Capitolo 18

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Ogni cosa tornò come prima.

Le catene di chakra continuavano a tenerla prigioniera, l'Inugami stagliava ancora dinanzi a lei.

Ma nei suoi occhi non ardeva più lo stesso odio. Anzi, parevano scrutarla nel profondo, in attesa di qualcosa.

Respirò a fondo, attivando lo Jikan.

Doveva credere in sé stessa, nel suo potere, nelle parole di suo padre.


Un lieve formicolio infastidì Kuma, che si portò una mano in viso. Era lo Jikan di Ayumi. Sebbene i suoi occhi gli fossero stati asportati, il legame di sangue con la sorella non era stato spezzato, anzi; ogni qual volta avesse attivato l'abilità innata nelle vicinanze, lui lo avrebbe saputo.

«Cosa diamine succede?» Haruo si sentì contrastare da una forza a lui sconosciuta, che gli impediva di assumere il pieno controllo del demone.

Per la prima volta, ebbe paura di fallire.


Ancora una volta, allungò il braccio verso il demone, tentando di stabilire un contatto con il suo chakra, che ribolliva con foga ed appesantiva fortemente l'atmosfera.

L'Inugami restò immobile.

Ayumi lasciò che il potere della bestia si facesse lentamene strada in lei.

L'enorme cane esalò, facendo increspare il pavimento allagato con il suo caldo fiato. D'un tratto, la sua energia parve calmarsi un poco, permettendo alla ragazza di mescolare il chakra con il suo.

Le catene si spezzarono con un forte fragore, lasciandola finalmente libera; un equilibrio perfetto si creò tra le due forze, che rimasero per un momento sospese a mezz'aria.

Poi, l'Inugami retrocesse, tornando a celarsi tra le tenebre. L'immenso cancello si richiuse con un tonfo ed il sigillo ricomparve, risaltando scarlatto tra il grigiore della prigione.

Haruo cadde in ginocchio, coprendosi gli occhi con una mano. Un'espressione di pura follia gli balenò in viso. Tutt'intorno a lui, il terreno prese a disintegrarsi; le macerie fluttuavano nell'aria, intrisa del suo chakra. Violenti tremori scuotevano ogni cosa, facendo collassare anche le poche abitazioni scampate alla distruzione.

Il corpo di Akane fu sbalzato via.

«Temevo che prima o poi sarebbe successo.» disse Kuma, stringendo i pugni lungo i fianchi «Sta totalmente perdendo il controllo di sé. Dobbiamo fermarlo a tutti i costi.»

Kakashi lo raggiunse con un balzo «Cosa possiamo fare?» 

«Per adesso, avvicinarci a lui sarà impossibile.» rispose «Lo Jikan sta prendendo il sopravvento. Finirà schiacciato dallo stesso potere... E Konoha verrà rasa al suolo.»

Si rivolse al Terzo Hokage, con tono grave «È di vitale importanza erigere una barriera a protezione dei rifugi di emergenza. In caso non riuscissimo a fermarlo in tempo, la vita degli abitanti sarà messa gravemente a rischio.»

Il Sarutobi annuì «Raggiungerò immediatamente gli sfollati.» disse «Nel frattempo, cercate di rallentarlo il più possibile.»

«Agli ordini.»

Sparì in una nuvola di fumo, seguito a ruota da Enma.

Il nukenin si accasciò, reggendosi sui gomiti, sopraffatto dall'immenso chakra. L'aura attorno a lui si espanse ancora, scuotendo sempre più ciò che rimaneva della Foglia.

Volse lo sguardo, carico d'odio e pazzia, verso Kuma. Con un ultimo, sovrumano sforzo, si scagliò contro di lui, brandendo una katana sottratta ad uno degli shinobi caduti in battaglia.

Il biondo non ebbe il tempo di reagire. L'acre sapore di sangue gli pervase i sensi. Sussultò, percependo un altro corpo dinanzi al suo.

«Tu! Pensavo di averti già sistemata!» ringhiò Haruo, tentando invano di sottrarsi. Era in balìa della corvina, che lo aveva definitivamente imprigionato nella sua tecnica mortale.

«A-Akane?» 

Calde lacrime le solcarono il viso, ferito e sporco «Perdonami. Non ho fatto in tempo.»

Scosse la testa «Non avresti dovuto mettere a repentaglio la tua vita per me.» rispose, con un nodo alla gola.

«Dovevo, invece.» lo rimbeccò, tenendo lo sguardo fisso sul nemico.

Lo sentì singhiozzare debolmente alle sue spalle.

«Shi no Shirushi*.»


Il cuore di Kurenai perse un battito «Devi portarlo qui.» sussurrò, attenta a non farsi sentire da Ayumi «Ormai manca davvero poco.»

Tenzo annuì «Farò il prima possibile.»


Ogni cosa parve arrestarsi per un istante.

Il corpo senza vita di Haruo giaceva tra le macerie, dilaniato da gravi ustioni. E, a pochi passi da lui, Akane e Kuma erano rovinati a terra, immobili, abbracciati l'uno all'altra.

Kakashi si precipitò da loro, ma era troppo tardi. Si inginocchiò accanto a loro, sbattendo disperatamente un pugno sul terreno freddo.

Intensi brividi gli percorsero ogni centimetro di pelle lasciata scoperta dalla divisa, rovinata dalla battaglia, così come la maschera nera, ormai ridotta ad un misero lembo di stoffa. Una lacrima solitaria abbandonò il suo occhio destro, di un nero così profondo che chiunque sarebbe potuto sprofondarvi.

Timidi fiocchi di neve presero a cadere placidamente, vorticando nell'aria gelida ed abbandonando il cielo vitreo.

Era finita.


*Shi no Shirushi = Sigillo della Morte. Tecnica inventata da me, mai menzionata nell'anime. Il suo principio è molto simile al Sigillo del Diavolo.








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