Chapter 14

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I giorni continuavano a trascorrere molto lentamente.
Ero perennemente assalita da una sensazione di panico e angoscia che non mi dava tregua, mi sentivo triste e vuota, ma l'unica cosa che continuavo a ripetermi, era che andava bene così.

Mio padre era tornato da un viaggio di lavoro e io fui costretta a passare l'intero sabato a casa per evitare di incontrarlo. Per mia fortuna ripartì la domenica mattina per Shanghai, e saperlo molto lontano da me mi metteva un po' di tranquillità.

Oggi era il 23 Novembre, era quasi un mese che non sentivo Cameron, e stavo maledettamente male. Mi mancava come l'aria, certe notti mi svegliavo di colpo nel sonno e avevo grossi attacchi di panico e problemi a respirare.
"Hey" sorrise Billy in mia direzione accennando un saluto col mento
"Ciao" biascicai sedendomi al mio posto
"Che brutta cera amica" osservò preoccupato "stai bene?" Domandò poi e vidi con la coda dell'occhio Camille agitarsi leggermente al posto accanto al mio

Mi spuntò un lieve sorriso e pensai che per quanto potessimo litigare, lei si sarebbe preoccupata sempre per me, e viceversa.
"Sto bene" lo liquidai
In effetti non stavo molto bene. La notte per paura di avere degli attacchi di panico dormivo poco e niente, non mangiavo e avevo iniziato ad allenarmi costantemente, ciò mi portò a dimagrire notevolmente.
Le lezioni passarono abbastanza in fretta e prima che potessi accorgermene era già suonata l'ultima campanella.

Come al mio solito tornai a casa e fui sorpresa di trovare mio fratello Alex in camera mia.
Era accanto alla scrivania e passava il tempo leggendo uno dei miei libri che era precedentemente poggiato su di essa.
"Hey" dissi confusa lasciando cadere lo zaino sul pavimento
"Hey" sorrise lui leggermente posando il libro in uno scatto
"Che diavolo ci fai in camera mia?" Sbuffai
"Sono passato a prenderti, ma eri a scuola così ti ho aspettato" scrollò le spalle
"Dove vorresti portarmi? Se ti servono altri soldi dimmelo e bast-"
"Non si tratta di soldi" precisò freneticamente "non ho bisogno di nulla, solo di mostrare una cosa a mia sorella" esclamò deciso
"Ora ti ricordi di avere una sorella" lo guardai con biasimo per poi avviarmi alla mia auto in garage dato che sicuramente non aveva intenzione di camminare

"Dove andiamo?" Domandai quando entrambi fummo saliti sulla vettura
"Al Santa Monica Pier" sussurrò a disagio e lo guardai sottocchio, cosa diavolo mi stava nascondendo?
Partii verso il molo e in meno di dieci minuti arrivammo a destinazione. Parcheggiai nel parcheggio del parco che a quest'ora, ovvero le tre del pomeriggio, era deserto. Tirava un gran vento quella giornata e c'erano le nuvole in cielo, neanche l'ombra del sole, e la cosa mi mise decisamente di buon umore.

"Allora?" Domandai chiudendo la portiera dell'auto
"Seguimi" sussurrò infilandosi le mani in tasca e stringendosi nella sua giacca di pelle
Arrivammo alla fine del ponte e oltre a una coppia di ragazzi seduti su una delle panchine, c'erano una donna e una bambina accanto alla ringhiera e un signore anziano che dava da mangiare agli uccelli.
"Siamo qui per lanciare molliche di pane?" Domandai ironica indicando il vecchietto
"No" sospirò per poi prendere coraggio "siamo qui per loro" indicò senza farsi notare la donna e la bambina

Le guardai incuriosita e non mi pare di conoscere nessuna delle due. La donna aveva dei lunghi capelli castani chiaro, indossava un paio di jeans scuri e un cappotto bianco mentre la bambina aveva un adorabile parka rosa, aveva i capelli rossi legati in due trecce e la sua risata si sentiva lontana chilometri.
"Non salterà fuori che quella è tua moglie e la bambina tua figlia vero?" Domandai confusa ma lui mantenne lo sguardo serio rivolto a quelle due persone
"Quella bambina è nostra sorella, e quella donna, è nostra madre" esclamò sospirando

Nostra...madre??

Guardai la donna con occhi spalancati e una strana sensazione all'altezza del petto.
"Stai scherzando vero?" Quasi gridai fuori di me
"No" mi guardò seriamente "vengono qui ogni settimana, mamma le fa fare il giro del parco e poi comprano dello zucchero filato che mangiano mentre guardano il mare" spiegò senza osare interrompere il contatto visivo con i miei occhi
"Cosa ne sai? Da quanto le osservi?" Sussurrai incredula
"Diversi mesi" ammise con un sorriso amaro "all'inizio credevo fosse solo una donna che le somigliasse, ma osservandola meglio ho capito che era lei"
"E la bambina?" Domandai esitando "Cosa sai di lei?"
"Si chiama Roxy, ha 6 anni e ha un carattere molto esuberante, come te" disse prima di sganciare la bomba "so che mamma è sposata da poco più di dieci anni" mi aggiornò

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