Capitolo 1

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ATTENZIONE!
Questa storia è il sequel di Faded e perciò saranno presenti Spoiler importanti.
Vi invito ad andare a dare un'occhiata, in modo da capire appieno ciò che leggerete.
Buona lettura!

«Sin dagli albori, l'essere umano ha cercato di controllare questo mondo con ogni mezzo. Potere, onore, fama. Spinto da questi ideali, non si è mai fatto scrupolo di niente e di nessuno. Pur di ottenere la supremazia su qualsiasi altra forma di vita, ha fatto ricorso ad ogni conoscenza in suo possesso. Eppure, ci sarà sempre qualcosa per lui irraggiungibile. Qualcosa che sfugge persino alla mente più abile. Puoi indovinare di cosa si tratta?» La forte voce dell'uomo riecheggiava nell'oscurità del tempio, freddo e terribilmente vuoto.

La bambina rifletté per un momento. «Lo scorrere del tempo?»

«Proprio così, Ayumi.» rispose dolcemente lui, accarezzandole i lunghi capelli dorati. «Soggiogare il tempo è un'impresa impossibile per chiunque. Tuttavia, il nostro clan possiede un legame speciale con questa dimensione. Un potere immenso, che porta inevitabilmente con sé altrettanto grandi responsabilità. Per questo, noi Mizutani dobbiamo restare nascosti agli occhi indiscreti delle terre ninja. Se la nostra abilità innata finisse nelle mani sbagliate, il mondo precipiterebbe nel caos più totale. Riesci a capirlo, non è vero figlia mia?»

La piccola annuì, sorridendo «Certo, Tou-san.»

Ma poi, successe l'inimmaginabile. L'inizio di un incubo, che vide protagonisti morte e distruzione.

«Non sei degno dello Jikan, Kuma! Sei solo un folle!»

Grida, sangue, disperazione.

«Onii-san...»

Spalancò i grandi occhi color ghiaccio, tirandosi su di scatto. Un rivolo di sudore freddo le scese lungo la schiena, il respiro affannoso, l'intero corpo percorso da intensi tremori.

Le prime luci dell'alba filtravano attraverso le tende, attenuando un poco l'oscurità nella quale era avvolta la stanza. Volse lo sguardo alla sua destra, notando a malincuore di essere sola. Come al solito era uscito prestissimo.

Respirò a fondo, tentando di far calmare almeno un minimo il battito del suo cuore, che sentiva pulsare forte nelle tempie. Con un sospiro, si alzò dal letto; di certo non sarebbe riuscita a riprendere sonno.

Konoha iniziava lentamente a risvegliarsi. I primi uccellini cantavano forte, come ad incitare il sole, che spuntava pigramente dietro al monte Hokage. La spessa coltre di neve, che avvolgeva il villaggio nei mesi invernali, aveva finalmente lasciato il posto al rosa intenso dei fiori di ciliegio, all'erba verde ed alla vitalità della primavera.

Quell'incubo era ormai una ricorrenza di tutte le notti. Nonostante fossero passati cinque anni dalla sconfitta di suo fratello, i ricordi del passato non smettevano di tormentarla. Come se non bastasse, Kakashi era tornato in servizio nella squadra speciale, trascorrendo la maggior parte del suo tempo in missione.

Sospirò rumorosamente. La casa era decisamente troppo grande, quando non c'era lui. Si cambiò velocemente ed uscì a fare due passi; forse, tutti i pensieri che le affollavano la mente si sarebbero ammutoliti, respirando un po' d'aria fresca.

«Voleva vedermi?»

Kakashi era apparso in una nuvola di fumo bianco, in ginocchio proprio alle spalle dell'Hokage, sul tetto del palazzo. Questi prese una profonda boccata dalla pipa, per poi iniziare a parlare, senza voltarsi «Ho bisogno che tu parta immediatamente per una nuova missione.» Una folata di vento dissolse il fumo esalato dal leader, facendogli svolazzare la veste bianca e rossa.

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