Capitolo 6

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BTS-forever Cap.6



J-hope e Taehyung erano seduti sulle comode sedie che il proprietario del piccolo furgoncino dei gelati aveva allestito. Le loro granite si erano ormai sciolte, non avevano toccato quel buon alimento a causa di un forte imbarazzo che li aveva colpiti.- Mi dispiace- iniziò il più grande- di averti sbattuta per terra. Ho pensato che volevi buttarti dal ponte-. Si scusò J-hope alzandosi e provando a fare un tenero inchino di scuse. La ragazza che poco prima Hoseok aveva "salvato" si trovava di fronte a loro e li guardava in modo altezzoso. – Come hai potuto pensare una cosa del genere?- chiese. Hoseok ancora più imbarazzato,dopo aver fatto un secondo inchino, le rispose – Ti ho visto triste e con lo sguardo perso nel vuoto e poi ti sei mossa ed ho pensato il peggio- - Come vedi non mi volevo suicidare,ora per colpa tua avrò un enorme livido sulla coscia, cosa dovrò dire al manager- parlò più a se stessa che ai due ragazzi. Solo allora Taehyung ricollegò il volto della ragazza. Era coreana dato i suoi lineamenti e il taglio caratteristico degli occhi, i capelli erano raccolti in una coda alta ed erano eccessivamente lunghi, ma di un bel viola accesso. Fu questo l'elemento di congiunzione per Taehyung, unito poi al fatto che la ragazza si stava lamentando del manager. – Io so chi sei- improvvisò il più piccolo. J-hope si voltò verso l'amico alzando un sopracciglio.- Lo sai chiese ?- domando la giovane. Taehyung annuì – Tu sei Nire giusto ? il leader delle DOA ?-. J-hope era ancora più confuso di prima. La ragazza rise divertita – Hai indovinato ragazzino, però ormai sono la ex-leader. Le DOA non esistono più-. Quando Nire pronunciò quell'ultima frase J-hope vide il suo volto cambiare. Durò pochi secondi, ma giurò di aver visto tristezza su quel bellissimo viso. – So' – continuò Taehyung – che ora stai continuando una carriera da solista- - Già- rispose solamente la ragazza. – Davvero e come ti stai trovando?- sorrise J-hope. Nire non rispose apertamente a quella domanda,preferì non farlo- Perché me lo stai chiedendo? Per caso vorresti iniziare una carriera da solista?-. I due ragazzi rimasero sorpresi – Cosa c'è ?– continuò la viola- Non credevate che non sapessi chi voi foste? Andiamo tutti sanno chi sono i BTS, siete il gruppo che è riuscito a varcare i confini coreani-. I due amici arrossirono un po' da quella affermazione – Ma anche voi DOA avevate il potenziale per farlo e ci sareste riuscite – cercò di dire J-hope cercando di ricordare quel poco che aveva letto su quel gruppo tutto femminile – Si forse hai ragione,potevamo battervi, ma abbiamo deciso di scioglierci. Comunque sia- affermò la ragazza alzandosi- Vi ringrazio per la granita, mi sembra che offrirmela voi sia più che il minimo. Ci si vede in giro- salutò prima di voltare le spalle ai due che non riuscirono neanche a salutarla come si deve,visto che si era già allontanata. – Certo che è veramente strana quella ragazza- constatò J-hope – Non mi piace per niente- continuò Taehyung – è così altezzosa- - secondo me è solo triste per le sue amiche- informò Hoseok - Sarà ma poteva anche comportarsi meglio. - - Tae tu sai qualcosa riguardo alle DOA? Cioè di come si sono sciolte? Sto cercando di ricordare, ma non mi viene in mente niente- - Io ho letto solo che erano grandi amiche ed erano uno dei gruppi femminili più di successo, soprattutto a livello internazionale. Ma poi di punto in bianco si sono sciolte senza spiegarne il motivo. Nire,la leader, volle continuare la carriera da solista e ci sta anche riuscendo molto bene. La sua prima canzone si piazzò per circa due settimane nella lista delle top ten riguardo la sua categoria-. "Eppure" penso J-hope "quando le ho chiesto se le piaceva il lavoro da solista non mi ha risposto".



Il sole stava lentamente calando dipingendo il cielo di un caldo arancione che in alcuni punti sfumavano nel rosso. Era un vero spettacolo se solo Jungkook l'avesse notato. La sua mente era tutta presa da Taehyung. Dopo l'accaduto della mattina precedente il piccolo maknae desiderava così tanto avere delle risposte che quella stessa sera decise di parlare con il ragazzo. Ma non l'avesse mai fatto. Taehyung era appena uscito dalla doccia e stava decidendo che panni indossare quando Jungkook decise di prendere al volo quell'opportunità. – hyung, possiamo parlare? - - Cosa c'è Jungkookie- rispose il compagno non voltandosi, sapeva già cosa gli voleva dire. – Quello che è accaduto oggi, hyung, cosa significa? - - Perché cosa è accaduto? – domandò fingendo il maggiore –Non fare il finto tonto hyung- si imbarazzò il più piccolo – lo sai cosa intendo, mi stavi per baciare-. Taehyng entrò nel panico. Si aspettava un uscita da parte del maknae, ma non così diretta. Dal lato suo Jungkook invece voleva sapere ciò che passava per la mente del suo hyung, se anche lui,visto il precedente, provasse i suoi stessi sentimenti. Così da non affrontare più la cosa da solo, ma insieme a lui. – Quale baciò Kookie- continuò a mentire il maggiore – Ti stavo solo controllando se avessi qualche scottatura sul viso-. Jungkook rimase interdetto, quindi si era immaginato tutto ?"Complimenti Jungkook sei proprio un illuso". – E poi - continuò Taehyung – abbiamo la regola sette non potrei mai farlo, siamo amici- fu enorme la fatica che il più grande fece nel pronunciare quelle parole. Amici, solo amici. Per Taehyung lui era solo un amico,un compagno, un fratello. Per questo il piccolo maknae si ritrovò a correre,sfogando tutta la sua rabbia e la sua frustrazione. Perché quella era la vita reale e mai sarebbe andata come lui desiderava, era già tanto essere arrivato fino a lì insieme ai suoi compagni. Era già molto avere affianco Tae anche solo come amico, come fratello. Si era ripromesso di stargli vicino, di aiutarlo, ma come poteva farlo se ogni volta il suo cuore batteva così forte che sembrava volesse uscire dal suo petto. Per il più piccolo ogni singolo gesto che compieva Tae che lo riguardasse era atroce. Li faceva bene ma anche male. Si sentiva bene con Taehyung affianco,si sentiva male quando l'altro faceva l'indifferente. Gli piaceva provare quella sensazione a livello dello stomaco ogni volta che Tae lo accarezzava, gli faceva male invece vedere che quelle stesse cose le faceva con un altro dei suoi hyung. Cercava di non darci troppo peso, ma era più forte di lui. Amava Taehyung con tutto se stesso e sapere che per lui non potrà essere altro che un fratello minore era orribile. Non desiderava che,come nelle favole, il loro fosse un amore a lieto fine. Era ben consapevole della realtà e della sua crudeltà, ma non immaginava che facesse così male. Cercò per tanto di sfogare nella corsa quella frustrazione, quel dolore, quel rancore. Doveva tornare a casa in modo tale da ricominciare a fingere. Perché sapeva che, se non si sarebbe sfogato,avrebbe sicuramente combinato qualche cavolata. E lui non voleva far soffrire Taehyung, anche al costo di far soffrire se stesso.



Jimin e Yoongi si trovavano al supermarket ormai da qualche minuto. I due stavano seguendo la lista fattagli da Jin-hyung. Erano in fila per prendere le quantità industriali di carne,ma considerando che davanti a loro vi erano ben cinque persone Yoongi decise di iniziare a parlare al ragazzo, visto che fino a quel momento i due non si erano scambiati nemmeno una sillaba. – Devi dirmi qualcosa Jimin?- chiese allora Yoongi. Il ragazzo guardò interrogativo il suo hyung – Sai viviamo in una piccola casa e stiamo sempre insieme, ci conosciamo da tempo e ci accorgiamo quando qualcosa non va-. – Non ti seguo Hyung- rispose Jimin – Abbiamo superato molti momenti difficili Jimin e ormai sappiamo tutto l'uno dell'altro. Quindi te lo ripeto un ultima volta, mi devi dire qualcosa? -. Jimin rimase interdetto, veramente non si capacitava di cosa volesse dire Yoongi.- Hyung davvero io no...- - Jimin hai smesso di mangiare?- buttò allora arrabbiato il più grande, visto che il minore non si degnava di risponderlo. Jimin invece sgranò gli occhi per lo stupore – Hyung tu come lo sai?- fu l'unica cosa che riuscì a dire. Pensava di essere stato attento. – Ti hanno visto Namjoon e Jin, ma mi spieghi cosa diavolo ti passa per la testa Jimin? Vuoi sentirti male ? - - e a te cosa interessa? – rispose a tono Jimin, anche lui arrabbiato. Non aveva il diritto di rimproverarlo non lui. Lui che era la fonte di quel male. Sapeva che non era buono non mangiare, ma non ci poteva fare nulla. – Tu non puoi proprio parlarmi.- il ragazzo aveva alzato il tono ma cercò di abbassarlo il più possibile,poiché già diverse persone si erano girate verso di loro. – è la mia vita io decido cosa fare e tu non puoi dirmi proprio un bel niente. Il fatto che tu mi abbia scopato non ti da nessun diritto, anzi te lo azzera visto che è stato anche contro la mia volontà- Jimin quasi sussurrò quest'ultima frase in quanto si trovavano in un luogo pubblico e dare nell'occhio era l'ultima cosa che voleva. Ma poi continuò senza aspettare che Yoongi intervenisse – Vado a prendere le ultime cose, tu finisci di fare la fila-. Jimin era così scomparso dietro gli scaffali di quel supermarket. Yoongi era furioso perché ogni volta che parlavano finivano sempre per urlarsi contro. Eppure prima dell'incidente il loro rapporto era uno dei migliori. Yoongi sospirò constatando in seguito che era il suo turno di essere servito.



Jimin si fermò davanti ad uno scaffale, non gli interessava cosa contenesse voleva solo stare alla larga da Yoongi. In fondo non era arrabbiato, sapeva che Yoongi lo faceva per il suo bene, come quella volta tanti anni fa. Ma sentirlo rimproverare per qualcosa che era scaturito da lui stesso, non ci stava. Non voleva sentirsi quella ramanzina. Sapeva di dover mangiare o il suo fisico non lo avrebbe retto ancora,eppure non ci riusciva. Ogni volta che portava del cibo vicino alla sua bocca un senso di nausea saliva dal suo stomaco. E si rivedeva. Rivedeva il Jimin pieno di difetti. Quelle guance così paffute, quelle strane e piccole mani, quelle labbra troppo carnose, il suo viso tropo rotondo ed il suo fisico troppo imperfetto. Tutte queste sensazione erano ricominciate quella mattina, quando si era risvegliato nel letto di Yoongi. Ricordava ancora la sua immagine riflessa nello specchio e come si sentiva disgustoso, non perché il maggiore lo avesse scopato. Da quello che si ricorda gli era piaciuto. Ma il disgusto veniva da ciò che provava, da come si era sentito bene in quegli attimi, da come avesse desiderato di rifarlo. Ma tutto ciò era sbagliato. Ecco perché prova ribrezzo verso se stesso. Non è riuscito e non riesce tuttora a controllare i suoi istinti, la sua voglia. Ma allo stesso tempo non voleva ferire il suo hyung. "Che situazione di merda Jimin". – Si può sapere che stai facendo qui?- si intromise Yoongi che per cercarlo si era fatto il giro di tutto il negozio non pensando mai di trovarlo proprio lì, davanti a quello scaffale. Jimin si riscosse – Sto prendendo le ultime cose- disse mentre mostrava all'amico il pacchetto che teneva in mano, non sapendo neanche lui quando l'avesse preso o cosa fosse, ma andava bene così "L'importante è che non continui a parlare del mio problema", ma ciò che disse dopo Yoongi lo fece preoccupare – Jimin mi devi dire qualcosa ? No perché non vorrei ritrovarmi a cambiare pannolini a quest'età -. Jimin sbatté più volte le palpebre ragionando su ciò che il suo hyung aveva detto "Pannolini? Che diavolo centravano ora?". Ma la risposta alla sua domanda venne quando Yoongi li fece cenno di controllare la scatola che aveva in mano. Dire che Jimin era arrossito era poco. Era letteralmente nell'imbarazzo più assoluto. Perché ? Perche teneva in mano un test di gravidanza. Inutile dire che a seguito di quella scena Yoongi rise di gusto. – Hyung non ridere,potevi avvertirmi prima- rimproverò il più piccolo – e a quale scopo è stato così divertente- continuò il maggiore. Jimin dopo aver posizionato la scatola sul rispettivo ripiano mise un tenero broncio ed osservò di sottecchi Yoongi ancora intento a reggersi la pancia per il troppo ridere. "È così bello quando ride"constatò Jimin. – Forza andiamo- ordinò il maggiore mentre si asciugava qualche lacrima- torniamo a casa-.



Yoongi aspettava ormai da dieci minuti buoni l'arrivo di Jimin. Stavano caricando la macchina quando Jimin si ricordò di essersi scordato una cosa. Puntualmente Yoongi lo prese in giro – Vai a prendere il test di gravidanza? Devo preoccuparmi?-. Inutile dire che le guance di Jimin si tinsero di nuovo di rosso. Era così bello quando arrossiva. Ma era passato veramente troppo tempo da quando il più piccolo si era allontanato. Decise di andare a vedere dove diavolo si era cacciato. Lo vide così vicino all'ingresso del supermarket,ma non era da solo.


Jimin era appena uscito dal negozietto, non poteva crederci di star dimenticando proprio quello. Si stava dirigendo verso la macchina quando sentì una voce familiare – Ma guarda che abbiamo qui,la putanella dell'altra sera. Allora quell'altro te lo sei scopato?-. Jimin cercò di non farci caso e continuare per la sua strada, ma il tizio dai capelli verdi lo prese per il polso e lo strattonò – Devi guardarmi mentre ti parlo putanella. Chi ti credi di essere?-. Il ragazzo voleva combattere, difendersi, se non fosse stato che il tizio non era solo. Altri due uomini spuntarono – ehi amico questa bella putanella chi è? – disse l'uomo con i capelli neri – Calmi ragazzi questo qui me lo faccio prima io- rispose il verde – Lasciatemi andare io non sono la puttana di nessuno- ringhiò Jimin – oh ma che bel caratterino – commentò l'altro uomo con i capelli biondi. Il verde strattonò Jimin,prendendolo questa volta per i capelli facendolo urlare per il dolore.- oh ma che bella voce hai, scommetto che sai ansimare proprio bene tu. E che bella bocca ottima per succhiare cazzi direi-. Ancora il suo corpo. Quel suo disgustoso corpo che lo metteva sempre nei guai. I tre uomini risero divertiti – ci divertiremo tanto con te putanella- - Allora non sono stato chiaro l'altra sera- quella voce Jimin la riconobbe subito e provò sollievo nel sentirla –Hyung- sospirò il minore. Il fatto che Yoongi fosse evidentemente più esile rispetto a Jimin non lo rendeva meno pericoloso, anzi tutto il contrario. Sapeva incutere terrore solo con lo sguardo, questo perché aveva superato di peggio nella sua vita. Il verde lasciò di mal modo Jimin che cadette per terra – Guarda chi è arrivato il principe azzurro- annunciò l'uomo biondo - Cosa vorresti fare noi siamo in tre e tu sei da solo – constatò il tizio dai capelli verdi. Non ci fu bisogno neanche che Yoongi rispondesse perché in quello stesso momento la guardia presente all'interno del supermarket uscì, probabilmente aveva notato o sentito quel battibeccare un po' troppo forte. – C'è qualche problema qui ?- chiese non appena Jimin si era alzato da terra – oh tutto apposto agente- si affrettò a rispondere l'uomo dai capelli neri – stiamo solo aiutando questo povero ragazzo che era caduto-. – Non mi interessa andatevene tutti quanti ora forza- disse la guardia per poi rientrare. Jimin non se lo fece ripetere due volte e si affrettò ad affiancare Yoongi, il quale aveva preso per mano il minore e lo stava trascinando in macchina quando quel dannato omuncolo con la cresta verde si decise ad informarlo. – Sappi che non puoi impedirmi di scoparmelo,almeno che non accetti la mia sfida-. Quel tizio moriva dalla voglia di umiliare quel ragazzo dai capelli neri, che già per la seconda volta gli aveva impedito di fottere quel bel bocconcino. Yoongi si girò – Che tipo di sfida? - - Hyung- cercò di dissuadere Jimin senza successo. – Del tipo che se vinco io allora la bella puttana farà quello che dico io per un giorno, mentre se vinci tu allora potrà fare quello che vuoi tu-. A Jimin non sembrava per niente giusto, se la sfida era tra loro due,lui cosa centrava. – In cosa consiste?- chiese Yoongi – Hyung fai sul serio ?- domando Jimin che non ottenne risposta "Quando mai si degnerà di rispondermi una buona volta?". Il verde era fiero di sé, guardo Yoongi esile, magrolino e per di più basso non avrebbe mai vinto. Indicò il piccolo campo da basket lì vicino – Ci confronteremo a basket, chi riesce a fare sette canestri vince-. Yoongi sorrise strafottente – Come vuoi-. Jimin lo sapeva, Yoongi non si sarebbe mai tirato indietro davanti ad una sfida, soprattutto se questa riguardava il basket o la musica. Sospirò sperando che quella situazione finisse il più in fretta possibile.



La partita era ormai decisa. Si sapeva chi avrebbe vinto. Non c'era più nessuna via di scampo. Jimin all'inizio aveva dubitato, ma alla fine ce l'aveva fatta. Yoongi aveva vinto. Era riuscito a fare sette canestri di fila,dopo i tre iniziali del verde. "Probabilmente Yoongi voleva solo testare le capacità del tizio" riflettete Jimin. Ma ormai era fatta e lui doveva rispondere a Yoongi, che si trovava ancora sul campo,mentre il verde non riusciva a capacitarsi della sconfitta. Anche i suoi amici sembravano sconvolti dall'avvenimento. Così al tizio non restò che aggredire Yoongi nell'unico modo che gli fosse rimasto,ovvero lo scontro verbale. – Tu come hai potuto? Non sei altro che un nanetto, che non avrai mai nulla nella vita- Yoongi rise di gusto – Cosa hai detto ?Sarei io quello che non combinerà mai nulla nella vita? Ma se sei tu quello che ha perso una misera partita a basket con un nanetto ? Se fossi in te mi andrei a nascondere-. Il verde non ci vide più – Tu pezzo di merda, tu hai sicuramente dei problemi mentali, sei malato. Dovresti essere rinchiuso in un manicomio-. Jimin rimase stupido da quelle parole. Non poteva crederci che quel tizio avesse detto una cosa del genere a Yoongi,il quale aveva abbassato la testa e il più piccolo vedeva chiaramente le sue mani strette in due pugni tremare. E solo allora Jimin constatò la verità e doveva sbrigarsi se non voleva che l'amico perdesse la testa. Yoongi non era furioso era incazzato. Come si era permesso di dargli del malato di mente,sentì le sue mani formicolare, doveva prenderlo a pugni. Stava per tirargli un bel destro su quell'orribile faccia che si ritrovava, quando accadde l'impensabile. Jimin fermò il suo hyung,impedendoli di fare quell'orribile cazzata. Aveva poggiato le sue labbra su quelle di Yoongi,cercando di calmarlo. La cosa che stupì il minore è che funzionò. Yoongi si rilassò e approfondì il bacio, voleva che quell'uomo osservasse come il suo Jimin lo ricompensava di aver vinto. I tre uomini infatti non dissero una parola, e fu proprio Jimin a parlare una volta interrotto il bacio – Andiamo a casa ora-.



Una volta saliti in macchina tra i due salì il silenzio più assoluto,nessuno osava parlare del bacio avvenuto poco prima. Suga pareva concentrato a guidare,mentre Jimin era troppo perso nei suoi pensieri. Che Yoongi fosse ricaduto in depressione? Questo era il pensiero di Jimin.Come poteva essere possibile? Sembrava stesse bene. Ma in fondo Yoongi era più bravo di lui nel nascondere i propri problemi e raramente ne parlava con qualcuno. E se mai avesse avuto una ricaduta gli altri non l'avrebbero saputo,almeno fin quando non fosse stato troppo tardi. Doveva risolvere al più presto la situazione. Non sapeva come combattere la depressione, sapeva a malapena cosa comportasse. Si basava sulle poche cose che Yoongi gli aveva raccontato su quel suo particolare periodo di vita. Anni terribili, dove l'unico pensiero di Suga era quello di sentirsi inadatto,nessuno. I suoi genitori lo demoralizzavano,non per cattiveria, volevano il suo bene infondo. Ma non si accorgevano che così facendo lo stavano uccidendo. Jimin rimase così a riascoltare nella sua testa quest'ultima frase. Anche lui voleva il suo bene,ma forse negli ultimi tempi lo aveva accusato un po' troppo,e magari il suo hyung si era sentito di nuovo inadatto. Forse il fatto di addossare tutta la colpa a Yoongi non aveva convinto solo il più piccolo, ma anche il maggiore. Jimin si sentì ancora di più uno schifo. Non era l'unico a stare male,infondo. – Non è colpa tua- disse Yoongi mentre osservava attento la strada. Jimin lo guardò interrogativo. Che avesse esposto i suoi pensieri ad alta voce? Non ne era sicuro, ma d'altronde ultimamente non era più sicuro di nulla. – Il fatto che non mangi- chiarì il più grande vedendo con la coda dell'occhio come Jimin abbia abbassato la testa – Hyung- - No forse hai ragione è colpa mia. Forse era meglio che non fosse successo nulla quella notte- - NO HYUNG- si intromise Jimin, non sapendo neanche lui il perché avesse gridato così forte. Sapeva solamente che era sbagliato quello che Yoongi aveva detto – Non è stato un errore- balbettò imbarazzato. – Cosa?- - Hai sentito bene hyung. Ho riflettuto molto e da quelle poche cose che mi ricordo non è stata solo colpa tua,è stata anche mia. Avevi ragione forse quelle attenzioni le volevo pure io- concluse Jimin voltando il volto verso il finestrino. Yoongi era perplesso. Andiamo fino a un momento prima gli gridava che era solo colpa sua. –Jimin ...-iniziò il maggiore ma venne interrotto – No hyung vuoi sentirti dire il perché non mangio, prima dimmi se tu sei caduto di nuovo in depressione. E non provare a mentire magari non l'ho provata,ma so quando una persona non sta bene con se stessa-. Yoongi sorrise – Va bene Jiminie,cosa vuoi sapere?- - Tutto hyung,ci sei veramente caduto?- Yoongi scosse la testa – Non del tutto è difficile da spiegare- - Prova a farlo hyung - - Vedrò di accontentarti. Sai che io già ci sono caduto in depressione, quella volta fu terribile. Avevo veramente voglia di andarmene via,non ero contento di ciò che ero,di ciò che volevano i miei per me. Pensavo che se non potevo realizzare il mio desiderio,fare musica, allora questo mondo non mi avrebbe più mantenuto. Ma questa volta è stato diverso non me la prendevo con me, ma con colui che mi causava tanto frustrazione. Forse si non era una vera propria depressione, forse era più che altro frustrazione amplificata al massimo. Non te lo so dire bene, ma percepisco però che non è come quella che già ho passato. Non mi suiciderò questa è una promessa Jimin-. Il più piccolo non sapeva cosa dire dopo la rivelazione del più grande. Yoongi aveva sempre avuto e dimostrato una grande forza d'animo che lo aveva portato a raggiungere quel sogno tanto desiderato. Ancora però loro avevano tanta strada, ma non era quello l'importante ora. – Hyung sono io quello che ti ha causato tanta frustrazione e questa ricaduta? – chiese Jimin mordendosi il labbro. Yoongi non rispose subito – Dimmi la verità hyung- Yoongi annui. Jimin lo sapeva, ne era ora a conoscenza ed ora capiva il comportamento dell'amico. – è colpa mia- constatò il più piccolo – No Jiminie non lo è- - Si invece se non avessi accusato solo te di ciò che era successo ...- -è tutto apposto. E poi mi sembra che anche io abbia le mie colpe,è per colpa mia che non mangi- - No hyung- ormai le parole scorrevano come fiumi in piena tra i due ragazzi –è mia se non fosse stato per me tu non saresti caduto in depressione ed io non avrei mai smesso di mangiare. Odio me stesso per questo,per quello che ti ho fatto... -. Yoongi a quelle parole frenò bruscamente,per fortuna che dietro di loro non vi era nessuno e che avessero le cinture allacciate. - Smettila Jimin, non osare più dire una cosa del genere- si volto il maggiore verso il minore – Non capisco perché odi tanto te stesso ? Le tue guance mi piacciono così come sono, la tua bocca così carnosa è talmente invitante che te le strapperei a morsi e vogliamo parlare del tuo fisico Jimin? Se potessi ti scoperei un'altra volta. Quindi smettila di dire che non ti piace,perché non è così. Abbiamo sbagliato tutti e due quella notte. La colpa non è né solo mia né solo tua, è di entrambi-. Quando Yoongi concluse quel discorso era ormai tempo di ripartire in quando una macchina dietro di lui suonò più volte per dire al guidatore di muoversi. Jimin era rimasto muto,stava riflettendo su ciò che aveva detto il suo hyung,forse aveva ragione,forse la colpa non doveva affidarla solo a Yoongi o raccogliersela tutta su di se. – Hyung...- - Ho detto basta con la discussione Jimin,finiamo qui. Sembra che abbiamo chiarito no- Jimin annuì con la testa – Si ma non era questo che ti volevo chiedere- arrossì il minore. –Allora dimmi - - Ecco hai presente la sfida che hai fatto con quel tizio dai capelli verdi ? - - Si perché? - - Hai presente che hai anche vinto? - - Certo Jimin,lo so che ho vinto non me lo devi ricordare. Distruggere quel deficiente è stata una vera goduria- - Allora ti ricordi anche cosa hai vinto- continuò Jimin ancora più imbarazzato. Yoongi allora capì e il più piccolo poté giurare di averlo visto arrossire.- Si lascia perdere, l'ho fatto solo per dare una lezione a quello li- - Ma hyung una promessa è una promessa,per tutto il resto del giorno dovrò fare quello che dici tu- - Smettila Jimin ho già parlato- - Anch'io ho già parlato e giuro che se non mi rispondi non ti lascerò in pace- detto questo iniziò ad urlare,più che a cantare, una seria di –LALALALALA- ad una voce talmente alta che Yoongi giurò di aver perso l'udito. – Va bene, hai vinto-. Jimin sorrise soddisfatto – Allora hyung che devo fare?- si imbarazzò il minore. Yoongi parve sul serio pensarci –Ogni volta che mi chiamerai al posto di hyung dovrai mettere "oppa"-. Jimin arrossì di botto,tra tutti gli episodi successi quella fatidica notte quello più nitido era proprio il seguente. Yoongi lasciava bollenti baci sul collo di Jimin,che non si trattenne nell'ansimare un – Yoongi-oppa -. Subito si vergognò di ciò che aveva detto , ma la reazione del maggiore lo convinse a continuare –Fallo di nuovo Jiminie,chiamami oppa-. Ed ora eccoli lì seduti dentro quel veicolo che Yoongi gli chiedeva di chiamarlo oppa, dio quando si vergognava. – Se non vuoi farlo non fa nulla,era la prima cosa che mi è venuta in mente- - No,non fa nulla- si precipitò a dire Jimin per poi aggiungere –oppa-.


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