Capitolo 29

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Elena's pov.

Corsi incontro a Niccolò, che ancora animava per lo sforzo fatto contro quel tipo. Lo abbracciai. Lo strinsi fortissimo a me.
N: come stai? Mi disse fra i miei capelli
E: ora che ci sei tu bene, all'inizio della serata quel ragazzo mi ha chiesto di ballare, ho accettato perché mi sembrava giusto rifiutare... Dopo un po' di shot ha iniziato a essere molesto e ho cercato di allontanarlo, ma non ci sono riuscita dissi con la faccia immersa nel suo petto. Il suo odore mi invase le narici. Era un insieme di tabacco, schiuma da barba e profumo da uomo. Adoravo quel profumo
N: scusa... Non... Non dovevo lasciarti qua da sola... Mi dispiace, perdonami ti prego disse in tono di supplica mentre mi stringeva ancora più forte
E: nic, tranquillo... Portami al mare adesso... Ti prego dissi in tono di supplica, non so perché, ma ne avevo bisogno, erano le 23:35, il giorno dopo alle undici avrei dovuto registrare la mia prima canzone, ma volevo andarci. Era un'idea folle, ma io ero una pazza. Era un'idea folle, ma NOI eravamo pazzi.
N: ti ci porto subito non disse altro, mi prese per mano e iniziammo a correre verso la macchina.

Salimmo in macchina e lui spinse subito il pedale, per fortuna era poco distante, una mezz'oretta e saremmo arrivati. La luce della luna si rifletteva dai vetri della macchina, entrando all'interno del veicolo e illuminando le nostre mani intrecciate sul cambio
N: voglio andare al mare con te e vedere l'alba insieme, sarà l'alba che indicherà il nostro amore disse dolce, ma senza togliere gli occhi dalla strada, aveva gli occhiali da sole, ma sapevo che era sincero
E: ma domani devo registrare la mia prima canzone dissi un po' preoccupata, volevo vedere quell'alba insieme a lui, ma non potevo fare tardi il primo giorno, inoltre Adriano era da solo a casa
N: allora facciamo così, veniamo qua in spiaggia, stiamo un poco e torniamo a casa, ma la sveglia suona alle quattro, così saliamo sul tetto e ce la godiamo insieme ok? Chiese dolce e in tono di supplica, lo guardai, sorrisi dolcemente e accettai.

Il viaggio fu veloce, in poco tempo eravamo sulla spiaggia. Aveva parcheggiato la macchina poco distante dalla riva. Scesi dalla macchina e tolsi le scarpe, non mi importava di sporcarmi i piedi, io sarei scesa in spiaggia comunque. Feci due passi, nic mi raggiunse e intrecciò le sue dita alle mie, anche lui era scalzo. Pochi passi e arrivammo sulla spiaggia, la sabbia fredda a contatto coi miei piedi mi fece salire un brivido. Lui se ne accorse e sorrise dolcemente. Ci sedemmo uno di fianco all'altro, faceva abbastanza freddo, mi mise la sua giacca sulle spalle. Eravamo in silenzio, si poteva sentire solo il rumore del mare. Accese una sigaretta e iniziò a fumarla.
N: ti amo disse sottovoce continuando a guardare il mare
E: ami me o il mare? Dissi io facendo una linguaccia, la luna riflessa sul mare era spettacolare. Parlavamo entrambi sottovoce, come se ci fosse qualcuno a sentirci, come se la luna potesse origliare i nostri discorsi
N: amo entrambi disse stampandomi un bacio in fronte
E: io amo di più te dissi sottovoce arrossendo, mi sentii e mi diede un altro bacio in fronte. Cercai di alzarmi per andare verso il mare, ma nel tentativo di camminare inciampai e caddi su di lui, che scoppiò in una fragorosa risata, mentre io arrossii
N: se volevi avere più contatto fisico potevi dirmelo prima disse mettendosi sopra di me e baciandomi il viso
E: eh no, quello sei tu dissi facendo la linguaccia e ricambiando i baci, mi fece una carezza, poi nascosti il viso nell'incavo del suo collo, guardai l'orologio Nic cazzo, è quasi l'una, dobbiamo andare, se no chi si alza alle quattro? Dissi tirandomi su e aiutandolo ad alzarsi. Eravamo entrambi pieni di sabbia, ma a lui non importava della macchina sporca di sabbia, teneva di più al momento passato.

Tornammo a casa che era l' una e un quarto, gli occhi pieni dei momenti appena vissuti, le mani ancora intrecciate, le farfalle nello stomaco. In punto di piedi, per non svegliare Adriano, andammo in camera da letto per cambiarci. Entrammo e chiudemmo la porta, mi tolsi velocemente i vestiti sporchi, più il reggiseno, e misi una delle sue felpone, con sotto solo gli slip, tanto sapevo che non avrebbe potuto farmi niente, dato che c'era Adriano nella camera accanto. Uscì dal bagno e rimase a fissarmi, anche se lui era ancora più bello di me, aveva solo un paio di pantaloncini da basket, ed era a petto nudo. Ci fissammo per cinque minuti buoni e poi decidemmo di andare a letto, mi posizionai su un fianco, dando le spalle a lui
N: tu mi farai dannare stanotte disse mettendomi un braccio attorno al fianco
E: e perché? Dissi compiaciuta e, allo stesso tempo, divertita dalla situazione
N: mi chiedi anche il perché? Hai addosso solo la mia felpa e gli slip e io non posso farti nulla perché c'è cassio nell'altra stanza disse incrociando le braccia al petto e facendo labbruccio come dovrei fare? Disse poi guardandomi con gli occhioni
E: mi imbambolai a guardarlo, ma poi mi rigirai su un fianco non ci pensare no? Dissi trattenendomi dalle risate
N: mi guardò male e sbuffò uffa, sei bellissima, mia e non posso nemmeno toccarti? Disse avvicinando il viso al mio collo
E: sospiri ok ti concedo solo un succhiotto, e mi raccomando non troppo in evidenza dato che domani non posso farmi vedere con i marchi del tuo passaggio dissi esausta, mi convinceva, sempre e comunque, in qualsiasi cosa volesse o non volesse fare
N: Yee esultò a bassa voce. Iniziò a concentrarsi sul mio collo, lo leccò dapprima e mordicchiarlo dopo, per poi passare a succhiarlo. Devo ammettere che mi piaceva quella situazione, ogni suo tocco sulla mia pelle mi faceva venire i brividi, ma non potevo ansimare, Adriano mi avrebbe sentita. Dopo qualche minuto passato a farmi succhiotti, qua e là, si staccò e mi diede la buonanotte. Non si girò dall'altra parte, ma mi invitò a poggiarmi sul suo petto, non me lo feci ripetere due volte. Iniziò a cantarmi a bassa voce farfalla bianca, mi addormentai cullata dalla sua splendida voce.

Venni svegliata dal mio splendido sonno da una voce familiare, era Niccolò. Probabilmente era ora di vedere l'alba. Mugugnai qualcosa, lo vidi sorridere così sorrisi pure io.
N: sveglia principessa, è ora di vedere l'alba mi prese a mo di sposa, mi mise addosso un cappotto pesante e mi porto in terrazza, mi strofinai gli occhi e guardai meglio. Un insieme di colori sgargianti mi risaltarono agli occhi.
N: ti amo bimba disse a bassa voce, e mi baciò, ricambiai, era tutto perfetto.

ATTENZIONE
Allora bimbi, fra pochi capitoli questa storia potrebbe concludersi, ma ho l'idea di farla continuare a due anni dopo questo momento, se non mi capite vi spiegherò meglio. Intendo che (se volete) continuerò la storia, ma saranno due anni più grandi, la continuerò sempre su questa storia. Ho delle idee carine. Ditemi che ne pensate. NON SIATE SILENZIOSI❣️

forse era destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora