Netflix

934 64 15
                                    




Nulla cambia se tutto resta uguale

Ho questa frase in testa da ieri e non riesco a togliermela né a darle una reale collocazione nella mia vita però sono sicuro che c'entri con te. Tu sei cambiata e io sto semplicemente lasciando che le cose vadano via come il profumo su una camicia dopo una notte di passione. Scivoli in fretta tra le mie dita a cui ti eri così tanto difficilmente ancorata e da cui invece sembra facilissimo scardinarti; ed io unico ostacolo che potrebbe impedirne la discesa sto qui fermo a guardarti. Mi alzo con un moto di stizza dal letto, non sto combinando nulla questi giorni, ci manca solo che mi faccia buttar fuori per due adolescenti alla prima cotta. Esco trascinandomi dietro tutti i miei malumori in direzione della sala prove, voglio suonare e scordarmi del resto e penso che solo la musica possa davvero riuscirci.

Varco la porta immusonito con la testa piegata su quegli abbozzi di melodia che prima o poi dovrebbero divenire il mio inedito, dovrebbero appunto perché per ora sono solo un calderone di note e parole senza troppa sequenzialità. Alzo la testa e ti vedo ferma al piano, sei china su di esso e solo le note di Dolcenera riempiono la sala e mi fanno sorridere, la ripetizione è meccanica ma ad oggi forse è la melodia migliore che io abbia mai ascoltato. Mi fermo sulla porta della sala, appoggiata ad essa e torno indietro a qualche settimana fa quando ascoltarti è diventato un piacere e dove il mio cuore aveva già capito molte cose che la testa, si sa, fa fatica a comprendere. Ora come allora tu non mi vedi e io ho di te una vista preclusa perché il furore delle tue iridi è riservata a chi ha il coraggio di parartisi di fronte ed io allora di certo non ne avevo e ad oggi ho troppi motivi per non farlo. Una smorfia di rabbia si fa largo sul mio volto, ne ho davvero così tanti? Davvero l'orgoglio mi sta di nuovo tenendo lontano? Sarebbe estremamente semplice venire lì e dirti che mi manchi ma i miei piedi sembrano ancorati al terreno e le spalle allo stipite della porta.

Ascolto mentre la tua voce comincia a viaggiare e mi ricorda di quanto stai migliorando e quanto temibile tu diventi ogni giorno che passa, eppure come sempre davanti all'arte io so solo restare estasiato. Le tue dita smettono di muoversi e ti stiracchi portando le braccia dietro la testa e scrocchiando diverse ossa per poi girarti oscillando facendo stretching e incrociando il mio sguardo. Interrompi l'esercizio e sobbalzi lievemente, forse spaventata o sorpresa dal trovarmi lì: "Alberto! Ma che cazzo ci fai fermo lì?"

Cammino nella tua direzione mentre rispondo: "Più veloce nella ripetizione, ma è comunque un buon inizio" non voglio risponderti e sinceramente non saprei neanche cosa dirti, non so dirti ciò che vorrei figurati quello che nemmeno io so. Ti alzi venendomi incontro anche tu, inconsciamente credo siamo portati ad essere fianco a fianco, ghigno riprendendo la conversazione: "Allora? Come mai sola? Alvis aveva da fare?" non che non sia contento di trovarti sola ma nell'ultima settimana direi che è una più che strana eccezione

Sbuffi raccogliendoti dei ciuffi scappati alle due piccole trecce che incorniciano la tua testa e attorcigliandoli intorno alle dita: "No, avevo bisogno di stare sola e comunque mi spieghi perché ti sta così tanto antipatico? Nemmeno avete mai parlato". "E non ci tengo" rispondo seccato e pentendomi un secondo dopo dell'irruenza: "sinceramente non mi piace troppo a pelle, ma comunque il problema non è lui, il problema è che ho perso un'amica" sputo veleno e ne sono consapevole, la mia diplomazia imporrebbe altro ma ho idea che non vada ascoltata.

Assottigli notevolmente gli occhi rendendole lame del color del cielo: "Avresti potuto cercarmi anche tu", sono notevolmente fuori di me e mi ti paro davanti alzando la voce: "Quando? Mentre vi strusciavate sul divano? O mentre mangiavi con lui? Oppure ma certo, come ho fatto a non pensarci prima Tish, mentre suonavi con lui! E sai qual è il problema? Che per me sia un problema, perché tu sei talmente egoista e piena di te che ti è bastato un secondo per sostituirmi e io avrei fatto bene ad andarmene quella sera in discoteca, tu non capisci! Tu pensi solo a te". Sono violaceo in volto e ti sto puntando un dito sul petto ad accusa di tutto ciò che è successo mentre tu mi guardi sempre più a bocca aperta e poi, di scatto mi molli un ceffone in pieno volto, che arriva dritto fino al cuore lasciandomi il segno di un amore profondamente sbagliato.

Sorrido fino a te Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora