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Ancora una volta, il soffitto bianco sporco della stanza d'ospedale fu la prima cosa che incontrarono i suoi grandi occhi color ghiaccio. La solita sensazione di smarrimento si fece strada in lei, mentre i sensi le si risvegliavano lentamente, facendola accorgere del fastidioso ago della flebo e della morsa che le attanagliava la testa. Un forte senso di nausea la pervase d'improvviso, un conato acido le risalì la gola così rapidamente che quasi non riuscì a ricacciarlo indietro.
Si mise a sedere con cautela, facendo forza sui polsi, per poi voltare la testa di lato. L'immagine di Kakashi, seduto accanto al letto ed immerso nella lettura di uno di quei suoi strani libri, lasciò il posto alla sedia pieghevole, inesorabilmente vuota. I pezzi sparsi nella sua testa iniziarono lentamente a trovare un senso, a comporsi, finché finalmente riuscì a ricordare cosa fosse successo.
Era nell'ufficio dell'Hokage. Pioveva a dirotto, era fradicia. Poi era finita a terra ed aveva perso conoscenza. C'era anche la squadra Anbu. La squadra... E Kakashi? Dov'era Kakashi?
La ragazza iniziò ad inquietarsi. Un pessimo presentimento le scuoteva il cuore e le martoriava lo stomaco.La porta scorrevole si aprì con un tonfo, facendola sobbalzare. La figura di Kurenai le donò una momentanea sensazione di sicurezza. Gli occhi cremisi della kunoichi, però, non presagivano nulla di buono.
«Tesoro, come ti senti?» le tremava la voce, mentre si avvicinava a piccoli passi al letto candido.
«Kurenai... Non ci capisco più niente. Cosa succede?» Ayumi iniziava a sudare freddo. L'atteggiamento dell'amica era insolitamente teso, cupo. Tratteneva a stento le lacrime, le tremolava il labbro e sembrava provasse difficoltà nel guardarla direttamente negli occhi.
«La squadra Anbu è tornata, vero? Ma dov'è Kakashi? Perché non è qui? È forse ferito gravemente? È in un'altra stanza qui in ospedale?» Non poteva essere accaduto il peggio. Non al suo Kakashi. Era il ninja più forte che conoscesse. Certamente aveva portato la squadra alla vittoria, come sempre. Probabilmente aveva solo bisogno di riposo... Ed il suo svenimento era dovuto all'emozione di rivederlo dopo così tanto tempo.
Sicuramente era andata così.
Che stupida era stata, a preoccuparsi tanto.«Kurenai, voglio vederlo. Ti prego, dimmi dov'è.» la incitò, rivolgendole un timido quanto nervoso sorriso.
La corvina esitò un momento, cercando le parole giuste. Non avrebbe mai voluto dare una simile notizia alla sua migliore amica.
«Ayumi... Mi... Dispiace tanto...»
Il battito le aumentò nuovamente, sentiva il pianto pungerle in gola, il voltastomaco ancora più opprimente. L'immagine di Tenzo le balenò nella mente, così come le ultime parole udite prima di perdere i sensi.
"Non ce l'ha fatta."
Prese a tremare, le lacrime abbandonarono le sue lunghe ciglia scure, rigandole il viso estremamente pallido, quasi verdognolo dallo sgomento e dalla nausea. Si portò le mani in volto, scoppiando in un urlo strozzato, colmo di strazio e paura. Kurenai la strinse forte a sé, anch'ella tremante ed in preda al dolore.
Pareva che anche il cielo piangesse. Spessi nuvoloni neri soffocavano il cielo, rombando di tanto in tanto e minacciando il diluvio; persino gli uccelli avevano cessato di cantare, il vento soffiava forte, i ciliegi avevano perso ogni bocciolo rosa in seguito alla forte pioggia.
Ogni cosa era dannatamente silenziosa, immobile e grigia.
Come se l'intero mondo avesse percepito quanto gravosa fosse la situazione.Ma dopo ogni burrasca, si sa, è l'arcobaleno a dominare l'atmosfera.
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«Come sta?»
Kurenai prese un profondo sorso di tè, cercando di riprendersi almeno un poco da quel pomeriggio apparentemente infinito. La notizia della scomparsa di Kakashi l'aveva profondamente turbata; sapeva bene che, senza di lui, Ayumi si sarebbe lentamente lasciata andare.
Fissò gli occhi, ancora velati di lacrime, in quelli spenti di Tenzo, seduto di fronte a lei ad un piccolo tavolo di legno scuro, in un localino poco affollato, situato a pochi passi dall'ospedale. Sospirò rumorosamente, per poi rispondere all'Anbu con tono rassegnato «Non ha toccato cibo. Non ha fatto altro che restare a fissare il vuoto, prima di crollare dalla stanchezza. È terribilmente scossa, com'era d'altronde prevedibile...» Affondò il viso nelle mani «Vorrei solo poterle essere di aiuto in qualche modo.»
Tenzo scosse lievemente il capo, sorridendole appena «Non c'è niente che possiamo fare, per ora. La supererà, dobbiamo solo darle il tempo di cui ha bisogno.»
«Spero solo che tu abbia ragione...»
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«Quale onore averti qui, ninja Copia...»
Riconobbe immediatamente quella voce. Quel ghigno agghiacciante. Quegli occhi colmi di disprezzo, che risplendevano nell'ombra.
«T-Tu...» Anche solo il più flebile respiro gli provocava un insopportabile dolore in tutto il corpo. I polsi, feriti dalle catene e dalle torture, avevano quasi completamente perso la sensibilità, così come le gambe, rimaste a penzoloni senza più alcuna forza.
La risata rivoltante e priva di tatto del ragazzo rimbombò per la stanza umida ed estremamente buia.
«Mi fa piacere vederti così sorpreso. Ma ora dimmi... Dove si trova la bambina del tempo?»
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Ben tre scenari differenti in questo terzo capitolo.
Se le ultime righe non vi sono chiare, vi consiglio di dare un'occhiata a Faded.
Alla prossima.
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All Falls Down
Fanfiction[COMPLETA] ❗️|SEQUEL DI FADED|❗️ Sono passati cinque anni dall'attacco di Kuma e dall'incubo dell'Inugami. Ayumi è ormai una giovane donna e grazie a Kakashi, tornato ad operare nelle forze speciali Anbu, è riuscita ad integrarsi quasi completamente...