Capitolo 16

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L'infermiera visitò nuovamente Ayumi.

«Non manca molto. Il demone non pare essersi mosso, tutto sta andando come da programma.»

La bionda annuì, respirando a fondo. Era stremata.

Kurenai le sorrise «Coraggio, amica mia.»


La battaglia procedeva senza mai diminuire d'intensità.

Tanti erano gli shinobi a terra. Ormai era diventato un vero e proprio testa a testa tra Kakashi ed il traditore, folle di potere. Akane, nel frattempo, cercava con ogni mezzo a sua disposizione di assistere i feriti.

Nemmeno l'Hokage era stato capace di sopraffare il nemico. Era tutto nelle mani dell'Hatake, animato dalla forte determinazione di difendere Konoha, di rivedere Ayumi.

Non poteva fallire.


La ragazza fu scossa da un dolore indescrivibile, tanto intenso da farle morire la voce in gola.

«Ci siamo!» esclamò uno dei ninja medici, accingendosi a concentrare il chakra per eseguire le tecniche necessarie «Quando te lo dirò, dovrai iniziare a spingere.»

«N-Non ce la faccio...» singhiozzò Ayumi, in preda alla stanchezza.

«Certo che ce la fai.» la rassicurò Kurenai, tamponandole la fronte imperlata con un fazzoletto di tessuto «Devi essere forte, ora. Per Kakashi, per vostro figlio.»


Il nukenin si arrestò di colpo, distanziandosi dall'Anbu.

Volse lo sguardo verso il monte Hokage, scrutando attentamente l'orizzonte e concentrando il chakra. Rimase immobile per qualche istante; il suo solito, agghiacciante ghigno gli si dipinse in volto.

«Ti ho trovata, Sorellina...» Si voltò verso Kakashi, che lo fissava come se avesse avuto dinanzi uno spettro.

«C-Cos'hai detto?» domandò, temendo di aver compreso fin troppo bene le sue parole.

«Mi dispiace lasciare a metà questo scontro, Ninja Copia... Ma vedi, ho una certa questione da risolvere. Spero tu non ti offenda.» lo sbeffeggiò, per poi comporre una serie di complicatissimi segni. 

Prese un profondo respiro, avvolgendosi di un'enorme quantità di chakra.

«Inugami!»


Il cuore le pulsò nelle orecchie.

Ogni dolore da lei provato parve come ammutolirsi d'improvviso.

Sentì gli occhi bruciarle intensamente; poi, fu come se qualcosa in lei si fosse rotto , provocando un forte fragore.

Non riusciva più a muoversi. Ogni cosa intorno a lei si era fatta distante; avrebbe voluto urlare, chiedere aiuto, ma le parole non riuscivano a superarle la gola, stretta in una morsa d'acciaio, così come la bocca dello stomaco.

Vedeva le labbra di Kurenai muoversi, si sentiva scuotere, ma non percepiva alcun suono.

Chiuse gli occhi, ritrovandosi nella dimensione dell'Inugami, con l'acqua alle caviglie e l'intensa luce azzura che si rifletteva tra le sue increspature.

Sentì il fiato caldo del demone proprio alle sue spalle; si voltò di scatto, imbattendosi così nel grande cancello nero, al di là del quale regnava il buio totale. Il sigillo pareva essere ancora intatto; il simbolo dei Mizutani risaltava cremisi sulla speciale carta bianca.

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