Capitolo otto

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Gli stessi occhi di ieri ora mi fissano divertiti. Lui ! È stato lui con la storia del puffo! Fingo indifferenza anche se vorrei strozzarlo, considerando oltretutto l'atteggiamento di ieri. Mi presento a tutti gli altri e loro a me.

Mi siedo; non voglio illudermi ma l'odore mi piace, sarà buono davvero ? Mi pare logico che per scoprirlo mi tocca assaggiare.
Mi sento troppo osservata e questo non mi aiuta a sentirmi a mio agio.

«Ehi, sei agitata eh ?»
Ingoio in fretta e mi giro alla mia sinistra.

Non ho la più pallida idea di come si chiami, già non lo ricordo ma è un tipo davvero carino.

«Mi chiamo Alessandro» e mi sorride. Cos'è, mi legge nel pensiero?

Sorrido a mia volta e imbarazzata rispondo:
«Beh, si. È solo il primo giorno, devo ancora ambientarmi»

«Ti posso capire è normale. Dimmi, cosa fai qui?»

«Io suono» ingoio un altro boccone e continuo «il violino ...tu ?»

«Fantastico, io qui ho intenzione di approfondire tutto ciò che riguarda la scenografia ma nel complesso disegno» me lo dice con un tono fiero e la cosa mi fa sorridere.

Abbiamo chiacchierato per tutto il tempo, è un ragazzo davvero simpaticissimo e ha saputo alleviare quella mia sensazione di disagio, il che è davvero strano perché di solito ci impiego secoli.
Quello che invece non ho proprio tollerato è stato lo sguardo fisso di quel tizio su di me. Non faccio neanche in tempo a scacciarlo dai miei pensieri che mi sfila lo zaino dalla sedia facendolo cadere a terra mentre io ero intenta ad alzarmi dal tavolo della mensa. Non posso evitare un'occhiataccia e lui ricambia con un falsissimo sguardo innocente e un sorrisetto in stile bambino viziato. Non ho neanche capito qual è il suo nome, ma d'altronde è meglio così.

Va via solo quando Alessandro ritorna da me correndo: «ti lascio il mio numero di telefono, è vero che siamo nello stesso campus ma è raro incontrarsi per caso» e mi fa un occhiolino (?) poi continua: «almeno salvalo in rubrica eh...ora scappo a lezione che non voglio sorbirmi nessun tipo di predica, a presto Bethany!»

Poi corre via. E poco dopo vedo allontanarsi definitivamente anche il _ragazzo occhi mistero_ che evidentemente non era andato davvero via. Per quanto riguarda Alessandro, salverò il suo numero ma non penso lo userò.
Ho l'ora di matematica e la mia voglia è pari a zero. Mi armo di anima e coraggio e mi auguro mentalmente di non morire.
Mi accorgo solo un quarto d'ora dopo che l'antipatico senza nome è dall'altra parte della classe seduto accanto alla rossa tinta che stamattina mi fissava. Due in uno, mitico, non poteva capitarmi di meglio, specie in un'allegrissima lezione di arabo antico (comunemente conosciuta con il nome di: ora di matematica, come già detto).
Le giornate posso davvero andare peggio di così?

-

La campanella si sta degnando di suonare;la puntualità non è il suo forte, ha 7 secondi di ritardo!
Qui ci sono i famosi armadietti delle serie TV e non posso che esserne felicissima. Lascio i libri che non mi serviranno per studiare e poi varco l'uscita dell'edificio. Per strada incontro Klaudia con la quale continuo il tratto mancante di strada.

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