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Le ore passarono lente per Dyacon, prigioniero nella bassa torre. Dall' alto della struttura, osservava i movimenti delle guardie che lo circondavano. Osservava ogni loro passo, i cambi della guardia e i loro spostamenti, in cerca dell'attimo più adatto per fuggire. Ogni suo sforzo fu vano. La difesa che Sonny aveva piazzato era impenetrabile. Ormai, l'unica scelta restante era quella di attendere il destino che lo perseguitava. Il giorno del giudizio era vicino, troppo vicino. Soltanto una manciata di ore separavano Dyacon dal processo. L'attendente di Sonny gli portò degli abiti nuovi di zecca, per renderlo più presentabile. Questo gesto, tuttavia, non fu preso di buon occhio dall'uomo che fu re.

"E questi cosa sarebbero?"

"Abiti nuovi, signore...Lord Sonny li ha fatti preparare apposta per..."

"Per la mia condanna? Mi vuole fare bello per la mia fine?"

"In realtà...s-stavo per dire che li aveva preparati apposta per voi."

"Tieni quei luridi vestiti e indossali se vuoi, ma io non li metterò!"
Gli gridò contro Dyacon.

"Ma...non...non la starete prendendo troppo..."

"Troppo?"

"Troppo...male?"
Balbettò il ragazzo.
Dyacon non disse nulla per qualche secondo, per poi far cadere il cielo addosso a quel povero ragazzo. Gli strappò gli abiti di mano, per poi rigettarglieli addosso con tutte le sue forze. L'attendente, sbilanciato, cadde di schiena sul freddo pavimento di pietra. Quando si rialzò ricevette un pesante calcio nel fondoschiena, che lo spedì quasi contro la porta. Non appena il giovane andò via dalla torre, con la coda tra le gambe. Dyacon, irato e stremato, cadde inginocchio, testa tra le mani. Rimase in quella posizione per parecchi minuti, osservando il freddo pavimento. Pensò a cosa sarebbe accaduto qualche istante più tardi "un processo, che idiozia. Farebbero prima a mozzarmi la testa e gettarla tra le onde dell'oceano...lo apprezzerei  di più di un maledetto..." i suoi pensieri vennero interrotti bruscamente, non appena l'uomo notò una piccola goccia cadergli dall'occhio fino a terra. "L'oceano si non sarebbe male finire nell'oceano. Almeno...rivedrei...rivedrei mia..."
Ancora una volta, venne interrotto improvvisamente. Il rumore di ferro delle armature e seta dei mantelli si fece strada tra la scala a chiocciola che conduceva nelle stanze di Darren. Dyacon si alzò in piedi a testa alta, gli occhi lievemente arrossati. Sonny entrò nella camera, guardando il suo nemico con astio, ma allo stesso tempo sembrava impietosito dalla condizione dell'altro. Dietro a Lord Syleversea c'era almeno una dozzina di persone, tra cavalieri, generali e capitani. Ormai, non restava altra scelta se non seguirlo. Venne condotto fino alla grande torre dalla cupola di smeraldo. Il sole si levava alto nel cielo, era quasi allo zenit e illuminava l'immensa volta verde. Le porte del grande salone circolare vennero spalancate, ne seguì un forte rimbombo simile a quello di un immenso tamburo. Almeno una cinquantina di persone assistette all'ingresso dell'uomo che fu re. Nessun volto era familiare a Dyacon, escluso uno.

"Darren." Dyacon digrignò i denti, come fosse stato un cane rabbioso.

Il consigliere non si degnò di rispondere. Scrollò lievemente le spalle, per poi assumere la stessa espressione che assunse Sonny, un misto tra astio e compassione.
Dyacon venne condotto al centro della sala. Lord Syleversea e il suo seguito si unirono agli altri presenti.
Il silenzio più assoluto dominò la scena per qualche secondo. I presenti si guardarono negli occhi, attendendo che Sonny dicesse qualcosa. Alla fine, quest'ultimo parlò.

"Miei Lord, miei commilitoni. Quest'oggi, in questo luogo, verrà deciso il destino di quest'uomo dinanzi a noi. Dyacon, un tempo re di tutta Damarys, non potrai parlare se non sarai prima interpellato. Saprai di cosa ti si accusa non appena il processo avrà inizio. Qualcosa non ti è chiaro?"

"Difatti, in un vero processo dovrebbe essere presente anche il popolo, non trovi?"

"E chi è rimasto qui a Città Della Luna? Molti ormai non sono che ossa e polvere e molti altri sono fuggiti. Ti assicuro che ai pochi rimasti adesso non interessa la politica. Credi che potrebbero farti da scudo contro le accuse? Loro sanno ciò che hai fatto?"
Le parole di Darren, taglienti e provocanti, accrebbero l'ira di Dyacon.

"Tu non hai alcun diritto di parlarmi, tu dovresti essere al mio posto, con l'accusa di tradimento!"

"Basta così." Sonny alzò la voce, guardando male dia l'uno che l'altro."che questo processo abbia inizio. Dyacon, oggi sei qui sotto accusa di omicidio, alto tradimento e usurpazione. Tu neghi queste accuse? Negarle avrà gravi conseguenze. Non negarle potrebbe aiutarvi."

"No, non nego di aver assassinato re Beanar I. Non nego di aver tradito e di aver usurpato il trono."

Tutti i presenti alzarono la voce, tutti tranne Darren e Sonny.

"Questo è imperdonabile, mozzategli la testa!" Gridò Myck.

"Morrick è morto per colpa tua, tu hai scatenato questa guerra con l'omicidio!" Un uomo piuttosto giovane gridò con voce più alta degli altri. Questo era uno degli ammiragli della flotta.

"Esiliatelo! Tradimento! Che sia dannato lui e la sua stirpe! Uccidetelo! Esiliatelo!" Urla e imprecazioni vennero scagliate contro l'uomo che un tempo fu re. Quest'ultimo però, non disse neanche una parola. Li guardò tutti, dal primo all'ultimo. Ci vollero parecchi minuti prima che tutti si calmassero. Le grida e gli insulti andarono via via scemando, finché non si ridussero ad un lieve mormorio. Dopo di ciò, Sonny ascoltò i consigli che gli vennero dati in merito alla pena da dare. Darren, uomo intelligente ma a volte crudele, optò per la pena di morte. Sonny si proclamò a favore dell'esilio, così come almeno la metà dei presenti. Myck, il messaggero, ormai divenuto soldato, optò per l'esilio. Ascoltati tutti i soldati, capitani e ammiragli, Sonny prese la decisione finale.

"Ormai credo che tu abbia compreso quale sarà la tua sorte. Andrai a Tavros, supererai i Libranti, passerai il resto dei tuoi anni lì. Poi morirai e nessuno si ricorderà di te, o se qualcuno si ricorderà di te, sarà la memoria di Dyacon il Traditore a riaffiorare in loro. Partirai domani all'alba, le mie guardie si accerteranno di persona che tu superi le porte di ciò che resta della capitale."

Un mare di applausi invase il salone. Adesso, Sonny aveva vinto definitivamente. I suoi più grandi nemici erano fuori gioco ormai, poteva dare inizio alla sua era di dominio. Tutti stavano uscendo, quando un rumore ripetitivo e lieve invase il posto. Sonny si girò per primo, notando un corvo che picchiava il becco contro il vetro della finestra. Dyacon e Darren lo seguirono, in preda alla curiosità. Il volatile trasportava un messaggio. Una pergamena con sopra il sigillo in ceralacca della casa Carmanter, una torre grigia con dietro una montagna.

"I Carmanter di Altaneve. Anche loro dovranno giurarmi fedeltà adesso." Disse mentre slegava il messaggio dalla zampa del corvo. "Forse qui affermano anche la loro resa." Lord Syleversea lesse la pergamena ad alta voce.

Owyn della casa Carmanter, Lord di Altaneve.

Dyacon, mio signore, vi porto buone notizie in questo periodo di tumulti. Vostro figlio il principe Gregor è salvo. Io e la Lady mia moglie gli abbiamo donato una scorta affinché possa raggiungere il castello del Lord vostro padre. Preghiamo gli Dèi che possa arrivarci sano e salvo.

Dyacon spalancò la bocca, imprecando dentro di sé. "Stupido ignorante vecchio, quali vermi gli Dèi ti hanno messo nel cervello affinché tu mi mandi una lettera del genere quando sai che la città è presa sotto assedio e ormai caduta. Idiota pazzo ossuto vecchio!!"

Sonny sorrise, ormai gli Dèi erano dalla sua parte. "Le cose si fanno molto interessanti. Ho cambiato idea, Dyacon verrà messo sul primo vascello per Korito, così sarà il più lontano possibile dai suoi parenti, nel caso gli venisse in mente di cercare riparo da loro.

Era la fine, Dyacon maledì se stesso per essersi alleato con un idiota come Lord Carmanter. Dei soldati lo portarono fuori dal salone, quasi rascinandolo."Non preoccuparti, non appena troverò tuo figlio, lo tratterò con il rispetto che si deve ad un principe!" Sonny gli rise in faccia, un sorriso carico di odio, ma allo stesso tempo inebriato dal sapore della vittoria.

THE THIEF  Vol 1 Città Della Luna. #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora