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Ho il cuore sensibile.

Nives

«Cambiamo frequenza? Non ho voglia di ascoltare hit natalizie» lamenta Starr seduta al fianco di Daisy.
Osservo il viso di Chris poggiato sulla mia spalla: gli occhi chiusi caratterizzati da lunghe ciglia, le labbra sottili chiuse in una linea dura. Dorme profondamente nonostante l'irrequietezza degli altri ragazzi. Lo guardo e sorrido, sembra un angelo. Non ha raccontato molto, i suoi genitori lavorano spesso fuori casa e Meredith, sua sorella, è l'unica ragione per cui continua a tornare a casa sua.
Lo ammiro, molto.
Non ha paura di mostrare i suoi veri sentimenti. È sempre sincero, non indossa maschere e non ne ha bisogno. Due occhi sono puntati sulla mia figura, so benissimo a chi appartengono quelle pozze ghiacciate, non fanno altro che esaminarmi.
Mi scrutano da lontano, bloccano il respiro.
Distoglie lo sguardo per puntarlo sulla strada deserta e ricoperta dalla neve. Ha le mani piantate sul volante, le braccia leggermente visibili dalle maniche alzate sui polsi, il collo è ricoperto di tatuaggi, sono nascosti dal colletto alto del maglione. Blake porta gli occhiali. Con la montatura nera, quadrata. Gli donano un'aria da intellettuale: ed è bellissimo come sempre.
Guida lentamente, Drew fa di tutto per distrarlo.
Lancia fazzoletti e carte di cioccolattini.
«Smettila Andrew! Sto guidando...» rimprovera quest'ultimo con un leggero cipiglio sulla faccia.
Drew non ascolta le sue parole, gli lancia una bottiglietta d'acqua semplice.
Blake resta impassibile.
«Amico, sorridi dai!» chiede subito dopo, si becca uno schiaffo sulla nuca da parte di Daisy.
«Smettila di importunarlo, vuoi arrivare in montagna sano e salvo?» la ragazza emette uno strano verso.
Blake non proferisce parola.
«Cazzo amico! Quella bionda che ti sei portato ieri non ha risolto un granché se sei ancora così stressato» dice Drew.
Le sue parole colpiscono il viso come un pugno.
Non può averlo fatto.
Perché avrebbe dovuto mantenere la promessa? Non siamo nulla.
Non ci conosciamo, non siamo fidanzati, non siamo innamorati, non siamo amici. Allora, perché le parole di Drew mi fanno così male?
Perché ho sperato che un ragazzo come Blake potesse essere interessato ad una come me?

Cerca il mio sguardo, ma sono tutt'altro che interessata ad incrociare il suo. Appoggio la fronte contro il vetro dell'auto e chiudo gli occhi, la mano viene afferrata delicatamente e riconosco quel tocco così familiare. Starr mi guarda per qualche secondo, abbassa il capo nel momento in cui il mio migliore amico le tira una ciocca di capelli.
Chris serra gli occhi,
«Non dovevamo portare Chris con noi!» borbotta Daisy, il ragazzo riacquista magicamente il dono della voce.
«Mi hai convinto tu! Mi hai chiamato prima delle sette e sai cosa? Questa è una stupida vacanza in montagna e non lamentarti se sono di poche parole!» si assopisce nuovamente.
Le montagne sono sempre più vicine. Gli alberi sono spogli e ricoperti di neve, il paesaggio è magnifico. Arriviamo a destinazione, accosta dove altre auto sono una di fronte all'altra.
«Adesso decidiamo i bagagli, ovviamente noi donne non siamo candidate. È abbastanza ovvio!» esulta Starr euforica, si abbottona il cappotto. Blake si dirige verso di noi, percuote il braccio di Chris.
«Christopher Rossi! Ne hai 74 di anni...» esordisce, gli tira le guance divertito dalla situazione.
«Non rompere, lasciami in pace!» agita le mani, uno schiaffo mi arriva direttamente sul petto.
«Oddio Nives, ti prego perdonami!» si alza di scatto. Inserisce il labbro inferiore fra i denti e si scusa molteplici volte.
Ho deciso di concedermi qualche minuto per scrivere anche qui, sono sicura di riuscire a continuare anche in montagna. Blake segue i miei movimenti, non ho il coraggio di guardare. Non voglio, mi farebbe male sapere che ha passato la notte con un'altra. Potrebbe comportarsi così con chiunque, io non mi lascerò prendere in giro da lui.
Ho ventitrè anni e sono abbastanza adulta da capire ciò che è giusto per me.
Blake mi farebbe soffrire, questo non è un romanzo scritto dalla prima ragazzina, questa è la vita reale.
Blake non è Hunter, io non sono Elettra.
La brezza del mattino colpisce il viso, mi stringo nel capotto troppo grande. Persa a fissare le prime luci dell'alba. Chris tiene stretta la valigia, cerco di riprenderla.
«No tranquilla la tengo io, ti ho disturbato per tutto il viaggio questoè il minimo» sorride ed io faccio lo stesso. Cammino verso il resor, sento una presenza persistente alle mie spalle.
«Possiamo parlare?» chiede, lo ignoro.
«Nives non fare la bambina» ringhia, non riceve risposta.
Non ho voglia di parlare con lui, adesso.
Afferra il polso con forza, roteo verso di lui. Scruta i miei capelli, il mio naso, il mio collo ed infine si sofferma sulle labbra.
Hai sbagliato ragazza.

«Lasciami Blake ,non lo ripeterò due volte» la voce trema per il nervoso.
«Ti prego Nives, guardami...» prega ma non ci riesco, non riesco a guardarlo.
Perché non mi lasci in pace Blake? Perché non riesci ad uscire? Perché sei entrato nella mia vita?
«Non ti guarderò, noi non abbiamo nulla da dirci» dico secca.
Un senso di inadeguatezza mi attanaglia le viscere.
Il cuore si stringe in una morsa.
Non ho tempo per una stupida storia d'amore, devo pensare al futuro.
Devo cercare un modo per sopravvivere lontana da lui.
Blake mi ha aiutato tanto.
Mi ha visto sul pavimento della mia camera, mi ha aiutato quando la pioggia mi ha bagnato i vestiti. Gli ruberei il cuore, ma non ne ha uno. Sono sicura di averne visto almeno metà in macchina.
«Nivs...» lo sento sospirare.
Le farfalle svolazzano, non me ne curo.
Non è il momento, il mio cuore è troppo sensibile.

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