BTS-forever Cap.14
"Ok calma Hoseok, non è niente. Devi solo trascorrere un paio di ore con Nire, che vuoi che sia. Dobbiamo solo parlare di lavoro e nulla più". Erano passati ormai cinque giorni da quando il Manager gli aveva riferito della collaborazione con Nire. Si era stupido, quando recandosi all'azienda per confermare la collaborazione con la ragazza, il Manager lo aveva avvertito che anche quest'ultima aveva l'intenzione di collaborare. In fin dei conti il loro "rapporto" non era iniziato nei migliori dei modi. A Namjoon non piaceva molto, come persona si intende. Aveva concordato con lui sul fatto dello straordinario talento che dimostrava – Ma per me rimane sempre una stronza- queste furono le parole del leader. Al contrario Hoseok credeva che la vera Nire fosse un 'altra, ed aveva tutte le intenzioni di scoprire quella sua parte nascosta. Per questo aveva accettato quell'incarico, oltre al fatto di essere molto curioso su cosa il loro lavoro avrebbe portato. Per ora vedeva molto incerto la fuoriuscita di un qualcosa di buono. Certo sapere che anche Nire voleva collaborare con lui lo aveva destabilizzato e reso felice allo stesso tempo. Nire dimostrava di avere una gran forza e una dedizione al lavoro unica, invidiabile. Aveva conosciuto, nell'arco della sua carriera, molte altre artiste o artisti che diciamola tutta non erano in grado di reggere il confronto con la ragazza. Non perché non erano bravi nel canto o nel ballo, solo non potevano uscirne vivi perché Nire si interessava veramente ad ogni aspetto del suo lavoro, anche quello più insignificante. Voleva avere tutto sotto controllo. Era una ragazza che si può denominare perfettina? Certamente poteva essere una di quelle, ma il suo essere così precisa, quel suo voler controllare ogni minimo dettaglio, non solo quelli che riguardavano la riuscita dell'esibizione, rivelavano la sua vera passione, la sua vera dedizione. Nire era nata per fare l'idol. Hoseok se ne era accorto. Aveva capito questo solamente dopo la prima ora con lei. Certo non aveva portato nulla di producente quella misera ora. Però lui era del parere che per poter lavorare meglio doveva fidarsi della persona che aveva a fianco, doveva conoscerla in qualche modo. Infondo la canzone doveva parlare di loro. E a quanto pare Nire era del suo stesso parere. Sia il ragazzo che la ragazza avevano insistito per fare degli incontri preliminari, prima di poter dar vita al progetto vero e proprio. Per questo la loro collaborazione era rimasta segreta ai media. Ed ora eccoli lì seduti in quel piccolo ufficio dopo aver parlato delle varie idee con i rispettivi Manager, appena usciti dalla stanza. Il silenzio molto imbarazzante che si era creato tra i due venne interrotto dalla stessa ragazza – Sia chiaro, questa collaborazione così come è iniziata può anche finire-. Hobi rimase al quanto stupito dalle parole della ragazza – Voglio dire che io non sono una idol qualunque se non l'avessi capito. Io voglio il meglio per i miei fans, per me loro vengono prima di tutto. Se mi accorgo che tutto ciò non rispecchi il mio essere, ovvero ciò che i miei fans pretendono, per me la possiamo finire anche qui. Perciò J-hope sei disposto veramente a collaborare con me? -. Hobi non rispose subito, si prese del tempo per pensare alle parole dette dalla ragazza, ma poi gli rivolse uno dei suoi semplici sorrisi, così solari – Che eri un artista in gamba lo avevo capito già da come ti interessavi agli argomenti dei Manager. È raro trovare un idol come te, che amano il loro lavoro, che si preoccupano dei loro fans. Si questa collaborazione è arrivati improvvisamente e diciamola tutta è stata anche un po' forzata per questo rispetto la tua decisione di mollare tutto se ti accorgi che il nostro prodotto finale non è quello che vuoi e...-ma Nire si intromise – Cosa? Io non mollo niente, non sono una codarda- Hoseok si affrettò a precisare – Scusami forse mi sono espresso male. Quello che intendevo dire è che posso capire il tuo ragionamento. Anch'io mi sono posto le tue stesse domande ma, almeno per me, il mio fine è quello di dare un prodotto che mi rispecchi e dunque che rispecchi anche te, vista la nostra collaborazione. -. Nire guardò attentamente il ragazzo. Sì era curiosa di sapere dove volesse arrivare a finire. Dopo la proposta di collaborazione si era data da fare per cercare di comprendere lo stile di Hobi, e non poteva essere più diverso del suo. Insomma lei una cantante e lui un rapper. Lui aveva il suo stile solare e allegro, lei aveva quell'affascinante atmosfera di mistero e di passione in un mix di ombra. Insomma non potevano essere più lontani, eppure qualcosa l'aveva attratta. Aveva accettato perché credeva che in fondo qualcosa di buono ne sarebbe uscito. Hoseok dimostrava davvero una grande passione e Nire lo aveva riscontrato vedendo una delle sue esibizione di danza. Forse era stato quello che la convinse ad accettare. Quella sua passione così simile alla sua, infondo. – Almeno su questo siamo d'accordo- rispose Nire sistemandosi i lunghi capelli verdi. Hoseok sorrise aspettando che la ragazza continuasse a parlare, cosa che non avvenne – Scusami ma se sei del mio stesso parere – continuò allora il ragazzo – potresti iniziare a raccontarmi qualcosa di te - - Cosa? Perché io? E poi non hai ancora risposta alla mia domanda- Nire era molto testarda e soprattutto orgogliosa. J-hope sospirò – Sì voglio collaborare con te perché ti trovo una grande artista e credo che insieme possiamo fare la novità. E tu? - domandò di rimando il ragazzo. Nire si prese del tempo per rispondere, incerta su iniziare davvero quella conversazione, ma da una parte Hoseok aveva ragione. – Dopo che ci hanno proposto il progetto ti ho cercato su internet, vedendo molte tue esibizioni con il tuo gruppo, ma anche quelle da solista, dove ballavi e mi sono piaciute in qualche modo. E sinceramente sono solo curiosa di sapere quale sarà il nostro prodotto finale- - Vedi è già un bel passo avanti non trovi? – scherzò J-hope consapevole della lunga fatica che lo attendeva. – Allora – iniziò la ragazza incerta mordendosi il labbro inferiore – cosa dovremmo fare adesso? - - Per cominciare perché non mi racconti un po' di te? - chiese a sua volta il ragazzo. Vide il dubbio dipingersi sul volto della ragazza e subito si affrettò a dire – Se non vuoi non fa nulla era solo per...- - No hai ragione, se dobbiamo lavorare insieme dobbiamo sapere qualcosa l'uno dell'altro- lo interruppe Nire. –Allora sono nata a Busan il 21 marzo del 1996 e fin da bambina ero affascinata dal mondo degli idol, ho sempre sognato poter avere un gruppo tutto mio e seguendo questa mia passione sono arrivata a Seul, dove con tanta fatica sono diventata il leader delle DOA, almeno fin quando non ci siamo sciolte, ma ho voluto lo stesso continuare la mia carriera anche da solista e ci sto riscendo anche più testo bene direi-. Hobi vorrebbe proseguire quel discorso, chiederle come si sono sciolte, perché ogni volta che ne parlava i suoi occhi diventavano spenti e perché enfatizzava tanto la sua carriera da solista quando non era quello che voleva. Hoseok avrebbe tanto voluto avere delle risposte, ma sapeva che era troppo presto. – Allora? Non mi parli di te? – propose Nire. – Tanto per iniziare il mio nome completo è Jung Hoseok, ma il mio nome d'arte è J-hope, anche se molti mi chiamano Hobi oppure i miei compagni per prendermi in giro J-horse. Insomma puoi chiamarmi in quanti modi preferisci. Sono nato il 18 febbraio 1994 a Gwangju ho una sorella maggiore e da quel che mi ricordo mi è sempre piaciuto ballare, solo successivamente ho iniziato a fare rap-. Nire si intromise nel suo discorso chiedendogli – Posso farti una domanda? - - Dimmi pure- fu la risposta sincera di J-hope accompagnata da un sorriso – Ho letto che durante il periodo di allenamento tu hai deciso per un breve periodo di abbandonare il gruppo, è vero? -. J-hope non negò l'accaduto, anche se non era molto contento di parlare di quel periodo della sua vita,ma lo fece. Perché? Voleva che Nire si fidasse di lui, vedeva dietro quella maschera di menefreghismo la sua timidezza e desiderava con tutto il cuore che lei si aprisse con lui. Per questo volle raccontargli quell'evento. – Ero giovane e molto insicuro. Sai mio padre non aveva accettato di buon gusto quello che faccio non lo considerava un vero e proprio lavoro. Lui voleva solo il mio bene e lo capisco, infondo era preoccupato per me, come un qualsiasi genitore. I tuoi genitori ti hanno mai bloccata nelle tue scelte? – chiese così all'improvviso che Nire si stupì di quella domanda. Scosse la testa – Mi hanno sempre incoraggiata nelle mie scelte- - Sai molti non hanno avuto questa fortuna. Non dico che mio padre voleva a tutti i costi che io la smettessi, ma ogni volta che lo sentivo mi pareva di sentire la delusione nella sua voce. E poi, oltre ciò, vi era il terribile periodo di allenamento. Ci sei passata anche tu no? Sai quanto possa essere opprimente e stressante! Io ero arrivato ad un punto del mio percorso in cui mi chiedevo se quella era la scelta giusta, se ciò che stavo facendo era quello che volevo. Più rimanevo chiuso in quelle stanze a provare e riprovare più mi sentivo soffocare, aggiungi anche mio padre che non mi era molto di aiuto. Quindi decisi di staccare la spina per un po', prendere il mio tempo per decidere. Decidere su ciò che ero e ciò che volevo essere. E da lì è nato poi il mio nome d'arte. Da lì poi ho capito che quello che volevo era fare l'idol. E nessuno ora mi fermerà più! - J-hope sorrise a quell'ultima frase. Nire aveva ascoltato tutto senza interromperlo questa volta. Aveva capito che infondo dietro quel sorriso che lo faceva apparire sempre spensierato e allegro, sembrando anche sciocco talune volte, si nascondeva un ragazzo deciso e sicuro. La ragazza sospirò abbassando la testa non riuscendo a reggere lo sguardo del ragazzo – Credo tu abbia capito perché ti ho fatto proprio questa domanda? Non sei sciocco come sembri - - Lo prendo come un complimento - scherzò Hobi – Semplicemente hai paura che io possa abbandonare il progetto, come ho fatto durante quel periodo, ma non lo farò. So quello che voglio e io ora voglio collaborare con te- nel pronunciare queste parole Hoseok si fece improvvisamente serio, sorprendendo la stessa Nire. – Io non ho paura. Sto solo dicendo che non voglio perdere tempo inutilmente con...- - Non lo perderai fidati- la interruppe J-hope. Rimasero così a fissarsi per alcuni minuti, studiandosi. Ognuno cercava di cogliere il particolari dell'altro. – Suppongo- iniziò Nire – che ora possiamo iniziare a discutere del progetto- - Sì possiamo- continuò il ragazzo – ma prima vorrei chiederti una cosa-. Nire guardo il castano che aveva di fronte in modo interrogativo, almeno fin quando non si decise ad annuire, dando il consenso al ragazzo di continuare – Usciresti con me questa domenica? -.
Jin era appena rientrato dai suoi impegni mattutini. Quel giorno aveva il pomeriggio libero, finalmente dopo tanto tempo, ma purtroppo non lo avrebbe passato a poltrire. Era tornato al dormitorio più in fretta possibile, in quanto era ormai passata l'ora di pranzo, ma lui non aveva toccato cibo neanche quello offertogli alla BigHit. Perché? Tutta colpa di un certo signorino che ad inizio ottobre si era preso un brutto malanno. Non un semplice raffreddore o un mal di gola. Bensì una vera e propria influenza, con tanto di febbre alta. Così Jin era rimasto in pensiero tutta la mattinata pensando al suo leader costretto a rimanere a letto in preda a brividi di freddo. Ed ora eccolo lì a sbirciare da dietro la porta le condizioni di un Namjoon dormiente, mentre aveva ancora le buste della spesa in mano. Sì si erano "lasciati" in mal modo, ma questo non impediva il più grande di preoccuparsi del compagno. Così aveva pensato di preparargli una bella zuppa calda. Ottima quando si ha un febbrone da paura come quello. Ricordava ancora come qualche sera prima Namjoon sia tornato tutto pallido e senza forze tanto che era andato a dormire senza cenare. Il giorno dopo si svegliò con la febbre altissima. Jin si era spaventato molto, anche perché in cinque anni non aveva mai visto il ragazzo ammalarsi così gravemente. Sì qualche raffreddore o mal di gola, ma mai era successo un così grave malanno. Jin sospirò mentre iniziava a preparare la zuppa. Aveva preso tutti ingredienti che sapeva sarebbero piaciuti a Namjoon. Insomma già era costretto a rimanere nel letto isolato, lo stesso Taehyung dovette lasciare la sua camera rifugiandosi in quella di Jungkook. Per tanto Jin non voleva fargli pesare ancora di più quella situazione. Un buon pasto caldo era quello che gli serviva, non quelle schifezze preconfezionate che era sicuro che Nam aveva mangiato in quei giorno in cui lui era costretto ad andare alla BigHit. La zuppa era quasi pronta, doveva solo finire di cuocere. In quel lasso di tempo il maggiore decise di andare a controllare le condizioni del compagno. Entrato ella stanza, resa buia dalle tende che non lasciavano filtrare neanche un raggio di luce del debole sole di quel periodo, si avvicinò al ragazzo coperto fino al collo dalla coperta pesante. Namjoon tremava. Sì per il freddo che il suo corpo sentiva a causa della febbre, ma allo stesso tempo il suo volto era ricoperto di sudore. Quanto è odiosa la febbre. Il freddo e il caldo si alternano quasi in sincronia all'interno del corpo del ragazzo. Il freddo gli causava piccole tremolii su tutto il corpo, mentre il caldo era percepibile dal bollore della sua pelle. Fu proprio questo che sentì Jin non appena posizionò la sua mano sopra la fronte del leader. Constatò quando effettivamente bruciasse. Decise così di riempire alla svelta una bacinella di acqua fresca, bagnare un panno e posizionarlo sopra la fronte de ragazzo ammalato. Jin si sedette al bordo del letto dopo aver sistemato meglio quel panno imbevuto di fresca acqua. Si prese quel momento per osservarlo. Perché gli sembrava adorabile pure in quel momento? – Hyung? – Namjoon stropicciò un paio di volte gli occhi per abituare la sua vista prima di notare il volto preoccupato di Jin. Quest'ultimo non si era accorto che i movimenti fatti per posizionare il freddo panno sulla fronte del minore lo avevano destato dal suo precario sonno. –Cosa ci fai qui Hyung? – continuò il leader – Sono venuto a vedere come stai e a prepararti qualcosa di caldo e sostanzioso da mangiare- - Non ce ne era bisogno- rispose Namjoon mentre cercava di alzare il busto, ma a causa di questo movimento il panno bagnato che aveva intesta cadde sul suo addome. – Rimani a letto Nam, la febbre è ancora molto alta- si affrettò a dire Jin mentre riprendeva l'oggetto caduto. – Ti porto qui la zuppa ok? Ho preparato la tua preferita- - Hyung veramente non ce ne era il bisogno- ma ormai il maggiore del gruppo era uscito dalla stanza.
Essere costretto a rimanere a letto per più di un giorno, al contrario di quanto si possa pensare, è un esperienza devastante. Namjoon lo sa bene, in quei giorni era stato letteralmente chiuso in camera, senza avere la possibilità di far nulla. Un po' perché non ne aveva le forse, un po' invece era la premura, certamente gradita, che i suoi compagni, ed il Manager, avevano per lui. Ma ormai Namjoon non voleva più rimanere relegato in quella stanza, ne andava della sua sanità mentale. Per questo il leader dei BTS fece espressamente ciò che Jin, il maggiore dei ragazzi, gli aveva più volte vietato in quei giorni. Uscì dalla sua camera. Il febbrone non accennava ad abbassarsi, ma già si sentì lievemente meglio. Raggiunse così la cucina dove non poté non beccarsi un rimprovero da Jin, che aveva appena messo in una ciotola la sua zuppa. –Cosa ci fai in piedi Nam? Cosa ti avevo detto? È possibile che non fai mai ciò che ti dico? – . Il ragazzo più alto non rispose a quella tempesta di domande, sia perché gli costava veramente troppo fatica ordinare i suoi pensieri, sia perché Jin-hyung aveva parlato così veloce che non riuscì in quel breve momento a registrarle nella sua testa. – Mi dispiace Hyung, ma non ne potevo più! – riuscì così a rispondere il ragazzo. Namjoon vide Jin sospirare – Come vuoi, ma siediti e mangia un po' per favore – propose il più grande mentre posizionava la ciotola della zuppa sul tavolo. Namjoon sentì il delizioso profumo provenire dalla zuppa. Si sedette e portò il cucchiaio alla bocca- è delizioso Hyung, come sempre- cercò di sorridere anche, ma agli occhi di Jin il volto di Namjoon si deformò in un'espressione stanca e provata dalla febbre. Il maggiore si accomodò al lato del ragazzo – Hai preso le medicine? - chiese premuroso – Sì, devo prenderne due la mattina ed una la sera- - Però non sembra che stiano facendo effetto, forse dovremmo avvertire il Manager- constatò Jin mentre posizionava una mano sulla fronte del ragazzo. – Non ce ne è bisogno, ho iniziato a prenderle da ieri, dagli il tempo di agire- disse Namjoon, quasi esasperato, mentre volgeva il suo sguardo al compagno. Non lo fece per cattiveria, era solo stanco di essere trattato come un bambino. – Scusami è che non ti sei mai ammalato così gravemente e sono solo preoccupato- si difese il maggiore abbassando a sua volta la testa. Anche Namjoon seguì i gesto del compagno, forse anche lui aveva sbagliato – Mi dispiace aver usato quel tono, è solo che non mi fa bene stare rinchiuso in una stanza- continuò solamente dopo aver finito la sua zuppa. Solo allora si accorse di un particolare. – Hyung, ma tu hai mangiato? – chiese lui premuroso questa volta. Jin scosse la testa in segno di negazione – No non ho molta fame- - Ti sentirai male se non mangi qualcosa? - - Nam per una volta che salto il pranzo non farà nulla- - Sai quanto è importante per noi mangiare - - Lo so ma non mi andava proprio. Appena uscito dalla BigHit mi sono diretto qui per prepararti qualcosa di caldo e nel frattempo ho anche stuzzicato qualcosa mentre cucinavo, quindi stai tranquillo e pensa tu più tosto a rimetterti, non reggerò ancora per molto quei cinque ragazzi scatenati- sorrise Jin mentre diceva quest'ultima frase. – Perché? - chiese semplicemente Namjoon guadagnandosi uno sguardo interrogativo da parte del maggiore – Perché fai questo? Non mi sono comportato proprio nei migliori dei modi con te– proseguì il leader. Jin abbassò per qualche secondo lo sguardo prima di rispondere – Per quanto mi riguarda anch'io non mi sono comportato nei migliori dei modi con te- - Ma io ho distrutto ciò che c'era tra noi, come faccio sempre d'altronde- Jin non sapeva se a parlare era Namjoon o la stessa febbre, ma decise di continuare quel discorso – Non è vero, se quello che c'era tra di noi si è rotto è anche per colpa mia. Che poi tra noi due non si è rotto proprio niente. Io ti amo Nam, come so per certo che tu ami me. Il problema è che per una stupida regola noi non possiamo stare insieme-. Gli occhi di Namjoon vagarono fino a quelli di Jin – Ma perché questo? Cioè perché venire qui, prepararmi il pranzo e starmi accanto...- - Mi stai veramente chiedendo il perché? - lo interruppe Jin – Io sono qui perché, se non l'avessi capito, ti amo. Ti amo come la prima volta che te l'ho detto- sputò fuori il ragazzo - Lo sai che non possiamo Hyung- sentenziò il leader. Jin sorrise amaramente – ma questo non limita i miei sentimenti per te, non mi limita di venire qui e prendermi cura di te, perché ora è tutto quello che io posso fare-. Namjoon osservò Jin, seguendo ogni lineamento del suo viso, ogni particolare, soffermandosi su quelle dannate labbra che lui tanto adorava, che lui tanto pregustava. Quelle labbra che avevano tanto tormentato i suoi sogni dopo quel fatidico giorno perché era impossibilitato ad ottenere. Quando gli mancava avere il corpo caldo di Jin stretto a se. Dannati sentimenti e dannato lui che scrisse la regola numero sette. Avrebbe tanto voluto prendere lì in quel momento Jin, senza tanti giri di parola, dando la colpa l'indomani alla febbre alta. Ma sapeva benissimo di non poterlo fare, non tanto per se, ma per il dolore che avrebbe provocato al maggiore. Sapeva che tra i due lui era quello che più aveva sofferto, colui che nonostante tutto si era rimboccato le maniche per nascondere i loro problemi agli altri, che nonostante ciò che era successo continuava ad amarlo. Così poggiò una mano sulla spalla di Jin, in modo da utilizzarlo come se fosse un sostegno. Sentiva il suo corpo debole e le gambe gli tremavano. – Non vogli tornare a letto- disse una volta alzato – Ti va di farmi compagnia? - - Ci guardiamo un film? – propose subito dopo Jin. Namjoon annuì mentre vedeva il maggiore afferrare una coperta e posizionarsi con essa sul divano, facendo poi segno a lui di sedersi al suo fianco. Ma almeno per quel giorno Namjoon si sentì il dovere di essere felice, infondo era malato e stare al caldo gli avrebbe solo fatto bene. Si sedette al fianco del ragazzo intrecciando le sue gambe con quelle del compagno e posizionando la sua testa sulla sua ampia spalla, con tutta l'intenzione di godersi le carezze che Jin compiva sulla sua testa. D'altronde il maggiore era a conoscenza dell'effetto che quel tocco procurava sul più piccolo, molte volte Jin aveva accarezzato quei capelli con l'intento di rilassare e far addormentare il compagno. Ed era proprio quello che cercava di fare in quel momento. Entrambi sapevano che non avrebbero seguito il film. Jin era troppo preso ad accarezzare Namjoon. E Namjoon cercava di godersi a pieno la sensazione delle mani del maggiore sul suo corpo.
Si avvicinava ormai l'ora di cena e quasi tutti i BTS erano rientrati a casa. Namjoon era ancora posizionato sul divano, vicino a Yoongi e Taehyung che ogni tanto tenevano d'occhio la sua temperatura corporea decisamente ancora troppo alta. Jungkook aiutava Jin in cucina ad apparecchiare la loro tavola. Mentre Jimin era appena uscito dalla sua stanza dopo essersi fatto la doccia. – Namjoon-hyung come ti senti? - chiese premuroso al leader – Meglio Jimin, rispetto a questa mattina la febbre è scesa molto- rispose riconoscente al ragazzo. Tutti erano preoccupati per la sua salute – Certo che ti sei preso proprio una brutta influenza- constatò Taehyung mentre rimetteva a posto il termometro. – Prima o poi capita, ultimamente le temperature si sono abbassate parecchio- fu il commento di Yoongi mentre si copriva con la coperta precedentemente usata da Namjoon – Forse però è meglio che mi state alla larga il più possibile ragazzi, non vorrei contagiare anche voi- continuò il leader preoccupato, ma nessuno dei ragazzi seguì il suo consiglio, anzi si aggiunse anche Jungkook, che non trovando posto sui divani si sedette per terra, in quanto Namjoon era semi allungato e al suo fianco erano rannicchiati Yoongi e Taehyung, mentre Jimin occupava da solo la poltrona. – Hyung ma che dici, non ti lasciamo da solo e poi è l'unico momento in cui possiamo stare tutti insieme senza fare nulla- disse sorridente il maknae. In effetti quei momenti così di pace, ottenuta solo grazie alla malattia di Namjoon, dove non dovevano correre a presso al programma del Manager, era un vero tocca sana per le mente dei nostri idol. – A proposito- iniziò Jin appena uscito dalla cucina, dopo aver messo a cuocere la cena – non siamo ancora tutti, dove diavolo è finito Hobi? – - Già ci sta mettendo troppo tempo a ritornare- sentenziò Taehyung – Oggi aveva l'incontro con Nire – mise a conoscenza Namjoon – Davvero? Quella Nire che ha incontrato al mare? - chiese ingenuamente il maknae – Si a quanto pare il Manager ha offerto una collaborazione a tutti e due- continuò il leader – E quanto avevi intenzione di dircelo? – domandò Yoongi – Scusatemi ragazzi ma tra una cosa e l'altra me ne sono dimenticato- confesso Namjoon – Fa nulla dai, te la lascio passare solo perché sei malato- disse Jin – Ma rimane il fatto che Hobi-hyung ancora non è tornato- constatò Jimin – Forse è meglio chiamarlo- propose Jin mentre prendeva il suo telefono, ma proprio in quel momento si sentì un rumore metallico e una porta sbattere rumorosamente. Fece così ingresso nel salotto un Hoseok frastornato. – Hyung finalmente sei tornato- il primo a parlare fu Jungkook – dove eri finito ci stavi facendo preoccupare – continuò Jimin – stavamo per chiamarti- proseguì Taehyung – Dimmi un po' come è andata con quella stronza? - chiese sarcasticamente Namjoon ancora allungato sul divano. – Finitela tutti non vedete che è rimasto in modalità shook- rise divertito Yoongi. In verità J-hope era rimasto veramente inchiodato davanti ai suoi compagni, incapace di dire nulla. La sua mente era ancora persa nel ricordare ciò che poco prima era avvenuto. Non aveva sentito nulla di ciò che farfugliavano, anzi riuscì a percepire solo Jin domandargli un – Hobi che cosa è successo? -. J-hope iniziò così a balbettare – Pen...Penso... Sì, penso di avere un appuntamento domenica-. – CHE COSA? – fu l'unico commento che uscì dalle labbra di tutti i suoi compagni.

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BTS-Forever
FanfictionTutti sappiamo che i BTS hanno delle regole che non si sognerebbero mai di infrangere. Ma cosa succederebbe se la più importante di tutte non venisse rispettata? Questa è la vera storia nascosta dietro la telecamera di sette idol del kpop, che si do...