«Non ci credo» grida Ashton iniziando a ridere come un pazzo.
«Sei davvero uscita con un centrotavola credendo ci fosse un ladro?» chiede continuando a ridere, io mi limito ad annuire.
La sera precedente dopo che ero tornata a casa avevo trovato Susan e Lucy già a letto e anche questa mattina erano uscite prima di me, Ashton è il primo a cui racconto cosa è successo.
Lui non fa altro che ridere e prendermi in giro.
«E poi?»
«Dopo Matthew ci ha fatto entrare e ci ha presentati. Lui si chiama Elliot, ed è il suo ragazzo. Cioè ti rendi conto? Non sono arrabbiata per il fatto che abbia un ragazzo, ma perché non me l'ha detto! Io ero convinta potesse davvero diventare il mio futuro marito, ma lui sta già con qualcuno e non me l'ha detto» mi sfogo ancora incredula di tutto quello che è successo. Mi imbarazza il solo pensiero dell'altra sera.
Ero così a disagio, si vedeva che i due preferivano stare da soli, ma io volevo prima delle altre spiegazioni. Come ad esempio perché non l'avesse mai nominato prima, oppure perché era così gentile con me e mi ha fatto illudere.«Magari non c'è stata occasione di dirtelo» lo difende Ashton.
«L'occasione c'è stata, dopo che guardavamo Friends ci mettevamo a parlare. Ad un certo punto è saltato fuori l'argomento fidanzati. Io gli ho detto che di storie importanti non ne avevo ancora avute, ho avuto due ragazzi e poi sono usciti con altri durante l'università, ma niente di serio. Lui mi ha detto di aver avuto una ragazza, al liceo, una storia importante. Non ha detto nulla di Elliot»
«Magari si vergognava Anne. Non puoi mai sapere come reagirà una persona alla frase: "Sono gay", cerca di capirlo» continua a difenderlo Ashton e io lo so che non è facile aprirsi al mondo, lo so.
Tutti sono sempre pronti a giudicarti.«È solo che mi ha illuso, tutto qui è questo che mi fa arrabbiare. Comunque dopo che ci ha presentati mi ha detto che Elliot e lui avevano litigato qualche settimana fa e quando litigano spesso non si parlano per settimane intere. Poi gli ho chiesto se si è reso conto che mi stava illudendo, che a me piaceva. Non dico che avrebbe dovuto dirmi che era gay, se non se la sentiva, ma almeno farmi capire che era impegnato» continuo a parlare senza prendere fiato, sono così nervosa, avevo proprio bisogno di sfogarmi.
Ashton mi ascolta annuendo e poi, inaspettatamente, mi abbraccia.«Piccola Anne, non ci pensare» mormora accarezzandomi i capelli.
Non ci pensare, è impossibile.
«Ti rendi conto che mi hai illuso? Potevi dirmi che eri impegnato, non eri obbligato ad aprirti con me, se non volevi, dirmi che eri gay, ma almeno impegnato potevi dirmelo. Ed io che iniziavo a pensare... ma quello è colpa mia, viaggio troppo con la fantasia» mormoro e a fatica trattengo le lacrime.
Non riesco nemmeno ad alzare lo sguardo per quanto sono imbarazzata, mi sento così stupida.
«Mi dispiace Anne, spero potremmo rimanere amici, mi piace tanto passare il tempo con te. Hai ragione avrei potuto dirti che ero impegnato, solo che ero arrabbiato con Elliot quindi può darsi che...»
«L'hai fatto apposta ad illuderla? Perché eri arrabbiato con me?» chiede all'improvviso Elliot, ma io rimango confusa, non capisco.
«Forse inconsciamente ci ho provato con te per una piccola vendetta a Elliot» dice alla fine a voce bassa, per un momento penso di essermelo immaginata.
«D'accordo» dico alzandomi e prendendo le mie cose.
«Anne restiamo amici, vero?»
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I miei amori platonici
Literatura FemininaSono Anne Rosie Withman e ho ventitré anni. Mi sposerò a venticinque anni e a ventisette avrò il mio primo bambino. C'è solo un piccolo problema, per il mio piano ho bisogno di trovare la mia anima gemella, ma non è mica facile, sapete? Così ho ide...