trentuno

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Il mattino seguente mi sveglio quando il sole sorge appena, e la fresca brezza che entra nella mia camera proviene dalla spiaggia. Lo trovo così confortante.

Mi metto lentamente a sedere ed indosso una felpa sulla canottiera che porto prima di dirigermi all'esterno. Mi siedo su una delle sedie e guardo il cielo lilla, arancione e giallo con un accenno di blu. Le onde sono quasi una ninna nanna, e l'aria fresca mi sembra una coperta.

Resto sola fino a quando sento aprirsi la porta della camera accanto alla mia, ed Harry esce indossando solamente un paio di boxer.

"Giorno" dico, lui si volta ed annuisce, "giorno. Sei sveglia presto", faccio spallucce e riporto lo sguardo verso il mare. "Mi ero dimenticata di quanto fosse bella l'alba qui".

Lui si accomoda su una sedia sul portico, "è vero".

"Sei pronto per oggi?" domando.

Alza lo sguardo verso il cielo e scuote il capo, "non proprio. Tu?"

"Nemmeno un po'" rido amaramente.

Restiamo in silenzio guardando il sole salire, ora il cielo è azzurro e si sentono alcuni uccelli cinguettare, "a volte vorresti non essere un leader mafioso?"

Harry non dice niente per qualche istante, "in momenti come questo non mi sento un leader mafioso. Ma la mia vita, è una realtà, sono momenti come questi che rappresentano parti di una fantasia".

"Anche io la vedo così" dico. Mi alzo in piedi e mi dirigo verso la ringhiera. "La vita è ciò che noi ne facciamo, alcuni sono acciecati riguardo alla realtà, ed è abbastanza triste come cosa. Ma devi anche capire che a volte la realtà non è solo pistole e guerra, e che a volte possono esistere momenti di pace".

Harry si alza in piedi a sua volta. "Non sono d'accordo" lo guardo, "sei acciecato dal fumo della polvere da sparo".

Non dice niente, ma non smette di guardarmi, "odio quando lo fai".

"Faccio cosa?" continuo a fissare la spiaggia.

Sospira, "farmi sentire come qualcosa che non sono".

"Sai Harry, non sei solo un noto leader mafioso dal cuore di pietra. Sei umano anche tu, non sei un fottuto alieno". Porto poi l'attenzione su di lui, "va bene avere altre emozioni".

"Mi fa sentire debole" borbotta.

"No, ti fa sentire umano" dico. Odo il suono dei passi sulle scale, gli altri si stanno svegliando. "Vado a farmi una doccia, ci vediamo dopo capo". Sorrido e ritorno in camera.

*

Punto di vista di Harry.

Guardo Julia tornare in camera, continuo a fissare il punto dove si trovava. Non abbiamo mai parlato senza discutere, era strano, ma era meglio di urlarsi addosso.

Ritorno in camera e fisso il muro che mi separa da Julia. Non mi era sovvenuto fino ad ora che oggi è l'ultimo giorno di Julia, e provo una strana sensazione allo stomaco al pensiero—che ignoro. Non sono ancora abituato ai miei capelli corti quando mi guardo allo specchio.

Forse non mi conosco poi così tanto bene.

Quando entro in doccia il vapore mi rilassa. Abbasso lo sguardo, l'acqua bagna il mio corpo e guardo i miei tatuaggi che alloggiano sulle mie braccia e sul mio petto.

Quando esco mi avvolgo i fianchi con una salvietta ed esco dal bagno.

"Harry", trovo Julia nella mia stanza e sgrano gli occhi così come fa lei. Distoglie lo sguardo, e la vedo arrossire. "Harry...tutti vorrebbero un recap del piano di oggi".

The King's Den |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora