Come ci siamo arrivati?

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Sei lì, stai sistemando l'asta di un microfono che tanto non userai, troppo impegnata a trasmettere per restare ferma attaccata ad un asta che quasi ti limita, ti costringe a non aprire del tutto le tue ali che tu identifichi in un canto libero e quasi incontenibile. Sei lì e non mi vedi perché hai gli occhi socchiusi intenta a immaginare un pubblico e un palco che è sempre stato tuo ma che calchi da in effetti poco tempo. Sei lì, occhi a una platea ancora immaginaria ma che presto sarà gremita di cartelloni con sopra il tuo nome e di voci che cantano, anzi urlano, la tua musica, perché esattamente come te conquista con freschezza e volubilità. Sei lì, sprezzante di una situazione che fa tremare le gambe ad artisti di calibro mondiale e tu nell'immensa ingenuità dei diciotto anni sei perfettamente a tuo agio quasi che quelle pareti aspettassero solo la tua presenza e quell'orchestra fremesse per replicare la tua musica e molto probabilmente hai ragione tu. Sei lì e sei stupenda perché effettivamente tu stupisci e in questo risiede la tua bellezza: diversa e fuori dagli schemi, come te e come la tua musica, ammalia, rapisce e senza renderne conto ti entra in testa e non ne esce più senza stancare mai. Sorrido, chissà se sto parlando di te o della tua musica, che poi sei sempre tu, continuo a sorridere e avanzo di qualche passo sperando di non essere notato, voglio godermi la tua essenza più pura e voglio farlo da solo, dopo troppi occhi e troppe orecchie avranno da dividerti con me e già solo il pensiero mi muove un'immensa gelosia. Ancora qualche passo mentre la tua voce comincia a diffondersi, pulita e invadente, nello studio lasciando che la mia espressione si tramuti da divertita a estasiata, hai talento, inutile negarlo, dovrei temerti dopotutto siamo avversari e invece non faccio che pensare ogni giorno che passa quanto meriteresti di alzare quella coppa più in alto del cielo, più in alto del tuo caschetto evidenziatore, più in alto di tutti i dubbi che mi attanagliano. Mi accomodo su uno sgabello su cui giacciono ancora i tuoi spartiti e capisco di essermi spinto troppo oltre, sono troppo vicino e tu mi noterai o forse lo hai già fatto e ne ho la conferma quando sorridendo ti giri e continui a cantare, spalle all'inesistente pubblico e fissando i tuoi occhi azzurro cielo nei miei che a fatica ne contengono l'entusiasmo e la forza. Stai cantando in italiano: "E la luna bussò" eppure dentro la tua ugola tutto si trasforma in qualcosa di molto più internazionale, persino la tua mimica è diversa, dinamica, colorata e divertente. Ti muovi davanti a me facendomi segno con il dito di avvicinarmi e condividere con te quella performance canora che somiglia quasi più uno show per quanto riempi il palco da sola. Mi alzo divertito e ti vengo incontro e tu cominci a muoverti molleggiando intorno a me in una buffa parodia della cantante originale ma anche con un'innata sensualità tutta tua. Sei affascinante perché sei esattamente il contrario della bella e tenebrosa che canta la canzone, tu nelle iridi chiare fai leggere il tuo mondo eppure riesci ancora a stregare per fartelo spiegare proprio da te. La tua voce subisce un' impennata e quasi a voce piena, portandomi una mano tra i capelli, canti: "dove è un lusso la fortuna c'è bisogno della luna" e io te lo giuro non so se i brividi che sento sono per quell'inaspettato contatto fisico o per quel virtuosismo vocale che è impossibile non notare. Ti sorrido e improvviso un applauso da fan scatenato con tanto di urletti decisamente poco virili e tu scoppi a ridere unendo anche l'altro braccio dietro il mio collo e dandomi la conferma che forse l'arte nei miei brividi ora c'entra ben poco. "Allora tenorino come sono andata? Abbastanza italiana?" dici tra il serio e il faceto, so che ci tieni tanto al mio parere e non sai quanto mi rendi orgoglioso per questo; fingendo indecisione porto due dita sotto il mento e incurvo lo sguardo mugugnando: "Mm, mm, signorina Tish" e vedo immediatamente un lampo di delusione palesarsi nel tuo cielo limpido e quindi mi affretto a concludere: "Italiana forse no, ma portentosa sicuramente". Il sorriso si ingrandisce e quasi sembra impossessarsi del volto e ti slanci verso di me saltandomi in braccio e facendomi perdere per un istante l'equilibrio, prima di capire goffamente come sorreggerti senza toccarti in modo ambiguo finendo per cingerti la schiena ma sei troppo alta e cadi giù dopo pochi secondi. "Grazie Albi, mi sto impegnando tantissimo, prima o poi dovrò cantare in italiano o questo paese non mi amerà mai come merito" dici in modo altezzoso per poi scoppiare in una sonora risata, che è forse la canzone migliore che conosco, mentre io accennando un ghigno rimango fermo ad osservarti, imbambolato e terribilmente fuori luogo. "Quindi sei venuto a spiare la concorrenza eh? E bravo il nostro tenorino, se me lo avessi chiesto tranquillo avrei cantato per te" mi chiedi abbastanza ironicamente ma so che celi la curiosità di sapere perché ti stessi osservando in silenzio, e così tiro fiato e provando a darmi un tono rispondo: "Ma sono sempre curioso di vedere come storpi la bella musica". La tua espressione muta e diventa sgomenta portandoti ad aprire la bocca in maniera spropositata sgranando gli occhi e di lì a pochi secondi una decina di buffetti provano a colpirmi in tutto il viso cantinelando: "Ma io ti ammazzo, brutto scemo! Combatti da uomo". I tuoi polsi però vengono bloccati tra le mie dita poco dopo costringendoti a fermare quella finta lotta e portando i tuoi occhi di nuovo a incatenarsi tra i miei, ilari, felici. Come ci siamo arrivati Tish? Come siamo arrivati al mio spiarti? Come siamo arrivati a questa cosa che mi spinge nello stomaco scalpitando e che non mi fa capire? Come ci siamo arrivati o meglio come ci sono arrivato? Perché tu sembri ancora libera e felice con la mente sgombra da tutto e concentrata solo sulla musica, il nostro sogno, la nostra chance, come dovrei fare anch'io. Però tu ci sei è impossibile negarlo, sei lì appunto, non sul palco ma nella mia testa e io vorrei tanto capire perché. Come vorrei capire perché ci stiamo guardando in silenzio, come se stessimo già parlando senza bisogno di farlo. Un rumore di passi mi estranea dai miei pensieri, poco dopo ad essi segue una voce che ormai abbiamo imparato a conoscere: "Ma che bravi i miei talenti! Prendete confidenza con il palco? Bisogna meritarselo però!". La voce sorridente e seria allo stesso tempo è di Rudi, sa quanto dovremmo sudarci il serale e poi quel che verrà, perché qui è una scuola ma anche una simulazione, una micro versione di come il pubblico si approccerà a te: applausi o fischi? E tu sarai in grado di reggere entrambi? Migliorerai la tua musica e te stesso per diventare la miglior versione del tuo essere artista? C'è chi ti aiuterà e chi invece ti scoraggerà ma alla fine della fiera, quando il lunapark chiude ci sei tu con la tua voce che ti guardi allo specchio e tu e solo tu sai se hai fatto il massimo. E questo Rudy lo sa bene e cerca di trasmettercelo ogni giorno che passa anche se per noi aver preso il banco è già il raggiungimento del sogno, non ci rendiamo ancora conto che è da qui che si tirano fuori le unghie e si combatte per diventare migliori e soprattutto per diventare davvero artisti. Un'enorme opportunità che non possiamo permetterci di sprecare, in nessun modo. Tish, tu devi pensare le stesse cose perché liberatasi in fretta dalla mia lieve stretta corri ad abbracciare Rudy e a raccontargli nel tuo buffo blaterale perché siamo qui e cosa stiamo facendo. Il maestro fa scorrere gli occhi divertito tra noi due e sentenzia: "Spero di vedervi all'opera presto, magari anche insieme chi può dirlo come sarebbe". Ti giri con uno splendido sorriso e esulti: "Io di sicuro spacco e tu tenorino?". E io sto qui Tish. Almeno per ora

Spazio Autrice:
Ciao! Grazie mille per essere arrivato fino a qui, spero che il capitolo ti sia piaciuto e se vuoi lasciami pure un commento aiutandomi a migliorare. Questo è solo il primo capitolo quindi spero avrai la pazienza di seguirmi per un po'
Un bacio
P.S. La storia è per buona parte già scritta quindi potrei aggiornare anche più volte al giorno

Sorrido fino a te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora