Chapter 2

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"O mio Dio, o mio Dio, o mio Dio"

Osservai come Camille saltellava per la stanza e sbuffai per la centesima volta portandomi un braccio sugli occhi
"Mi stai facendo scoppiare la testa" sussurrai esasperata
"Megan, tu non capisci" si avvicinò a me con fare serio "sono sicura che sia destino. Credo di amare già quel ragazzo" sorrise
"Lo hai visto solo due volte" le ricordai incredula
"È un modo di dire il mio" sbuffò "ma hai visto quanto cazzo è bello Liam, è un fottuto Dio greco" riprese a saltellare euforica

Il suo telefono vibrò, e dato che era troppo occupata ad urlare e a comportarsi come una pazza per l'intera stanza, lo afferrai per vedere chi le avesse scritto.
Da Liam: menomale che ieri mi sono salvato il tuo numero. Cosa fai questa sera bellissima? ;)

"Credo tu impazzirai ancora di più dopo questo messaggio" sussurrai pronta a delle altre grida da parte sua
"Cosa?" Corse verso di me e lesse il messaggio per poi gridarmi nell'orecchio
"Camille hai rotto il cazzo" sbuffai trattenendo una grossa risata
"Mi ha chiesto cosa faccio stasera, in pratica è un appuntamento. O mio Dio. Mi ha chiamata bellissima" gridò
"Tecnicamente non è affatto un appuntamento" feci presente
"Ah sta zitta" mi liquidò per poi digitare velocemente qualcosa sul suo cellulare

Alzai le mani rassegnata e afferrai la mia felpa che legai alla vita per poi avviarmi verso la porta
"Vai via?" Si accigliò e io annuii "ci vediamo stasera? Gli chiedo di portare Cameron" sorrise maliziosa
"Non ci penso neanche. Divertiti con Liam e non impazzire ti prego" sorrisi per poi andare via
"Megan" Mi chiamò prima e io mi voltai
"Qualsiasi cosa chiamami ti prego. Sai che puoi anche restare qui se non vuoi stare con tuo pa-"
"Stai tranquilla, starò bene" affermai per poi uscire dalla stanza e anche dalla casa

Quando papà era a casa io mi trasferivo praticamente da Camille, lei e i suoi genitori mi avevano sempre trattata come un membro della famiglia, mi facevano sentire così bene. Ma oggi mi andava di fare una passeggiata, da sola, avevo bisogno di fare un po' di ordine tra i pensieri.

Erano appena le quattro del pomeriggio quando lasciai casa di Camille. 
Passai prima da casa mia, per fortuna Alex non c'era e mio padre dormiva. Senza fare troppo rumore feci una doccia veloce e mi cambiai, indossai dei semplici pantaloncini neri e una felpa rossa, le Jordan al piede e infilai i miei soliti bracciali a coprire gran parte dei polsi.

Decisi di uscire dato che non ci sarei voluta essere al risveglio di mio padre.
Tornai verso la porta d'ingresso ma una voce mi fece bloccare
"Vai via di nuovo?" Domandò con voce disprezzante
Mi voltai e lo vidi in cima alle scale
"Si" sussurrai distogliendo lo sguardo dal suo "ho da fare" mentii
"Con Nilsen?" Si accigliò
"Esatto" lo provocai
Lui sorrise sghembo per poi scendere le scale lentamente e avvicinarsi a me con fare freddo e glaciale.
"Parto tra due ore circa, ci vediamo tra una settimana" esclamò e io restai in silenzio

D'un tratto mi arrivò un sonoro schiaffo che mi fece roteare la testa di lato per la troppa forza. Sentivo la pelle bruciare e strinsi i pugni
"Rispondimi quando ti parlo" ringhiò
"Ci vediamo tra una settimana" sputai acida per poi afferrare le chiavi di casa e uscire di fretta

Corsi più veloce che potevo lontano da quella casa. Odiavo quando tornava, mi assaliva questa sorta di malinconia che non riuscivo a controllare. Era più forte di me. Avrei tanto voluto rispondergli o ricambiare i bei regali che mi lasciava sulla pelle, ma non ne avevo il coraggio. Una volta lo feci però, e non finì bene. Affatto.

Arrivai al Santa Monica Pier.
Amavo follemente questo posto. La spiaggia e il molo erano uno spettacolo meraviglioso, e poi c'era una tranquillità assurda di solito a quest'ora.
Andai a sedermi sulla spiaggia e infilai le cuffie facendo partire Be Alright di Dean Lewis.
Passai più di un ora su quella spiaggia a guardare l'orizzonte e ad ascoltare musica. Dopo un po' mi lasciai cadere sulla sabbia e alzai le ginocchia portandomi le mani sulla pancia.
Osservai il cielo che diventava sempre più scuro, ormai credo fosse quasi ora di cena.

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