Amici mai

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Mi sembra passata una vita da quando ci trovavamo uno di fronte all'altro a magiare, ti osservo capare minuziosamente il mais dalla tua insalata come se fosse la prima volta; siamo tornati al nostro tavolo e di quel che poco fa è successo, anzi non successo, nessuno dei due parla più, semplicemente siamo lì a ridere imbarazzati di una situazione che era diventata familiare. Due tavoli avanti il tuo spasimante si è unito al nostro gruppo di amici, ma nonostante le stramberie di Mameli non muove nemmeno per un attimo gli occhi da te come se stesse vigilando la situazione. Mi sporgo verso di te sussurrandoti ciò che ho notato: "Non sapevo fossi già così famosa da girare con le guardie del corpo", alzi lo sguardo al cielo non so se più infastidita per lui o divertita per me.

"Se non la smette gli rovescio la pasta in testa" affermi scocciata e mettendo su un adorabile broncio 

"Non cambieresti di molto la sua pettinatura se ci pensi" bisbiglio in risposta rischiando di farti soffocare per trattenere una risata, non so cosa ti spinga ad aver feeling con lui ma sono quasi certo che non si avvicini nemmeno un filo alla nostra complicità. Il discorso di prima va ripreso ma sto cercando le parole giuste per dirti che noi forse "amici mai" e che dovresti solo darmi la possibilità di farti vedere lo stesso finale che per me ormai è quasi scontato; con nessuna certezza che andrà bene ma con nessuna voglia di farti rimanere un rimpianto. 

Mentre lambicco parole sdrucciolevoli come sassi bagnati nella mia testa, sento due mani appoggiarsi alle mie spalle in maniera tutt'altro che delicata e una voce meridionale giungere alle mie orecchie: "Frate ma voi stasera che fate?" è Umberto che senza ombra di dubbio avrà avuto un'altra delle sue idee geniali in cui trascinarmi controvoglia. Senza dubbio è l'animatore del gruppo: non c'è uscita, festa o passeggiata che non sia organizzata e coordinata da lui e dal suo sempiterno sorriso, è l'allegria fatta uomo, purtroppo però l'altra sua compagine è un'eterna fanciullezza che lo porta a trovare anche divertimenti abbastanza immaturi, uno su tutti prendermi a cuscinate in fronte per svegliarmi. 

"Pensavamo bunjee jumping senza corda dalla finestra per evitare le lezioni di Britti da qui alla fine dell'anno" rispondi tu sarcasticamente al mio posto non turbando però, nemmeno per un momento, la felicità del napoletano che si affretta a rispondere: "Benissimo! Allora prima di buttarvi fate qualche giro di obbligo o verità con noi"

Mi giro verso il biondino completamente accigliato mentre lui ricambia soddisfatto sicuramente convinto di aver avuto l'idea del secolo: "Davvero? Cosa siamo una scolaresca di dodicenni in camposcuola?" scuote la testa divertito: "Siamo una scolaresca e l'età è totalmente un fattore mentale, ora potreste smetterla di fare i settantenni prima del tempo?"

Ti sento grugnire divertita e alzo le mani al cielo in segno di resa: "Va bene, va bene! Ha vinto la gioventù, finiamo di mangiare e vi raggiungiamo". Umberto felicissimo mi dà diverse pacche sulla schiena raccomandandosi di sbrigarmi, sia mai ci perdessimo l'inizio di questo rinnovato di tecnologia moderna. 

Siamo tutti seduti in cerchio nella hall dell'hotel con un leggero brivido sulla schiena provocato da un vento che preannuncia l'arrivo dell'inverno e di un'incosciente finestra lasciata aperta. Sei abbastanza lontana da me, Alvis è riuscito a raggiungerti e rapirti ben prima che lo facessi io, è buffo sfidarsi a duello sapendo di aver già perso, il solo pensiero di qualche ora prima mi lascia un retrogusto dolce amaro alla base della gola: come un mon cherie. Umberto sta rispiegando le regole del gioco come se ci fosse qualcuno che ne possa essere stato esente negli ultimi dieci anni, ma io guardo altrove notando la mano del rapper risalire e scendere dalla tua schiena massaggiandola e rimango ipnotizzato da quel movimento che accresce ogni secondo la mia rabbia. 

"Quindi iniziamo" sentenzia finalmente il ballerino cominciando il giro da Jefeo che compie la prima scelta ritrovandosi a dover uscire all'esterno solamente in mutande dandomi l'idea di dove andrà a parare questo gioco. In breve tempo è il turno di Alvis che scelto di rispondere a una verità si ritrova a confrontarsi con un sorriso beffardo del biondo: "Allora Alvis, ti piace Tish?"

Sorrido fino a te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora