• Capitolo 5

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"Il cuore lo sa e la pelle lo sente.
La testa può dire ciò che vuole."

Le sembrava davvero una scena di un film, una di quelle dove ognuno dei personaggi è fermo nella propria posizione, che è utilizzabile per un servizio fotografico.
La medesima scena poteva essere accompagnata da una canzone in sottofondo, una di quelle che ti fa dire
"Wow, questi personaggi sono davvero fighi!".
Kyle era appoggiato al muro della cucina, vicino alla finestra, che permetteva al sole di illuminare il bel viso del ragazzo, che era corrucciato nei suoi pensieri.
Lorenzo, che era stato l'ultimo ad aver salutato Cheryl, era seduto sul tavolo, con una gamba a penzoloni e l'altra appoggiata ad una sedia spostata dal tavolo.
Marta e Jolanda, che era appena riuscita a far addormentare la piccola Lydia dopo una notte insonne, erano sedute l'uno accanto all'altra.
La bionda aveva le braccia incrociate al petto, la mora continuava a torcersi le mani, entrambe con la speranza di riuscire a pensare a qualcosa di utile.
Taehyung era seduto su una sedia, con le spalle al muro.
Un braccio era appoggiato al tavolino affianco a lui, l'altro appeso accanto al corpo snello.
Il suo viso era tranquillo, ma il suo sguardo cercava di trovare risposte alle domande che, poco a poco, sarebbero uscite fuori.
Sembravano tutti concentrati su qualcosa, nel silenzio più totale.
Solo Cheryl era annoiata: stavano aspettando Filippo da più o meno mezz'ora.
Era appoggiata con la spalla sinistra allo stesso muro sul quale era schiacciata la schiena del ragazzo dai capelli blu.
Entrambe le braccia erano sul tavolo, una stesa e l'altra aiutava il muro a sorreggere la testa.
La mano chiusa in un pugno deformava le labbra carnose in modo dolce e la rendevano ancor più bella.
"Dove diamine è lo spolverino?"
Era l'unica cosa che si chiedeva, cosa che non era assolutamente paragonabile ai pensieri dei suoi compagni.
Un rumore di gingilli si avvicinò alla cucina e, solo quando sbucò dalla porta velocemente, riuscirono a capire che era procurato dal muoversi della miriade di gioielli che Irama Plume indossava.
« Taehyung. »
Sbuffò fuori del fumo quando parlò con voce profonda.
Cheryl alzò lo sguardo prima su Filippo, poi su Taehyung, che aveva gli occhi puntati sul boss e chiedevano cosa volesse dirgli.
« Dicci la tua biografia. »
Affermò, prendendo posto affianco a Cheryl, che fu stupita da quanto fosse diventato audace nel farle capire che doveva perdonarlo.
« Sono nato a Taegu il 30 dicembre 1995. Mi sono trasferito a Chicago dieci anni fa per studiare ed ora sono un tirocinante come chirurgo al Chicago Hospital. »
Affermò, con la sua voce profonda e pacata, che era in grado di essere dolce e simpatica nei momenti opportuni.
« Corea del Sud. »
Affermò Filippo, che aspirò del fumo dalla sua sigaretta.
Cheryl odiava che fumasse all'interno, non lo aveva mai sopportato e gliel'aveva fatto notare più di una volta.
Non capiva se lo stesse facendo per non darle tregua o solo perché si era dimenticato di ciò che gli aveva detto a riguardo, ma comunque trovò il coraggio di strappargli la sigaretta dalle labbra e di spegnerla sul muro, per poi lasciarla cadere sul tavolo.
Solo dopo aver finito il suo "lavoro" guardò Filippo, che la guardava divertito.
« Hai già dimenticato tutto ciò che ti avevo detto. »
Affermò, per poi tornare a poggiare il capo sul muro e la mano sulle labbra.
« Si, Corea del Sud. »
Ruppe il ghiaccio Taehyung, che vide gli occhi di Filippo guardare Cheryl con uno strano sguardo.
« Cosa sai dirci della Jopok? »
Taehyung si accigliò
« Avete fatto accordi con la mafia coreana? »
Filippo annuì e poi disse
« Mi ha contattato un boss coreano, mi pare si chiami Choi Jae-Sang.
Mi ha chiesto di uccidere un altro capo di una gang coreana, si chiama Lee Do-yun. »
Si fermò un momento per guardare il viso concentrato di Taehyung, poi gli chiese
« Li conosci? Hai avuto a che fare un uno dei due in passato quando eri ancora a Taegu? »
Taehyung scosse la testa
« La Jopok è concentrata soprattutto a Seoul. Taegu non ha mai avuto problemi di questo genere, ma le voci girano velocemente. »
Filippo annuì, poi disse
« Se non hai a che fare con dei gangster, puoi aiutarci in un solo modo. »
Cheryl guardò Filippo e venne stupita da quanto stesse trattando bene Taehyung e venne stupita anche da quanto quest'ultimo fosse tranquillo.
Taehyung fece un cenno con il capo, per far capire a Filippo che poteva continuare a parlare.
« La lettera che ci è arrivata è scritta in coreano, abbiamo dovuto usare Google traduttore, ma sappiamo tutti quanto faccia pena. »
Cheryl non poté trattenere una risatina, che la fece guardare da tutti.
« Puoi tradurcela? »
Taehyung guardò Cheryl, che sbuffò e poi disse
« Fa' quello che ti dice, altrimenti ti punta la pistola contro e vieni traumatizzato. Ah, non dimenticarti di farlo bene! Ti uccide se sbagli o cerchi di ingannare. »
Glielo disse in modo scocciato, come se alla fine non fosse importante.
Taehyung, invece, la guardò basito, un po' come Filippo, che poi disse
« Quando mai? Non ti ho mai torto un capello. »
Cheryl fece spallucce e poi disse, guardandosi la mano stesa sul tavolo
« Non si sa mai. Sei così geloso che ti vendicheresti con lui.
Tae, fa' quello che ti dice e te lo fai amico, andrà tutto bene. »
Taehyung non capiva perché stesse facendo così tante storie per la traduzione di un testo coreano, ma tutti gli altri capirono che i due continuavano a stuzzicarsi, essendo arrabbiati.
Sapevano che si amavano, ma che la rabbia e l'orgoglio li portavano ad essere come alle origini.
« Sta' zitta, pivellina.
Fammi fare il mio lavoro, non farò niente al tuo amico, se sempre non sia qualcosa di più. »
Cheryl guardò gli occhi di Filippo.
Seppur la stesse trattando come faceva all'inizio, quell'odio che c'era le prime volte aveva lasciato spazio al divertimento nelle iridi del ragazzo.
Cheryl, d'altro canto, amava stuzzicarlo sapendo quanto tenesse al suo perdono.
« Kyle, prendimi la lettera. »
Disse, per poi ricevere un foglio tra le mani dal ragazzo rosso.
Lo porse a Taehyung, che era rimasto in silenzio fino ad allora, con l'intenzione di fare ciò che entrambi dicevano.
Lesse velocemente la lettera di qualche rigo e poi recitò
« "Irama Plume, sono Choi Jae-Sang.
Ti chiedo di uccidere il gangster Lee Do-yun, che si trova attualmente a Chicago.
È l'unico che intralcia il mio potere sulla Jopok in Corea del Sud e solo la gang più potente a Chicago può ucciderlo.
Ti ripagherò con venti auto da modificare e dieci milioni di dollari.
Chiedo una risposta tra due settimane."
Dice questo. »
Filippo rifletté, ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Cheryl
« Quando è arrivata la lettera? »
« Tre giorni fa. »
Affermò, guardando il foglio che Taehyung aveva tra le mani.
Guardò la sua gang con uno scatto fulmineo, come se avesse bisogno di un conforto per i suoi pensieri.
I Ghosters stavano per avere una nuova avventura, con il ritorno di un membro e con il coinvolgimento di una nuova recluta.

Criminals 2   { Irama Plume }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora