Nonno Hollywood

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Sono passati due giorni da quelle famose prove e domani ci sarà la sfida che tanto stanno aspettando. Io sento solo vuoto, tolto in sala prove non ti ho più cercata e tu hai fatto lo stesso con me, mi sono rintanato nel silenzio nemmeno nella musica. Un silenzio carico di ricordi e colpe che faccio a me stesso verso di te, che non puoi capire, e verso di lei che non può più ascoltare. Mi alzo lentamente dal letto che da due giorni più che accogliermi convive con me e tiro fuori dal cassetto della scrivania quella foto, un po' stropicciata ma sempre bella. Io bambino sorridente con il gelato in mano e lei piccola e tozza con gli occhi dello stesso colore del mare che ci fa da sfondo che mi stringi l'altra mano. Stiamo ridendo tutti e due, come non ho più riso, perché se "chi ha mamma non trema" chi ha nonna questo dubbio non se lo fa nemmeno venire. Sento gli occhi cominciare a lucidarsi e mando giù l'ennesimo boccone amaro prima che i ricordi di lei facciano spazio, io non voglio ricordare, non voglio soffrire. 

Per fortuna ad interrompere questi pensieri malinconici arriva il mio compagno di stanza che con il suo tono squillante si annuncia: "Albertino sei nel pieno della tua seconda attività preferita?", il trapper parla con il sorriso sulle labbra sistemandosi qualche ciuffo sbarazzino uscito dalla pettinatura portata in alto che lo contraddistingue e per cui non poche volte l'ho sfottuto. Jefeo è una delle persone migliori che potessi incontrare qui dentro, è energico e tanto basta per ridestare anche me dai momenti di sconforto, lui è sicuro di farcela sempre in qualsiasi occasione ed è talmente tanto convinto da renderne partecipe anche gli altri. 

"Quale sarebbe la prima sentiamo?" chiedo abbozzando un sorriso e sistemandomi meglio seduto contro la testiera del letto 

"Mangiare mi sembra ovvio" risponde ridendo e dirigendosi verso il bagno a sciacquarsi il viso pur continuando a chiacchierare: "Come mai la rossa non è in giro nei dintorni negli ultimi giorni?"

Un brivido che non vedendomi non può cogliere mi trapassa: "Non dobbiamo per forza stare insieme", in effetti è così siamo due alunni che condividono un percorso di sfida è normale scambiare emozioni e pensieri ma alla fine rimaniamo due estranei soprattutto se fin dall'inizio non vi è stata particolare sintonia. "Comunque arancio non rosso" mi sento di dire " ci tiene" 

"Arancio non rosso" mi fa il verso il moro " e tu sei sicuro che vada bene ignorarvi così, convinto tu" ritorna in camera con le mani ancora lievemente umide e fischiettando "Shallow" va a scegliersi i vestiti dall'armadio non prima di essersi girato a farmi l'occhiolino. Alzo platealmente gli occhi al cielo ed esco dalla stanza, forse ha ragione, le devo delle spiegazioni. 

Ti trovo estremamente facilmente sei in camera con Giordana e stai ascoltando pazientemente tutto ciò che la ragazza di Latina ti sta propinando ad una velocità supersonica, come al solito. La porta semi aperta mi permette di osservarti prima di entrare: hai gli occhi stretti come se tentassi di catturare le troppe parole che la tua amica sta pronunciando, di dargli un senso che non sia un semplice rumore alle tue orecchie, ci tieni troppo a lei per non ascoltarla. Hai legato i capelli in due codine scomposte che ondeggiano ad ogni tua inclinazione della testa e insieme al tuo viso quasi completamente struccato, fatta eccezione per i puntini, ti forniscono un aspetto molto bambinesco ancor più giovane dei tuoi diciotto anni. Smetto di fissarti non sono qui per questo.

Busso lievemente ed entro senza aspettare risposta ed entrambe girate gli occhi verso di me ma tu spalanchi un po' troppo gli occhi tradendo sorpresa e forse... aspettativa? Ti ricomponi velocemente da quel troppo chiaro cambio di espressione e lasci che sia Giordana ad aprire il discorso: "Ohi Albi! Avete delle prove? Titì non mi aveva informato". Scuoto la testa rassicurandola: "Nulla di programmato, volevo scambiare due parole con lei visto che siamo alle porte dell'esibizione. Se ti posso chiedere di lasciarmela un attimo non vorrei dare troppe informazioni alla concorrenza" le faccio l'occhiolino ridendo, domani saremo in sfida ma nessuno di noi la vive come una competizione ma come un semplice compito assegnato, l'affetto in questo caso non si discute. Giordana ti sfiora la mano e ridendo anche lei esce dalla stanza: "Fate con comodo tanto sicuramente vi batteremo" e chiude con attenzione la porta. 

Ti sposti i capelli restati fuori dalla pettinatura dietro le orecchie mentre mi avvicino al tuo letto, sei agitata e si nota anche dall'avvampare della tua pelle candida, ti schiarisci la voce parlando: "Allora quale parte vuoi ripassare? Forse sul ritornello in effetti siamo un filo scoordinati ma sono sicura che..." e ti alzi cercando degli spartiti che ormai non ti servono più per il solo scopo di allontanarti da me. Ti blocco per un braccio e ti avvicino a me e finalmente dopo due giorni ci riguardiamo e i tuoi occhi per fortuna non mentono, forse ti mancava. 

Continuo a tenerti il braccio mentre inizio a parlare: "Scusami, so di essermi comportato in modo strano, ci sono cose che ovviamente non sai di me e che l'altro giorno cantando mi hai risvegliato. Ti ho sentita vicina, molto e stupidamente ho sperato capissi tutto ciò che cantando ho tentato di dirti, e non avendolo fatto ti ho ritenuta colpevole di un qualcosa di cui nemmeno sapevi i capi di accusa. Sono stato davvero molto infantile, scusami" mi manca il fiato per quanto intensamente ho tentato di spiegarmi e mi bruciano le guance dall'imbarazzo di dover giustificare delle azioni così stupide. 

Tu però sorprendentemente non sembri arrabbiata né stupita addolcisci un poco lo sguardo e mi domandi: "Chi è? La persona per cui cantavi intendo" e sono io stavolta a sgranare gli occhi, mi avevi capito davvero allora, non era stata una stupida illusione, tu mi hai sentito. Sono totalmente incredulo tanto che appena sussurro: "Nonna" mentre tu prendi le mie mani tra le tue

Sorridi dolcemente, quasi materna: "So che è fiera di te. Chiunque lo sarebbe". Questa frase abbatte il mio muro facendomi barcollare e devo sedermi per non cadere. Improvvisamente tutto gira, ha colpito e distrutto un muro di cazzate con cui ho coperto il dolore della perdita ma anche la felicità si averla vissuta. Piango a singhiozzi con il viso tra le mani ma con il tuo abbraccio intorno che è a metà tra il tuo e il suo e forse non mi manca adesso, semplicemente la sto lasciando andare. Dopo due anni. Penso a quanti buffetti mi avresti dato dietro la testa perché a fare le cose ci metto sempre troppo e rido. Rido di chi siamo stati, delle canzoni sul tavolo della cucina mentre prepari i cannoli, del mare che non sapevi lasciare e degli occhiali dimenticati troppo spesso in giro. E parlo di te a una donna che resta aggrappata a me ridendo dei nostri aneddoti senza mai averti conosciuto. Racconto quanto mi spingevi a sognare e quanto grazie a te io oggi sogni più forte di tutte le mie paure, racconto che mi manchi la sera mentre chiudo gli occhi ma ti sento vicina in ogni momento e che vincerò prima per me e poi per te, come dicevi sempre. Racconto perché nel dolore c'è anche tanta gioia e io me la sto precludendo. Parlo fino a non avere più voce e piano piano ti vedo sorridermi davanti a me come forse non ricordavo nemmeno più e ti sorrido anch'io perché sappiamo tutti e due che questo è stato solo un piccolo arrivederci. Hai fatto la fuitina nonnì ma ti raggiungerò per dartelo io quello scappellotto che oggi invece merito. 

"Era una figa, sai come sarà contenta quando vincerai Amici?" sussurri accarezzandomi i ricci scomposti, come stai facendo da oltre un'ora, sei rimasta qui perfetta complice e compagna di gioia e dolore. Mi giro a guardarti con gli occhi rossi: "Grazie Tish, davvero" e mi sento stringere in un abbraccio che ci porta ad appoggiarci sul letto per sentirci più vicini. "Di nulla, sono qui" dici sorridendo malinconicamente mentre io ti lascio un bacio su quella testa tanto matta quanto bella. "Penso di volerti bene Titì" dico quasi incerto di me stesso, quasi ad aver allungato troppo la gamba dopo una maratona già abbastanza lunga. Fortunatamente ti sistemi meglio sul mio petto e rispondi: "Lo so Albi, come potresti non farlo d'altronde". Forte rettifica penso di detestarti

Note d'autrice: 

Da pc non mi fa mettere il grassetto, che gioia!

Ciao ragazzi! Spero che il capitolo vi sia piaciuto anche se è un pochino più lungo  del solito e dedicato principalmente ad Alberto ma mi piace l'idea di dare spessore ai personaggi, fatemi sapere se vi piace o meno questa modalità di narrazione. Grazie per avermi seguito anche in questo capitolo e di aver votato i precedenti <3 Provo ad aggiornare stasera

Un bacio 

Sorrido fino a te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora