Capitolo sette

352 17 0
                                    

Avete presente quando ho detto del letto comodissimo, eccetera eccetera ? Bene, dimenticate tutto!
Per carità, comodo è comodo ma io non ho chiuso occhio tutta la notte. È per questo che, dopo la sesta volta che spalanco gli occhi, rassegnata, mi alzo e mi dirigo alla finestra. Mi siedo in ginocchio sul divano così da poter contemplare quello che c'è fuori. Mi perdo nei miei pensieri; mi fa strano non vedere mio fratello nel letto affianco al mio; è stato strano dover dare la buonanotte ai miei senza averli difronte a me ma dietro ad un cellulare, a chilometri di distanza; è strano non trovarmi nella mia stanza ma in un luogo dove mi sento un'estranea. Assolta in tanti altri pensieri di questo tipo alla fine decido di dirigermi in bagno; di dormire non vedo la minima possibilità, almeno mi preparo con calma.
Jeans, felpa rosa larga e converse.
Come trucco uso semplicemente l'eye-liner e il mascara per dare più colore alle ciglia che per altro, dato che sono lunghissime di loro e poi lascio i capelli sciolti.
Preparo la borsa con tutto il necessario de finisco poi col sedermi nuovamente sul divano ad aspettare si faccia ora di andare.
Quando Klaudia si sveglia mi trova intenta a perdere la pazienza con un gioco sul cellulare.
È palesemente stupita nel vedermi già pronta, al che mi trovo costretta a spiegarle il motivo fino a quando sua accorge che è giunta anche per lei l'ora di vestirsi e sparisce in bagno.
Giuro che io ci ho provato ad aspettarla ma ci sta mettendo davvero troppo, quindi indosso il giubbotto, prendo la borsa e vado via, subito dopo averla avvertita ovviamente.
Ho deciso di fare la strada a piedi, così da iniziare ad ambientarmi...
Ho visto su google che il centro di Londra non dista proprio tantissimo da qui ma bisogna ugualmente prendere un mezzo per raggiungerlo.
Qui è a dir poco fantastico, mi sembra di essere in questi film dal paesaggio meraviglioso, con quelle case con il tetto a spioventi e le tegole in cotto, i giardini curati scrupolosamente e la vita che sembra porcedere in armonia con tutto questo. Ecco, mi viene automatico sospirare.
Quando arrivo a scuola mi sento una formica se messa a confronto di questa struttura così enorme. Già dal giardino, anche questo molto curato, è possibile vedere come all'interno ci siano tantissime aule. Sono molto agitata e spaesata ma riesco a mettere piede nell'ingresso senza fare danni. C'è un mare di gente e tantissime voci che vengono poi smorzate in modo netto dal suono della campanella. Per gli altri è un semplice giorno di scuola, per me invece è il PRIMO giorno di scuola, il secondo in un anno... Bizzarro no?! Ho il foglio con gli orari delle mie lezioni stretto tra le mani sudate e mi maledico mentalmente per il poco autocontrollo che ho! Dopo un po' di ricerche sono riuscita a trovare la mia aula di inglese e solo pochi minuti dopo aver preso posto, inizia la lezione. Mi guardano tutti, il che non mi stupisce; farà strano anche a loro vedere un'estranea nella loro classe!
[...]
Anche se possono sembrare poche, le ore aggiuntive di inglese che ho seguito in venti giorni, mi hanno aiutata molto, mi è risultato più semplice seguire la lezione che è da poco terminata. Ed ecco che Dora l'esploratrice (che se non fosse chiaro sarei io in questo momento) riparte alla ricerca della nuova aula, quella di storia, per essere più precisa. Mi sento molto impacciata ma spero che ciò non sia evidente anche a tutte le persone negli immensi corridoi che allegramente chiacchierano, ridono, camminano e ...questo insomma ! Anche se c'è da ammetterlo, chi non noterebbe una tizia che quasi rischia di inciampare ogni venti centimetri, con gli occhi sbarrati e la faccia da imbecile, chi?
Prendo posto anche nella nuova aula, stavolta sotto le occhiatacce di una tizia dai capelli rossi (palesemente tinti). Faccio finta di non farci caso e provvedo a prendere quaderno e penne. Mi illumino quasi di immenso quando vedo entrare Klaudia.
Finalmente un volto conosciuto !!!
Si siede nel banco accanto al mio.

«Wow! Abbiamo lo stesso corso a quest'ora!» . Mi urla felice, almeno lei tra le due riesce a emanare positività.

«Si e non puoi capire che gioia ho nel vederti, sai è tutto così strano per me» dico imbarazzata.

Ricevo un sorriso come risposta ma non posso evitare di riaprire bocca:
«mi sai dire qualcosa su quella dall'altra parte dell'aula? Mi fissa da quando sono entrata e non ne posso davvero più, mi irrita»

Mi guarda, poi guarda la tizia e il sorriso lascia posto ad un'espressione annoiata e innervosita allo stesso tempo.

«È la mia ex compagna di stanza, credimi è insopportabile. Ti guarda per istigarti, ha capito che non sei come lei, quindi fa finta di nulla» si ferma e poi continua: «lo so che è una prova di resistenza assurda non urlarle contro un "cosa diamine vuoi" ma fidati, è la cosa migliore da fare, lo capirai presto anche tu» .

Non faccio neanche in tempo a rispondere che inizia la lezione, ma forse è meglio, conoscendomi me ne uscirei con uno dei miei soliti discorsi sul non doversi mai sottomettere al comportamento di qualcun'altro e cose varie.
Non è certo piena di entusiasmo la lezione, sarà anche per la poca voglia di gioia che parte dallo stesso professore! Per il vostro bene vi evito le spiegazioni a dettaglio delle alte tre ore. Mi sto dirigendo alla mensa con Klaudia, abbiamo scoperto di avere anche la quinta ora in comune e la ringrazio di non avermi abbandonata subito dopo il suono della campanella. Abbiamo avuto modo di parlare e conoscerci meglio; è una ragazza molto vivace e allegra, sotto alcuni aspetti caratteriali sembra somigliarmi , sotto altri siamo totalmente diverse direi.
La sala è molto ampia, piena di tavoli e con un enorme banco con tanta roba da mangiare. Prendiamo le nostre porzioni e intanto prego che mi piacerà quello che ho nel piatto.

«Vieni, andiamo lì, ci sono alcuni miei amici, te li presento!» wow, altra gente,mitico!
Siamo quasi vicine al tavolo che ad un tratto sento: «Uh, guardate! Un puffo rosa!»

Come un'idiota mi guardo intorno ma quando noto lo sguardo di Klaudia su di me, capisco che "il puffo" sono io.
Bene, dopo ciò, mi trovo costretta a dirvi che sono alta...no, non sono alta. Basta sapere questo. Cerco di capire chi abbia detto queste cose ma il fatto che ridano tutti non mi aiuta.

«Fate meno i cretini su...»

E dopo aver detto questo, Klaudia si siede.
Scruto attentamente tutti i presenti al tavolo poi i miei occhi si fermano...

Quello che vedo nei tuoi occhi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora