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Voglio solo te.

Nives

Gli spalti sono pieni, le persone continuano ad esultare. Nessuna delle due squadre è ancora entrata. Sono impazienti di vedere i Tauros in campo, io sono impaziente di vedere Blake con la divisa ufficiale. So quanto ha faticato per averla, la merita più di tutti gli altri. Drew al mio fianco continua a farneticare parole senza logica , Chris ascolta ma senza prestare la minima attenzione. Entrambi hanno insistito così tanto per accompagnarmi che, alla fine, ho accettato senza obiettare. Disperata dalle continue richieste. Urla incessanti fanno capire che i primi a varcare la soglia della palestra sono proprio loro. Riesco subito a scorgere l'uomo, arrossisco mentre gli occhi cadono sulle braccia tatuate. Stringo i pugni lungo i fianchi, un commento poco casto arriva diritto all'orecchio.
«Dio Mio ma tu l'hai visto il numero 7? Non vedo l'ora di poter parlare con lui alla festa, sono sicura che a letto è formidabile» smetto di ascoltare.
È concentrato su di me. I suoi occhi sono così limpidi sotto i riflettori che sembrano diamanti, mi lancia uno sguardo preoccupato ma gli mostro subito le fossette. Drew si sbraccia per essere, comincia ad attirare l'attenzione. Blake lo saluta con la mano, poi torna a parlare con i compagni. Il nervosismo è evidente, il coach riesce a smorzare la tensione con alcune pacche scherzose e qualche battutina.
«Quello è il mio migliore amico! Dacci dentro amico, sei tutti noi!» esulta il moro.
Mi sporgo verso Chris, nascondendo il viso livido nel giubbotto. Il biondo fa lo stesso, sprofonda nella sedia azzurra.
«Andrew per favore potresti sederti? Ci stai mettendo in imbarazzo» geme, tirandolo per la manica della felpa.
«Sono così eccitato!»
Il fischio d'inizio mette fine allo scambio tra i due, l'intera squadra inizia a spostarsi velocemente verso il centro del campo. La palla vola verso il cielo finendo direttamente fra le mani di Blake, procede diretto verso il canestro degli avversari, poi passa la palla a Jhon. Si para davanti al più forte degli avversari, la riprende nuovamente lanciandola nel canestro.
Punto ai Tauros.
Acclamano ed io con loro. Drew mi abbraccia forte alzandosi in piedi, Chris alza le mani in segno di vittoria. Rido sonoramente sentendo varie imprecazioni da parte dei ragazzi seduti dall'altra parte della palestra, ritorno a sedermi tenendo sempre gli occhi puntati sulla sfera. Si muove, segue ritmi precisi. Palleggia come se lo facesse da una vita intera. Il sudore gli cola sul collo, scende lungo il petto. È libero dalle catene che lo tengono stretto al passato, libero da ogni pensiero.

Il coach continua ad urlare il suo cognome per incitarlo a fare di meglio, sembra sul punto di svenire per quanto è rosso, ma non smette di correre.
Stiamo vincendo, tutto merito del mio ragazzo. Un lungo fischio segna la fine della partita, cerco tra la folla il campione ed è lui a dirigersi verso gli spalti. Verso di me.
Sto per congratularmi, ma preme la sua bocca sulla mia. Blocca qualsiasi tentativo. Mi afferra saldamente le guance con entrambe le mani, siamo così vicini da sentire i fiati uniti. Tutti ci guardano e le telecamere ci riprendono, emetto un leggero gemito nel momento in cui prende il mio labbro inferiore tra i denti.
«Grazie» sussurra.
«Per cosa?»
«Per essere qui»
Guazzo, perdendomi in quelle pozze ghiacciate. Prende velocemente i fianchi e attraversa le transenne, alza il braccio destro dedicando la vittoria a me.
Le altre persone fanno da sfondo, ci siamo solo noi.
Gli circondo il collo strofinando il naso sulla pelle morbida e arrossata per lo sforzo.
«Andiamo a casa?» domanda.
Sono già a casa vorrei rispondere.
Ammiro il profilo per assicurarmi che sia reale, mi accarezza il dorso della mano con il pollice. Mille brividi mi attraversano la schiena, nelllo stomaco migliaia di farfalle svolazzano incontrollate. «Sei stato formidabile» si congratula Drew, Chris sorride solamente senza avvicinarsi. Riesco a leggere negli occhi azzurri la profonda ammirazione che prova, non pensavo che Chris e Blake fossero così profondamente legati. Non ho mai chiesto al biondo quale fosse il suo passato ma ricordo perfettamente quanto, dai suoi racconti, ha vissuto nell'amore sin da bambino. Non hanno nulla in comune: Chris è cresciuto in una famiglia unita, Blake ha cercato l'amore fra le mura domestiche. Chris è andato via per trovare se stesso, Blake è scappato per lasciarsi alle spalle tutto.
Sono così diversi da essere simili in alcune occasioni.
«Le ragazze ci aspettano per la festa post-partita a casa di Jhon,tu Nivs devi tornare vero?»
Il moro mi intima di restare al gioco.
«In realtà...» sto per dire, ma un calcio da parte sua mi fa mordere la lingua.
«Cosa stavi dicendo? Blake ti darà un passaggio a casa, vero amico?» e senza attendere ci saluta.
«Ciao allora, ci vediamo domani» parla a raffica, mentre corre verso l'uscita.
Guardo Blake al mio fianco per qualche secondo, scoppiamo entrambi a ridere tenendoci la pancia con le mani.
«Sono fuggiti davvero?»
«Aspettami qui, mi cambio e andiamo via» dice, si immerge fra la folla ancora in delirio.

*

Il viaggio in macchina dura troppo poco, cantiamo a squarciagola tutte le canzoni in radio senza perderne nemmeno una. Non ho smesso di guardarlo in adorazione. Amo il modo in cui mi fa sentire, amo ogni suo difetto e amo perfino quando mi rimprovera.
«Vuoi che ti accompagni a casa tua oppure restiamo a casa mia?» punto il dito verso di lui, ridacchia.
«Potrei abituarmi alla tua presenza per casa lo sai?»
Io potrei abituarmi alla tua presenza nella mia vita. Sei ancora in tempo per fuggire, dopo sarà troppo tardi. Questo senso di empatia nei suoi confronti, mi rende vulnerabile. Appoggia una mano sulla gamba e la stringe con fare possessivo, le nocche rosse e screpolate sono in contrasto con la mia carnagione chiara.
Con un gesto involontario stringo l'indice.
«Perché non parli quasi mai?» chiede.
«Penso tanto» le parole vengono emesse dalla bocca senza controllo.
«Posso fumare qui?» è l'unica domanda che gli porgo prima di sentire l'auto spegnersi e il silenzio ci invade. Il palazzo in cui abitano non mi è mai sembrato così verde, rammento il momento in cui Chris da ubriaco scambiò il muro per un campo fiorito. Aspiro il fumo, sento la gola bruciare. Blake me la sottrae e la getta sul cemento bagnato.
«Saliamo» mi prende per mano e mi conduce all'interno della proprietà.
Infila le chiavi nella serratura per aprire la porta, sto per ribattere ma vengo fermata dalla sua voce.
«Nivs...» mi guarda come non ha mai fatto.
«Sei bellissima».
Un'esplosione si irradia dentro me, la necessità di volerne ancora prende il sopravvento, trasforma un bacio innocuo in uno pieno di passione.
Mi bacia come se ne avesse un bisogno fisico, come se riuscisse a respirare soltanto facendo questo. Tiro una ciocca di capelli, gli scappa un gemito roco e ho paura di avergli fatto male.
«Ti ho fatto male, scusami...» mi stacco per riprendere fiato ,ma è lui a spingere la mia fronte contro la sua.
«Ti voglio Nives, ti voglio adesso» risponde. Mi stringe di più a sé, le nostre gambe e le nostre braccia si avvinghiano l'uno all'altra senza separarci. Barcolliamo verso la camera, chiude la porta dietro di noi. Si stacca per qualche secondo, solo per guardarmi. Il cuore mi batte selvaggiamente nel petto, minaccia di uscire fuori dalla gabbia toracica. Per la prima volta voglio essere toccata e amata. Mi faccio coraggio e gli sfilo la felpa, la faccio passare dalla testa. Occhi negli occhi.
Traccio con le dita i contorni dell'enorme aquila sul suo petto, lo sento sospirare sotto il mio tocco. Soffre, si legge dallo sguardo che c'è qualcosa che blocca il flusso dei suoi pensieri.
«Spegni il dolore» gli bacio ogni lembo di pelle.
«Mi stai uccidendo» ed è vero. Ci stiamo puntando entrambi una pistola alla tempia, ci stiamo condannando ad essere schiavi l'uno dell'altro.
«Smettila di pensare, chiudi gli occhi e goditela».
Facciamo l'amore, lascia fuori dalla stanza ogni preoccupazione. Scaccio i brutti ricordi, solo per far spazio a quelli nuovi.

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