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Rubare un foglio di carta non fu un'impresa complessa, Ginevra ci impiegò non più di cinque minuti. Tutt'altro discorso fu il corvo messaggero. I volatili si trovavano in una bassa torretta poco al di fuori del palazzo di terra di Rord. Questa era sorvegliata costantemente da due sentinelle mastodontiche, quasi impossibili da distrarre. In più, una volta catturato, il corvo avrebbe fatto un baccano infernale che avrebbe attirato l'attenzione delle guardie, conducendo così Ginevra verso una punizione severa. La domanda dunque era "come si possono far allontanare due soldati ligi al loro dovere?"

"Potremmo attirarli in due direzioni opposte...appicchiamo un incendio in un posto vicino...uccidiamoli silenziosamente uno dopo l'altro!"

Le proposte erano tante, dette in coro in una piccola stanzetta che fungeva da camera degli ospiti.

"Che cosa proponi Claude?"

"La mia idea era questa Helyas, li cogliamo di sorpresa, e li finiamo li sul posto."

"Ma con quali armi? E poi, qualcuno se ne accorgerà subito!"

"E allora te cosa proponi? Sentiamo!"

"Non possiamo appiccare un incendio dal fabbro accanto alla torre? Può passare come un incidente, gli apprendisti armaioli hanno a che vedere con le fiamme ogni ora del giorno."

"E con cosa hai intenzione di dare alle fiamme la struttura? Per di più, Ginevra rimarrebbe intrappolata nella torre!"

"Gregor ha ragione, dobbiamo trovare il modo più pulito, possibilmente senza incendi."

"Allora puoi dire addio alla libertà Elen."
Disse Claude. "Devi comprendere che è necessario, in questi casi, versare del sangue o commettere azioni deplorevoli."

"Lui ha ragione." Disse Amber. Aveva passato tutto il tempo senza dire nulla, ma ascoltava. Prese una decisione. "Vada per l'incendio. Rubiamo una torcia dalla sala del trono. Elen, te che sei piccola e agile andrai a gettare la torcia sulle sterpaglie. Quando avrai finito, tornerai di corsa qui da noi. Non appena le guardie si saranno allontanate, Ginevra ruberà il corvo, libererà gli altri e tornerà qui prima che la torre crolli."

"Posso farlo." Ginevra acconsentì.

"Bene. Scriveremo la lettera, sostituiamo la fiaccola mancante con una che si trova qui dentro, e il gioco è fatto."

"Beh...in effetti...ci sono probabilità che funzioni."
Ammise Claude.

"Il tempismo, la velocità e la discrezione sono le fondamenta di questo piano, dobbiamo far si che sia tutto ben coordinato." Disse Gregor.

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Al calar del sole, ogni ruota del carro era in movimento. Quando le prime stelle iniziarono a comparire nel firmamento, la bottega del fabbro stava già bruciando. Lingue di fuoco si stagliavano nell'aria sempre più alte, andando a lambire anche la voliera. Ormai, ogni abitante era accorso a vedere cosa stesse accadendo. Le persone urlavano in preda alla disperazione. Chi correva di qua e di là, chi gettava acqua sul fuoco, ottenendo solo l'effetto di alimentazione delle fiamme. Uno stormo di corvi si levò in volo dalla sommità della torre, una figura incappucciata si diresse verso il palazzo, con qualcosa nelle mani.

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"Hai finito di scrivere?"
Domandò Helyas a Gregor.

"Si si ho finito, Ginevra passami il piccione!"

"È un corvo."

"Quello che è, dai su devo fare alla svelta. Se tutto da bene, la lettera arriverà tra circa tre o quattro giorni. Tra una settimana saremo liberi e..."

"E?"
Chiese Ginevra.

Gregor non le prestò attenzione. Alzò lo sguardo verso delle persiane ancora chiuse. Suoni orribili provenivano dall'altra parte, sottili strisce di luce rossastra le attraversano, andando contro le pareti. Una folata di vento rovente spalancò le imposte di legno. Cenere e fumo nero imperversarono nella sala del trono, per poi diradarsi con la stessa velocità con cui erano entrati.

"Dei misericordiosi!"
Gridò Claude. "Perché sta ancora bruciando? Sarebbe dovuto finire da tempo ormai!"

"Si è alzato il vento, le fiamme si sono espanse in gran parte della città! Dobbiamo spedire il corvo adesso, presto!"
Disse Helyas.

Uscirono tutti dal palazzo, gettando in aria il volatile, che cominciò a volare e ad allontanarsi sempre di più. Fuori era il caos più totale, un uomo avvolto nelle fiamme correva verso un pozzo vicino. Gruppi di soldati muniti di secchi apparivano e scomparivano come lucciole nella notte. Le case crollavano, i tetti si sfaldavano come fossero stati fatti di sabbia. Morte, fiamme e paura regnavano incontrastati. Ormai metà della città era avvolta dalle fiamme, e l'altra metà era in preda al terrore.

"Dove andiamo, le porte sono chiuse e non ci sono posti in cui rifugiarsi!"
Gridò Elen, la sua voce era quasi impossibile da sentire in mezzo a tutta quella confusione.

"Non possiamo andare lontano, noterebbero la nostra essenza, rimaniamo qui!"

"Ma per gli Dèi Gregor sei impazzito!"

"Il palazzo si trova in una zona rialzata rispetto al resto degli edifici, con un po' di fortuna non ci accadrà nulla."

"E se non avessimo fortuna!"

"Entriamo e basta, se rimaniamo qui è solo peggio."

"Oh miei...va bene entriamo, ma dobbiamo chiudere tutte le porte e le finestre!"

"Va bene!"

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Passò una settimana, e non accadde nulla. L'incendio aveva lasciato dietro di se una scia di morte e distruzione immensa. Sebbene la città fosse piccola, gli abitanti erano veramente tanti, troppi. Rord dovette fare i conti con quello che tutti dicevano essere stato "un incidente causato dalla disattenzione degli armaioli".
Su duemila abitanti, ottocentoventidue persero la vita.

"È colpa mia, io ho ucciso tutte queste persone..."

"Non è colpa tua, non potevi saperlo!
Disse Gregor.

Amber era corsa nella stanza degli ospiti, preda delle lacrime. Il principe la seguì. La ragazza cadde in ginocchio sul pagliericcio.

"Se solo non avessi ascoltato Helyas e il suo folle piano!"

"La colpa non è tua, nemmeno di Helyas, nessuno può controllare gli elementi della natura!"

"Eppure è a causa mia se un elemento della natura ha ucciso così tante persone."

"Questo non è vero! Tutto era pianificato nei minimi dettagli, e comunque la città sarebbe caduta lo stesso per colpa di mio nonno!"

"Ho solo velocizzato il processo..."

La sua voce si era ridotta ad un sibilo. Gregor non trovò qualcosa da dire, un silenzio imbarazzante calò sui due. Per fortuna, Ginevra aprì la porta con un colpo assordante, riportando i due alla realtà.

"Amber...Gregor...DOVETE CORRERE, GLI ALTRI SONO GIÀ FUORI!"

"Cosa sta succedendo?
Chiesero in coro i due.

La ragazzina non rispose, fece solo un cenno, dovevano seguirla in fretta.
In un attimo si trovarono fuori dal palazzo di Rord. Un fiume di barbari e barbare armate di rozze armi di ferro si stava dirigendo verso la porta principale. Grida e canti di battaglia rieccheggiarono per tutta la radura, riempiendo l'aria. Dall'altra parte delle mura, non si udiva nulla.

"Cosa sta succedendo?"

"Tuo nonno è arrivato Gregor, è arrivato! Un enorme esercito sosta dietro quei brutti pali di legno, siamo salvi! Salvi!"

Helyas aveva quasi le lacrime agli occhi, ormai mancava poco e sarebbero stati salvi. Finalmente la fuga loro stava per terminare. Tutti e sei salirono su una torretta d'osservazione vuota. Un mare d'acciaio e ferro occupava la radura che circondava la città, e, alla testa dell'armata, Alfred R'Hel.

THE THIEF  Vol 1 Città Della Luna. #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora