Vaffanculo

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Sono passati dieci giorni da quando abbiamo infiammato il palco con le nostre voci e da allora non ci siamo più rivolti la parola. Ti vedo nei momenti comuni ma tu non incroci nemmeno il mio sguardo, mi passi di fianco come se non mi vedessi nemmeno: eliminato dalla tua vita. Ormai mi trascino in quest'ultima settimana di Novembre contando i giorni che mancano per tornare a casa, almeno sotto l'albero non avrò il tuo dolore ad osservarmi.

Le mie frequentazioni sono ridotte prevalentemente ai miei compagni di stanza, non ho la forza di spiegare a qualcuno di nuovo tutto da capo e poi dovrei farlo sotto il tuo sguardo colpevolizzante, quindi evito. Sono diventato bravissimo a evitare: te, le mie emozioni, il rumore del cuore in frantumi. Evito tutto e lo metto via, dove non posso sentirlo, dove varrà la pena ripararlo nel momento in cui sarò in grado; meccanismo malato e malandato che porta solo all'accumulo di ciò che non riesco ad affrontare: tu su tutti.

Sono affacciato alla finestra della camera, la stessa a cui tiravi i sassi per attirare la mia attenzione. Ti rivedo davanti a sbracciarti mentre raccolgo veloci spartiti che tanto non avremmo usato troppo impegnati a perderci tra le braccia dell'altro. Chissà se ci pensi mai. Chissà se in terrazza sei più tornata, le chiavi ormai le hai. Io la evito come la peste, saresti ovunque e non saprei sopportarlo, correrei a cercarti pregandoti di tornare con me, in ginocchio sui miei stessi sbagli e su tutte le mancanze di cui abbiamo avuto timore.

E perché non vai?
Stupida voce nella mia testa che poi assomiglia molto alla tua. C'era da aspettarselo.
Perché sarebbe una perdita di tempo esattamente come questa attesa alla finestra, come se tu potessi apparire di punto in bianco per tirare sassi con un sorriso luminosissimo sul volto. Quel sorriso però è sparito dieci giorni fa e i sassi probabilmente me li tireresti in faccia, non senza una parte di ragione. Mi allontano da quella boccata d'aria per scendere, vado a farmi una corsa tanto qui non risolvo nulla.

Sto scendendo le scale velocemente, non ho troppo tempo prima che si cominci davvero a gelare. C'è qualcuno che però sta compiendo il movimento opposto e quel qualcuno ha uno sguardo omicida negli occhi e nelle mani ha la tua borsa, probabilmente recuperata dopo la tua ennesima fuga in camera che con lei condividi.

"Ciao Gió" abbozzo un sorriso che leibnon solo non ricambia  ma prova a sorpassarmi senza nemmeno parlarmi, spalla contro spalla mentre già ha poggiato un primo passo oltre
"Come sta?" non dovrei chiederlo, non ne ho diritto ma ne ho pieno bisogno, sento bloccarsi il movimento di salita accanto a me. Anche lei sa che evitare questa domanda è gettare sale su una ferita aperta
"Male, ed è tutta colpa tua. Tua e de sta cazzo de canzone" rispondere con questa rabbia nella voce mi fa solo rassicurare, con lei tu sei al sicuro, anche da me che sono diventato il maggior pericolo e sofferenza. Pensa la vita.

Gli occhi della bruna ruotano un po', tanto da incrociare i miei che luccicano a sentire quelle parole: "E piagni! Ma magari te piagni pure l'anima guarda. Tu piagni? T'ha accannato lei in mezzo alla strada?" dura e precisa sul punto di debolezza, le nocche le fremono talmente tanto che mi aspetto un destro sul naso da un momento all'altro e non potrei nemmeno ribattere

"Che canzone?" chiedo con voce rotta pensandoti persa nelle note di una canzone in cerca di un aiuto esterno, una mano, magari la mia da far di nuovo combaciare nelle nostre mancanze e nei suoi spazi. Giordana si gira completamente e stavolta l'odio lo respiro anche nella fragranza maschile del suo profumo, ci stiamo guardando fisso ma sfortunatamente lei non ha le iridi volubili come il cielo.
"Io che amo solo te" tira un forte sospiro "lo sai che ce se gioca la serale? E so tre giorni che non riesce nemmeno a finire una frase senza scoppiare a piangere"

Impatto

Pugno nello stomaco. Dolore lancinante e piacevole sensazione di calore. Perché non riesci a cantarla? Pensi a me? Ami solo me? Perché non me l'hai detto? Perché non l'ho capito? Perché sono ancora fermo qui?

Guardo la rocker con il respiro quasi affannoso: "Mi manca" due parole, due delle tante che vorrei dirti ma tu non ci sei e devo accontentarmi di un emissario. Pietre d'Ambra assottigliate su quel volto olivastro: "E sti cazzi? Non te l'ha mai detto nessuno?" si gira riprendendo la rampa mai scalata più difficilmente.
"Allora ringrazierà te quando uscirà questa sera" ancora una volta interrompo il suo incessante salire verso te che non posso più raggiungere. "Che stai dicendo?" la voce graffia anche mentre parla, capisco perché trasmetta così bene il dolore nelle sue canzoni.

"Io so farla calmare. Se non la tranquillizzi non riuscirà a cantare e si giocherà il serale" sono sereno, di questo ho assoluta certezza, la romana evidentemente molto meno visto che mi sfida con lo sguardo che però racconta terrore, so bene quanto tenga a te: "E chi me lo dice? Magari parla con te e cade ancora di più nel baratro"

"Almeno avrai tentato, se non riesce a cantare è fuori in ogni caso" non può giocare questo gioco con me, non scommetterei su nulla tranne che su di noi. Devo aiutarti e posso farlo soltanto io. Mani nodose tra capelli quasi completamente rasati, sa che ho ragione ma la paura è una consigliera scomoda da lasciare inascoltata: "Anche se fosse, e secondo me nun lo è, lei non te vuole vedè. Che fai te cali in camera tipo Spiderman?" l'acidità deve avervi unito all'inizio altro che la sensibilità. Due ragni al limone siete.

"La porti in sala prove e da lì ci penso io" rispondo alzando le spalle, ti chiuderò dentro e almeno in quel frangente dovrai ascoltarmi. Strabuzza lo sguardo e contrae il volto stupita: "Cioè secondo te io prendo la mia amica che sta soffrendo come un cane e la chiudo nella stanza con il suo carnefice, prendendola pure per il culo? E perché?"

"Perché sai che lo vuole, più di qualsiasi altra cosa" non so da dove venga questa sfrontatezza ma ogni volta che ho sminuito il mio potenziale verso di te è successo un distratto. Ti manco, lo so, lo sento e non permetterò che la tua voce non riesca ad esprimersi. Almeno lei con cui non potrei mai litigare

La mora si sta mordendo il labbro inferiore tirandolo in un gesto di stizza. Sa che ho ragione ma proteggerti è la massima priorità, per questo devo premere l'acceleratore: "Gió, ho sbagliato, fammi rimediare. Non le farò male, la faccio cantare e se poi non mi vuole sparisco per sempre dalla sua vita e anche dalla tua. Solo per lei, una volta e basta" il volto è ancora contrito nonostante la mia supplica accorata. Forse davvero è giusto perderti, probabilmente non avrei più nessun effetto su di te e sono il solito sognatore in ritardo alla stazione del cuore. Il dialetto romanesco che arriva allo sguardo che ora punta verso il basso mi fanno però nascere un sorriso: "Io non ne so niente e se te mena so pure contenta. Te la porto in sala ma se me chiede nego tutto, chiaro belli capelli?"

Le corro incontro eliminando quei tre gradini di distanza e chiudendola in un abbraccio strettissimo che lascia però le sue braccia lungo il corpo: "Frena, a me de te frega meno de un cazzo, voglio solo che lei resti dentro. Per il resto se domani te investono so contenta"

Annuisco serio davanti a parole che sono tutto meno che ironiche e a cui mi sento di rispondere: "Gió, io ho avuto paura" bastano poche parole davanti all'immensità dell'errore e all'eclatante buona fede "tornerei indietro mille volte a quel giorno"
"E invece non se può perché sape reagì alla paura differenzia gli uomini dai quaquaraqua e a lei serve un uomo. Mo levate che devo anda a prendela per il culo per colpa tua" si scosta velocemente dal mio abbraccio e stavolta sparisce definitivamente dalla mia vista lasciandomi con ancora più sensi di colpa a gravare sul cuore.
Se è vero che il furore di una donna non ha confine nessuno ha mai incontrato quello di due amiche.

Note d'Autrice:
Eccoci!!!
So che questo capitolo ha l'assenza della nostra rossa preferita, per cui ho una proposta! Se vi va il prossimo lo pubblico domani in cui se ne vedranno delle belle, secondo voi cosa succede?
Grazie mille al solito, ma mai scontato per tutto l'affetto che mi dimostrate
Un bacio

Sorrido fino a te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora