"È brutto guardarsi intorno e sentirsi inferiori al resto del mondo."
Un forte dolore era quello che sentiva.
Non capiva se stesse dormendo, dato che era la stessa confusione che provava durante il sonno in una febbre alta.
Non capiva se aveva freddo, dato i brividi, o caldo, dato che era gronda di sudore.
Aveva un forte dolore al collo, ma il dolore lo sentiva fin dentro a tutte le ossa, o forse erano i muscoli: non riusciva a capirlo.
Stava male, fisicamente.
Aprì piano piano gli occhi, gonfi e bagnati dalle lacrime versate.
Non riuscì a capire in quale posizione fosse messa per il semplice fatto che non riusciva a connettere nulla.
Impiegò qualche minuto prima di realizzare che era stesa a pancia in giù, con le braccia aperte sul materasso putrido.
Fece una smorfia di dolore quando provò ad alzare la testa per capire il luogo in cui si trovava.
Era una stanza illuminata dalla luce della mattina che entrava dagli ampi spiragli della finestra.
Si fece forza e, con le braccia doloranti e tanta sofferenza, si inginocchiò sul letto.
Si guardò: non ricordava come si fosse ritrovata dentro a quella canottiera e pantaloni della tuta e nemmeno dove fosse finito il suo bel vestito.
Aveva persino delle scarpe ai piedi.
Era tutto molto vecchio, ma si sentì fortunata ad indossare dei vestiti.
Si guardò ancora attorno e, progressivamente, realizzava le sue condizioni e ciò che era successo.
Si ricordò la sera precedente con poco sforzo, ma non era ancora riuscita a capire bene la situazione in cui si ritrovava, data la sofferenza fisica che provava in quel momento.
Le sembrava di essere uscita da un macello, con le ossa e i muscoli doloranti.
Era debole, senza forze, ma doveva alzarsi dal letto.
Si tirò su, ogni tanto lamentandosi con qualche gemito di dolore.
Si asciugò gli occhi bagnati: non ricordava di aver pianto, ma era consapevole del fatto che fosse stato possibile, dato ciò che era successo.
Aveva paura, tanta paura, ma non poteva abbattersi.
Raggiunse la porta con passi pensanti e la aprì, ma prima di poterla varcare, cadde tra le braccia di un ragazzo cinese.
« Ehi, la ragazza si è svegliata! »
Urlò, ma non tanto forte, ma Cheryl lo sentì molto più forte di quello che era stato il suo tono di voce, infatti strizzò gli occhi.
L'unica cosa che poteva fare era lasciarsi sostenere dall'orientale, dato che non aveva forze.
Riusciva però ad essere vigile e attenta.
« Ci dispiace per le condizioni, ma sono gli ordini del capo. »
Affermò il ragazzo, prendendola in braccio a mo' di sposa.
La lasciò sul letto, con alcune domande che le passavano nella testa.
Dalla porta arrivarono altri due individui.
Un ragazzo ed un uomo.
Riconobbe nell'uomo la figura di Cartier e la sua paura aumentò: non sapeva quale sarebbe stata la sua fine.
Non sapeva se sarebbe uscita viva da lì o no.
« Ciao, Cheryl. »
Le disse, avvicinandosi al letto, seguito dal ragazzo, che si era posto accanto al ragazzo cinese.
« Tu lo sai chi sono io, giusto? »
Cheryl si ritrovò ad annuire, con l'ansia che cominciava a pervaderla.
« Mi piace il fatto che tu sia così vulnerabile e innocente quando non c'è il tuo amato Irama. »
Gli occhi di Cheryl si fecero lucidi quando nominò l'amore della sua vita, così lontano da lei.
Si chiedeva se sapesse dove si trovasse e se stesse già arrivando a salvarla.
« Comunque io sono Cartier, te lo ricordo.
Il ragazzo orientale è Davies, mentre il più piccolo è Lucifer.
Da non sottovalutare entrambi, ricordatelo bene. »
Cominciò a parlare il boss, poi le disse
« Starai qui per un po'. Non ti dirò che intenzioni abbiamo perché gli spoiler sono una brutta cosa.
Ti daremo del cibo, dato che non ti reggi neanche in piedi. »
La rabbia cominciò ad andare a braccetto con la paura e l'ansia, così cercò di parlare
« Voi... avete Lydia. Dov'è lei? »
« Oh ma allora siete davvero così intelligenti come si dice. Vedremo se potrò fartela vedere. Ora Davies ti porterà del cibo.
Spero che tu abbia già detto addio a Filippo Maria Fanti.
Chissà se lo rivedrai. »
Cartier sfilò fuori dalla porta, seguita dai suoi due scagnozzi.
Cheryl lasciò andare le lacrime: non capiva cosa volessero da lei, o forse non voleva ammetterlo a se stessa.
Voleva solo trovarsi insieme alla sua gang e al suo Filippo.
Aveva paura, ne aveva tanta.
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Criminals 2 { Irama Plume }
FanfikceMesi passati, amori non finiti. Cheryl sembra aver ritrovato la vecchia vita, ma la sua vera vita ancora non l'aveva ripresa in mano. La mafia coreana intralcerà le loro vite, ma come ne usciranno fuori? SEQUEL DI "Criminals { Irama Plume }" #1 in...