Andiamo a salvare un Pezzo Grosso e rischio la vita

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[Nella foto potete vedere Laura Mills]

Entriamo, circondati da volute di fumo verde.
Io sono lo Spirito di Delfi, portavoce delle profezie di Febo Apollo, uccisore del possente Tifone. Avvicinatevi, cercatori, e chiedete.
La voce dell'Oracolo si insinua nelle nostre orecchie, e sono io a fare la domanda: "Come salviamo nostro padre?".
Figlia dell'onde, progenie del mare,
Un grande pericolo dovrai affrontare.
Una grande maga dall'Abisso è tornata
E a rapire il dio è stata portata
Dalla vendetta sull'Eroe per lei senza cuore
Che l'ha lasciata in mano al piratesco furore.
L'Oracolo tace, e Rachel torna normale. Ci guarda, con sguardo triste, e io e Percy torniamo indietro.
"Chi è la grande maga, secondo te?" chiedo a Percy, una volta nella casa 3.
"Ho un sospetto" risponde lui.
"E quale?".
"Circe. L'eroe per lei senza cuore sono io, che ho abbandonato la sua isola lasciandoci Barbanera" mi risponde.
"Non è la prima volta che questa cosa torna dal tuo passato" osservo.
"Sì, ma l'ultima volta si trattava di Reyna e Hylla che ce l'avevano con me. Stavolta, è Circe in persona. E ha rapito papà" ribatte lui, tirando un pugno al muro. Una conchiglia si stacca, un semplice guscio. L'interno madreperlato brilla delicatamente. Lo afferro, e mi viene un'idea: riempio il guscio con l'acqua della fontana.
Sulla superficie si forma un'immagine.
"Percy, vieni a vedere!".
Quando capisco cosa sto vedendo, vorrei distogliere lo sguardo. Una cella buia, il rumore delle onde, una sola finestra. Alla parete opposta alla piccola apertura, è incatenato papà. È a torso nudo, sdraiato su un fianco e girato verso la parete. Sulla sua schiena abbronzata, scorgo dei lunghi tagli. Segni di frustate dal quale l'Icore dorato, il sangue degli dei, cola in piccole gocce. Si riscuote, si volta verso il nostro punto di vista, e fa un flebile sorriso. Un sorriso pieno di fiducia.
Distogliamo lo sguardo. Ci guardiamo negli occhi, e capiamo. Lui si fida di noi.
"Chi portiamo?" chiedo a Percy, mentre ci prepariamo gli zaini.
"Non ne ho idea" risponde lui. "Cioè, in realtà ne ho molte e non so quale sia quella giusta".
"La Profezia non ci ha posto limiti. Forse Jason?" propongo. Lo sguardo di Percy è la mia risposta affermativa. Mio fratello esce, e lo vedo dirigersi a sinistra. Verso la casa 1.
Un paio di giorni dopo...
"Ehm, ragazzi... perchè per mare?" ci domanda Jason, per la trecentesima volta, mentre solchiamo rapidi le onde con un piccolo motoscafo.
"Nella nostra visione, si sentivano le onde" risponde Percy, sempre per la trecentesima volta.
Mi godo l'aria di mare, e guardo i ragazzi: il figlio di Giove sembra essere più preoccupato per il viaggio che per l'impresa in sè. Mio fratello, invece, tiene in mano il timone con estrema naturalezza.
"E se fosse stato un trucco della strega? Magari sapeva che stavate vedendo vostro padre" ribatte Jason.
"Non è solo questo" dico io. "Ho visto quella cella anche in sogno, e sono riuscita a localizzarla. È nel Mare dei Mostri".
"E perchè non me l'hai detto?!" esclama Percy, fermando la barca.
"Perchè le coordinate sono 30 gradi e 31 primi di latitudine nord, 75 gradi e 12 primi di longitudine ovest!" urlo io, leggermente in collera.
"No" dice Percy, senza muoversi.
"Conosci perfettamente queste coordinate, non è vero?" dico io, cercando di calmarmi.
"Non... non è possibile..." sussurra mio fratello.
"Mi volete spiegare cos'è questa storia?" domanda Jason.
"Sono le coordinate nautiche dell'Antro di nostro fratello Polifemo. Percy c'è stato durante la sua seconda estate al Campo" rispondo, voltandomi di nuovo verso l'Oceano.
"Alt. Time out. L'Antro di Polifemo? Un ciclope adulto?" domanda Jason.
"Polifemo non è sull'isola" dice Percy. "Ha una profonda venerazione per papà, non avrebbe permesso che Circe lo riducesse in quelle condizioni".
Annuisco. Polifemo aveva chiesto a papà di maledire Percy, all'epoca.
"In compenso c'è Circe. La cosa non è molto di conforto" ribatte Jason.
"Ce la faremo" assicura Percy. So a cosa sta pensando. Quello sguardo di papà, quel suo sorriso... mi hanno scosso profondamente. È proprio vero ciò che il signor D ha detto a Percy: gli dei hanno bisogno degli eroi, ma difficilmente lo ammettono. E quando lo fanno, soprattutto se è uno dei Pezzi Grossi a farlo, sono guai seri.

Muovo un paio di passi nell'oscurità, poi sento una voce: "Sei così ridicolo, il dio dei mari in catene che soffre ai miei piedi".
Volto l'angolo, e mi trovo davanti la porta della cella. Dentro, una donna sta in piedi, con la frusta in mano, a guardare papà, sdraiato ai suoi piedi.
"Il tuo adorato figlio sta arrivando, cadendo dritto nella trappola. E la ragazza... non ci vedo niente di speciale. In più, col regalo che crede che tu le abbia fatto... non sopravviverà a lungo!".
"Perderai, Circe. I miei figli ti sconfiggeranno un'altra volta" mormora papà. Soffoco le lacrime.
"Questo è tutto da vedere" dice la strega, prima di voltarsi verso la porta. Io mi infilo dentro subito prima che chiuda, e mi avvicino a papà.
"Padre..." mormoro, imponendomi di non piangere.
"Laura..." sussurra lui, in risposta. "Ho fiducia in te, tesoro mio. E in Percy. So che ce la farete. Polifemo... non è qui. E Circe ha approfittato della casa di uno dei miei figli, anche se da tempo disapprovo il suo comportamento. Sapete dove andare".
Mi sveglio, sdraiata su una coperta sul ponte del motoscafo. E lascio andare le lacrime. Percy è al timone, poco lontano da me, e appena mi sente corre da me e mi abbraccia. Non mi chiede niente, e lo adoro per questo. E, mentre sono tra le braccia di mio fratello, cullata dalle onde, capisco che troveremo papà. Lo libereremo, e rispediremo Circe nel Tartaro.
"Cos'è successo?" mi chiede, stringendomi delicatamente tra le sue braccia come una bambina.
"Ho sognato papà. Circe... ha ordito una trappola per te. Polifemo non è lì. E papà ha fiducia in noi" mormoro, sollevando lo sguardo e fissandolo nel suo. "Non possiamo deluderlo, Percy. Non me lo perdonerei mai".
"Non lo faremo" dice Percy, stringendomi di più a sè. E sento che ha ragione.
Tempo dopo...
"Percy!" esclamo, aguzzando lo sguardo. Ci siamo, ormai.
"Terra in vista!" urla Jason, sporgendosi accanto a me.
"Ci siamo" mormora mio fratello, avvicinandosi.
"Com'era? Popposidone?" domando guardando Percy.
"Sì" risponde lui sorridendo. "Popposidone!".
Quando scendiamo dalla nave, Jason tira fuori Iulius, e Percy toglie il cappuccio a Vortice. Io esito a far comparire Marea. Qualcosa mi dice che è il "regalo" a cui si riferiva Circe.
Raggiungiamo la caverna senza problemi. La roccia che la chiude è spostata, ma il mio istinto mi dice che è tutto troppo semplice.
A quanto pare ho un istinto troppo pessimista. Riusciamo a entrare senza problemi, e ci addentriamo in profondità. Ad un certo punto mi accorgo di riconoscere il cunicolo: è quello che ho visto nel mio ultimo sogno.
All'improvviso, Percy e Jason... rimpiccioliscono?
Va così: sono davanti a me, poi da un momento all'altro diventano dei porcellini d'India. Alt. Time out. Porcellini d'India?
"Circe" mormoro a denti stretti, mentre i due eroi-porcellini mi zampettano intorno.
"Figlia di Poseidone" risponde la maga, comparendo alle mie spalle.
"Foschia? Davvero? Un trucco vecchio come il mondo" le dico. "Letteralmente. Sono passati dei millenni, potresti aggiornarti".
"Oh, ma io l'ho fatto, piccola semidea. Ne è una prova la tua spada" dice, e schiocca le dita. Marea compare, e mi si punta contro.
"Pensa come sarebbe spiacevole se ti uccidessi davanti a tuo fratello e tuo padre" ride, e fa un movimento con le mani. L'oscurità si muove, e compare la porta della cella di papà. Un altro movimento, e questa si apre. Io resto immobile. Se provassi a muovere un solo muscolo, scommetto che porrei fine all'esistenza di un'altra mezzosangue. Guardo papà tirare le catene, vedo i muscoli delle sue braccia gonfiarsi, vedo il dolore nei suoi occhi per le ferite alla schiena.
Guardo a terra, e vedo un porcellino fermo, intento probabilmente a ragionare. L'altro squittisce arrabbiato contro la maga. Guardo bene quest'ultimo, che ogni tanto si volta verso di me. Percy. Circe ghigna divertita e muove la mano. Il porcellino ai suoi piedi si ritrasforma in mio fratello, le mani legate dietro la schiena.
"TU!" esclama Percy all'indirizzo della maga. "È ME CHE VUOI, LASCIALI ANDARE!".

Io al Campo MezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora