"Come ti senti oggi?"
"Non lo so" giocherellai con le maniche della felpa "forse sto meglio di ieri, ma continua a fare male"
"Come lo descriveresti questo male?"
"È come se stessi soffocando. Come se stessi urlando sott'acqua e fossi a corto di fiato. Sento un dolore al cuore che mi opprime, come se qualcuno lo stesse stringendo forte" sussurrai
"Ti preoccupa il comportamento che gli altri avranno adesso nei tuoi confronti?"
"La mia filosofia è che preoccuparsi...significa soffrire due volte" accennai un debole sorriso per poi guardare fuori dalla finestra la pioggia che si abbatteva violentemente su tutta Los Angeles
"Sei una persona forte Megan. E sai, la fregatura di chi è forte è che, quando ha bisogno di aiuto, non sa neanche come chiederlo" esclamò Will cercando il mio sguardo
"Io non sono forte" sussurrai mordendomi il labbro "non lo sono affatto" scossi la testaNon capivo perché tutto questo mi faceva male. Avevo talmente tanta di quell'ansia, che mi veniva un buco allo stomaco e giramento di testa. Non sapevo neanch'io con che forza riuscivo a scrivere per raccontarti tutto ciò. Cercavo di non essere una psicopatica depressa quando stavo da sola, ma non ci riuscivo. Nel momento stesso che qualcuno mi lasciava da sola, in quello stesso momento io impazzivo pensando. Forse era questo il mio male. Pensavo troppo e ricordavo tutto quello che mi aveva ferito nel profondo. C'erano alcune frasi nella mia testa che non erano facili da cancellare. Avevo delle immagini di comportamenti che a mio parere, non erano stati molto corretti nei miei confronti. Avevo troppe cose in testa che mi facevano impazzire e avevo paura che con il tempo, tutto questo, mi avrebbe uccisa.
"Signorina Megan" chiamò Jorge affacciandosi dalla porta della mia stanza facendo voltare sia me che Will "ha visite" esclamò
"Sarà Camille, falla salire"
"Non si tratta della signorina Camille" sussurrò a disagio e io capii a chi in realtà si riferisse
"Se vuoi puoi andare, per oggi noi abbiamo finito" accennò un sorriso Will prendendo poi la sua cartellina e uscire dalla mia cameraPresi un bel respiro, mi portai i capelli dietro le orecchie e mi strinsi nella felpa. Feci segno a Jorge di andare e mi avvicinai alla finestra appoggiandomi ad essa e osservando attentamente la figura incappucciata sotto la pioggia pesante
Rilasciai un sospiro e appoggiai la testa alla vetrata sentendomi in colpa anche questa voltaEra esattamente dal giorno 'dell'incidente' che Cameron ogni giorno, puntualmente, veniva a trovarmi, ma mi ero sempre rifiutata di vederlo.
"Sembra non arrendersi" ammiccò Will
Gli rivolsi un occhiata fugace e vidi che era appoggiato sotto l'arco della porta
"Perde solo tempo" sospirai
"Secondo me dovresti smetterla di scappare" sussurrò e io mi irrigidii all'istante "smettila di avere paura e inizia a vivere Megan" accennò un sorriso per poi lasciarmi da solaMi allontanai dalla finestra e mi gettai sul mio letto fissando il soffitto.
C'era qualcosa che mi bloccava, non so cosa, ma questo freno era dannatamente pesante da gestire. Vorrei toglierlo e correre il rischio, ma c'era qualcosa che me lo impediva.Il mio telefono iniziò a vibrare e senza leggere il nome sul display risposi
"Pronto"
"Come sta la mia super amica oggi?" Domandò Camille con tono pimpante
"Annoiata" sbuffai
"Che ne dici se andiamo a fare una bella passeggiata?" propose
"Adesso? Ma fuori c'è il finimondo" borbottai
"Fidati di me. Ti passo a prendere tra mezz'ora, prepara uno zaino con lo stretto necessario amica, dormi da me" esclamò per poi staccare la chiamataLe cose tra me e Camille erano tornate alla normalità. D'altronde facevamo sempre così, litighiamo, quasi sempre a causa mia, e poi facciamo pace.
Mi alzai e controllai se Cameron fosse ancora lì, ma non c'era nessuno. Meglio così.
Andai verso l'armadio e infilai da sopra i jeans neri una felpa rosa semplice e larga, le Nike e lasciai i capelli sciolti coperti dal cappuccio. Preparai lo zaino velocemente e corsi al piano di sotto
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Like The First Time
Teen Fiction"Volevi sapere se ci fosse posto per Cameron nel mio mondo. Beh, non esiste un posto del genere, perché lui è il mio mondo. Mi hai chiesto se avessi la certezza di poterlo rendere felice, non ne sono sicura, ma sono certa di una cosa. Sono felice ne...