Capitolo ventinove

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Sono appena uscita dall'aula di vìolino ed ho un sorriso tanto grande che credo di poter porre rimedio ad un eventuale blackout a New York.
Da sabato inizieranno le prove con l'orchestra!!! Non vedo l'ora !

«Matth...Matth...Matth fermati!»

«Oi, Puffo! Scusa, non ti avevo sentita»

«È solo grazie a te!»
Ed anche se muoio di vergogna, lo abbraccio. Lui ricambia dopo qualche secondo.

«Bella questa tua improvvisa dolcezza ma cos'ho fatto? Insomma, a cos'è dovuta?»

«L'orchestra Matth, l'orchestra!»

«Sei dentro ?!»

«Sii! Sono troppo felice, anche se è una semplice orchestra di corso»

«Io lo sapevo che un posto sul palco era già tuo! Non sai quanto io sia felice per te!» sembra davvero sincero, glielo si legge negli occhi.

«Si ma è solo grazie a te, a ciò che hai fatto»

«Non ho fatto proprio nulla, ti ho soltanto dato gli strumenti per capire le tue emozioni»

«È lo stesso! Ti sembra poco ?! Accerta la mia gratitudine e taci, questa tua troppa modestia»

«Va bene, capo. Anche se non sono d'accordo con lei!»

«Tu hai finito i disegni Matth ?»
Tempo fa mi disse che loro hanno la possibilità di prendere una borsa di studio, ma solo con determinati punteggi.

«Non ne parliamo. Quelli commissionati dalla professoressa non li ho neanche iniziati!»

«Ma hai detto di avere tempo fino a marzo, no?»

«Si, è l'unica cosa positiva, menomale che mi sono portato almeno un po' avanti. Ora che sei in orchestra ho anche più tempo.»

«Cosa centro io con il tuo tempo scusa ?!»

«Mi distrai! Sei una brutta compagnia»

«Se proprio dobbiamo metterla su questo piano, tu sei una brutta compagnia per me»

Sta per rispondere qualcosa ma una voce ci interrompe:

«Ehi Matth!»

Mi volto e vedo una tipa mora, alta, bel fisico. E questa chi è ora ?!

«Kate!»

Sento un istinto omicida nelle vene.

«Questa chi è?»
Spara acida, indicandomi.
Non capisco chi le abbia dato tutta questa confidenza.
Vuole vedere la parte di me capace di essere più feroce della bête du Gévaudan? Basta dirlo eh!

«Lei è Puf...»

«Beatrice, mi chiamo Beatrice!»
Rispondo furtivamente prima che il tizio al mio fianco mi presenti come "Puffo".

Lei risponde con un falso sorriso; ecco come starmi antipatica a prima vista, semplice e pratico tutorial.
E mi è antipatica anche perché è troppo vicina al mio occhi mistero!

MIO?! Da quando?
Ad ogni modo, non ce la faccio a stare qui.

«Vabbè Mattè, la tua cattiva compagnia se ne va. Güle güle!»

Come immaginavo assume un'espressione interrogativa.
Al che, mentre mi allontano, dandogli le spalle, gli dico:

«Significa arrivederci, è turco» alzo la mano e lo saluto.
Lui non risponde nulla; se ne stesse pure con la sua amichetta!
Ho capito che scappo quando mi prende la gelosia e questa cosa non va affatto bene!
Indosso le mie amate cuffiette e mi avvio al campus.
Chi è quella ragazza?
Dai, non posso essere così gelosa, che motivi ho, non ha senso! Uffa!

[...]

Tra le mille domande sono arrivata alla mia amata camera.

Alessandro mi ha scritto che gli farebbe piacere uscire di nuovo una di queste sere ma non penso che accetterò; per ora gli ho detto che da sabato sarò impegnata quasi tutti i pomeriggi con l'orchestra e che quindi sarà sicuramente difficile trovare tempo per uscire.
Non ho ricevuto risposta.
Scrivere ad Alessandro mi ha fatto ricordare dei ritratti ed ho anche dimenticato di dirvi che stamattina ne ho trovato un altro sotto la porta: io con il labbruccio e gli occhi dolci...quando mi ha vista Alessandro così ?
Già che ci sono, mi siedo a riguardarli tutti con più attenzione.
Prima però prendo il disegno di Matth, quello della rosa ; è ancora chiuso nel diario, da lunedì.

Li sfoglio prima rapidamente, alla ricerca di quello "dove c'è solo il mio volto di profilo" ma ne ho trovato solo uno nel quale il mio volto è girato verso destra ed ho la mano sotto il mento, solo qui sono di profilo; chissà se è questo quello a cui si riferiva la scorsa sera.
Ad ogni modo prendo a scrutarli tutti attentamente e non di fretta come ogni volta che ne trovo qualcuno per la stanza.
Perché si, non mi sono mai fermata a notare i particolari di ognuno.
Sono perfetti, sembrano delle foto antiche e non dei ritratti a matita.
Ognuno mostra delle caratteristiche di me e non smetterò mai di dire che questa cosa mi affascina tanto.
Anche se Alessandro ha detto tutt'altro ora che ci ripenso.
Non ha dato importanza alla profondità di questi ritratti, ma devo farmene una ragione; non tutti percepiamo l'arte allo stesso modo.
Ecco che ho in mano quello che mi ha consegnato lui personalmente.
Spalanco gli occhi. Mettendolo a confronto con gli altri, sembra tutta un'altra cosa.
Non lo so, sembra vuoto.
Come mai? Sarà che magari era poco concentrato ? Non me lo spiego.
Preferisco passare a quello che ho trovato stamattina.
Gli occhi così non so dove lui me li abbia mai visti fare, l'avrà immaginato, perché io solo con Matth l'ho fatto qualche volta...

Aspetta !!!
Cosa ?!
Solo con Matth ...io.

Non so precisamente a cosa sto pensando ma d'istinto apro il foglio piegato a quattro dove sopra che disegnata La Rosa.
Lo tendo difronte ai miei occhi. Prendo un ritratto a caso e lo accosto vicino al figlio.
No no no no! Com'è possibile?!

Non me ne intendo ma ... sembrano avere lo stesso tipo di sfumature, la stessa delicatezza nel tratto della matita.
Prendo quello di Alessandro e faccio la stessa cosa.
Due opposti !
Come può essere possibile una cosa del genere, come posso solo pensare che l'autore di questi ritratti non sia Alessandro ma Matteo ?!

Poi un lampo, delle frasi mi risuonano nelle orecchie:
"Puffo, gli occhi."
"Puffo, stai sbagliando strada."
"Hai sbagliato strada."
"Se lo capirai da sola bene, ottimo; se non lo capirai te lo dirò io, prima o poi..."
"Copriti gli occhi quando parli."

Dio mio!
I miei ritratti hanno come punto principale proprio gli occhi e Matth mi parla spesso degli occhi, soprattutto ultimamente.
Poi la questione della strada; me l'ha sempre detto dopo qualche mia conversazione con Alessandro e, proprio quando quest'ultimo mi confermò di essere lui l'autore, mi disse che "avevo sbagliato strada".

Ho il cuore a mille.
Sono consapevole che magari sto soltanto "sognando" ma ci sono troppe coincidenze tutte insieme, oltretutto quello che Alessandro mi ha dato giù in giardino, non mi ha suscitato nessuna emozione sin da subito ed è completamente diverso da tutti gli altri. Forse è anche per questo che mi sembrava così confuso quando gli ho chiesto quale fosse il suo preferito.

Ed ora come faccio?
Se fosse davvero Matteo l'autore di questi ritratti, come gli dico che lo so ?
Anche se le uniche cose a cui penso in questo momento sono il mio enorme sorriso e il forte batticuore che ho al solo pensiero che possa essere davvero così.

Quello che vedo nei tuoi occhi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora