Capitolo 17

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BTS-forever Cap.17




Era ormai giunta l'ora di alzarsi per i BTS, ad attenderli vi erano numerosi impegni, ma per quel momento l'unico pensiero del maknae era quella di riempire il proprio stomaco. Così si diresse in cucina, meravigliandosi da solo su quanto fosse in anticipo. Di solito era uno degli ultimi a raggiungere la cucina. A sorprendersi fu anche il più grande dei sette ragazzi, che occupato a preparare l'abbondante colazione, si accorse di Jungkook solamente dopo aver sentito lo stridio della sedia e un buongiorno molto assonnato. – Buongiorno anche a te Jungkook. Come mai già sveglio? – il piccolo poggiò i gomiti sopra il tavolo e sistemò la propria testa sui suoi palmi – Non lo so Hyung forse è il fatto che abbiamo un sacco di lavoro da fare oggi – "O forse il fatto che Taehyung è rimasto a dormire nella mia stanza e abbiamo dovuto mettere la sveglia alle cinque del mattino e nonostante ciò ho dovuto lottare per svegliarlo e come non bastasse poi non sono più riuscito a prendere sonno" pensò alla verità Jungkook. – Eh sì, oggi ci aspetta una giornata molto impegnativa, per questo mi sono svegliato presto con l'intenzione di preparare una colazione degna di questo nome- continuò Jin – Sei sempre il migliore Hyung – riprese il maknae mentre l'odore invitante che veniva dai fornelli lo attirava sempre di più. Diciamolo ormai per i BTS era la normalità fare colazione, pranzo e cena insieme, seduti a tavola come una vera famiglia. – Dimmi un po' Jungkook- iniziò ad un certo punto il maggiore mentre tornava ad occuparsi dei fornelli – Ma con quel ragazzo poi come è andata a finire? Ci hai parlato? -. Inutile dire che le guance del minore si tinsero di rosso. Come dirglielo? Anzi doveva dirglielo? In vigore vi era sempre la regola numero sette e Jungkook non sapeva se era giusto metterlo a corrente di quel fatto. D'altronde era stato proprio lui ha spingerlo con Taehyung ed entrambi avevano seguito i consigli del loro Hyung. Ovvero Jin aveva detto al maknae di seguire il proprio cuore e lui lo aveva fatto, lo ringraziava tantissimo per ciò, ma quella dannata regola... - Jungkook non sei costretto a dirmi tutto, solo che ultimamente ti vedo cambiato, in senso buono. Sei felice e in alcuni momenti ho seriamente pensato che tu potessi spiccare il volo-. Jungkook rise divertito, forse alcune cose poteva dirgliele – Si Hyung ho parlato con lui- Jin si sedette di fronte al ragazzo interessato – Ho seguito i tuoi consigli e sono felice perché ho avuto il coraggio di fare quel passo. No credevo che lui ricambiasse i miei sentimenti, quel giorno fu meraviglioso per me - - Sono contento Kookie si vede che sei innamorato, sei diverso- Jin lo vedeva in un certo senso più grande, più adulto, meno timido e insicuro. D'altronde quando si ha qualcuno che ti ama ci si sente meravigliosi, più sicuri della propria persona. Lui lo sapeva bene. – Grazie Hyung ma abbiamo deciso di non rivelare ancora nulla dato il nostro lavoro e della regola numero sette. Mi dispiace molto non potervelo dire, voi per me siete la mia famiglia e mi piange il cuore tenervi nascosto una cosa del genere, soprattutto agli altri, io...- - Stai tranquillo Jungkook – il maggiore gli prese la mano – Con me sei al sicuro, non voglio dirlo a nessuno è una decisione solamente tua. Quando ti sentirai pronto. Io sarò sempre dalla tua parte ricordalo, così come gli altri. Non preoccuparti neanche di loro, capiranno. Lo so che lo faranno- concluse Jin sorridendogli. Jungkook non poté non sorridergli di rimando, adorava il suo Hyung, riusciva sempre a capirlo. Eppure al maknae non erano sfuggiti gli sguardi tristi che ogni tanto il maggiore non si accorgeva di avere. – Hyung posso chiederti io una cosa ora? – disse il ragazzo mentre Jin ritornava verso i fornelli – Dimmi pure Jungkookie- - Anche tu ami una persona? – quella domanda era tanto semplice quanto il tono con cui il maknae la pose al compagno. Sapeva di andare a finire nel personale, ma voleva aiutarlo proprio come Jin aveva fatto con lui. Ma il più piccolo non poteva vedere il sorriso amaro che era spuntato sul volto dell'amico, che era appunto girato di spalle. Semplice fu anche la risposta che giunse alle orecchie di Jungkook – Si Kookie, anch'io ho amato ed amo tutt'ora una persona- - Perché allora sei triste? – chiese ingenuamente l'altro. Jin si voltò per guardarlo negli occhi – perché la persona di cui mi sono innamorato è tra le più ottuse che io conosca, ma allo steso tempo non posso non fare a meno di amarlo, di preoccuparmi per lui- - lo ami proprio tanto Hyung – Jungkook lo vedeva dagli occhi del compagno è difficile da spiegare, ma degli occhi innamorati hanno sempre qualcosa di particolare. Brillano anche quando quella persona è assente, anche solo al suo pensiero. Il maknae conosceva bene quella sensazione. Era lo stesso con Tae. – Ma dimmi Hyung ti prego lui come è? - domandò speranzoso il ragazzo. Jin non se la sentì di dire di no a quegli occhioni così dolci – è uno stupido semplicemente, un ottuso e stupido e irreparabile ragazzo, mi fa ammattire ogni volta che combina guai. Per non parlare per tutte quelle volte che mi ha fatto esasperare, diamine quando è sciocco... e vogliamo mettere di quando combina dei casini e si nasconde dietro quelle dannate quanto adorabili fossette, dio quanto lo odio quando fa così! Sa bene che mi sciolgo davanti a quel sorriso. Diamine quanto è intelligente! Sa come prendermi, e lo odio per questo ma allo stesso tempo lo amo. Quel suo dannato mettere sempre prima degli altri, quella affinità così complice tra noi, quei suoi modi di fare che fintamente mi danno fastidio, quel suo guardarmi incessantemente credendo io non me ne accorga, quel suo dannato essere così lui. Vorrei poterlo picchiare ogni giorno per questo, vorrei non essermi così legato a lui-. Jungkook aveva lasciato parlare il più grande, riconosceva quello che può essere definito vero amore. Puro e semplice. – Si vede che te ne sei innamorato Hyung - - Come non potevo è una persona unica- fu il commento un po' dal retrogusto amarognolo – Ti sta facendo soffrire vero? -. Jin rimase interdetto talvolta si scordava della grande sensibilità del maknae. Eppure grazie a lui aveva capito una cosa fondamentale del suo rapporto con Namjoon. – No, non è lui la causa primaria della mia sofferenza Kookie, alla fine è colpa di entrambi. Tutti e due ci amiamo ma siamo troppo orgogliosi e troppo stupidi per poterne parlare di persona. Alla fine abbiamo finito per arrivare ad una accordo silenzioso. Continuare con la normalità per non mettere nei casini nessuno- - Ma hyung non sei stato tu a dirmi di farlo e basta, che l'amore è una cosa troppo bella e preziosa per poterla rifiutare? Non sei stato tu che mi hai spinto verso la felicità? Cosa cambia tra me e te? -. Infatti cosa cambiava? Nulla! – La situazione è più complicata Jungkook- sospirò il maggiore – Non è vero sei tu che mi hai detto di non vietarmi l'amore, che era come eliminare una parte di me. Sei tu che mi hai detto che l'amore non è un peccato. Io so che non lo è...- disse quest'ultima frase più a se stesso che al compagno. Quella scena non poté non intenerire Jin, che portò una mano ad accarezzare la testa del maknae – Lo so Kookie ma una relazione è formata da due persone. Anche se io vorrei poter affrontare di nuovo questo amore la stessa cosa non si può dire di lui- chiarì il più grande – Perché lui non ti ama come tu ami lui? – Jin scosse la testa – No, lui mi ama anche di più. Ma come ho già detto è una testa calda, per ora non posso fare altro che stargli accanto come amico- "e compagno" aggiunse tra i suoi pensieri. – Allora sappi Hyung che se mai questo ragazzo dovesse ancora farti soffrire non avrà vita lunga, non sarò solo io a fargliela pagare, avrà contro tutti i BTS- Jin rise a quell'affermazione – Si Hyung vedrai come gliela faremo pagare, già immagino come sarà arrabbiato Namjoon, gliene dirà di santa ragione a quello stupido- proseguì il più piccolo ignaro del cambio di umore del maggiore. E già Namjoon gliene avrebbe proprio dette a quel poverino...




Allenamento, prove e lezioni era quello che toccava quel giorno ai nostri cari ragazzi. Dopo l'abbondante colazione preparata dal più grande dei sette, subito i ragazzi vennero accompagnati all'agenzia per seguire il tremendo itinerario. C'era chi sognava già l'unico giorno di riposo, la splendida domenica. Chi non sognava così in grande e si accontentava di immaginare il proprio letto, magari con qualcuno accanto che lo coccolava. Chi invece per non pensare a nulla si era immerso nel lavoro. Era il caso di Namjoon che dopo la brutta influenza si era gettato in allenamenti e prove per recuperare il tempo perso, ma soprattutto per evitare l'unico pensiero fisso Kim SeokJin. Era da quando si era ammalato che non aveva nessun tipo di contatto fisico con il ragazzo, si limitava ad avere strette e necessarie conversazioni. Ciò rendeva il diretto interessato furioso, ma si limitava a stringere i denti. Jin infatti non riusciva più a sopportare il comportamento di Namjoon. Prima lo mollava poi lo faceva illudere e poi di nuovo si allontanava. Sospirò il maggiore dei ragazzi mentre finiva quella serie di addominali. Quel giorno il loro personal trainer era particolarmente crudele, a tutti aveva assegnato una vastità di esercizi. Jin era distrutto e si accasciò per terra vicino allo specchio mentre sorseggiava una miscela d'acqua ed integratori. Destino volle che davanti i suoi occhi comparì, per pura magia, un Namjoon intento ad utilizzare quel marchingegno che Jin tanto odiava perché metteva in evidenza le splendide e meravigliose braccia del compagno. Dio come moriva ogni volta che le osservava. Il modo in cui le vene si evidenziavano ogni volta che compieva una flessione, quella perfetta loro carnagione, tutto di loro dava quell'aria di possanza. Jin si ritrovò a mordersi il labbro senza neanche accorgersene, ma la passione che si era accesa in lui ora era divenuta insopportabile. Doveva smettere di guardarlo, ma il ragazzo non ci riusciva, era come se i suoi occhi non volessero distarsi da quello spettacolo. Quante volte quelle mani che ora stringevano quei manubri hanno accarezzato la sua pelle, quante volte quelle stesse mani si erano intrecciate con le sue, quante volte gli avevano procurato piacere. Jin amava particolarmente le braccia di Namjoon. Ogni pretesto per lui era buono per accarezzarle o solo sfiorarle. Dio quanto le amava, dio quanto amava Namjoon. Fu proprio lui a risvegliarlo dai suoi perversi pensieri. Namjoon si era alzato dalla macchina e per un attimo i suoi occhi si incontrano con quelli del maggiore. Subito Jin si ritrovò in imbarazzo in quanto fu colto in flagrante. "Bravissimo Jin ti sei fatto beccare che lo osservavi, ma che dico che lo squadravi da capo a piedi. Ora che figura ci faccio... oddio non è che stavo anche sbavando? No ma che dico sembro una ragazzina innamorata, ma che sto combinando... Aiuto... Aspetta che sta facendo? P...perché sta venendo qui? Che vuole fare? Oddio Jin smettila sei una fottuta ragazzina alle prime armi? Comportati come un adulto, non ti deve importare nie... Aspetta che sta facendo, non può farmi quello sguardo così provocante, ma è impazzito? Vuole che gli salti addosso?" sì questo era ciò che Kim Seokjin stava pensando mentre lentamente Namjoon si avvicinava a lui "Ma è impazzito? Ci sono gli altri cosa vuole fare? Non guardarmi in quel modo ti prego..." Jin si morse il labbro proprio quando il leader arrivò accanto a lui, alzò lo sguardo era pronto per sentire la bellissima e profonda voce del leader. Ma Namjoon senza degnarlo di uno sguardo si abbasso poggiandosi sui talloni, prese una bottiglietta d'acqua lasciata lì vicino, bevve un lungo sorso e se ne riandò pronto per un'altra serie di esercizi. In tutto questo Jin era rimasto pietrificato. Davvero Nam aveva fatto finta di non conoscerlo? Andiamo solamente davanti una persona che non conosci, o vuoi far finta che essa non esista, ti comporti in quel modo. Erano arrivati fino a quel punto? Fino a far finta che l'altro non esista? Come diavolo poteva pensare di poter lavorare in quel modo? Il gruppo ne avrebbe sicuramente risentito? "Ed io che mi sono anche preoccupato per lui, non può aver fatto davvero una cosa del genere, è solo un brutto sogno Jin, tra poco ti sveglierai e capirai di aver sognato una assurdità". Ma era tutto reale, Namjoon lo aveva evitato, aveva evitato il suo sguardo, gli aveva fatto capire che ormai non esiste più nessun noi. In quel momento Jin si ritrovò a pensare alla conversazione avuta con il maknae quella mattina... Altro che amore, Jin si sentiva svuotato.





Era ormai ora di sera e i BTS erano appena rientrati nel loro dormitorio. C'era chi già si era buttato letteralmente in doccia per evitare ogni disputa con i compagni. Chi invece non era arrivato così lontano e aveva preferito tuffarsi sul divano aspettando il proprio turno per lavarsi. E poi c'era chi, come ogni sera, anche dopo un allenamento massacrante come quello, iniziava a preparare la cena. Jungkook era appena uscito dalla doccia e stava per lasciare il posto a Jimin se il campanello non avesse suonato. – Chi sarà a quest'ora? – chiese Taehyung seduto sulla poltrona del salotto – Aspettavamo qualcuno? –continuò Hoseok mentre si alzava per andare ad aprire –Forse è il manager che vorrà parlarci – ipotizzò Namjoon. Quando Hobi aprì la porta la persona che si trovò davanti non era di certo il manager, almeno che non avesse dei lunghi capelli verdi e avesse cambiato sesso. – Nire? – si stupì J-hope, catturando l'attenzione di tutti – c...cosa ci fai qui? - - Sono venuta a riportarti i vestiti che hai lasciato a casa mia – rispose la ragazza mostrando la busta che portava insieme ad un vassoio incartato, che catturò l'attenzione di Hobi - Siccome non volevo presentarmi a mani vuote e nemmeno apparire maleducata ho pensato di portare dei piccoli dolcetti li pot...- ma non finì la frase che venne subito invitata ad entrare, o meglio trascinata da J-hope. – Ma grazie davvero vieni che ti presento gli altri- - Ma no, io non vorrei disturbare- - Ma che dici! Ragazzi lei è Nire, ci ha portato dei dolci! - urlò euforico mentre portava con se la ragazza. Inutile dire che alla parola dolci tutti si erano ritrovati in cucina, perfino Jimin che era propenso a farsi la doccia. – Jimin-ah mettiti subito una maglietta abbiamo ospiti- lo sgridò Jin, chiedendo scusa alla ragazza subito dopo. – Sì ma non mangiatevi tutti i dolci- piagnucolò il ragazzo dalla sua stanza. Hobi rise alla scena per poi presentare a Nire i suoi compagni – Namjoon e Taehyung già li conosci, mentre il più scorbutico tra i presenti è Yoongi-hyung, il ragazzo che ti ha chiesto scusa prima e Jin-hyung, Jungkook è il più piccolino ma non farti fregare è il più forte tra i presenti, mentre il ragazzo che sta entrando adesso è Jimin – Jimin le sorrise mentre prendeva un dolcetto – Grazie per i dolci Nire- disse in modo cortese Taehyung – si grazie mille sono davvero buoni Noona- continuò Jungkook. – Non c'è di che- rispose educatamente la ragazza, mentre Jin versava da bere a lei e agli altri – Allora tu e J-hope fate coppia- ironizzò Jimin che quasi non fece strozzare con la bevanda i due ragazzi – dobbiamo lavorare insieme ad una canzone, siamo solo colleghi –replicò la ragazza - Se siete solo colleghi come mai sei qui? – commentò Namjoon, il quale si meritò un occhiataccia da parte del membro più grande, ma non gli diete nessuna attenzione. Nire diresse il suo sguardo al leader e prima di rispondergli lo fissò negli occhi – sono venuta a portargli i vestiti che aveva lasciato da me- - un po' insolita come frase non trovi- continuò il ragazzo, che riuscì ad eliminare ogni traccia di buon umore che vi era in quella stanza. – Cosa vorresti dire? - - Non dico nulla solo che i paparazzi sono sempre in agguato. Se qualcuno ti avrebbe fotografato venire qui? Cosa avresti fatto? Poteva scoppiare uno scandalo - tutti erano straniti dal comportamento di Namjoon e non osavano parlare - Non sono così stupida, so come evitare un paparazzo e soprattutto so come comportarmi davanti a loro. E se proprio lo vuoi sapere nessuno mi ha visto e il mio manager sapeva che sarei venuta qui, così come il vostro-. Ad intervenire fu J-hope prima che il leader potesse proseguire – Dai Nam infondo Nire non ha fatto nulla di male, le sue intenzioni erano buone...- - Lascia stare J-hope- interruppe Nire –volevo solo riportarti i vestite e non volevo farlo a mani vuote- la ragazza si alzò e fece un breve inchino di ringraziamento – non sarei neanche dovuta entrare, spero che i dolci siano stati di vostro gradimento. Scusate per il disturbo è stato un piacere conoscervi. Ci si vede in giro, anzi no! Non sia mai che qualche paparazzo potesse vederci insieme- detto questo e lanciata la frecciatina a Namjoon, Nire si fece accompagnare da Hobi all'uscita. – Mi dispiace per come ti ha trattato Nam- - risparmiati le scuse, lo ha fatto solo perché ti vuole bene. Ci si vede in agenzia – concluse Nire uscendo. Hoseok la guardò andare via e solo quando non vide più i suoi capelli verdi si decise a chiudere. In quel momento sentì i suoi compagni andare contro al loro stesso leader – Si può sapere cosa hai Hyung?- chiese Jimin – ti sei comportato veramente male con Nire- continuò Taehyung – Smettetela è stata irresponsabile, venire qui... se qualcuno l'avesse vista? – cercò di difendersi il ragazzo – Non sta a te deciderlo però- fu l'unico commento di Jin che per altro fece arrabbiare non poco il leader – certo che è affare mio sono il leader e mi preoccupo per Hobi, la sua carriera è legata a quella di tutti noi. Se la sua immagine risente di qualche problema inevitabilmente anche quella dell'intero gruppo- nessuno volle discutere, nemmeno Hobi che era appena rientrato in cucina. Jin diete le spalle al compagno, rivolgendo la sua attenzione alle pentole sui fornelli. Trascorsero attimi di silenzio dove tutti non osarono guardare il leader, ad interrompere quel momento fu Jungkook che, cercando di riportare il buon umore in casa, prese l'ultimo dolcetto e disse – Però a me è sembrata una brava ragazza, non mi ha dato quell'aria che mi avevate descritto- a seguire quel folle piano era Taehyung –a te piace solo perché ha portato da mangiare – – forse è vero, ma Hobi-hyung hai il mio permesso di metterci insieme – rise Jungkook ignaro di aver lanciato una bomba. Infatti da lì a poco Namjoon sbatté violentemente le mani sul tavolo e fece sobbalzare tutti i presenti. – Cosa diavolo ti passa per la testa Jungkook? Per caso ti sei scordato dell'esistenza della regola numero sette? Oppure è solo un ghirigoro sul nostro contratto? - Namjoon mai aveva aggredito così pesantemente uno dei ragazzi, anzi cercava sempre la via per la riconciliazione. Quindi non vi è da stupirsi se tutti i suoi compagni lo guardarono straniti. Jungkook non osò fiatare e abbassò la testa tanto era stato colpito da quel rimprovero. – Rispondimi Jungkook non fare il bambino, hai ventidue anni diamine! -. Il piccolo maknae si sentì incapace di rispondere, da una parte aveva seriamente paura del compagno. – Hyung smettila non vedi che lo stai spaventando- cercò di difenderlo Taehyung – Zitto Tae sto parlando con lui. Allora Jungkook? - - E...era... era solo una battuta Hyung- rispose a voce bassa il minore – Una battuta? Ti sembra una cosa su cui scherzare. In gioco c'è la vita di tutti, è ora che inizi a capirlo- - Hyung non è successo nulla- continuò anche Jimin a difendere il maknae – Non è successo niente? Lo sapete o no dell'esistenza della regola numero sette o me la sono sognata? Ripetila Jungkook avanti- ordinò Namjoon – Hyung... io... - il minore non riusciva ad organizzare nemmeno un discorso talmente era sotto shock - Jungkook ripetila immediatamente- continuò il leader alzandosi e fissandolo – Avanti-. Jungkook aveva gli occhi lucidi ma iniziò a ripete a memoria, tra una parola e l'altra vi era sempre un singhiozzo che fece crescere la preoccupazione negli altri - è ... severamente... vietato... al fine ... di non incorrere ... nello... - Jungkook si era fermato – avanti Jungkook continua – urlò Namjoon – Nam smettila – si intromise Hoseok – no smettetela voi, forza continua- il maknae ingoiò a vuoto, si sentiva la gola secca ma continuò lo stesso – di non incorrere nello... nello ... scioglimento ... del gruppo... fidanzarsi indipendentemente... - - KIM NAMJOON SMETTILA IMMEDIATAMENTE- Jin non ce la fece più a veder soffrire il più piccolo e aveva alzato la voce solo in quel momento, con l'effetto sperato. Infatti Nam aveva volto lo sguardo arrabbiato verso il maggiore – Non ti ci mettere anch...- - Si che mi immischio ti stai rendendo conto di come stai trattando Jungkook? Guardalo non riesce a parlare e trema per i singhiozzi. Che cazzo stai facendo? - Namjoon avrebbe voluto rispondere ma si blocco non appena vide effettivamente lo stato del membro più piccolo. Non aveva resistito e infatti il maknae era scoppiato a singhiozzare pesantemente quasi a non respirare più. Prendeva grandi boccate d'aria e veniva sorretto, anche se seduto, da Jimin ed Hobi mentre Taehyung cercava di calmarlo. Namjoon si sentì veramente un idiota, non sapeva cosa gli fosse preso – Jungkook io...- cominciò a dire ma venne bloccato da Taehyung che si girò di scatto arrabbiato – NO NON FARLO-. Namjoon rimase interdetto – ci penso io a lui- concluse Taehyung- ora basta calmiamoci- parlò Yoongi, che era rimasto in silenzio fino a quel momento, e con la voce più calma del mondo continuò – Tae, Jimin e Hobi portate Jungkook in camera sua e tu Nam vieni con me dobbiamo parlare, Jin finisci pure qui, ci penso io-.





-Mi spieghi che cosa ti è preso? – disse Yoongi una volta entrato nella sua camera e sedutosi sulla propria sedia. Namjoon si lasciò cadere sul letto, portò le mani a coprirsi il volto. Si vergognava, era lecito. Sapeva di aver combinato un casino. – Jungkook cercava solo di sdrammatizzare, molte volte abbiamo giocato sui punti del contratto. Cosa ti è preso questa sera? – continuò il più grande tra i due – Non lo so, mi sono arrabbiato. Forse sono tutti questi impegni che mi hanno portato a comportarmi in questo modo- - E perché hai trattato male Nire? Non è da te! - - Dovrei scusarmi anche con lei, sono stato un bastardo... Solo che ho avuto paura. Lei è stata al centro di quel grande scandalo sul suo gruppo e sul suo scioglimento, non volevo che Hobi ci finisse in mezzo e che posa ricadere pure sul gruppo- - E ti sembra un valido motivo per accanirti su Jungkook- Yoongi lo guardò seriamente – So di aver sbagliato anche con lui, ma la regola sette non è uno scherzo è una cosa seria, si parla della nostra vita, della vita dei BTS- - Ma non puoi impedire che uno di noi si innamori Nam- proseguì Yoongi – succederà un giorno e tu ti senti veramente pronto ad ostacolare qualcuno? O meglio ti senti pronto a far soffrire uno di noi? -. Namjoon lo fissava, senza dire una parola. Non sapeva come comportarsi. Sapeva di dover chiedere scusa a Nire, ai suoi compagni e soprattutto a Jungkook. Ma non se la sentiva di toccare quell'argomento. Andiamo stava evitando Jin da giorni ormai perché sapeva di non poterlo sopportare. Non poteva sopportare di averlo lì e non poterlo toccare o baciare o abbracciare. Quanto soffriva. – Lo so che ho sbagliato, davvero Hyung non so cosa mi sia preso, so solo che devo chiedere scusa a tutti per come mi sono comportato-. Yoongi lo fissò per attimi che per il minore sembravano infiniti – Dimmi un'altra cosa. Cosa hai fatto con Jin-Hyung? -. Namjoon rimase stupito – cosa intendi dire? - - Non sono stupido Nam, ho visto che vi lanciate sguardi di sfida, sembrate quasi odiarvi-. Namjoon anche se non voleva però dovette mentire – Non è successo nulla di grave abbiamo avuto un piccolo battibecco ma lo sai come è Jin-hyung porta rancore e ancora me la fa pagare. Certo che dopo questa sera sono sicuro che durerà ancora per un po'- sorrise amaramente mentre abbassava la testa. – Sono sicuro che a Jin-hyung sarà già tutto passato, solo che vuole stare al centro dell'attenzione- constatò Yoongi posandogli una mano sulla spalla, una volta alzatosi dalla sedia. – Forza ora vatti a fare una doccia e poi potrai chiedere scusa a tutti-. Namjoon guardò il suo Hyung – Grazie Hyung, vorrei scusarmi per la mia scenata – fece un inchino – Non devi farlo con me Nam e poi è già tutto passato, forza ora vatti a lavare-.





Taehyung era rimasto accanto a Jungkook anche dopo che Jimin e Hobi se ne furono andati. Il maknae aveva continuato a singhiozzare per un bel po' di tempo, tanto che Taehyung, non potendolo vedere in quel modo, lo costrinse a stendersi sul letto e a farlo poggiare sul suo petto e con tutta la calma del mondo iniziò ad accarezzargli i capelli mentre gli canticchiava una canzone. Piano piano Jungkook iniziò a calmarsi cullato anche dal ritmo del respiro del maggiore. – Stai meglio Kookie ora? - - Si Hyung grazie- rispose semplicemente il minore stringendosi però al ragazzo. – Vuoi parlarne Kook? Ti farà bene, non tenerti tutto dentro-. Jungkook sembrò rifletterci e una serie di tremolii percorsero il suo corpo, ma subito Taehyung lo tranquillizzò – Eih calmati, stai tranquillo. Se non vuoi non fa nulla, non sei obbligato a parlarne, ma tenerti tutto dentro non ti fa bene lo sai Jungkook- - lo so Hyung-. Stettero così per un lasso di tempo indefinito. Taehyung che lo accarezzava e coccolava e Jungkook che si beava di quel momento con il suo ragazzo. Fu allora però che decise di parlare – Hyung? - -Si Kookie- - Cosa ho fatto di male? Perché Namjoon-hyung mi ha trattato in quel modo? -. Taehyung gli si spezzò il cuore nel sentire quella voce così incrinata dal pianto e nel vedere quei due bellissimi occhietti gonfi e rossi – Non so il perché forse lo Hyung stava arrabbiato per altri motivi e si è sfogato in quel modo, ma sono sicuro che ora si sarà pentito e vorrà farsi perdonare Kook-. Taehyung lo sapeva che infondo Namjoon non era infuriato con lui, anzi si vergognava anche lui stesso per come gli aveva risposto poco prima. Quel "no" urlato così violentemente, ma non aveva potuto sopportare Jungkook, il suo Jungkook, essere ridotto in quello stato. – Hyung? - - Sì Kookie- - Lo so che è brutto da dire ma mi ha fatto male- il maknae si strinse di più al ragazzo intrecciando le loro gambe e le loro mani – Mi ha fatto male ripetere la regola numero sette, era come realizzare che quello che stiamo compiendo è contro il nostro regolamento- Taehyung lo fissava – era come realizzare che sto, stiamo sbagliando, che il nostro amore è un errore- Jungkook ricominciò a singhiozzare. – Kook, mio piccolo Kook secondo te tutto quello che proviamo è male? Tutto quello che abbiamo fatto, ogni bacio, ogni carezza, ogni abbraccio è un errore? Ogni notte in cui abbiamo dormito insieme è stata così brutta? -. Jungkook si alzò di scatto, poggiando le sue mani sul materasso così da raggiungere gli occhi del compagno – No Hyung non è stato per niente brutto, io sono stato bene e lo rifarei altre mille volte-. Taehyung sorrise- Allora ti sei risposto da solo piccolo, tutto il nostro amore non potrà mai essere un errore semplicemente perché la vita è breve, dobbiamo godercela. Abbiamo vissuto troppe cattive esperienze per privarci di ciò. Se tu vuoi lasciarmi Kook non te lo impedirò ma dovrai essere tu a volerlo. Quindi dimmi Jungkook vuoi lasciarmi? - chiese mentre il più grande accarezzava la guancia al più piccolo. – No Hyung, certo che no! Ma le parole di Namjoon mi hanno fatto riflettere, abbiamo iniziato questa storia in maniera molto frivola. Non fraintendermi, io ti amo, ma la nostra è una situazione complicata, dovremo stare molto attenti, dovremo sempre controllare i nostri comportamenti - - è un prezzo che sono disposto a pagare- si intromise Taehyung – Si anch'io ma non è una cosa da prendere alla leggera. Ti ho raccontato di Jin-hyung e di quello che mi ha detto questa mattina, lo vedo triste. Lui ama ed è amato ma non possono stare insieme e si vede che ne soffre. Io non voglio che uno di noi si trovi in quella situazione, come non voglio nemmeno che per colpa nostra il gruppo ne possa risentire. Questo ho capito questa sera. Per colpa nostra il gruppo potrebbe risentirne e io non voglio che ciò accada. Non voglio separarmi da te, dagli altri... non voglio-. Jungkook si era ormai seduto e aveva ricominciato a singhiozzare, Taehyung si alzò e portò il suo braccio intorno al collo per poterlo abbracciare mentre l'altro gli accarezzava la schiena. – Jungkook lo so, nessuno aveva detto che la nostra situazione è facile, abbiamo un sacco di cose a cui pensare. Però ricordi cosa abbiamo deciso quella sera? Abbiamo deciso di provarci, di vedere come andava, per poi decidere il da farsi. Quindi se ora tu non vuoi più stare con me io lo accetterò- - No Hyung- lo interruppe il maknae – io voglio stare con te, Hyung non ce la farei ora ad allontanarmi da te. L'unica cosa di cui sono sicuro è che non voglio che un mio errore ricada sugli altri, ma sono anche sicuro di amarti. Per questo non posso e non voglio lasciarti Hyung non potrei vivere con te e non poterti baciare, non lo sopporterei- - Quindi cosa vuoi fare Kookie? - gli chiese sorridendo Taehyung – Voglio stare con te ma dovremo stare attenti, non voglio che il mio errore possa distruggere il gruppo- - Continui a ripete che è solo un tuo errore. Prima di tutto l' "errore" è anche mio, quindi è nostro. E secondo non esiste nessuno errore quando si tratta di amore Jungkook. Io ti amo- sorrise Taehyung – Anch'io ti amo Hyung- sorrise di rimando il maknae. Si scambiarono così un profondo bacio. Le loro lingue si intrecciavano in una danza fantastica completandosi a vicenda, i loro respiri risuonavano nell'aria creando un armoniosa melodia e il sapore delle loro bocche si mischiavano tra di esse. Insomma il bacio fu ricco di loro, dei loro sentimenti e di quel amore, infondo non sbagliato.





Namjoon era entrato in cucina constatando di essere il primo ad arrivare, o meglio il secondo visto che Jin si occupava ancora della cena. Nell'aria aleggiava uno strano senso di inquietudine tra i due. Jin sapeva della presenza del leader ma non volle iniziare nessuna conversazione e era sicurissimo che il leader non avrebbe fatto nulla per favorirla. Si sbagliava. – L'odore sembra buono- incominciò il ragazzo seduto al tavolo. Jin gli rivolse uno sguardo che non prometteva nulla di buono – D'altronde i tuoi piatti sono sempre buoni- Jin continuò a non rispondergli. Namjoon sospirò – Hyung rispondimi - - e perché dovrei tanto io non esisto! – ribatte il più grande – Voglio chiederti scusa – Jin si voltò - per cosa? - - Per come mi sono comportato con Nire e con gli altri - - Solo questo? – reagì il ragazzo – Si mi sono comportato da idiota- abbassò il capo il leader. Jin ritornò a guardare i fornelli – Su quanto sei idiota concordo con te, ma non devi chiedere scusa a me, Jungkook è stato le ore a singhiozzare, era davvero risentito- - Ho intenzione di farlo infatti- - bene- concluse Jin - bene- ripeté Namjoon. Il più grande continuò a cucinare non volendo di fatto vedere il proprio compagno che gli recava così tanto dolore, ma il silenzio si fece troppo pesante. Sbatte le bacchette con cui stava sistemando il cibo nei piatti sul piano cottura – Vorresti dire che non vuoi più dirmi nient'altro? – sollecitò Jin un po' troppo rumorosamente – Cosa stai dicendo? - - Cosa sto dicendo? Ma sei serio? Prima mi molli per ragioni che non sto più a spiegare, mi dici di comportarci come se nulla fosse stato e va bene, ma arrivare perfino a comportarti come se io non esistessi è troppo- sputò tutto d'un fiato il maggiore. – ma cosa vai farfugliando – fu la risposta del leader – vorresti dirmi che non è vero? Avanti Nam guardami negli occhi e dimmi che non è vero – Nam lo stava guardando e Jin si era avvicinato – Tra i due quello che oggi stava guardando l'altro sei tu- replicò Namjoon. Jin sospirò e abbassò la testa. Il leader colse subito quell'espressione sul suo volto. Delusione. – è perché ti amo Nam che ti guardo, è l'unica cosa che io possa fare-. Jin tornò così ad occuparsi dei suoi piatti. Namjoon non poteva essere così crudele con lui, non dopo tutto quello che avevano condiviso, non dopo tutto l'amore che avevano provato e che ancora provavano. Era deluso? Sì, chi non lo è davanti ad una persona che affermava di amarti e ora fa l'indifferente, che ti riduce ad un nulla. Jin non riuscì a fermare un singhiozzo che si incastrò nella sua gola e poi si espanse prepotente nella cucina. Non poté però vedere le nocche di Namjoon divenire bianche. Lui era seduto e stringeva le proprie mani. Era un idiota. Non poteva far soffrire così l'uomo che amava. Era un sciocco. Perché per non provare più dolore si era convinto di dover fare come se Jin non esistesse. Come è che si dice lontani dagli occhi lontano dal cuore? Ecco, di certo non poteva andarsene, non poteva lasciare il gruppo, ma per averlo lontano dagli occhi l'unico piano buono era quello di far finta che il suo compagno, il suo amore non esistesse. Era un demente. Perché magari lui non avrebbe sofferto, ma così non si accorse che stava facendo soffrire l'unico uomo che avrebbe mai amato. Dio quanto si vorrebbe picchiare in quel momento, ma era l'unica soluzione. Strinse i denti e lasciò che Jin si asciugasse da solo le proprie lacrime guardando fisso davanti a se.




Poco alla volta la cucina si riempì con tutti i BTS. Jin aveva appena finito di portare le pietanze sul tavolo quando Namjoon si alzò. Jungkook da quando era entrato nella sala non aveva avuto il coraggio di guardare il suo leader. Namjoon se ne accorse subito e volle presto rimediare. – Innanzitutto vorrei scusarmi con te Hobi per come mi sono comportato oggi con Nire, ho l'intenzione di chiedere scusa anche a lei e chiedo scusa anche a voi per la mia sfuriata. Ma soprattutto vorrei scusarmi con te Jungkook, so che il tuo intento era buono, mi sono veramente comportato in modo pessimo, spero che tu potrai perdonarmi. Se non dovesse esser... - - Ma certo che ti perdono Hyung- urlò subito Jungkook mentre correva ad abbracciarlo tra i sorrisi e le risa dei presenti – è stata una giornata no, capita a tutti- concluse il maknae. – Veramente scusatemi ragazzi- si inchinò il leader – si si sei perdonato, ma ora sbrigati a sederti e mangiamo prima che il cibo si raffreddi – ironizzò J-hope già con le bacchette in mano – Si non vogliamo far raffreddare il buon cibo di Jin-hyung- continuò Jimin. In altri tempi Jin avrebbe risposto come suo solito, complimentandosi con se stesso. Ma non quella sera e ciò non accadrà neanche nelle sere successive. Lì si limitò solamente a regalare un sorriso forzato, che non venne notato però. Anzi solo una persona in realtà lo osservò. Namjoon vide il sorriso amaro, così come lo sguardo vuoto che non aveva mai caratterizzato quel volto. Ma si costrinse a non notarlo, sa che sarà una cosa passeggiera, infondo lo spera.




L'una di notte, o del mattino, era ormai passata da un bel po' ma per due amanti ciò non aveva importanza. Yoongi e Jimin si trovavano stesi e ricoperti da una pesante coperta, completamente nudi. Erano stremati per il duro allenamento, dalle sorprese e dagli avvenimenti avuti quel giorno, ma ciò non aveva impedito loro di unirsi anche quella notte. Ed ora si trovavano lì nudi sul loro divano, mentre gli altri dormivano. Yoongi era allungato e poggiava la testa sul bracciolo, mentre Jimin era completamente steso su di lui. Nessuna carezza, nessun segno di affetto solo l'affanno di una notte di sesso unito a qualche avanzo della precedente lussuria. Yoongi aveva le braccia intrecciate dietro la testa guardava il soffitto perso in solo lui sa cosa, solo Jimin ogni tanto giocava con la pelle del più grande compiendo dei piccoli cerchi sulle sue clavicole. – Hyung- ad interrompere quella pace fu proprio Jimin che smise di far circolare il suo dito. Yoongi chiuse gli occhi ma rispose comunque – Dimmi Jimin-. Il ragazzo si prese una pausa prima di continuare a parlare – Non stiamo sbagliando? Cioè non stiamo andando contro la regola sette? -. Yoongi non rispose subito, ma aprì gli occhi e abbassò il capo per poter guardare il ragazzo negli occhi – Perché mai? Stiamo facendo solo sesso Jimin. Fin quando continueremo a farlo nel mio studio o qui nel dormitorio all'insaputa di tutto e tutti andrà bene. Non rischieremo di mettere nei guai nessuno. Ci stiamo solo divertendo e appagando i nostri istinti sessuali Jimin, non si parla di amore-. Jimin fisso il ragazzo. Aveva ragione la loro storia non era per nulla una storia d'amore. Non erano nati per quello, il loro rapporto si basava esclusivamente sul sesso. Eppure, quando Jimin si abbandonò di nuovo sul corpo del maggiore, perché si sentiva strano?

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