila indiana, la prima è Elle seguita da: Brooklyn, Starr, Daisy, Scarlett, Claire, Yeimi e Meredith.
Gli ultimi siamo io e mio padre, noi.
«Spero con tutto il cuore che Blake non ti faccia soffrire, siete fidanzati da molto tempo ma non riesco a credere che il mio piccolo fiocco di neve si stia per sposare» il velo copre il mio viso rigato dalle lacrime. Ho passato ore a truccarmi, forse non dovrei piangere.
«Non piangere, stai solo per firmare la tua condanna» la sua battuta riesce a farmi sorridere, abbassa la maniglia ed entro trattenendo il fiato. Gli sguardi di tutti sono puntati prima sulle mie amiche e poi su di me, non riesco a distogliere gli occhi dal pavimento.
«Guardalo» sussurra mio padre, lo faccio. Blake è affascinante con lo smoking nero: i capelli scuri sono leggermente corti ai lati, se non stessimo per sposarci farei sicuramente una delle mie solite scenate. Fissa ogni lembo scoperto della mia pelle, nessuna espressione di disappunto sul suo viso. È in lacrime, scosso dai singhiozzi stringe la mano di suo padre al suo fianco. Davon Thompson ha scontato la sua pena un anno fa ed è presente al mio matrimonio, ho insistito così tanto che Blake non ha saputo dir di no. È pur sempre suo padre, questo è pur sempre il suo matrimonio. In prima fila Ivonne, non smette di asciugarsi le lacrime con alcuni fazzoletti che mia mamma le porge. Sono diventate amiche. Attraverso la navata senza incontrare mai i suoi occhi, ma quando sono davanti a lui sono costretta ad affogare in quelle pozze blu. Nello stesso momento in qui il velo viene alzato dalle sue dita ruvide, mi sento di nuovo dove dovrei essere.
Con lui, a casa.
«Non ho mai visto due sposi piangere così tanto» esclama il pastore divertito, una risata generale accomuna i presenti.
«Iniziamo?» annuisco.
Blake mi afferra le mani, senza distogliere mai lo sguardo. Sussurra un ti amo così impercettibile, se non fossi stata a pochi centimetri da lui, non sarei riuscita a captare nemmeno volendo.
«Blake Justin Thompson vuoi prendere come tua sposa la qui presente Nives Marie Hamilton, nel bene e nel male finché morte non vi separi?» queste parole ammutoliscono i parenti, gli amici e i conoscenti.
Blake guarda sua madre in prima fila, poi me che non ho smesso di mordermi il labbro.
«Lo voglio» emetto un sospiro di sollievo.
«Nives Marie Hamilton vuoi prendere come tuo sposo il qui presente Blake Justin Thompson, nel bene e nel male finché morte non vi separi?» adesso la domanda è rivolta a me.
Non ho bisogno di pensarci nemmeno un secondo.
«Lo voglio» le sue labbra s'infrangono con le mie in un bacio lento e ricco d'amore.
È questo l'amore che sognavo sin da bambina.
12 anni dopo...
«Mamma! Ethan mi ha pasticciato tutte le scarpe con i colori» le urla isteriche di Joel catturano la mia attenzione mentre il secondogenito, d'accordo con il padre, continua a saltellare per tutto il salotto con i pennarelli nuovi tra le mani.
Prendo Astrid tra le braccia.
«Papà torna tra poco vero?» si stropiccia gli occhietti con entrambe le manine, annuisco senza proferire parola. Quarant'anni anni e già mamma di tre bellissimi bambini. Astrid è la più piccola, ha tre anni ed un caratterino niente male. Secondo Blake è la mia fotocopia, potrei dire il contrario, se non fosse che ha persino il mio stesso puntino sul naso. Ethan invece è il secondo genito, avere dieci anni con un fratello più grande di due anni dovrà essere una vera è propria sofferenza, ma non si è lamentato nemmeno quando Joel gli ha rovinato la sua maglietta preferita in lavatrice. Caratterialmente somiglia molto più a me, ma fisicamente è Blake da ragazzino. Gli stessi occhi, gli stessi capelli e persino le stesse occhiatacce indignate. Quando suo padre non c'è, prende il suo posto. Il primo è quello che crea più problemi degli altri, anche se non lo ammetterà mai, infondo gli piace essere sempre al centro dell'attenzione. Dodici anni e già una lunga lista di ragazze che gli stanno dietro, dovrei esserne gelosa ma so che Joel ha in mente solamente di studiare e di diventare un famoso avvocato, senza il nostro minimo aiuto. Tutto suo padre, anche se ha ereditato i miei capelli ricci e le mie spalle sottili.
«Ethan smettila di correre potresti farti molto male» lo rimprovero, ma non ricevo l'effetto desiderato.
Viene verso di me, aggrappandosi ai miei fianchi.
«E.T telefono casa» Joel lo prende in giro, mentre Astrid infila la testa nell'incavo del mio collo.
«Hai sonno vero principessa?» controllo l'ora sull'orologio appeso in cucina.
Il campanello suona, l'uomo compare sulla soglia con un borsone dall'allenatore sulle spalle ed il viso stanco di chi non dorme da parecchie ore. Non posso pensare che sia comunque bellissimo, nonostante abbia superato la soglia dei quarant'anni.
«Papà!» la bambina scalpita per essere messa sul pavimento ed in pochi secondi il moro è sommerso da tre marmocchi che gli somigliano. Mi avvicino cauta prendendo la borsa dalle sue mani, non pesa come immaginavo.
«Cosa avete fatto oggi? Oltre a far arrabbiare la mamma?» ridacchia prendendomi in giro, lascia un bacio sulla fronte di Astrid e tiene per mano Ethan.
«E.T mi ha ha rovinato le scarpe nuove» si lamenta Joel, mi stendo sul divano per socchiudere gli occhi.
La stanchezza di tre bambini a carico.
«Ti ho detto che non devi chiamare così tuo fratello, adesso tutti a dormire. Principessa anche tu ,gli occhietti dolci con me non funzionano lo sai».
Astrid fa i capricci ma appena Blake le legge una favola, riesce ad addormentarsi.
«Quando mi hai detto di volere una famiglia numerosa, non intendevi questo vero?» dico.
Ride di gusto tenendosi la pancia con le mani, annuisce abbracciandomi subito dopo.
«Vieni qui fiocco di neve» con uno scatto mi fa stendere sul suo petto, la stanchezza riesce a farsi sentire solamente in questi momenti.
Blake riesce a scacciare via i brutti pensieri. Grazie per tutto ciò che hai fatto e che continui a fare per me, adesso quando mi chiederanno dell'amore saprò rispondere.
Il mio amore? È al mio fianco. Il mio amore? Aspettava solo di essere scoperto. Il mio amore è l'uomo che mi è stato accanto nei momenti importanti, soccorso quando ne avevo bisogno, l'uomo che mi ha fatto sorridere e piangere contemporaneamente. Il mio amore è mio marito, il padre dei miei bambini. Il mio amore si chiama Blake Thompson, non vorrei nessun altro al mio fianco perché nessuno potrebbe amarmi come ci riesce lui. L'amore è la mia famiglia, i miei amici e le persone che mi sono sempre state accanto.
Dov'è il mio amore?
Dentro di me.The End.
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Where is my love?
ChickLit(COMPLETA) Nives Hamilton è una ragazza di ventiquattro anni cresciuta a Denver. A soli diciotto anni atterra nella frenetica Chicago per coronare il suo sogno: diventare una scrittrice e pubblicare il suo primo romanzo. Un quadernetto azzurro e u...