• Capitolo 3

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"A volte, bisogna saper scegliere con chi complicarsi la vita."

« Ehi, Cher, così finirai per consumare il fondo della tazzina. »
Scosse la testa e guardò il ragazzo di fronte a lei.
Solo allora, quando fu interpellata, si rese conto che era rimasta a guardare il petto del suo amico dall'altro lato del tavolo della sala riposo dell'ospedale per troppo tempo.
Aveva solo un pensiero nella testa: "Tonerà?".
Non si era resa conto che era da ormai venti minuti buoni che pensava alla notte passata.
Taehyung la guardava un po' divertito, un po' incuriosito.
Guardò la tazzina di caffè ancora piena e gli sorrise distrattamente, smettendo di girare il poco zucchero che aveva messo nel liquido.
« Cos'hai stamattina? »
Le chiese, dopo aver bevuto il suo cappuccino.
Cheryl fece spallucce e un mezzo sorriso: non poteva di certo dirgli che era andato a farle visita una persona tanto speciale, la quale l'aveva baciata appassionatamente.
« Ho avuto una buona notizia, ieri. »
Gli disse, alla fine, mentendo solo in parte.
« Cioè? »
Lo guardò con un sopracciglio alzato, mentre lui si scuoteva i capelli corvini.
« Non provare a nascondermi il fatto che è la stessa cosa che avresti voluto dirmi ieri! »
Taehyung sapeva benissimo quanto quella ragazza fosse sveglia, ma ogni volta lo stupiva.
« Se non mi dici quale notizia è non posso sapere se è la stessa. »
Le disse, indossando il camice immacolato.
« Mio padre è morto. »
Lo disse come se fosse la cosa più normale possibile, come se gli stesse dicendo che avrebbe fatto un intervento quella mattina.
Taehyung abbassò lo sguardo: sapeva chi era il padre di Cheryl, tutti lo sapevano e tutti la guardavano con sguardo pieno di compassione, cosa che lei non sopportava minimamente.
D'altro canto, preferiva la pietà piuttosto che l'odio da parte delle persone.
« Cher, non sapevo come avresti reagito.
Pensavo che dovevi essere tu a scoprirlo da sola. Non sapevo se già ne eri a conoscenza, e avrei aspettato che me lo dicessi tu. »
Le disse, con sguardo basso e voce piatta.
La ragazza si alzò e avanzò verso il ragazzo, che lo avvolse con un po' di difficoltà con le braccia.
« Lo so, Tae, non preoccuparti.
Sono sollevata per questo, non essere dispiaciuto. La sua morte vuol dire libertà per me. »
Il ragazzo le accarezzò la testa e sorrise.
« Ti voglio bene, Cheryl. »
« Anche io te ne voglio, Taehyung. »
D'altro canto, Taehyung voleva sentirsi dire altro.

Correva su per le scale, insieme al suo socio, nonché amico, dai capelli rossi.
Era un passo veloce sui gradini, al contrario di quello di qualche giorno prima.
Aveva fretta di dire quella cosa che lo aveva fatto rivivere.
L'adrenalina dell'ansia di fare qualcosa lo spingeva ad accelerare il passo e il suo amico fece quasi fatica a stargli dietro.
Spalancò la porta e corse verso il tavolo, dove le due donne e una piccola bimba si voltarono a guardarli, impazienti di ascoltare ciò che avevano scoperto.
« Allora? »
Sobbalzò sentendo la voce del suo migliore amico provenirgli alle spalle.
« Andiamo a prenderla, ma prendiamo due piccioni con una fava. »
Non rispose lui, ripose Kyle, che aveva appena chiuso la porta.
« Cosa avete scoperto? »
Chiese Marta, guardandoli sedersi al tavolo.
« La Jopok non è più un problema. »
Iniziò a parlare il boss, poi continuò
« Cheryl lavora come chirurga al Chicago Hospital. Cosa ovvia data la sua bravura. Ovvia come il fatto che sia stata notata da qualcuno. »
Tutti lo guardarono incuriositi, notando lo sguardo colmo di gelosia mentre gettava sul tavolo una fotografia.

 »Tutti lo guardarono incuriositi, notando lo sguardo colmo di gelosia mentre gettava sul tavolo una fotografia

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« Kim Taehyung. »
Lo presentò, indicando con gli occhi la foto che aveva preso in mano Marta, che la lasciò guardare anche a Jolanda e Lorenzo.
« È un chirurgo anche lui e, come si è ben capito, è coreano.
Si è trasferito qui circa dieci anni fa per studiare. Cosa c'entra con la Jopok?
Non ne ho idea e penso che non c'entri nulla, ma chi meglio di un coreano può raccontarci qualcosa sulla Corea del Sud? »
Sorrise soddisfatto, poi si morse il labbro, cambiando radicalmente lo sguardo
« Inoltre, Cheryl si fida di lui.
Pertanto, lo porteremo con noi.
Non lo lascerà andare facilmente, le è sempre stato accanto.
Io non voglio sentirla lamentarsi per il fatto che ha lasciato Tae... come si chiama, da solo e senza spiegazioni. »
Tutti annuirono, poi il silenzio fu spezzato dalla piccola Lydia che batteva le manine per farsi notare da suo zio, che le rivolse un sorriso.
« Lo stai facendo davvero? »
Gli chiese Lorenzo, sorpreso.
Filippo si accigliò, dicendogli
« Certo, cosa c'è di strano? »
Lorenzo sorrise e poi disse
« Stai portando Cheryl con te, ma con lei stai portando anche una persona alla quale tiene, con la quale è stata da un anno, ormai.
Non credi che i suoi sentimenti siano cambiati? Finirai per farle del male a causa della tua gelosia.
Perché non organizzare un incontro con Kim e poi lasciarlo andare?
Cheryl rimarrà con noi. »
Filippo strinse i pugni e si alzò di scatto
« I suoi sentimenti non sono cambiati. »
Lorenzo si accigliò, alzandosi anche lui, poi gli chiese
« Tu come fai a saperlo?
Taehyung è un bel ragazzo e le è stato accanto. Pensi che tornerà da te con la voglia di essere tua? »
Filippo rese il suo viso piatto e senza espressione.
Si era promesso che nessuno sarebbe venuto a sapere della notte passata con Cheryl, ma allora non poteva fargli credere che lei si era innamorata di qualcun altro.
Lui era sicuro che l'amava ancora e ne aveva avuto la conferma.
« Pensi che non mi ami più?
Be', allora quando sarà qui perché non ti fai raccontare ciò che è successo tre notti fa, quando sono stato a casa sua.
Non mi ha sbattuto la porta in faccia e mi ha lasciato entrare.
Non voglio scendere nei dettagli per quello che è successo dopo, usa la fantasia. »
Lorenzo sbarrò gli occhi, un po' come tutti in quella stanza.
Lydia anche sembrava capire, infatti guardava lo zio con gli occhi grandi.
Tutti si lanciarono uno sguardo, poi Lorenzo cercò di parlare
« Fil, io... »
« Cosa ti sta succedendo, Lori? »
Sussurrò Filippo, guardandolo con occhi tristi.
Non negava di essere stato ferito dalle parole del suo migliore amico e non ne capiva neanche il perché.
« Vado a fumare, più tardi vi espongo il piano. »
Filippo se ne andò in camera sua, sbattendosi la porta alle spalle.
Lorenzo continuava a guardare il punto in cui c'era stato Filippo qualche istante prima.
Il silenzio regnava sovrano, ancora una volta.

Criminals 2   { Irama Plume }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora