Ero seduta vicino all'orto della scuola, vicino alla porta che portava al giardino interno. Nessuno viene mai qui, quindi avevo deciso di godermi l'intervallo leggendo un po' in pace. Era maggio si stava bene all'aperto, c'era quel venticello primaverile molto piacevole. Susan e Lucy dovevano ripassare per un'interrogazione, quindi era proprio il momento perfetto per starmene un po' da sola e in tranquillità.
«Leggi un altro libro Rosie?» mi chiese Edmund sedendosi sul suo solito muretto e accendendosi una sigaretta.
«Fumi un'altra sigaretta Broner?» ribattei non alzando gli occhi dal mio libro. Perché Edmund era l'unico della classe a parlare con me? A parte Lucy e e Susan, ovviamente.
Tutti gli altri se mi parlavano era per chiedermi un foglio o una penna. I compiti preferivano a chiederli quando eravamo tutte e tre insieme, oppure solo a Lucy che era sempre la più organizziata. Tuttavia Edmund qualche volta veniva a parlarmi, fregandosene di quello che gli altri avrebbero detto, forse era per questo che aveva iniziato a piacermi? Oppure per il fatto che leggevamo, a volte, gli stessi libri o perché poteva sembrare uno a cui non fregava niente, però poi si rivelava il contrario. All'inizio del primo anno lo reputavo uno scansa fatiche, che copiava tutto in tutte le verifiche. Invece quest'anno, al terzo, mi ero resa conto che non era così. Lui studiava per una semplice mezz'oretta e poi prendeva il massimo dei voti. Io studiavo per un'intera settimana e prendo un buon voto, ma non il massimo.
«Non ci provi nemmeno a fare amicizia con gli altri»
«Perché dovrei? Non ho interessi comuni con gli altri, non capiscono i libri o le mie serie tv reputandole per sfigati, perché dovrei farci amicizia, mi sembra una cosa inutile» risposi alzando lo sguardo sui di lui e chiudendo il libro. Lui stava fissando il cielo, forse pensava a come rispondermi, poi abbassò lo sguardo su di me.
«È vero, ma non ti stanchi a stare solo con Lucy e Susan?»
«No, mi trovo molto bene con loro»
«Eppure sei qui da sola» fece notare indicandomi con la mano, come a voler sottolineare.
«Ma volevo stare qui da sola. Volevo leggere e questo lato del giardino è tranquillo.. di solito»
Lui sorrise annuendo per poi spegnere la sigaretta.
«Va bene Rosie, ti lascio leggere in pace» detto questo torna dentro senza voltarsi o aggiungere altro.Poi aprendo gli occhi mi accorsi che erano solo le quattro del mattino. Nonostante l'orario mi sentivo molto sveglia, sarei stata capace di mettermi a correre, no non è vero sono troppo pigra per farlo.
Mi rigiro nel letto cercando di prendere sonno, devo riaddormentarmi o lo farò oggi a lavoro.
Niente. Non ci riuscivo. Continuavo a pensare alla rimpatriata, al fatto che Ash avesse lasciato Midge, a Edmund che mi scrive, Ashton che mi cerca.
Perché non potevo dormire tranquillamente?---
«Buongiorno, hai dormito male? Hai una faccia orrenda» mi chiede Lucy entrando in cucina, le faccio una smorfia e torno a versarmi del caffè nella tazza.
«Chi ha dormito male?» domanda Susan entrando a sua volta, ma non appena mi guarda capisce.
«Sono sveglia dalle quattro di questa mattina» risposi trascinandomi al mio posto.
Certo ora ero stanca, perché non lo ero questa notte?!
Mi si chiudevano gli occhi la prima tazza di caffè non mi aveva aiutato per niente.
«Povera, oggi pomeriggio non hai lezione puoi farti un bel pisolino» disse Susan sorridendomi. Facciamo colazione in silenzio, come al solito, alla mattina non siamo molto arzille facciamo tutto con calma ed in silenzio, a meno che non siamo di fretta.
«Ashton ha lasciato Midge»
Per poco Lucy non sputa il caffè sul tavolo. Entrambe mi lanciano uno sguardo arrabbiato e sorpreso.
«Cosa aspettavi a dircelo?» chiese Susan tirandomi una gomitata nel fianco.
«Ieri sera quando siamo tornate ho trovato un suo messaggio che diceva: "Anne ho lasciato Midge, ci possiamo vedere?" E due sue chiamate perse. Non finisce qui»
«È successo altro?! Aspetta ieri sera? Perché non ce l'hai detto subito?» domanda Lucy più sveglia e prendendo altri biscotti come se fossero popcorn.
«Ero stanca, eravamo stanche, ve lo sto dicendo ora no? Comunque mi ha scritto anche Edmund» racconto divertita, qui le loro espressioni si fanno ancora più buffe: entrambe con la bocca spalancata, Lucy ha lasciato cadere i biscotti sul piatto, e mi guardano come se avessi detto chissà quale stramberia.
«Edmund Borner?» chiedono insieme come se avessero capito male.
«Si e chi se no?»
«Cosa ti ha scritto? Facci vedere!»
«Ha il tuo numero?»
«Allora mi ha scritto che è stato bello rivedermi e no, Susan, non ha il mio numero, mi ha scritto su Instagram» rispondo sorridendo divertita, le loro facce sono ancora buffe. Poco dopo si riprendono.
«Oh Anne grazie per questi gossip di prima mattina mi ci voleva. Quindi Edmund ti ha cercato solo per dirti che è stato bello rivederti... è interessante»
«Si, Lucy però a Anne piace Ashton»
Io mi limito ad annuire all'affermazione di Susan.
«Lo so lo so, ma è divertente. Tu cosa hai risposto?»
«Non ho risposto a Edmund e nemmeno ad Ashton»
Ed ecco che tornano le loro espressioni buffe: occhi spalancati e bocca aperta.
«MA SEI IMPAZZITA DOVEVI RISPONDERE SUBITO AD ASHTON!» gridando insieme, ora sono io quella sorpresa, non mi aspettavo una reazione così esagerata.
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I miei amori platonici
Literatura FemininaSono Anne Rosie Withman e ho ventitré anni. Mi sposerò a venticinque anni e a ventisette avrò il mio primo bambino. C'è solo un piccolo problema, per il mio piano ho bisogno di trovare la mia anima gemella, ma non è mica facile, sapete? Così ho ide...