BTS-Forever Cap.18
Namjoon si trovava dentro il suo studio, era da ore che cercava di completare quella traccia, ma la sua testa viaggiava verso un'altra dimensione. Quella che da tempo voleva tenere nascosta, rinchiusa nei meandri più profondi. Quella che non doveva riaffiorare per nessun motivo. Erano i ricordi della sua storia con Jin. Avrebbe dovuto eliminarli, spostarli nel cestino così come si fa con i file inutili di un computer, ma i nostri ricordi non possono essere semplicemente cancellati con un click, troppo facile. Quanta sofferenza risparmiata se così fosse. Namjoon si impose allora di incatenare quei ricordi tanto dannosi quanto belli. Brutto da dire ma si convinse che l'unico modo per non soffrire era quello di essere indifferenti. Egoisticamente si persuase di doverlo fare per Jin, per evitare il dolore che lui stesso stava patendo, ma non si accorse, o meglio non voleva vedere, come se i suoi occhi fossero velati, che così facendo gli stava procurando maggior sofferenza. Ormai il Jin che conosceva, che tanto amava stava scomparendo, trascinato via dalla forza disumana del dolore. Eppure tutto questo Nam non voleva vederlo. E si convinceva sempre più che il suo amato ragazzo stava meglio senza di lui, così tanto da non notare gli occhi vitrei, lo sguardo assente, il viso indebolito dalla stanchezza di lottare per un amore ormai destinato alla fine. Ormai sul volto di Jin non era più inciso quello splendido sorriso, nessuno in dormitorio o altrove aveva sentito o solo percepito l'allegra e caratteristica risata del maggiore. Jin non si comportava come sempre, questo era evidente a tutti, ma il ragazzo affermava di stare bene e che il suo comportamento era dovuto solamente alla stanchezza. Nessuno immaginò che piano piano al maggiore dei BTS stesse svanendo la propria vitalità, nessuno concepì l'idea che Jin si stesse rinchiudendo su se stesso, nessuno ipotizzò che il loro compagno stesse perdendo ogni forza. Per combattere, per andare avanti in una vita che continuamente ti mette alla prova. Jin era ormai un ramoscello che veniva trasportato dalla forza impetuosa del fiume che è la vita. Era ormai stanco di combattere per un amore che si è dimostrato essere fallace, debole come lui in quel momento. Era stanco di tutto. Non avrebbe fatto più nulla, solo assecondare la direzione della corrente. Era distrutto. Namjoon lo aveva distrutto con la sua indifferenza. Tutto questo sfuggi agli occhi di un Namjoon intento a completare il suo lavoro. Eppure c'era qualcosa che non lo convinceva. Il componimento che aveva creato non gli piaceva? No, non era quello. La traccia era ben fatta e sia al manager che a Yoongi piaceva come stava uscendo. Allora cosa era? Cosa lo turbava così tanto? Decise di concludere lì la traccia e farla sentire a Yoongi per chiedergli un parere. Magari un altro paia di orecchie lo potevano aiutare nel risolvere i suoi dubbi non così inerenti alla traccia infondo.
Era ora di pranzo quando Jimin si presentò nel GeniusLab. Non metteva piede lì dentro da giorni ormai, in quanto il compagno gli aveva esplicitamente ordinato di non andare a trovarlo in quei giorni perché doveva finire una canzone. Così, siccome aveva un po' di tempo libero nella pausa pranzo, aveva mandato un messaggio a Yoongi per chiedergli se poteva passare nel suo studio a portargli il pranzo. Certe le intenzioni erano altre visto anche la speciale ricorrenza di quel giorno. Andiamo il 13 ottobre era un giorno speciale per lui e per tutte le Army. Il giorno del suo compleanno era da festeggiare. Siccome quella stessa sera il dormitorio sarebbe stato addobbato e di certo i festeggiamenti si sarebbero protratti fino a notte ormai inoltrata, Jimin aveva pensato bene di ricevere il suo regalo da Yoongi direttamente nel GeniusLab. Non ci volle molto per convincere il compagno. Solo una serie di messaggi dove Jimin spiegava chiaramente che quella sera non avrebbero avuto il tempo di far nulla e che voleva ricevere quel regalo direttamente quel giorno e in quel momento. D'altronde era una piccola richiesta che si poteva permettere dato l'evento. Yoongi così dovette accontentarlo, tralasciando il suo amato lavoro. Infatti quando Jimin entrò nello suo studio, Yoongi aveva appena salvato e concluso la canzone che lo aveva fatto penare in quei giorni. – Ciao Hyung ho portato il pranzo- disse allegramente il ragazzo posando sul tavolino pieghevole i contenitori – Gentile da parte tua visto che mi hai praticamente costretto ad interrompere il mio lavoro- rispose l'altro mentre si alzava dalla sua sedia per sedersi affianco al compagno sul piccolo divano nero – Non essere così scorbutico. Non avresti accettato se non lo avessi voluto anche tu- continuò a tono Jimin. Yoongi non rispose limitandosi a mangiare, mentre Jimin sorrise soddisfatto. – Hyung hai finito la canzone? - chiese il più piccolo mentre si portava il buon cibo caldo alla bocca – Si ho chiuso la traccia proprio quando sei entrato tu - - Davvero? Sono contento che alla fine tu abbia superato il tuo blocco- Yoongi non rispose preferendo finire di mangiare. Prima avrebbe accontentato Jimin e prima si sarebbe sbrigato. Jimin dal canto suo non si curò molto del mutismo del compagno e continuò a parlare – Quanto hai superato il blocco? - - Tempo fa – fu la risposta semplice del maggiore – Posso sentirla? – domando allora il più piccolo curioso di sapere quale splendida melodia sia uscita dalla testa di Yoongi. – No non puoi- Jimin rimase deluso da replica del compagno – Dai solo una strofa? - implorò mente si alzava e andava verso il computer dell'altro – Jimin non puoi! – replicò Yoongi – Dai Hyung solo un pezzettino che male farà - - JIMIN HO DETTO DI NO- si arrabbiò l'altro. Jimin quasi si spaventò data la reazione che ebbe il compagno, non ci trovava nulla di male, anzi poteva anche dargli un parere. Perché ha avuto una così brutta reazione? Jimin abbassò la testa e tornò seduto sul divano mormorando un "mi dispiace". Rimasero qualche minuto in silenzio, l'unico suono percepibile era il rumore delle bacchette che toccavano le ciotole. Yoongi guardò l'amico sedutogli affianco. Jimin era concentrato nel giocare con il suo pranzo, con lo sguardo triste. Il più grande sospirò – Non ho voluto che tu ascoltassi la canzone perché non è ancora completa. Preferisco fartela sentire a lavoro finito-. Jimin alzò gli occhi, spostando il suo sguardo dal contenitore al ragazzo – Si Hyung ho capito, mi dispiace averti fatto alzare la voce, scusa- - Non fa nulla Jimin, io non dovevo alzare la voce. Ora finisci di mangiare- - Non ho tanta fame- - Guarda che non facciamo nulla se non mangi più della metà del tuo pranzo-. A quella affermazione Jimin sembro tornare in se – Cosa! E perché? - - Perché così ho deciso- replicò Yoongi – Ma Hyung oggi è il mio compleanno non puoi decidere tu anche oggi- si lamentò Jimin mentre ricominciò a mangiare – Mi sembra che ti piaccia quando a decidere sono io- sentenziò allusivamente il maggiore. Le gote di Jimin si fecero rosse – Non è giusto però...- - Mia è la decisione mie sono le regole- continuò Yoongi. Jimin allora si decise a mangiare il suo pranzo, ma quando arrivò quasi al risultato previsto dal maggiore, posò le bacchette – Hyung non ce la faccio più, sono pieno, sul serio! -. Yoongi guardò il contenitore del cibo del minore, poteva ritenersi soddisfatto – Va bene, quest'ultimo boccone te lo abbono- - Grazie Hyung- sorrise allegramente Jimin mentre gli saltava letteralmente addosso baciandolo con foga. – Ho aspettato tutta la mattinata per questo momento Hyung- disse il minore prima di riunire di nuovo le loro bocche in un bacio totalmente passionale guidato dalla pura e semplice lussuria. Le loro lingue si muovevano velocemente intrecciandosi l'una con l'altra, scambiandosi reciprocamente le loro salive. Jimin cercò di approfondire quel bacio portando le sue mani a nascondersi tra i capelli del compagno, mentre Yoongi da parte sua posizionò le sue sulla schiena del minore stringendolo a se. Per quella volta Yoongi lasciò libero Jimin di guidare quel bacio, glielo aveva concesso come regalo per il suo compleanno. Quando il più piccolo si allontanò di poco dalle labbra del compagno gli sussurrò sensuale – Ora sono pronto per prendermi il mio regalo Oppa- mentre la sua mano scendeva verso l'inguine di Yoongi. Quando raggiunse il membro del compagno, nascosto ancora dai jeans, Jimin strinse e strofinò la sua mano con una lentezza estenuante. Sorrise malizioso prima di unire ancora una volta le sue labbra a quelle di Yoongi mentre continuava a dargli piacere. La lingua del minore questa vola seguiva la stessa andatura della sua mano, percorrendo di nuovo la cavità orale del maggiore con calma, come se avesse tutto il tempo del mondo. Jimin voleva gustare il perfetto sapore della bocca di Yoongi. Ma fu proprio nel momento in cui Jimin sbottonò i jeans dell'amico ed infilò la sua mano tra le mutande, che Yoongi perse la pazienza. Con una spinta fece stendere il minore sul divano e gli salì a cavalcioni. – Hai già perso troppo tempo Jimin-ah, ti ho fatto avere già troppo controllo sulla situazione- parlò Yoongi mentre lasciava dei baci roventi sul collo scoperto del minore. – O...Oppa- - Sh... Jimin-ah voglio solo sentirti ansimare da qui in avanti- - O...oppa non...non andare troppo veloce Oppa. Non... non voglio che finisca subito- Yoongi rise di gusto – Stai tranquillo Jimin ho in mente qualcosa che ti piacerà, fidati di me! – Jimin annuì semplicemente. Era davvero pronto a lasciarsi nelle mani di Yoongi? Sì lo era. Non sapeva spiegare il perché ma in un certo senso si sentiva protetto tra le braccia del maggiore. Yoongi iniziò così a lasciargli lunghi baci sul collo e nel frattempo la sua mano vagava sotto la felpa del minore, accarezzando ogni singola parte dell'addome e del petto fino ad arrivare a toccare i capezzoli. Prese a giocarci da sotto la maglia prima con un dito e poi con due, in tutto ciò le sue labbra non si staccarono mai dal collo di Jimin. Quest'ultimo si era completamente perso nei tocchi del compagno, dio quanto ci sapeva fare Yoongi, sapeva esattamente dove toccarlo. Il maggiore risalì verso l'orecchio dell'altro e inizio a leccare e mordicchiare il lobo non prima di aver detto – Non ti dimenticherai mai di questo giorno Jimin-. Yoongi prosegui il suo cammino questa volta verso la bocca del minore. Di nuovo un bacio lussurioso ma completamente moderato, il più grande voleva davvero instaurare nel più piccolo il desiderio. Con lentezza lecco le labbra carnose dell'altro, per poi inserirsi tra i suoi denti ed accarezzargli la lingua con la propria. Jimin era completamente andato. Non era da molto che i due ragazzi erano divenuti "amici intimi", ma era tanto per far comprendere a Jimin che Yoongi era un tipo passionale e focoso. Quella lentezza estenuante non gli apparteneva e ciò non faceva altro che mandare in tilt il cervello di Jimin. Gli stava piacendo? Altroché, ma per il minore entrambi erano ancora troppo vestiti. Così, succube della passione più totale, portò le sue mani a sollevare il maglione del compagno, ma venne subito bloccato dalle grandi mani di Yoongi. – No Jimin non si fa, ricordi mia la decisione mie le regole- - Ma... Hyung- il lamento di Jimin non fece altro che far sorridere maliziosamente il maggiore. – Come mi hai chiamato Jimin? – disse mentre faceva scontrare i loro sessi. Il minore ansimò non aspettandosi quel contatto e soprattutto non si aspettò di poter provare così tanto piacere in nemmeno due secondi di frizione. – Scusami... Scusami Oppa, non lo farò più- - Sara meglio – rispose semplicemente l'altro mentre ricominciava a torturare il corpo steso sotto di lui. Questa volta, però, Yoongi accontentò il compagno sfilandogli la felpa ed iniziò la sua discesa verso i suoi capezzoli. Quando ne prese in bocca uno e cominciò a giocherellare con esso succhiando e leccandolo, Jimin non poté bloccare i gemiti di piacere. Il più piccolo portò d'istinto le mani sopra la schiena di Yoongi infilandole sotto il pesante maglione che era di troppo – Posso... posso Oppa? –chiese all'improvviso Jimin. Yoongi di tutta risposta iniziò a scendere verso l'ombelico, lasciando una scia di saliva. Quando iniziò a leccare quel piccolo buco Jimin inarcò la schiena dal piacere. Boccheggio cercando di articolare un discorso. Voleva anche lui poter toccare la pelle lattea del compagno, voleva sentire quel corpo sopra di se così come era e non coperto da un pesante maglione. – Ti... ti prego Oppa? – chiese al limite. Di tutta risposta Yoongi si allontanò dal suo corpo per lasciargli un bacio a stampo sulle labbra e con lentezza si tolse l'indumento che poco prima li separava. Jimin lo guardava compiere il gesto mordendosi il labbro, dio quanto gli era mancato quel corpo. Stava per fiondarsi letteralmente sul corpo del maggiore, ma fu proprio questo che lo fermò, costringendolo di nuovo ad allungarsi e bloccando le sue mani sopra la testa. – Mi sembra di essere stato chiaro, sono io che decido Jimin ricordatelo- sussurrò roco nell'orecchio di Jimin – Si oppa-. Riprese di nuovo a scendere verso i capezzoli del minore, fermandosi più del dovuto sul collo e sul petto, per poi ritornare a concentrarsi sull'ombelico. Ancora con lentezza Yoongi si muoveva sopra il corpo del compagno. Jimin pensava veramente di non poter reggere più. Dio quanto faceva caldo in quella stanza, ed era ancora troppo vestito. A intuire i pensieri del minore fu lo stesso Yoongi che iniziò a sbottonarsi i pantaloni. Indovinate? Sempre con calma, come se il tempo non scorresse. E Jimin veramente vagava perso nel tempo e nello spazio, a rimbombare nella sua testa solamente i suoi pensieri "Perché sta facendo così? Vuole farmi morire proprio il giorno che sono nato? Dai ti prego Yoongi togliti quei maledetti pantaloni è da più di un'ora che continui a giocare con il bottone e la cerniera... Ho finalmente gli hai sbottonati, ora ti prego toglieteli... Ma dai sbrigati! Fa caldo qui dentro, oppure sono io che vado troppo a fuoco? Dio sono io, sto sudando veramente tanto... Eppure sento anche freddo... Freddo? No questi non sono brividi di freddo, anzi sono tutt'altra cosa. Dio come sto fremendo. Ti prego Yoongi butta a terra quei dannati Jeans e occupati di me! Voglio essere toccato". Jimin non sa esattamente se stupirsi dei suoi pensieri o concentrarsi sulle mani di Yoongi che finalmente lo stanno spogliando. Certamente la calma è la virtù dei forti, ma proprio oggi il suo Hyung doveva dimostrarsi forte? Yoongi iniziò così a giocherellare con i bottoni dei pantaloni del minore, allungando anche il proprio tocco verso la parte maschile di Jimin. – Oppa ti prego, toglimi i pantaloni- - Ma come non eri tu quello che diceva di dover andare piano? - ghignò il maggiore – Oppa veramente non resisto più! - informo Jimin al limite. Di tutta risosta Yoongi sfilò velocemente i jeans del compagno come se non avesse fatto altro che aspettare le parole del più piccolo. Quest'ultimo da parte sua preso di sorpresa emise un piccolo gemito, nulla però in confronto a quelli che seguirono dopo, quando la mano del più grande si posizionò sul suo sesso ed iniziò a dargli piacere da sopra la mutanda. Ben presto Yoongi tolse definitivamente anche gli ultimi indumenti che li dividevano nel toccarsi completamente. Jimin era pronto a sentire entrare il proprio compagno violentemente, così come faceva ormai quotidianamente. Ormai non lo preparava neanche più, anzi si chiese quando mai lo avesse mai fatto. Eppure Yoongi non entrò, si fermò a guardare Jimin. Disteso sotto di lui, le ginocchia sollevate e le gambe aperte, una perfetta visione di tutto il magnifico corpo del minore. Jimin fu di nuovo colto alla sprovvista. Per un attimo si chiese se qualcuno avesse suonato alla porta del suo studio, unico motivo del totale arresto del maggiore. Ma ciò venne completamente smentito dal momento in cui Yoongi iniziò ad accarezzare con l'indice l'entrata di Jimin. Questo si morse il labbro, una scarica elettrica gli percorse tutta la schiena. Era nuovo quel tocco, piacevole e soprattutto erotico. Il maggiore sfiorò ogni centimetro di pelle di quella particolare zona, parlò solo quando si fermò all'altezza dell'apertura del compagno. – Dimmi Jimin, esattamente per il tuo compleanno cosa vuoi come regalo? -. Il suddetto ragazzo non rispose, o meglio ci provò ma le attenzioni che quella mano sapeva dare erano veramente fantastiche. – Jimin non rispondi? - continuò allora il ragazzo. Jimin dovette fare uno sforzo enorme – Te... Voglio te Oppa ... Te dentro di me...-. Yoongi sorrise malizioso mentre infilò lentamente il suo indice – Mi sa che ti dovrai accontentare di questo Jimin-ah-. Senza nessuna fretta il più grande muoveva il suo dito. Jimin strinse i denti ed inarcò la schiena, gemiti pieni di piacere lasciavano la sua bocca. Contrariamente a ciò che si era prefissato Yoongi inserì un secondo dito e fu lì che Jimin non ci vide più. – Oppa...- cercava di dire tra un gemito ed un altro – Oppa ti prego entra dentro di me, non ce la posso fare... Oppa io ti voglio... Per favore-. Per Yoongi la voce implorante e interrotta dai gemiti di Jimin era un vero afrodisiaco. Non perse tempo e gli afferrò le cosce e le portò quasi ad affiancare la testa del minore. Con una solo spinta entrò nel compagno. Dà lì Jimin non riuscì più a comprendere nulla, si lasciò guidare dalle mani del maggiore. Yoongi aumentava il ritmo spinta dopo spinta. Jimin invece aveva perso ogni controllo sulle sue corde vocali ed era quasi arrivato al limite. – Oppa...i.. io- Yoongi no lo fece finire di parlare che portò le sue labbra ad incontrarsi con quelle dell'altro, fu un bacio rapido e sbrigativo, mentre portava la sua mano sul sesso dell'amico ed iniziava a seguire l'andamento dettate dalle spinte. Ormai Jimin era in preda al pieno piacere tanto che non poté far altro, arrivato a quel punto, di lasciare andare il proprio piacere. Venne nella mano del compagno, con un gemito fioco, ormai stremato. Nonostante la stanchezza, però, Jimin ebbe la forza di dire – Oppa, continua, vienimi pure dentro-. Yoongi non se lo fece ripete due volte e continuò a spingersi in Jimin, mentre stringeva con forza le cosce del compagno. Mancarono poche spinte e finalmente il maggiore venne nel corpo del più piccolo con una forte e violenta spinta. Entrambi si accasciarono pesantemente sul divano stremati e provati, ma entrambi se fosse stato necessario avrebbero ben presto ricominciato. Eppure non potettero. Perché? Il suono del campanello che Yoongi aveva installato nel suo studio si espanse nell'aria. I due ragazzi furono così costretti a rivestirsi in fretta e furia, non che avevano in mente chissà cosa da fare. Non erano mai stati una coppia che finito di farlo passava il resto del tempo a coccolarsi. L'entrata in scena di un terzo aveva solo affrettato il tempo di ripresa dei due ragazzi.
Questa terza figura altro non era che Namjoon, venuto a chiedere consiglio al genio dei BTS. Jimin dopo l'entrata del leader, era uscito di fretta inventandosi una scusa, salutando i compagni. – Allora cosa non ti convince della canzone? - chiese Yoongi sedendosi sulla sua sedia e voltandosi verso il divano dove ora era seduto Namjoon, ma che solo l'attimo prima vi erano stesi lui e Jimin, completamente nudi. Li venne da ridere per un breve istante, ma riuscì a contenersi. – Non saprei, penso che sia perfetta così, però vorrei la tua opinione- fu la risposta dell'altro. Il maggiore annuì semplicemente facendo poi cenno al compagno di inserire la traccia audio. Una malinconica melodia si propagò nel piccolo studio. Yoongi vagava fra le note di quella canzone perso solo lui in quali pensieri, mentre Namjoon si limitava a chiudere gli occhi e scacciare i proibiti pensieri che quelle note facevano riaffiorare. A canzone conclusa il primo a prendere parola fu il proprietario del GeniusLab – Mi piace, è fatta bene, malinconica al punto giusto. Solo che cambierei di poco il finale, giusto per rendere più conforme all'inizio. Hai già in mente il testo? – Namjoon non rispose troppo perso nei suoi pensieri. – Mi stai ascoltando Nam? Hai già in mente il testo della canzone?- ripetette l'altro. Il leader sembrò riprendersi – più o meno. Voglio cercare le parole giuste per descrivere ciò che ho in mente. Più tosto come lo trovi l'arrangiamento? – domando a sua volta – Non è male, mi piace ed è orecchiabile. Dovrei ascoltarla anche con il testo per farmi un idea migliore, ma per ora non posso dire che sia brutta. A te cosa non convince? - -Non saprei è come se mancasse qualcosa, una parte importante. La vedo vuota- - per me è perfetta anche così, ma solo tu sai il finale di tale opera. Se dici che manca qualcosa allora sicuramente è così-. Namjoon non rispose, annuì e basta. Voleva togliere dalla sua mente ogni dubbio per questo era andato da Yoongi, eppure sembrava che l'amico non lo avesse aiutato per niente. – Non sei venuto qui solo per questo vero Nam? – Yoongi sembrò leggergli nel pensiero – è per Jin? -. Ultimamente i due ragazzi si evitavano il più possibile, se prima cercavano una pacifica convivenza ora era il dissenso a legarli. Non passava attimo che uno dei due non avesse da ridire sull'altro. Yoongi non era stupido, sapeva che c'era qualcosa che non andava tra loro. Eppure anche lui non si accorse del cambiamento di Jin, troppo occupato ai suoi "problemi". Ma ciò non gli impedì di non notare la pessima atmosfera che si creava tra i suoi due compagni. – Ho notato che ultimamente litigate spesso- continuò il maggiore. Dopo un attimo di titubanza Nam si decise a rispondere – No non è nulla Hyung. Certo io e Jin litighiamo spesso ma nulla di grave. Penso che sia solo l'ansia del comeback, in qualche modo dovremo sfogarla no? – rise il ragazzo. – Comunque grazie davvero Hyung per aver ascoltato la canzone e per i consigli, vedrò di arrangiare qualcosa- concluse dirigendosi verso la porta. – Nam aspetta- lo chiamò Yoongi. A quel punto il leader pensò davvero che il compagno volesse continuare la conversazione Jin ed iniziò a sudare freddo – Non è che potresti accompagnarmi da una parte? -.
Era ormai pomeriggio inoltrato e Jin stava iniziando a preparare la cena, compito non poco arduo in quanto quella sera si sarebbe dovuto festeggiare il compleanno del tenero Jimin. Alla fine per quella ricorrenza avevano deciso di fare una semplice cena loro sette in casa, nulla di particolare. Era stato lo stesso festeggiato che aveva optato per ciò – Mi basta solo la vostra presenza- aveva detto con il sorriso stampato in volto. "A volte quel ragazzo è troppo ingenuo" pensò Jin mentre iniziava ad armeggiare con pentole e padelle. Iniziò a darsi da fare e per evitare che la sua mente finisse in pensieri poco consoni riguardanti la stupidità di un certo ragazzo cominciò a ripassare a mente l'itinerario per la preparazione e la riuscita di quella festa. "Allora al cibo è ovvio che tocca a me pensarci e lo sto facendo, poi per quanto riguarda gli addobbi e la tavola ci penseranno Taehyung e Jungkook appena avranno finito di lavarsi. Hobi si occuperà lui di tenere impegnato Jimin. Così rimane solo di organizzare qualche piccolo scherzo ma quello si potrà benissimo fare durante la cena, mentre per quanto riguarda la torta..." Jin impallidì all'istante "Cavolo la torta? Me ne ero completamente dimenticato. Con la fretta di iniziare a preparare la cena mi sono dimenticato di andare a comprarla... ed ora cosa faccio? Calma Jin rifletti. Taehyung e Jungkook insieme ad Hoseok saranno impegnati fino a questa sera, quindi non potranno passare a prendere la torta, mentre chiamare Jimin è escluso. AH IDEA! Yoongi non è ancora rientrato, potrà passare lui a prenderla, ora lo chiamo!". – Pronto Yoongi sono Jin, senti mi sono scordato di prendere la torta per Jimin... Cosa? Come non puoi passare a prenderla? Che vuol dire che sei impegnato? Hai idea di cosa devo fare io? No non sto urlando, sono solo stufo che devo fare sempre io tutto... Ah quindi sei da Pd Nim? AH allora scusami, vedrò come posso fare... Sì lo so che qui a casa c'è Nam, proverò a chiedere a lui, scusami ancora...-. Jin riattaccò non voleva proprio parlare con quello, in testa aveva ancora il ricordo del suo passato comportamento. Se ne era accorto del suo continuo evitarlo, Namjoon cambiava direzione o voltava la testa da un'altra parte, e se proprio dovevano condividere la stessa stanza il più piccolo si comportava come se lui non esistesse come se tutto ciò che avevano provato e che ancora provavano non contasse più nulla. Già Jin era sicuro di amare ancora Namjoon, ma dopo tutto quello che era successo non era più convinto che il ragazzo amasse lui. Forse Namjoon si era reso conto che il sentimento che provava era solo profonda amicizia, ma allora perché comportarsi, quando stavano ancora insieme, come se fosse innamorato? Perché tutte quelle carezze, perché tutti quei baci, quelli abbracci, perché quegli occhi così luminosi ogni volta che si guardavano? Forse Jin era troppo innamorato e si era immaginato tutto, però sembrava così vero quell'amore. E Jin si odiava e lo odiava. Si odiava perché per mesi è rimasto incatenato ad un illusione e odiava Namjoon perché lo aveva illuso così profondamente che ora l'unico che ne soffriva era lui. Andiamo Namjoon non gli sembrava proprio l'emblema del dolore in quel momento. Cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto ciò? Era stato sempre premuroso verso gli altri, forse troppo buono. Questa sua bontà fu allora il suo punto debole, che permise al leader di prenderlo in giro. Se da un lato Jin arrivò a tali considerazioni dall'altro faceva fatica ad accettarle, o meglio aveva fatto fatica ad accettarle almeno fin quando il suo cuore non venne messo alla prova. Jin era deluso da come Namjoon gli aveva risposto quella sera in cui Nire era andati a trovarli. In un modo o nell'altro aveva capito che il Namjoon di cui si era innamorato non esisteva più, o forse non era mai esistito. Era stato tutta una bugia, un enorme bugia? Voleva rispondere in modo negativo, ma la verità era che neanche lui lo sapeva. E glielo avrebbe chiesto? Gli avrebbe domandato se tutto quello che avevano vissuto insieme era stato costruito su una menzogna? Da un lato voleva delle risposte dall'altro aveva paura. Jin non seppe spiegare come si ritrovò in bagno a sciacquarsi il viso troppo era immerso nei suoi pensieri. Si guardò allo specchio faceva fatica anche a riconoscersi. Aveva sempre detto che per essere giovani bisognava comportarsi come tali, eppure ora non aveva la forza di scherzare o di divertirsi. Il suo viso mostrava chiari segni di stanchezza, non avrebbe sopportato un altro confronto con Namjoon, ma doveva farlo per Jimin. Non si poteva festeggiare un compleanno senza una torta e al momento l'unico che poteva salvare quella serata era Namjoon. Ma non voleva affrontarlo quindi l'unica cosa logica da fare fu quella di mandargli un messaggio, ma evidentemente ciò non andò a buon genio per il leader. Jin era ritornato in cucina e aveva ripreso il suo lavoro da dove lo aveva interrotto. Stava tagliando alcune verdure quando – Jin dobbiamo parlare! - entrò di prepotenza nella stanza Namjoon facendolo sobbalzare. –Mi hai spaventato- ful l'unica risposta dle ragazzo più grande mentre si voltava – Non possiamo continuare così, non ce la faccio- continuò il leader, per un solo istante, anche se misero, Jin pensò veramente che si riferisse a loro, o meglio che volesse tornare con lui. – Gli altri Jin potrebbero pensare male, si stanno accorgendo del tuo comportamento verso di me, dobbiamo ricom...- - COSA? Del mio comportamento? - davvero Nam aveva detto una cosa del genere? – Ma cosa stai dicendo Nam sei tu quello che mi evita, io mi sono comportato al tuo stesso modo- - Non mi sembra visto che stai facendo l'infantile. Ogni volta che cerco di dire qualcosa tu mi parli sopra o sei profondamente contrario- - Certo che sono contrario, tutto ciò che dici sono delle cretinate- - Cretinate? Ma ti senti quando parli? Oggi Yoongi mi ha chiesto se era successo qualcosa con te, ti rendi conto che con il tuo comportamento rischi di mandare a puttane tutto- - Ah quindi sarei io che sta mandando tutte a puttane? Sei tu quello che fa l'indifferente, quello che gira la testa dall'altra parte- Jin era veramente sorpreso che Namjoon stesse dando la colpa a lui, se proprio doveva il torto era da dare ad entrambi, almeno se ne rendeva conto. – Certo che mi comporto in questo modo perché a quanto pare tu non sei capace a tenere a bada i tuoi ormoni- - I miei ormoni? Se mai saranno i miei sentimenti. Cazzo Nam quante volte ancora dovrò dirti che ti amo, quante volte dovrò dimostrartelo- Jin trattenne le lacrime, dio quanto lo odiava. A quelle parole Namjoon rimase per in intero attimo titubante mentre vedeva il ragazzo più grande abbassare la testa – Io mi preoccupo prima di tutto del gruppo, della nostra carriera. Non possiamo smettere proprio ora- - E chi mai ha detto questo Nam? Ti ho solo chiesto di andare a prendere la torta per Jimin- - e ci andrò ma la prossima volta preferirei che me lo dicessi di persona, gli altri potrebbero capire e... - - Che capissero allora Nam! Dovrei essere io quello stupito dal tuo comportamento. Sinceramente la mia preoccupazione primaria non sono certo gli altri- - E' PROPRIO QUESTO CHE MI FA INCAZZARE JIN! - urlò questa volta il leader – continui a non capire che il mio maggior interesse, e dovrebbe essere anche il tuo, è il gruppo, sono i BTS- Jin si ripromise di trattenere le lacrime, strinse i pugni e con la voce più calma che potesse avere in quel momento chiese- ed io ? Lo sono mai stato? -. Namjoon rimase interdetto non comprendendo le parole del maggiore – Io sono mai stato al centro del tuo interesse Nam? - Jin alzò lo sguardò puntandolo in quello del compagno – Sono mai stato al centro del tuo cuore? Ti sei mai innamorato sul serio di me o mi hai preso solamente in giro? – il maggiore avrebbe voluto trattenere le lacrime, ma sentire uscire dalla propria bocca quelle parole fu davvero devastante. Iniziarono così ad uscire le prima lacrime mentre continuava il suo discorso – Parlami Nam! Cazzo sono mai stato amato come io ho amato te o mi hai detto solo bugie? -. Namjoon distolse lo sguardò dal compagno. Se lo aveva amato? Cazzo si e ancora lo amava. Se gli aveva detto solo bugie? No mai, era stato sempre sincero. Però ora la paura di essere scoperti da Yoongi, il comportamento di Jin e magari anche il suo... Aveva paura, paura del futuro, del suo futuro. –Avanti Nam dimmi se tutto quello che hai fatto era una menzogna? - Jin stava aspettando impaziente, mentre Nam si sentiva sempre più insignificante, avrebbe tanto voluto scomparire da quella conversazione, che tra l'alto era stata iniziata da lui, solo perché non voleva che gli altri si facessero domande. Ma ora come rispondere a Jin? Certo che quello che provava verso il compagno era amore e mai gli avrebbe potuto mentire. Eppure in quel momento l'unica via d'uscita era quella. Nessuno così avrebbe potuto dire niente – Nam allora mi hai mentito sui tuoi sentimenti? - chiese il più grande più a se stesso che al compagno. D'altronde Jin aveva posto quella domanda ma si era pentito subito, aveva paura della risposta, non voleva più sapere. Così ora era Jin quello che evitava lo sguardo del leader, mentre lui riprese coraggio e rispose definitivamente al maggiore. Non era quello che avrebbe voluto dire, non era la verità. E non era neanche quello che Jin sperava di sentire. – Forse Jin non era mai stato amore. Forse...- Jin lo interruppe subito – Ho capito non voglio sentire più niente- gli diete le spalle riprendendo in mano il coltello per tagliare le verdure – Jin io...- -NO BASTA NON VOGLIO PIU' SENTIRE NULLA- urlò il maggiore – ho capito- disse mentre si voltò di nuovo verso il compagno. Namjoon sussultò nel vedere il volto di Jin. – Ho capito, vedrò come comportarmi da qui in avanti. Ora per favore puoi andare a comprare la torta per Jimin? -.
Jin era distrutto, Namjoon lo aveva distrutto. Questo fu l'ultima goccia che fece traboccare il vaso.
E Namjoon, con lo sguardo perso si trovava davanti alla vetrina delle torte, mentre la pasticcera aspettava che scegliesse un dolce, ripensava al volto di Jin. Un viso non più luminoso, brillante ed energetico. Non più il volto di cui si era innamorato, ma uno stanco, distrutto e segnato dal dolore. Gli occhi spenti e non più vivaci e quelle labbra così perfettamente morbide e sempre curate, ora erano screpolate, asciutte e non avevano più quel bel colore roseo tipici dei ciliegi in fiore. Lo sguardo di Jin era uno sguardo di chi stava soffrendo. E solo in quel momento con in mano la torta, fuori dalla pasticceria, e con il volto di Jin che non riconosceva come tale tra i suoi pensieri, capì di aver fatto una cazzata. Namjoon ora era consapevole di ciò che aveva combinato. Aveva distrutto letteralmente l'uomo che amava per colpa di una stupida regola.
La festa per il compleanno di Jimin si era conclusa nei migliori dei modi. Jimin aveva scartato i sei regali che aveva, mangiò la torta, scherzò, rise e si divertì insieme ai suoi compagni. Fin quando non concluse con un – Siete ormai la mia famiglia e vi voglio bene, grazie mille per questa festa! -. Ed ora cinque dei sette membri si trovavano nelle proprie stanze stanchi per i festeggiamenti, solamente Yoongi e Jimin erano rimasti in salotto. Durante la festa Yoongi gli si era avvicinato e gli aveva sussurrato – Aspetta che tutti quanti vadano a dormire e ci incontreremo in salotto, ho una sorpresa per te! -. Ed ecco infatti Jimin in salotto ad aspettare il suo settimo regalo, aveva già sospettato a cosa si riferisse il più grande, per questo si presentò con indosso solamente un paio di boxer e una canottiera troppo leggera per le temperature di ottobre, ma da lì a poco si sarebbe riscaldato, su questo non c'erano dubbi. Con tale pensiero in testa vi lascio immaginare come fu deluso nel vedere arrivare Yoongi con indosso l'intero pigiama. – Hyung non doveva esserci una sorpresa per me? - chiese con aria maliziosa – Quel tipo di regalo Jimin lo hai già ricevuto questa mattina! - - Pensavo che dato il giorno speciale potessi usufruirne ancora un pochino - - Calma i bollenti spiriti Jimin o potrei decidere di non darti entrambi i regali che avevo in mente-. Jimin rise e si sedette sul divano con le gambe incrociate – Allora Hyung questo regalo che non mi hai dato quale sarebbe? -. Yoongi sospirò e gli porse quello che al minore sembrò una chiavetta USB. Jimin la prese tra le mani interdetto – Grazie Hyung mi serviva proprio una chiavetta USB- disse in modo sarcastico. Il maggiore roteo gli occhi e si accomodò accanto a Jimin riprendendo in mano l'oggetto. – Questa Jimin è la canzone che mi aveva dato tanti problemi, ti ricordi? -. Jimin annuì come dimenticarsela – Quella che hai concluso questa mattina? - - Si c'era un motivo se non volevo che l'ascoltassi. Ebbene questa è il tuo regalo-. Il minore era confuso e chiese ulteriori spiegazioni – Cosa vorresti dire? - - Oggi ho parlato con Pd Nim e l'ho convinto a farci cantare insieme questa canzone- Jimin sgranò gli occhi – C...cosa? - -Si pensavo che visto l'aiuto che mi hai dato per questa canzone potevamo cantarla ins...- Jimin urlò dalla gioia – Che bello Hyung grazie tanto sono così contento, finalmente dopo tanto tempo avremo una canzone da cantare insieme. È il più bel regalo che mi potessi mai fare! Non vedo l'ora di sentirla-. Jimin abbracciò caldamente il suo compagno, era davvero felice. Non poteva credere che avrebbe cantato una canzone insieme a lui, era da tanto che chiedeva di poter esibirsi con Yoongi. – La canzone è pronta ma sto lavorando ancora sul testo- lo informò il maggiore –Sta tranquillo Hyung sarà bellissimo come la canzone, non resisto devo andare ad ascoltarla- Jimin prese la chiavetta, abbracciò di nuovo il compagno e si diresse verso la sua camera saltellando contento. Yoongi lo guardò andarsene e fu inevitabile la comparsa di un sorriso sul suo volto – E quello sarebbe lo stesso ragazzo che dieci minuti fa, vestito solo con i boxer, mi stava chiedendo con quel dannato sguardo provocante di scoparlo? – Yoongi sospirò prima o poi Jimin lo avrebbe fatto impazzire.
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BTS-Forever
FanfictionTutti sappiamo che i BTS hanno delle regole che non si sognerebbero mai di infrangere. Ma cosa succederebbe se la più importante di tutte non venisse rispettata? Questa è la vera storia nascosta dietro la telecamera di sette idol del kpop, che si do...