Capitolo 18

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Elena's pov.
Niccolò era ancora sopra di me, mi baciava, mi baciava appassionatamente. Non so per quanto tempo fossi rimasta in quelle condizioni di trans, ma sapevo che mi era mancato, mi era mancato tutto di lui. Le sue labbra. Il suo tocco. I suoi occhi. I suoi capelli. Tutto. Ogni minimo particolare di lui mi era mancato come l'aria.

Quel romantico momento venne interrotto dal dottore, che entrando e vedendo la scena si girò di spalle
D:non vorrei interrompere niente, ma la signorina deve riposare, la terremo sotto osservazione per un'oretta circa e poi è libera di andare dice il dottore sicuro di sé, io ero arrossita violentemente, mentre Niccolò cercava di trattenere le risate per la situazione
E: s-si dottore...non ha interrotto niente... Dissi con un filo di voce, ero visibilmente imbarazzata, il dottore si girò verso di noi e scrutò da dietro gli occhiali la situazione
N: per quanto tempo posso rimanere? Devono entrare anche due nostri amici per salutare Elena, ci può dare 10 minuti? Chiese spavaldo Niccolò, aveva gli occhi di un bimbo a cui era appena stato regalato un giocattolo, probabilmente fece tenerezza anche al dottore, che accettò. Dopo tutto come si può resistere al suo dolce visino? Mi chiesi, accennai un sorriso, che nic non perse tempo a baciare.

Dopo pochi minuti entrarono Adriano e Francesca, quest'ultima mi saltò addosso stringendomi a sé e piangendo. Adriano si limitò ad un abbraccio, eravamo davvero tanto amici, ma entrambi non avevamo mai avuto tra noi abbracci così profondi. Vidi i suoi occhi farsi lucidi, si fece scappare qualche lacrima anche lui.
F:Non farmi mai più venire un infarto del genere... Disse stringendomi al suo corpo e piangendo nell'incavo del mio collo. Non persi tempo e ricambiai l'abbraccio, mi era mancata anche lei.
E: allora... Mi misi a sedere sul letto con accanto Francesca mi dovete dire qualcosa voi due? Dissi indicando prima Francesca e poi Adriano. Francesca istantaneamente arrossì, Adriano anche, ma non come la mora.
F: bhe... Disse iniziando una frase, ma non finì che venne interrotta da Adriano
A: io e lei stiamo insieme fece un occhiolino a Francesca, ero così felice per loro che cacciai un gridolino di felicità. Abbracciai stringendo a me Francesca e dandole diversi baci sulle guance. Niccolò che era seduto accanto al letto fece il labbruccio.
N: e a me niente? Disse facendo gli occhioni dolci, era così carino quando faceva quella faccia. Mi avvicinai al bordo del letto, presi il suo viso fra le mani e lo baciai
E: mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai a te quando saremo a casa dissi per poi nordergli il lobo, mi accorsi che sulle sue braccia aveva la pelle d'oca. Ero contenta di fare su di lui lo stesso effetto che faceva su di me.

Pochi minuti dopo arrivò il dottore,
D:ragazzi, uscite, fra poco vi ridaremo indietro Elena, ma per ora dobbiamo fare degli accertamenti disse il dottore gentile, aprì la porta e, anche se con poca voglia, tutti uscirono dalla stanza. Niccolò fu l'ultimo, mi diede un bacio a stampo e uscì. Mi portarono in una sala strana, molto grande e bianca, mi fecero stendere su un lettino ed entrare in una grande macchina. Mi avevano raccomandato di trattenere il respiro tanto sarebbe durato poco dicevano. Feci come dissero, e dopo pochissimi secondi che ero dentro mi fecero uscire.

Devo ammettere che avevo un po' d'ansia, non sapevo se l'esito sarebbe stato negativo o positivo agli esami. In caso di negativo sarei potuta andare a casa...se positivo...avrei avuto delle malattie che nessuno avrebbe mai augurato a nessuno.

10 minuti guardai l'orologio e mi accorsi che erano passati 10 minuti da quando ero entrata nella sala, uscirono i medici, non riuscivo a capire dalle loro espressione se la notizia fosse buona o cattiva. Si avvicinarono a me lentamente, le mani iniziavano a sudare e le gambe a tremare. Si fece avanti il dottore
D:signorina, lei è negativa agli esami...può prendere i suoi vestiti a tornare a casa disse in tono neutro, dentro di me ribollivo dalla felicità, annuii prontamente e mandai un messaggio a Niccolò in cui gli raccontavo tutto. La sua risposta non tardò ad arrivare, anzi, la sua presenza non tardò ad arrivare, infatti pochi minuti dopo era davanti a me con un mazzo di rose.

N: per la mia principessa appena dimessa si inchinò teatralmente davanti a me, mi porse il mazzo di rose e poi mi cinse in fianchi con le mani
E: grazie Peter... La mia espressione si fece abbastanza cupa, mi ricordai di Claudio che fine ha fatto Claudio? Chiesi un po' spaventata dalla risposta che avrebbe potuto darmi
N: è in prigione, l'ho picchiato un pochino e poi ho chiamato la polizia mi spinse fra le sue braccia, facendomi poggiare sul letto della camera dell'ospedale il mazzo di rose. Finalmente mi sentivo di nuovo a casa, le sue braccia possenti mi rassicuravano, trovavo il mio posto nel mondo solo quando ero con lui. Lui. Lui era il mio posto nel mondo.
E: quand'è che devo andare a registrare la mia prima canzone? Farfugliai mentre avevo il viso immerso nel suo petto
N: cosa? Guarda che non posso capire se ti immergi letteralmente nel mio petto disse sorridendo e alzandomi il viso con due dita
E: ho detto, quand'è che devo andare a registrare la canzone? Dissi arrossendo, ma sorridendo come un'ebete contemporaneamente, il mio sguardo cadde sulla collana che portava al collo, era una chiave, ogni volta che lo vedevo su Instagram aveva quella chiave al collo. Era la rappresentazione della sua carriera, era la rappresentazione del suo primo singolo. Diceva sempre nelle interviste che era la chiave che poteva aprire tutte le porte e tutti i cuori. Era così bella, avrei voluto anche io quella chiave, mi sarebbe servita per un pizzico di fortuna.
N: ti piace? Prese con due dita la chiave facendomela vedere meglio
E: si, davvero tanto dissi un po' persa nei miei pensieri e sognante
N: allora te la regalo disse togliendosela e mettendola al mio collo, rimasi stupita dal gesto, era molto legato a quella chiave, non me l'aspettavo
E: ma no, non posso accettare, è tua e sei tanto legato a questa chiave dissi per poi cercare di toglierla, ma fui fermata da lui, che mi chiuse in un abbraccio e fra i miei capelli sussurrò dò a te la chiave, è la chiave che ha aperto il mio cuore per te, è la chiave del nostro amore, tu ne sei la custode. E poi se la tieni tu le due cose a cui tengo di più al mondo saranno insieme no? Finì di parlare e mi diede un bacio, passionale e profondo

Spazio autrice
Spero vi piaccia questo nuovo capitolo, ditemi che ne pensate. NON SIATE SILENZIOSI ❣️🌟

                                        

forse era destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora