Capitolo 14

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«Dannati Mizutani...» Il traditore era fuori di sé. Sapeva che una cosa del genere fosse possibile, ma solo tra due persone possedenti lo Jikan.

Il fatto che Ayumi e Kakashi avessero stabilito un contatto tra i loro poteri oculari tale da permettere uno scambio di chakra, allora avrebbe potuto significare che l'Hokage sapesse ogni cosa.

Ed il nukenin puntava tutto sul fattore sorpresa.

«Lei sa di te?» chiese, con tono minaccioso.

«E anche se fosse?»

«Rispondi!»

L'Hatake capì immediatamente il motivo di tanta insistenza.

«Può darsi di sì, può darsi di no.» rispose, facendo spallucce. In effetti, non ne era certo neppure lui.

Il traditore piegò la bocca in una smorfia di disappunto.

«E va bene...» Si mise in posizione di combattimento «In ogni caso, voi due sarete i primi a soccombere!»

I ninja ripresero a combattere.

Kakashi si sentiva estremamente leggero, nonostante la grande quantità di chakra ricevuta poco prima.

Riuscì a schivare ogni attacco, muovendosi con estreme velocità e precisione.

Lo Sharingan ipnotico era pronto all'azione.

Doveva solo cogliere il momento giusto.

«Ayumi, sei a casa?»

L'insistente bussare di Kurenai rimbombava nella casa vuota.

Strano, Ayumi non era solita uscire a quell'ora del mattino.

Sospirò. Possibile che stesse ancora dormendo?

Spiccò un agile balzo, atterrando proprio sul davanzale della grande finestra, sovrastante il letto della ragazza. Diede un'occhiata all'interno, ma non c'era nessuno.

Scosse la testa «Ma cosa sto facendo?»

Sicuramente stava esagerando. Scese, atterrando con leggerezza davanti all'ingresso. Fece spallucce e se ne andò.

Magari l'avrebbe incontrata per le vie di Konoha.

Finalmente erano faccia a faccia.

Pochi millimetri separavano i loro sguardi.

Kakashi, che aveva saldamente afferrato i polsi del nemico, puntò lo Sharingan ipnotico nei suoi occhi.

«È finita.»

Ogni cosa fu avvolta da un'intensa luce bianca. La dimensione creata dallo Jikan collassò, il chakra del nukenin si disperse.

I due guerrieri fuorno sbalzati via e, per brevissimi istanti, il tempo parve fermarsi.

Si rialzarono da terra, ansimando.

La foresta di Konoha era completamente spoglia, ad eccezione dei grandi sempreverdi, che risaltavano di tanto in tanto con le loro fronde verdissime.

Il cielo era terribilmente cupo, l'aria pungente faceva venire la pelle d'oca.

«Maledetto...»

Il traditore era scuro in viso. Brandelli di pelle dilaniata gli erano rimasti appesi ai lati delle gote, rivelando un secondo strato olivastro, segnato da profonde cicatrici appena sotto agli occhi ghiacciati, frutto di un meschino furto.

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