La Notte

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Squilla, squilla e ancora una volta.
Non lo spengo: illusione di tenerti vicino anche se so quanto siamo concettualmente lontani, sarà la trentesima chiamata che mi fai, credevo ti stancassi prima.
Un attimo di silenzio e poi di nuovo quel trillo si diffonde nell'aria, ancora tu, e chi altri?
Osservo il tuo nome illuminarsi per ancora qualche frazione di secondo poi, contro ogni mia razionalità, rispondo: "Dimmi"
Le urla dall'altro lato ti disegnano nella mia testa, ancorata alla cornetta con lo sguardo preoccupato e la rabbia che galoppa, cosa ti importa di me?
"Dimmi?" urli incontrollata "sono ore che ti cerco, ero preoccupatissima, dove sei?"
"Da quando ti importa?" il freddo del vento si trasferisce nella mia voce e non vorrei ferirti ma continuo a farlo, stupida vendetta senza senso
"Ma cosa stai dicendo? Ma sei ubriaco? Dimmi dove sei?" il tuo orgoglio non fa stranamente capolino, dimmi che sono importante per te, dimmi di tornare da te, tanto lo sai che lo farei. O forse no, ed è questo il problema: io che credo di sapere cosa pensi e cosa vuoi. Dimmi solo che mi vuoi e chiudiamo questa lotta impari. Due parole. Solo due.
"Può essere che sia ubriaco e allora? Almeno non ti ho disturbato durante la tua cena con Alvis, spero ti sia piaciuta tra l'altro"
Mi sembra di vederti toccare il display come scottata dalla mia irruenza: "Quindi il problema è Alvis?" il tono è più pacato, forse felice di aver trovato una soluzione così semplice e infatti per nulla giusta
"No, il problema non è Alvis, sei tu, anzi sono io. Ci spero sempre troppo" ringhio ripensando alle tue parole, quanto ancora vorrai uccidermi?
"Senti io non sto capendo nulla, mandami la posizione, vengo a prenderti" impossibile capire cosa ti stia passando per la testa, quale emozione ti stia attraversando, sei talmente glaciale che non mi viene da metterti in dubbio, tanto cosa cambia?
"Te l'ho inviata anche se ancora non capisco cosa devi farci" supponenza e distacco che dovrò star bene attento a non far cadere quando mi ti parerai davanti
"Ti trovo" e butti giù, tanto di parole futili ne abbiamo già spese tante.
Mi appoggio a un muretto poco distante buttando la testa indietro, comincia a farmi male e non è detto che domani non sia peggio, effettivamente cantare in post sbornia deve essere un'esperienza perfetta per farsi buttare fuori. Sento il vociare di ragazzi che cantano a discreta distanza, ridono, forse festeggiano, come noi quella sera in cui ho capito tante cose e comunque mai abbastanza. Tu te la ricordi così? O anche quella è stata un semplice "diversivo"? Stringo le mani attorno al cemento, perché mi hai fatto questo? Potevi lasciarmi il cuore al suo posto e nessuno si sarebbe fatto male. Invece no, hai preferito rubarmelo tra un bacio e una lacrima e nasconderlo nel tuo, così che tentassi di ritrovarlo solo attraverso te che mano a mano mi ammaliavi.
Non so quanto tempo passi prima che dei passi fin troppo decisi si sentano e costretto ad aprire gli occhi mi ti ritrovi davanti sentendomi tirare per il bavero della camicia. Mi strattoni violentemente verso di te facendomi guardare i tuoi occhi lucidi e le labbra strette in una smorfia minacciosa. Sei sempre bella, bisogna riconoscertelo, perfino con la rabbia disegnata sul volto. Mi fissi per alcuni secondi per poi slanciarti sulle mie labbra e aprendole quasi senza aspettare permesso. Mi baci con urgenza trattenendomi vicino a te ancora attraverso una camicia che probabilmente non tornerà mai alla forma originaria. Mischio le mie dita ai tuoi capelli inspirando ancora una volta il tuo profumo e dimenticando come mai ci stiamo baciando su un muretto di una via logora di Roma in preda ad una rabbia ferina. Ti voglio e questo fa svanire tutto.

Ti voglio
Già io.
I ricordi mi si ripropongono come un conato di vomito e ti allontano lasciandoti stupefatta ed inerme, hai le labbra gonfie io compenso solo con il cuore.
"Stiamo sbagliando" non ti guardo, lascio solo che per una volta la mia paura mi protegga da te che sei veleno e antidoto di un cuore troppo provato.

"E quando mai ne abbiamo fatta una giusta? Guarda dove siamo e devo ancora capire perché tra l'altro" il gioco da dura ti viene bene è una parte che hai recitato per molto tempo ma una nota di paura in questa frase c'è, hai già capito ma forse speri di sbagliarti.

"Appunto, non dovremmo esserci qui e il fatto che tu ti domandi perché chiarisce che tu non mi capisci. Non riesci a capirmi" sto tenendo tra la lingua un coltello affilato per colpirti dove ti ho visto crollare, tu non ti meriti un peso ancorato, non meriti me nel tuo volo libero

Sei in silenzio, immobile con gli occhi fissi verso di me, il primo colpo è senz'altro andato a segno: "Spiegami allora"

Eccolo qui il colpo di scena, ribalti tutto mostrandoti remissiva e pronta a comprendermi come a dimostrare che non finirò mai di scoprirti anche se proprio ora su di noi sto tracciando la parola fine

"Non capiresti" rispondo camuffando la sorpresa "non ci sei mai riuscita e non è nemmeno colpa tua è che siamo incompatibili. Divertente stare insieme ma finisce lì. Abbiamo sbagliato, ho sbagliato, è vero tu con me non c'entri nulla"

Proprio mentre lo pronuncio mi rendo conto di quanto stia sbagliando, vedo i tuoi occhi chiudersi su lacrime che cominciano a scorrere senza tregua. Avrei dovuto parlarti, lasciarti spiegare, ma questo istinto becero ha la meglio troppo spesso anche se poi mi si ritorce contro davanti alla tua tristezza. Piangi senza controllo ma in silenzio con il cuore probabilmente troppo a pezzi di cui presto mi ringrazierai, mi sono tolto di mezzo, ora hai la strada spianata o almeno questo voglio raccontarmi

Mi incammino superandoti mentre tu sei ancora lì, ferma, con davanti le diapositive di ciò che siamo stati e che ho rovinato con una sola bevuta.

"Alberto" la tua voce arriva tremante per i singhiozzi trattenuti "dimenticati della mia esistenza"

E nei miei passi ci sono le tue lacrime e i miei sbagli, i nostri baci e le tue insicurezze. C'è il suono di chi vorrebbe solo il tasto rewind e allo stesso tempo è convinto di aver fatto la cosa migliore. Si dice che se ami qualcuno la cosa migliore da fare è lasciarlo libero, beh Tish la tua gabbia è aperta come la ferita lasciata nel mio cuore. Capire di amarti è stato un viaggio meraviglioso, peccato io non ne sia meritevole. Non mi volto ma so che tu sei ancora lì almeno fisicamente, perché dentro il mio cuore posso sentirti nettamente urlare. Tanto è tuo. Strazialo pure.

Note d'Autrice:
NON PICCHIATEMI!
Ciao ragazzi! Eccomi!
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, anche se so essere un po' triste, grazie per tutto il seguito che date alla storia
Un bacione!

Sorrido fino a te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora