Capitolo 7

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«Andiamo.»

Akane seguì a ruota lo shinobi, scendendo con un agile balzo attraverso il passaggio appena scavato dal cane ninja, che una volta portato a termine il suo compito era sparito in una nube di fumo bianco.

Il tunnel era estremamente freddo e buio; non vi era nemmeno una torcia appesa alle pareti di pietra nuda, l'umidità arrivava fin nelle ossa.

«Pakkun, riesci a trovare una via di uscita?»

Il carlino fiutò l'aria con attenzione «Non ne sono sicuro, ma credo che stiamo andando nella direzione giusta. Non è facile orientarsi quaggiù.»

Kakashi annuì, facendo cenno al fedele compagno di fare strada. I tre presero a camminare con cautela, il suono dei loro passi riecheggiava sordamente fino a disperdersi nell'oscurità. La tensione era palpabile nell'aria; il silenzio che avvolgeva quel luogo era dannatamente inquietante e non lasciava presagire nulla di buono. 

Dopo qualche istante, Pakkun si fermò, rizzando il pelo sulla schiena «C'è qualcosa che non va. Questo odore non mi piace per niente.»

L'Hatake si avvicinò lentamente, scoprendo lo Sharingan dalle bende, nonostante gli dolesse ancora molto. 

«Rilevo un chakra piuttosto forte. Probabilmente si tratta di una barriera volta a celare una porta, o qualcosa di simile.» Si risistemò la medicazione, voltandosi poi verso Akane «Pensi di riuscire a vedervi attraverso?»

Lei annuì, per poi affiancarsi a Kakashi ed attivare l'abilità innata. Le ci vollero pochi secondi per superare il muro invisibile

 «N-Non è possibile.» Indietreggiò bruscamente, portandosi le mani alla bocca.

«Che succede? Cos'hai visto?»

La corvina prese a tremare «Kuma. C'è Kuma laggiù.»

«Credevo fosse morto.»

«Lo credevo anche io. Ma ne sono certa, quello è il suo chakra. Dobbiamo riuscire ad abbattere la tecnica.» affermò, chiudendo gli occhi e concentrando le sue energie. La barriera cominciò a cedere, sgretolandosi dal basso fino a svanire nel nulla.

Akane si precipitò verso la figura smunta e pallida di un ragazzo riverso al suolo, privo di conoscenza. I capelli biondo scuro gli ricadevano disordinatamente sul viso dalla pelle diafana e segnata da profonde cicatrici, specialmente in prossimità degli occhi serrati.

«Kuma? Kuma!» Lo scosse disperatamente, in lacrime.

Un flebile gemito la fece fermare d'improvviso «Aka... Ne...»

«Sono qui.» Se lo strinse in grembo, senza riuscire a smettere di piangere «Sono qui.»

Il ragazzo si mise lentamente a sedere, tenendosi la testa «Come hai fatto a scappare ed a trovarmi? Devi andartene immediatamente, o lui ti prenderà!»

«Non importa. L'importante è averti ritrovato. Pensavo fossi morto ormai da anni...»

«Anni?» 

«Sì Kuma. Sono passati più di cinque anni da quando ti ha strappato lo Jikan, ricordi?»

Si portò le mani al viso, fino a toccare le palpebre inesorabilmente chiuse «Ho vissuto nell'oscurità più totale per così tanto da non rendermi conto del tempo che passava. Non rivedrò mai più la luce del sole... Non potrò mai tornare indietro ed evitare tutto questo.» Strinse forte i denti, cercando di non cedere al dolore ed alle lacrime. Akane lo abbracciò, ancora tremante ed incredula.

«Ho una bella notizia per te.» gli sussurrò lei, senza lasciarlo andare «Tua sorella è ancora viva.»

Kuma sciolse l'abbraccio, tenendole le mani «Come fai a saperlo?»

Kakashi si fece avanti, affiancato dal carlino «Te lo posso garantire. Lei sta bene.»

«Chi sei tu?»

«Il mio nome è Kakashi Hatake. Ho incontrato tua sorella Ayumi cinque anni fa nella foresta di Konoha, ho affrontato la tua copia, ho visto con i miei occhi i vostri poteri.»

Il biondo rimase in silenzio per un momento «Devi portarmi da lei. Voglio che sappia la verità. Non sopporto l'idea che mi detesti per tutta la vita.»

«Allora faremo meglio a muoverci.» affermò, aiutandolo a mettersi in piedi. Kuma osò qualche lento passo, brancolando nell'eterna oscurità alla quale sarebbe stato condannato per sempre.

«Non riesco a capacitarmi di come siate riusciti ad evadere dalla cella senza essere immediatamente fermati.» affermò, continuando ad avanzare sorretto da Akane.

«In effetti,» sospirò Kakashi «mi è parso strano quanto sia stato facile trovare una via di fuga, una volta recuperata una parte di chakra.»

«Questo posto è interamente ed accuratamente sorvegliato. Se nessuno è accorso a catturarvi, significa che il nostro rapitore se n'è andato.»

La corvina aggrottò la fronte «Ma Kuma, dopo tutti questi anni perché andarsene? Abbandonando la mia abilità innata, peraltro.»

«Probabilmente» rispose con tono grave «ha trovato ciò che cercava.»

Kakashi sussultò «Vuoi dire che...»

«Temo di sì. Ayumi è nuovamente in grave pericolo.»


«Kurenai...»

La mora si voltò a guardarla, mentre si infilava i sandali sull'uscio della grande casa.

«Ti sei mai sentita irrequieta, senza un apparente motivo?»

La guardò negli occhi, con un velo di preoccupazione «Preferisci che resti qui con te per stanotte?»

Ayumi fece di no con la testa «Hai già fatto molto. Tranquilla, va tutto bene ora. Sto bene.» Le poggiò una mano sulla spalla, sorridendo.

Kurenai la abbracciò «Allora a domani.»

Uscì, richiudendosi la porta alle spalle con un tonfo. La ragazza sospirò, cercando di attenuare almeno un poco la fastidiosa sensazione che le attanagliava lo stomaco. 

Andò a letto, rannicchiandosi tra le lenzuola ed immaginando il respiro di Kakashi, il suo calore, la sua presenza accanto a lei. 

Magari lo avrebbe sognato.

Magari al suo risveglio lo avrebbe ritrovato lì, a pochi centimetri dal suo viso.


Un immenso cielo stellato stagliò su di loro, limpido da togliere il fiato.

Il vento scuoteva le fronde degli alberi ricoperte di neve e ghiaccio, ululava nell'antro alle loro spalle, unica via di uscita raggiunta dopo ore di agonia.

Il freddo pungeva la pelle come uno spillo, il silenzio assoluto torturava la mente, la coltre bianca divorava ogni cosa.

Era dannatamente lontano da casa.

Dannatamente lontano da lei.





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