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Per alcuni istanti nessuno si mosse, nessuno disse nulla. Fu Elen la prima ad alzarsi da terra, seguita subito dopo da Amber ed Ann. Intanto una carrozza, trainata da quattro cavalli bianchi, entrò nella piazza. I sei le andarono incontro.
"Prego."
Il re fece entrare prima le tre ragazze, fatte salire entrarono lui e la sua famiglia. A seguito di questo gesto di educazione Amber si alterò. Dyacon si era appena comportato come se non fosse successo nulla, rimaneva gentile e pacato, non mostrava neanche segni di dispiacere per ciò che era successo.
La carrozza partì, e per fortuna il viaggio non durò molto. All'interno del mezzo si respirava una forte aria di tensione, e nessuno parlò. Amber rimase fissa con lo sguardo a terra, mentre Elen ed Ann guardavano fuori dai finestrini, anche loro senza mai distogliere lo sguardo. Quando arrivarono i sei dovettero percorrere un lungo viale, circondato da aiuole e cipressi.
"Spero vi troverete bene qui, finalmente smetterete di vivere una vita da ladre. Durante la vostra permanenza lavorerete dove più vi aggrada: nelle cucine, come domestiche o altro, la scelta sta a voi."
La regina continuò a parlare per qualche minuto, finché non si mise davanti alle nuove ospiti. Il suo sguardo cambiò di colpo, da benevolo e compassionevole, si tramutò in uno sguardo d'odio.
"Voi tre pezzenti avete causato troppi problemi, ringraziate gli Dei che non vi abbiamo condannate. Non ci servono ulteriori persone contro. Forse non ve ne siete rese conto ma durante il processo, erano tutti a vostro favore. Pendevano tutti dalle vostre labbra. Delle povere bambine, condannate a vivere da ladre dai rispettivi genitori. Avete causato troppi problemi in questa città, è giunto il momento di porre fine a tutto questo. Stando qui nella nostra dimora, ogni vostra azione sarà controllata, non causerete più danni. Abbiamo un'immagine da mantenere, e se se ne va quella, se ne va anche il minimo di rispetto che incutiamo nelle casate minori. Avrebbero avuto solo una ragione in più per accrescere l'odio, e attaccarci."

Amber, Ann e Elen rimasero immobili. Il continente rischiava di cadere in guerra, e i regnanti cercavano di mantenere la loro autorità, ingannando i sudditi.
Il re e il principe avevano ascoltato la conversazione, il re aveva un'espressione impassibile. Gregor dal canto suo sembrava quasi deluso dai suoi genitori. La regina si ricompose, e tutti insieme raggiunsero il palazzo. Questo si trovava in cima ad una collina, era circondato da una miriade di torri. Il grande portone si aprì, non appena raggiunsero la scalinata di marmo che gli stava davanti. Elen non riuscì a trattenere un grido di stupore. Erano appena entrati in un'enorme salone, attraversato da otto grandi statue d'oro. Queste rappresentavano gli otto dèi più importanti:il tempo, davanti alla morte, la giustizia, davanti alla vita, il bene davanti al male e infine la dea della famiglia, davanti alla dea dell'amore. Il salone era attraversato da un lungo tappeto color porpora, che terminava davanti a tre troni, costruiti in argento e oro. Sopra di essi si stagliava la statua più alta di tutte. La statua rappresentava il padre degli dei, nella mano destra reggeva uno scettro, nell'altra un libro, che rimandava alla virtù della saggezza e della conoscenza.
"Care ragazze, d'ora in poi voi vivrete qui, non uscirete da qui se non con la nostra autorizzazione. Ricordate care, provate a fare un passo falso... e non rivedrete più la luce del sole."

Maryen si girò e fece cenno alle ragazze di seguirla.

"Adesso vi porto alle vostre stanze, di solito non abbiamo tanti ospiti, quindi ci sono sempre stanze libere. Credo comunque che vi darò una camera per tutte e tre. Dobbiamo raggiungere la Torre Ovest, la stanza non è molto grande... ma potrete sempre godere di una splendida vista sul mare."

Le tre ragazze fecero un inchino molto goffo al principe e al re, per poi seguire la regina Maryen. Attraversarono il salone per tutta la sua lunghezza, per poi andare verso un grande portone. La regina fece passare prima le altre, risparmiandosi così la fatica di aprire il pesante portone. Dietro la porta si trovava un grande corridoio, le pareti erano attraversate da vetrate. La luce della luna rendeva quei luoghi ancora più affascinanti di quanto non lo fossero già. La regina le condusse verso delle ripide scale a chiocciola.

"Prego, salite io vi seguirò."

Le tre obbedirono. Passarono circa cinque quando, finalmente, riuscirono ad arrivare in cima alla torre. In cima trovarono una porta e la aprirono. La stanza in cui si ritrovarono non era molto grande, aveva un letto a castello attaccato alla parete di destra, mentre sulla sinistra un letto normale. Nella stanza c'erano anche un armadio e un grande comodino di legno. La regina però non aveva mentito riguardo la vista sul mare. Ann scostò un paio di tende di seta, davanti a sé trovò una porta finestra che aprì. Fece un passo e si ritrovò su un balcone, ad un altezza esorbitante. La vista da lassù però non aveva eguali. Di lì si potevano ammirare le luci della capitale, e il bagliore della luna che si rifletteva sulle onde del mare calmo. Ann non si mosse per molti minuti. Si godeva la brezza leggera che le scostava i capelli neri, e ciò che i suoi occhi azzurri potevano ammirare da lassù.

"Bene, d'ora in poi vivrete qui, lavorerete in questo palazzo, la vostra vita dipenderà solo e soltanto dalla famiglia reale. Bene ragazze, spero vi divertiate. Buonanotte."

"Anche a voi, vostra maestà."
Disse Amber in tono di sfida. La regina però non badò a quella risposta. Lentamente uscì dalla stanza, richiudendosi la porta alle spalle. Questa cigolò, per poi chiudersi con un grande tonfo. Amber, Elen ed Ann rimasero ferme per un po', dovevano ancora realizzare tutte le cose che erano successe in una singola giornata. Tutte e tre si chiesero esattamente la stessa cosa. Ma come è possibile?
Nessuna di loro aveva la risposta a questa domanda, ne l'avrebbe mai avuta.

"Tutto ciò è impossibile, io non riesco a crederci, non riesco a credere che Bella ed Emira se ne siano andate, non riesco a credere che siamo qui, finite a lavorare per questa dannata famiglia!"
Elen era sconvolta, si mise seduta sul letto, e iniziò a singhiozzare.

"Andiamo non è così male, almeno ora abbiamo un tetto sulla testa."
Disse Ann

"Oh certo, ma siamo diventate domestiche, schiave! Preferivo di gran lunga dover rubare per vivere... ma almeno ero libera!"

"È chiaro che non la pensiamo allo stesso modo."

"Ma da vero Ann?"

"Fidati, prima o poi cambierai idea."

"Ma sei fuori ti testa? Qui non siamo messe meglio che in città, anche qui se facciamo qualcosa di stupido è finita!"

Amber era infuriata, ma almeno intervenne Elen, che ancora stava cercando di asciugare le lacrime.

"Ok, adesso ci diamo tutte una calmata...ok? Dobbiamo...riposare e... pensare solo a domani."

"Ma se sei stata te che hai incominciato a piangere a dirotto!"

"Ann! Adesso basta, io concordo con Elen, abbiamo bisogno di riposare."

"E di calmarci."

"Esatto Ann! adesso basta...sono successe già troppe cose in troppo poco tempo." Concluse Amber.

Tutto d'un tratto si sentì bussare alla porta, le ragazze si rimisero tutte in piedi. Amber andò ad aprire.

"Oh dèi...fate che non sia la regina, altrimenti rischio di commettere un omicidio!"

Disse tra sé e sé mentre apriva la porta. Fortunatamente le sue preghiere furono esaudite.
Sulla soglia c'era Gregor.

"Salve, mi chiedevo se stavate bene, eh...mi dispiace per quello che è successo."

Amber non si aspettava una vista da parte del principe.

"Ecco... noi.."

Amber non riuscì a finire la frase.
Elen fece uno scatto in avanti, mettendo poi una mano su un'anta della porta.

"Noi non necessitiamo delle tue scuse, buonanotte altezza."

"Ma..."
Questa volta fu Gregor che non riuscì a finire. Elen gli aveva sbattuto la porta in faccia con tanta violenza che sembrava si sarebbe potuta scardinare. Gregor scese giù dalle scale, incredulo ma anche inspiegabilmente divertito. Intanto le ragazze si misero a dormire.

THE THIEF  Vol 1 Città Della Luna. #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora