Capitolo 15

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BTS- Forever Cap.15



Un'altra nota, un altro suono e anche questo non andava bene. Yoongi era ancora rinchiuso nel GeiusLab indeciso o no se cancellare quella traccia audio che non lo convinceva per nulla. Era passata circa una settimana da quando Jimin gli aveva portato il pranzo per la prima volta ed ora il ragazzo aveva preso l'abitudine di farlo ogni singolo giorno e più di una volta entrambi non si limitarono solo a mangiare. Distrazione. Questo rappresentava Jimin per Yoongi. Aveva impiegato tutti quei sette giorni ha comporre quel misero minuto di audio, ed ora stava veramente pensando di eliminarlo. Non gli piaceva, non si sentiva preso dall'ispirazione. Era solamente una traccia caotica, banale ed elementare. Non vi era nulla che lo spingesse a dire "è lei". Non sentiva quelle sensazioni che lo coglievano ad ogni canzone che aveva composto. Una canzone se era quella giusta se ne accorgeva. Sentiva un calore all'altezza del cuore, un qualcosa dentro che contemporaneamente gli permetteva di far uscire fuori le parole che poi sarebbero divenute il testo del brano. Ma niente di tutto ciò lo colse, non sentiva nulla. Perciò si ritrovò a maledire se stesso perché in quella settimana aveva perso tempo. Aveva perso tempo nello scrivere quella dannata melodia mediocre, aveva perso tempo ora nel decidere di cancellarla o no, mentre poteva benissimo farlo fin da subito, ma soprattutto aveva perso tempo appresso a Jimin. Il ragazzo lo veniva a trovare ogni singolo giorno. Yoongi aveva assecondato tutti i suoi istinti, con la speranza di poter trovare un po' di pace con se stesso e permettere alla creatività di fare il suo lavoro, eppure qualcosa non andava. Mai aveva avuto un blocco così grande. Diamine un intera settimana! Così si ritrovò a dare la colpa a colui che proprio cercava di aiutarlo. Jimin non ebbe da ridire nulla, consapevole di quel passaggio transitorio. Andiamo ci era passato anche lui. Semplicemente è più facile dare la colpa agli altri che a se stessi, lui l'aveva capito bene. Per questo si limitava a portare il pranzo a Yoongi e ad assecondare il suo volere, se quest'ultimo lo permetteva. Infatti da circa due giorni Jimin rimaneva solo in disparte, guardando il maggiore perdersi tra quelle note. E fu lì che Jimin si accorse del grande problema di Yoongi. Adorava le composizioni del compagno, così come gli splenditi testi che fuoriuscivano dal suo spiccato talento. Eppure quella melodia a cui stava lavorando non lo convinceva molto. Di sicuro Yoongi poteva fare decisamente meglio. Cosa lo bloccava? Vide il maggiore eliminare definitivamente quella melodia e subito dopo portarsi le mani sulla testa, scompigliandosi i capelli in un ultimo gesto di disperazione. – Hyung- si decise a dire Jimin che ottenne in risposta solo un suono gutturale. – Hyung- ripeté più convinto il ragazzo, ma Yoongi cercò anche questa volta di evitare di rispondere. – Diamine Hyung rispondimi, so che puoi sentirmi- - Cosa vuoi Jimin? - chiese esasperato il maggiore dandogli ancora le spalle. Jimin fissava la schiena del ragazzo incapace di dar voce ai suoi pensieri. Da parte sua Yoongi invece, esasperato dalle continue chiamate del minore e dal fatto che ora aveva perso magicamente la voce, perse quella poca pazienza che gli era rimasta. – Si può sapere che diamine vuoi Jimin, prima mi infastidisci continuamente interrompendo il mio lavoro e poi ti ammutolisci di colpo, non ti è chiaro che voglio essere lasciato da solo? - - Hyung non volevo disturbarti, non era mia intenzione, anzi tutt'altro- - Ma non ti sei accorto che mi stai solo infastidendo con la tua presenza? – Jimin a quelle parole abbassò la testa – Scusami Hyung io pensavo che ti facesse piacere avermi qui - -Pensavi male, mi stai solo rallentando. Ho perso solo del tempo stando a presso ai tuoi capricci-. Se prima Jimin era alquanto dispiaciuto del risvolto che aveva preso la situazione ora non era così. Li poteva andare bene essere utilizzato come valvola di sfogo, d'altronde il loro rapporto da quella notte si basava su quello, ma non voleva essere considerato addirittura il problema. – I miei capricci? Ma se sono qui è solo perché ti serviva qualcuno con cui sfogarti per non dire parole molto più volgari- -Ma cosa stai dicendo sei tu quello che una settimana fa entrò qui con l'intenzione di succhiarmi il cazzo- - Come ti permetti ad insinuare una cosa del genere? Io non ero venuto con quella intenzione, mi ero solo preoccupato per te e vedendoti in quel modo ho solo pensato che dovevi rilassarti, ma ora vedo che ho fatto male a preoccuparmi per te! -. In tutto questo i due ragazzi si trovavano ora faccia a faccia. Jimin in piedi con i pugni serrati e Yoongi ancora seduto sulla sua sedia che osserva arrabbiato il minore. – Tu preoccupato per me? Se lo eri per davvero non m avresti rotto con i tuoi inutili giochetti - - Tanti inutili non mi sembravano visto come ti piacevano- rispose a tono Jimin incrociando le braccia al petto. Yoongi rimase per qualche secondo immobile ad osservarlo, incredulo della risposta del minore. – A quanto pare avevo ragione a definirti una puttana Jimin- disse il più grade prima di voltarsi e puntare il suo sguardo sul monitor, pronto a lasciarsi alle spalle quella conversazione. Ma Jimin non era del tutto deluso dalle parole dette dal ragazzo, sapeva che a parlare era la disperazione e non lui, però un qualche effetto gli fecero. Sentì nascere un peso all'altezza del cuore e quello stesso peso si trasformò in parole. – Davvero Hyung pensi tutto questo di me? Che io sia venuto qui con l'intento di farti un torto? -. Jimin non ebbe risposta, Yoongi si limitò a non muoversi. – Mi dispiace che tu pensi questo di me, io davvero volevo solo aiutarti nel modo che mi era possibile... Scusami non lo farò più- e mentre pronunciava tali parole il minore si dirigeva verso la porta, la aprì e fu anche pronto ad uscire se Yoongi non gli avesse ordinato di fermarsi. – Chiudi subito quella porta Jimin-. Il ragazzo era interdetto, il suo cervello gli diceva che la cosa migliore da fare era uscire da quella stanza, così da evitare un ulteriore rimprovero da parte di Yoongi, eppure non lo fece. – Jimin ti ho detto di chiudere quella dannata porta e venire qui- continuò il maggiore. Il ragazzo fece come gli era stato detto. Una volta chiusa la porta si voltò verso il compagno ancora seduto e ancora rivolto verso il monitor – Vieni qui a sederti- ordinò Yoongi mentre batteva il palmo della mano sulla sua coscia. Jimin osservò prima il movimento compiuto e poi si decise a sedersi sulle gambe di Yoongi, in modo tale che la sua schiena poggiasse sul poggia gomiti, così da consentire ai due ragazzi di guardarsi in volto. Yoongi poggiò la mano sulla coscia di Jimin che prese in seguito ad accarezzare – Forse ti ho assalito un po' troppo- sussurrò il più grande – Forse io ti ho disturbato troppo questa settimana- sussurrò a sua volta Jimin mentre si perdeva in quei pozzi neri che erano gli occhi del ragazzo più grande. – Ma rimango del fatto che sei una puttana Jimin- rise Yoongi. Ciò fece scaturire anche il sorriso sul volto del minore – Lo so, ma io sono la tua puttana- poggiò la propria testa sulla spalla di Yoongi e continuò – d'altronde mi sembra che dicesti proprio così quella sera - - Quale sera? - domandò ironicamente l'altro ragazzo mentre gli accarezzava la schiena – Oh ma come non ricordi quel tizio dai capelli verdi? Dicesti prepotentemente di essere di tua proprietà- - Non ricordo una cosa del genere- - oh io credo proprio di sì- rise di nuovo Jimin. Le loro labbra si toccarono in un bacio che di tenero non aveva un bel niente. La lussuria vigeva sovrana in quell'atto che diventava sempre più vorace. Entrambi volevano divorare le labbra dell'altro, entrambi volevano giocare con le rispettive bocche. Yoongi prese a succhiare il labbro inferiore del minore, che dal canto suo si lasciava trasportare da quelle sensazioni esprimendo questo suo stato di piacere con vari gemiti che si andarono a nascondere nella bocca del maggiore. Ma anche Jimin voleva avere il suo momento e portò la sua lingua a giocare con quella del maggiore, picchiettava e si intrecciava con la gemella creando una carica erotica tra i due ragazzi se possibile ancora più intensa. Yoongi però volle riprendere il controllo spingendo più che poté la propria lingua nella cavità orale di Jimin, che involontariamente si allontanò, ma subito il maggiore portò una mano dietro la nuca del giovane impedendogli ulteriori movimenti. Così in un attimo di pura lussuria iniziò a succhiare e mordere la lingua di Jimin, che fu completamente travolto dal piacere tanto che non riuscì a trattenere i successivi lamenti di piacere. Bocca contro bocca, denti contro denti e con le lingue intrecciate non resistettero nel non continuare quel bacio anche quando il bisogno di aria si faceva più prepotente. Il primo infatti che cercò di allontanarsi per riprendere fiato fu Jimin, ma Yoongi lo bloccò subito tenendo intrappolata tra i denti la lingua del più piccolo. In seguito a quel gesto inaspettato Jimin alzò lo sguardo intrecciandolo con quello del maggiore, mentre la sua lingua rimaneva ancora intrappolata. Fu un qualcosa di talmente erotico per il più piccolo che sperò che quel momento durasse per sempre.




-oh Jimin, Jimin, Jimin... quando la smetterai di essere così provocante? Mi fai venire voglia di punirti, lo sai? – disse Yoongi accarezzandogli il mento - E perché non lo fai Oppa? – rispose Jimin mordendosi il labbro – Chi ti ha detto che non lo farò? – Yoongi iniziò di nuovo a baciare voracemente Jimin, non limitandosi più alle labbra. Scese a baciargli il mento, per poi spostarsi sul collo e infine si fermò alle clavicole ben marcate e semi nascoste dalla maglia del minore. Jimin portò indietro la testa avvicinando di più il suo corpo verso quello del compagno, volendo sentire e gustare ogni minimo gesto. Quando Yoongi si allontanò fu lui stesso che prese a dedicargli attenzioni. Baciò e succhiò avidamente quelle sottili labbra per poi proseguire sulla mascella fino ad arrivare alla base del collo, senza mai staccare nemmeno per un secondo le sue morbide labbra dalla candita pelle del maggiore. Da parte sua Yoongi portò la sua mano a stringere i capelli di Jimin. – Dimmi Jimin vuoi essere punito? – chiese così Yoongi mentre costringeva il più piccolo ad alzare la testa. – Perché dovrei essere punito? – domandò a sua volta Jimin. Il maggiore strinse ancora di più i capelli del minore, in modo tale da inclinargli la testa, facendo sì che sul suo volto comparisse un'espressione di dolore – Mi stai chiedendo anche il perché? È facile mi hai tenuto impegnato per tutto questo tempo e non ne è uscito nulla di buono. Chi dovrei incolpare per tutto ciò? - - Allora perché chiedermelo se hai già deciso tutto? -. Yoongi sorrise maliziosamente, avvicinò l'orecchio di Jimin alle sue labbra e gli sussurrò – Sì, credo proprio che ti punirò! -. Il maggiore iniziò a mordere il lobo del più piccolo, per poi scendere di nuovo verso il collo, mentre la sua mano abbandonava ormai la testa di Jimin per poi andare ad aiutare la gemella nel più che facile compito di togliere la maglietta al compagno. In un attimo le mani di Yoongi percorsero ogni centimetro dell'addome dell'altro. Jimin si lasciò trasportare dall'euforia iniziando a svestire il compagno. Una volta toltagli la felpa cercò di proseguire verso la cerniera dei pantaloni, ma Yoongi lo bloccò all'istante – Cerca di rimanere al tuo posto Jiminnie! -. Il maggiore riprese a mordere ogni centimetro della pelle del più piccolo.





Avido era Yoongi nel gustare la morbida pelle di Jimin, che ormai non riusciva più a trattenere nessun gemito. "Per fortuna che il GeniusLab è insonorizzato" si disse il minore mentre il compagno spostava la sua mano verso il suo sesso ormai solamente coperto dalle mutande. Yoongi iniziò a massaggiare sopra la stoffa dei boxer fin quando non si decise ad andare oltre. Prese tra la mano il sesso del minore ed iniziò a muoverla con un ritmo lento e straziante, che costrinse Jimin a chiedere di più – Oppa, ti prego! Più... più veloce-. Ma Yoongi non lo accontentò anzi prese se possibile a muoversi ancora più lentamente, marcando ogni singolo movimento. – Oppa vo... voglio di più ti prego-. –Sei sicuro di quello che chiedi Jimin? – rispose maliziosamente Yoongi per poi continuare – Potresti cacciarti in grossi guai-. Ma il piccolo Jimin oramai era accecato dalla lussuria – Ti prego Oppa, non... non ce la faccio più -. Il maggiore non aspettava altro e con una serie di movimenti Jimin si ritrovò piegato sopra la scrivania, affianco ad una serie di pulsanti che lui stesso non ne conosceva l'utilità, con l'addome completamente schiacciato sul freddo legno, privo dei suoi boxer. Mentre Yoongi, alzatosi anche lui dalla sedia, accarezzava con il solo indice l'incavo della schiena del compagno. Inutile dire quanti brividi di piacere procurò quel gesto al minore, che riprese a gemere solo quando al posto del dito venne sostituita la lingua del più grande. Iniziò così a mordere ogni pezzo di pelle della schiena di Jimin, mentre la sua mano vagava verso l'entrata del minore. Prima sprezzante come non mai Yoongi prese a giocare con quel delizioso corpo, spostando il dito ogni qualvolta che si avvicinava troppo alla fessura del compagno. Adorava vedere fremere dall'impazienza il piccolo Jimin. – Oppa non... non giocare con me ti prego, ne ho bisogno- - Come posso dirti di no se me lo chiedi con questa voce così tremante dalla lussuria- gli sussurrò all'orecchio il maggiore. In un attimo infatti il dito di Yoongi fu dentro Jimin, che non si limitò nel far sentire all'altro ragazzo la sua bella voce. Subite ne venne inserito un altro e poi in terzo. – Oppa ti prego, ti voglio ora-. Ma Yoongi si fermò – Non sei tu quello che detta le regole qui ChimChim-. Nel dire ciò Yoongi si sporse più che poté con il proprio bacino verso il fondoschiena del ragazzo piegato. Quel contatto costò molto caro a Jimin – Ti prego Oppa-. Ma appena pronunciò quelle parole così come Yoongi si era avvicinato così si allontanò sedendosi sulla sua adorata sedia. Jimin rimase interdetto tanto è che rimase per ben due minuti ancora nella stessa posizione, piegato sulla scrivania. – Hai intenzione di stare lì ancora per molto io dovrei lavorare- come se nulla fosse Yoongi lo guardava divertito. Solo allora Jimin comprese che brutto e terribile scherzo gli aveva giocato – Brutto bastardo- iniziò a dire mentre si voltava verso di lui – l'hai fatto apposta, come hai potuto...- - Frena le parole Jimin, ti ho detto che ti avrei punito e quale miglior modo per farlo se non questo-. Jimin era senza parole si trovava di fronte un divertito Yoongi seduto composto sulla sua dannata sedia senza maglia che si godeva la sua reazione e non solo. Infatti solo in quel momento si accorse di essere del tutto nudo e cercò di coprirsi, tentativo non molto riuscito. – Cosa fai ora ti copri Chim? Mi sembrava di aver capito che non volevi più tenerti i vestiti addosso - - Brutto bastardo - - Questo lo hai già detto Chim - - Non chiamarmi in quel modo- urlò furioso il minore – Decisamente preferisco che dalla tua bocca escano altri tipi di suoni - scherzò maliziosamente il più grande. – Stronzo – fu l'unico commento di Jimin mentre si voltava a raccogliere i suoi boxer, ma proprio quando stava per prenderli Yoongi lo strattonò e lo fece sedere su di se. – Ti ho forse detto che ti puoi rivestire? - domandò allora al minore che non rispose solamente perché venne preso in contropiede. "Si può sapere quando lo Hyung sia diventato bipolare? Mi sta facendo venire il mal di testa" pensò Jimin. Perso in questi pensieri voltò lo sguardo verso il compagno e lo vide perso ad osservare lo schermo del monitor sopra la scrivania. – Scusami – disse d'istinto Jimin catturando l'attenzione del compagno – Scusami se ti ho disturbato in questi giorni, avrei dovuto chiedertelo se pot... - - Non è colpa tua Jimin, dimentica le parole che ho detto prima, ero arrabbiato -. Yoongi fissava ancora il monitor – Forse è meglio che vada- iniziò a dire Jimin mentre si alzava dalle gambe di Yoongi, ma venne trattenuto – prova ad alzarti e ti giuro che quello che ho fatto prima non sarà nulla in confronto a ciò che ti farò-. Yoongi blocco il minore posizionandolo tra le sue gambe e facendogli poggiare la testa sulla sua spalla. Restarono così per un po' Yoongi a fissare un punto indefinito e Jimin a sentire il ritmo del respiro dell'altro, ancora nudo. Jimin era preoccupato per il compagno sapeva che a breve avrebbe dovuto consegnare una canzone e vederlo in quello stato non aiutava le cose, si sentiva in colpa. Alla fine Yoongi non aveva del tutto torto. Era colpa sua come era colpa di Yoongi entrambi ormai sapevano bene questo fatto. IL suo sguardò finì sulla tastiera posizionata lì vicino, istintivo fu il chiederli – Hyung mi suoni qualcosa? -. Yoongi non era proprio dell'umore adatto, ma ormai la giornata era quasi finita tanto valeva accontentarlo. Con il minore ancora in braccio posizionò le sue mani sui primi tasti, le prime note di una canzone che sapeva piacere a Jimin. Nello studio risuonavano le piccole e dolci note di "Spring day". Jimin adorava ascoltare Yoongi suonare il piano, ne rimaneva sempre incantato. Come quella volta, non si sarebbe mai stancato di osservare quelle grandi mani accarezzare così dolcemente qui tasti, quel tocco dimostrava tutto l'amore che il più grande aveva per la musica. Un po' Jimin era geloso di quella tastiera. Finita la canzone il minore depositò un breve bacio a stampo sulla guancia del compagno – rimango sempre senza parole quando suoni Hyung- disse in seguito. – Vorresti suonare qualche noto Chim? - chiese Yoongi non conoscendo neanche lui il perché di quella domanda così sciocca. Ma il più piccolo non se lo fece ripetere due volte e posizionò le mani nelle uniche due note che conosceva e che tra l'altro gliele aveva insegnato proprio lui parecchi anni fa. Subito le mani di Yoongi andarono ad aiutare quelle paffute e piccole di Jimin. Le accompagnava in ogni singola nota che il minore chiedeva di fare. Yoongi non seppe dire come arrivarono a quelle note così confusionarie suonate così per divertimento dal minore, ma la risata di Jimin dovuta a quell'alternanza di suoni contagiarono anche il più grande. Stettero così per qualche minuto fin quando Jimin non dovette davvero andare. Così Yoongi si ritrovò di nuovo da solo davanti a quel monitor, ma questa volta lo schermo aveva qualcosa di diverso. Nell'euforia del momento non si era accorto che la modalità di registrazione era rimasta accesa e che tutte le strampalate note suonate per divertimento da Jimin erano state salvate. Per pura curiosità premette sul tasto play. Una serie di note si susseguirono che fecero ricordare al ragazzo lo strano momento vissuto con il compagno. Eppure ascoltata una seconda e terza volta non erano poi così male.





-Mi spieghi una cosa- disse Hobi rivolto a Jin, intendo a preparare la cena per se e i suoi compagni – perché se SOLO Nam sta male tocca anche a noi mangiare quella roba lì -. J-hope era stato mandato in avanscoperta dai più piccoli del gruppo che non volevano proprio mangiare quella, a detta loro, schifosa brodaia. La maknae line si era impegnata nel trovare un degno ambasciatore per quella richiesta. Il povero Hobi si era trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, non se la sentiva di rifiutare e in più quella buonissima zuppa per malati non gli andava proprio. – Se non vi sta bene potete anche cucinare da soli. Questa c'è questa vi mangiate- sentenziò Jin rivolto più ai più piccoli nascosti dietro la colonna. – Mi dispiace ragazzi, io ciò provato- si rivolse allora Hobi ai compagni ormai pienamente rassegnati all'idea di mangiare quella cosa lì. Con l'umore sotto i piedi si diressero verso il soggiorno decisi a deprimersi sul comodo divano. Ma ecco arrivare un ultima speranza Namjoon camminava allegro per il corridoio pronto a raggiungere la cucina. Ormai la febbre era del tutto passata, ma avevano comunque deciso di lascarlo riposare ancora per quel giorno, onde evitare brusche ricadute. Anche Taehyung si ritrovò "costretto" a dover dormire per quell'ultima notte con il maknae. – Hyung- iniziò allora Jimin – Non è che potresti farci un favore? - - Jin hyung ha cucinato quella schifezza per cena, non è che...- Taehyung volle continuare il discorso di Jimin, mentre Jungkook da dietro esibiva quella faccetta da cucciolo maltrattato con tanto di labbro tremante, ma Namjoon si intromise subito – Se mi volete chiedere di far cucinare qualcos'altro allo Hyung siete fuori pista, non ho potere su questo fatto. E poi Jin si è messo con tanta premura a prepararlo ragazzi non vi sembra un po' sbagliato chiedergli di ricominciare tutto da capo? - i più piccoli abbassarono la testa consapevoli delle parole del leader – E poi pensate che questa è l'ultima cena in cui ci farà mangiare quella cosa lì- concluse Namjoon prima di oltrepassarli. I tre ragazzi con questa nuova speranza raggiunsero il soggiorno più allegri che mai, lasciando libero Nam di raggiungere la cucina, dove lo aspettavano Jin, Hobi e Yoongi. Appena il leader fece il suo ingresso si trovò a pochi centimetri dal naso le bacchette di Jin con cui poco prima aveva assaggiato il così temuto cibo. – Senti un po' tu, non pensare che io non abbia sentito ciò che hai detto a quei tre. Se proprio non volete mangiare il cibo che ho cucinato con tanta passione perché non ve lo preparate da soli da oggi in poi? Non solo mi sono preoccupato per la tua salute e quella degli altri. È così che vengo ripagato? Ingrati- mentre Jin parlava agitava pericolosamente le bacchette troppo vicino al viso del leader. – Dai Jin non ho detto nulla di male e poi se ci pensi Jimin e gli altri avevano i loro buon motivi. È da quando mi sono ammalato che non fai altro che cucinare la stessa cosa- si rivolse verso la pentola sui fornelli con uno sguardo alquanto preoccupato – Non guardare così il mio cibo. A digiuno ti dovevo lasciare a te quando eri malato, altro che cucinare dovevo...- parlò più a se stesso che agli altri mentre tornava a mescolare il contenuto della pentola con sguardo dispiaciuto. Namjoon guardò Hobi e Yoongi che fino a quel momento avevano assistito inermi, senza proferire parola, anche loro preoccupati per come Jin stava affrontando la situazione. – Hyung, mi dispiace ma...- - Lascia stare Nam non fa nulla davvero, solo la prossima volta ditemelo, pensavo di fare una cosa gradita- - Ma lo è infatti- si intromise Hobi – senza di te saremo morti di fame da un bel po' - - Pensa come sarebbe ridotta solo la casa se Nam si mettesse ai fornelli- continuo Yoongi – Grazie per la fiducia eh- rispose Namjoon facendo ridere tutti quanti – più che altro – proseguì Jin – Tra qualche giorno è il compleanno di Jimin- - è vero cosa vogliamo fare? – chiese il leader – facciamo come sempre la festa qui al dormitorio, ormai è una tradizione- rispose il più grande tra i presenti. – Io gli ho già comprato il regalo e tu Hyung? - chiese Hobi rivolto a Yoongi, il quale con un attimo di titubanza si affrettò a dire – Io ci sto lavorando ancora...- -Quindi devo ordinare la torta Hyung? - continuò Namjoon – Sì mi raccomando la sua preferita non ti sbagliare – concluse Jin prima di chiamare a tavola i restanti membri.





Taehyung si trovava in camera di Jungkook avevano appena finito di giocare ai videogiochi, non che per quelle sere precedenti avevano fatto altro. Avevano sempre giocato ai videogiochi, certo qualche volta vi erano stati qualche piccoli scambi d'affetto, ma nulla più. Non avevano nemmeno dormito nello steso letto. Taehyung infatti dormì sul lettino che avevano messo temporaneamente nella stanza del maknae. Jungkook non ne era deluso, gli andava bene stare solo nella stessa camera a giocare ai videogiochi, come facevano sempre d'altronde. Sì, forse avrebbe voluto un qualcosa in più, del resto dovevano nascondere la loro relazione e gli sembrò una buona occasione quella che gli si era presentato. Eppure non successe nulla di che, non che volesse arrivare subito a quel punto, ma Taehyung sembrava indifferente, come se nulla fosse. Che non lo attraesse? Questo ne dubitava le sue attenzioni alcune volte erano troppo vive per poter solamente pensare di non attrarlo eppure da quando Namjoon si era ammalato lo vedeva distante. Che fosse successo qualcosa? Che non lo amava più? Si era forse reso conto che quello che provava non era altro che amore fraterno verso di lui? Non voleva neanche pensarci. Sperava troppo in quel bellissimo sogno. Purtroppo dovette ammettere con se stesso che tra i due il più forte non era di certo lui. Non si parla di una forza fisica. Taehyung ha una forza d'animo invidiabile è sempre pronto a difendere le sue idee e ciò che pensa. Su questo lui è molto più indeciso. Lo ammirava ed amava anche per questo. Lui era troppo piccolo e insicuro quando si conobbero. Per questo con gli anni pensò che magari aumentando la sua prestazione fisica potesse aumentare anche la sua fiducia per se stesso. Ma più si allenava più capiva che il vero aiuto per la sua autostima venne dai suoi compagni e soprattutto da lui. Taehyung era colui che gli aveva donato più di tutti, non che non volesse bene anche agli altri. Ringraziava di cuore Yoongi che si preoccupava di lui anche se non lo dava a vedere, ringraziava Jimin che lo trattava come un fratellino minore anche se lui lo prendeva sempre in giro, voleva bene a J-hope per non avergli mai fatto perdere la grinta, ringraziava Jin per il suo affetto, per averlo fatto sentire a casa ed amato e infine adorava parlare con Nam di ogni suo problema, lui sapeva ascoltare e non riusciva a capire come avesse sempre le parole pronte. Eppure quando si ritrovava con Taehyung tutto il resto non esisteva, se per lui quello che faceva non andava bene allora Jungkook si impegnava il triplo per poter far meglio. Solamente con lui Jungkook si permetteva di essere debole. Lo aveva sempre amato fin dalla prima volta. Erano cresciuti insieme. Eppure, ora dichiarati, Taehyung sembrava più distante di prima. –Jungkook mi senti? È da ore che cerco di chiamati! - esclamò il più grande – Scusami ancora sto cercando di capire come tu abbia fatto a battermi- riuscì a mentire Jungkook – elementare mio caro sono più bravo di te! - - Ora non esagerare, ti ho lasciato vincere - - Si? Ne sei proprio sicuro? A me non sembra visto che hai perso proprio alla grande- - Non è vero posso batterti quando voglio-. Taehyug consapevole della piccola bugia del maknae costrinse Jungkook ad arretrare e finire sopra il suo letto mentre il maggiore si trovava sopra di lui e iniziava a fargli il solletico – Ammettilo Jungkook che hai perso- - Mai- rispose l'altro, che si vide subito costretto a rinnegare ciò che aveva detto in quanto Taehyung aumentò l'intensità del suo attacco. – Va bene, hai vinto! Ho perso-. Il maggiore si fermò lasciando al maknae il tempo di respirare, ma non si mosse da sopra di lui – Ora me lo dici a cosa stavi pensando prima? -.





Jungkook doveva immaginarlo, non poteva nascondere nulla a Taehyung. Ora il dubbio più grande era se parlare dei suoi problemi o mentire e tenere tutto per se. – Jungkook sai che con me puoi parlare, non tenerti tutto dentro come hai sempre fatto. Stiamo insieme ore, cioè potevi farlo anche prima, ma ora che siamo fidanzati a maggior ragione me ne devi parlare-. Jungkook guardò negli occhi Taehyung sapeva che il compagno aveva ragione. E quel "fidanzati" nonostante siano passati quasi due mesi gli provocava ancora lo stesso fremito, lo stesso batticuore. Taehyung da parte sua aveva notato che il maknae voleva dire qualcosa, glielo leggeva negli occhi. – Mi dispiace Hyung, ma non so ti ho visto strano in questi giorni...- iniziò Jungkook – In che senso? - - Nel senso che ti vedevo distante e non ho fatto altro che chiedermi se era colpa mia, se ho fatto qualcosa di sbagliato. Io ci tengo a te tantissimo- arrossì il più piccolo mentre pronunciava tali parole. Solamente con lui riusciva a parlare a cuore aperto ma vergognandosi contemporaneamente. Taehyung si spostò da sopra il ragazzo permettendogli di mettersi seduto affianco a lui. – Mi dispiace se ti ho fatto pensare questo, ma il fatto è che ultimamente i Manager ci sono stati troppo vicini ed ho pensato che potevano scoprirci- affermò il maggiore dei due – Non hai pensato ad avvertirmi? O solo a parlarmi? Lo sai quanto sono stato in pensiero? – chiese retoricamente il maknae – Scusami Kook non volevo farti preoccupare pensavo che la pensassi come me - - Certo che la penso come te, però potevi avvertirmi! Non sai quanto ero preoccupato perché mi sembravi distante anche qui in casa. Abbiamo dormito per qualche giorno insieme e non ti sei mai...- Jungkook si bloccò di colpo stava per dire troppo, ma Taehyung colse subito ciò che voleva dire il minore, o almeno ci sperava. Alla fine anche lui era rimasto deluso da qui giorni, sperava di poter dormire con il compagno, non solo nella stesa camera, ma nello stesso letto. Andiamo era un ragazzo anche lui, certo che desiderava Jungkook. Però conosceva l'amico, ormai fidanzato, troppo bene e non si sentiva di spingerlo in qualcosa che non voleva fare. Ecco perché non osò mai andare oltre, voleva troppo bene al compagno per rovinare tutto. Se Jungkook non se la sentiva non l'avrebbe spinto. Eppure quelle parole gettate così in fretta gli avevano fatto capire che forse anche il più piccolo lo desiderava? – Vai avanti Jungkook, continua! – disse allora Taehyung. Il maknae più rosso del solito cercò in tutti i modi di evitare lo sguardo del maggiore, ma non funzionò molto in quanto Taehyung prese il mento del minore e lo voltò verso di lui. – Jungkook continua ti prego- insistette il più grande. In un attimo di titubanza Jungkook pensò di cambiare l'argomento della conversazione, eppure le parole uscirono dalla sua bocca, se pur in maniera molto moderata – Mi chiedevo solo perché nonostante abbiamo dormito altre volte insieme in questi giorni tu non ti sei mai allungato vicino a me nel mio letto- l'imbarazzo nel maknae dopo quelle parole era molto. Ma Taehyung non lo avrebbe mai deriso, almeno non su di loro. Gli accarezzo il viso in maniera molto dolcemente – Dimmi Kook avresti voluto che te lo chiedessi? -. Jungkook esitò a rispondere – Si Hyung avrei voluto dormire con te- - Allora d'ora in avanti ogni qualvolta vorrai dormire con me non farti problemi a chiederlo, ok? – Jungkook annuì ma poi continuò – Hyung perché non sei mai venuto nel mio letto in questi giorni? – non seppe nemmeno lui dove trovò il coraggio di porre quella domanda, ma quando si trattava di Tae tutto era lecito. Taehyung gli sorrise dolcemente – non volevo sforzarti Jungkook, abbiamo sempre dormito insieme, ma come amici e fratelli, ora non lo siamo più, siamo qualcosa di meglio-. Il maknae non resistette e si fiondò sulle labbra del compagno, subito il bacio si fece passionale e dolce allo stesso tempo. Le loro lingue si rincorrevano, si cercavano e si capivano, proprio quello che i due ragazzi avevano fatto quella sera. Perché per quanto entrambi si conoscessero da tempo il sentimento che provavano l'uno per l'altro era ormai mutato, ognuno di loro in un certo senso doveva riconoscere, riscoprire l'altro. E questo è uno dei giochi più belli al mondo.





Taehyung e Jungkook avevano così finito per sistemarsi nello stesso letto, quello del maknae. Solo poche volte le loro bocche si staccarono, giusto il tempo necessario di riprendere fiato e poi tornavano più unite di prima. Jungkook si sentiva così bene stretto al maggiore, come Taehyung che non immaginava di trovare così piacevole la vicinanza del minore. Le loro gambe erano intrecciate così come le loro mani, che non si sarebbero staccate per nulla al mondo. Taehyung giocherellava con le labbra del maknae, passandoci sopra il proprio dito della mano libera. Erano delle labbra così belle e particolari, socchiuse potevano raggiungere quasi la forma di un cuore. E quel piccolo naso ne vogliamo parlare? Il maggiore non resistette nel dargli un piccolo morso, ciò scaturì la risata del minore. Ma ciò non bastò per fermare la sua corsa. Taehyung lasciò dei piccoli baci a stampo su quel mento che tanto adorava, non passava giorno in cui il maggiore non lo avesse toccato. E che dire di quelle orecchie così carine? Non gli dava nemmeno un attimo di tregua, dopo aver spostato il dito dalle labbra, esso andò a raggiungere quella parte del corpo che tanto attirava il maggiore. Iniziò così ad accarezzarle dolcemente tracciandone il contorno e soffermandosi maggiormente sul lobo. Taehyung si ritrovò così a ringraziare, non si sa quale divinità, per il grande dono di avere per sé il suo Kookie. Da parte sua Jungkook si godeva delle attenzione del compagno, ma di certo non lasciava a lui tutto il lavoro. Riprese così a baciarlo con foga e iniziò a scendere lungo il collo, lasciando una striscia di baci su tutto il percorso, per poi risalire di nuovo verso la guancia. Un altro bacio più lungo di prima. Amava il suo Tae non sapeva il perché, era così e basta. E gli andava bene così. Amare e sentirsi amato è una sensazione stupenda. Tutti quei brividi che gli percorrevano la schiena, quello strana sensazione a livello dello stomaco. Jungkook si sentiva vivo e riusciva a percepire che le stesse cose che lui provava erano sentite anche da Taehyung. Ricambiava il bacio con la stessa intensità, con la stessa passione, talvolta sembrava quasi che superasse lo stesso maknae. Entrambi si amavano e quella stessa notte, oltre che dormire abbracciati, giurarono di non nascondersi più nulla. Era già difficile dover nasconder agli altri il loro amore, almeno tra di loro non ci sarebbero state menzogne.


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