Capitolo sedici

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Un po' conto sul mio equilibrio, un po' cerco di trovare spazio vicino alla sbarra verticale che è occupata da altre quattro persone. Che situazione odiosa.

«Lo so, lo so, è dura vita dei Puffi...»

Eccolo qui!
Gli faccio male, gli faccio male, qualcuno lo avverta.
Caso vuole che arriviamo a destinazione e ci troviamo entrambi vicino alla porta, pronti ad uscire.
Gli do una leggera (purtroppo) gomitata al braccio destro e lo guardo male. Ora che ci penso, da quando mi presto a questo tipo di confidenze?! Ho qualche problema serio, sarò caduta di testa in una di queste notti.
A parte ciò la sua risposta è una linguaccia che sotto sotto mi fa sorridere. Ok, consigliatemi seriamente una buona cura, confermo di avere problemi!
[...]
Arriviamo al parco che non dista tanto dalla fermata.
Ci sediamo tutti in cerchio e mi vien da pensare di esser ritornata all'asilo.

«Ma tipo perché non fare quel gioco dove uno inizia la storia e il gruppo continua? Solo perché ne ho una in mente proprio bella!» Inclinino la testa a questa proposta da parte di Matteo. Ma gli occhi li sgrano quando tutti acconsentono entusiasti!

«Allora inizia!» Ora è Allison a parlare. "Occhi mistero" inizia a raccontare la sua storia, dopo di lui toccherà a Charlotte e a seguire, Ethan, Alessandro, io, Klaudia, Louis, Allison,la "simpatica" Elisa e poi altri tizi che non conosco di preciso, li vedo solo a pranzo ma non mi è mai capitato di parlarci.

«Allora. C'era una volta...» mi portò una mano al viso, tipo sconvolta.
«...un Puffo che stava tanto antipatico ad un giovincello del villaggio...» mi guarda e ride.

Desidera così tanto morire per mano mia ?! Il bello è che gli altri sembrano vogliosi di continuare !!!
Charlotte sta per aprire bocca ma non posso certo permettere che mi prendano in giro anche loro.

«Aspetta, aspetta! Voglio continuare io!» Dico con tono deciso.
«Niente, dopo essere stata paziente per TANTO tempo, il Puffo si scoccia e mette le mani al collo del giovincello di villaggio, che muore!»

«Beh, se ci arrivi a mettermi le mani al collo»
...

«Matteo caro, non mi sottovalutare! Ok, magari non arrivo a metterti le mani al collo per strozzarti ma posso farti volare via i denti dandoti una testata sotto al mento»

Tutti ridono mentre lui trattiene sul viso un mezzo sorriso.

Ovviamente il "gioco" non continua. Andiamo al laghetto dove mi portò Alessandro e ci sediamo sull'erba. Tutti parlano e ridono tra di loro ma io sono assorta nei miei pensieri tant'è che non mi accorgo neanche che Charlotte sta provando a farmi ridere col solletico.

«Ehi, tu non sei umana! Non lo soffri?» Mi chiede con gli occhi sgranati.

«Ma no, lo soffro tantissimo...ero soprappensiero» ammetto.

«Se ti va di parlare, per uno sfogo, sono qui! Non so cosa sia successo ma in questo tuo atteggiamento vedo la me dello scorso mese, quando sono arrivata qui. Mi sentivo fuori luogo e anche se tutti erano molto socievoli io non riuscivo ad ambientarmi. Ti assicuro però che poi passa dopo un po'; tu poi non hai ancora concluso la settimana. Vedrai, tra poco ti sembrerà che il tempo scorra velocissimo, tanto che devi tenere strette le emozioni, le sensazioni, gli attimi, le scoperte per non far volare via anche loro. Non pensare troppo Bea, goditi ciò che stai vivendo che la magia presto svanisce»

Non so cosa rispondere, mi ha lasciata senza parole con questo mezzo discorso poetico.

«G-gr-grazie, hai...hai fatto centro! E si, hai ragione, andrà sicuramente meglio tra poco tempo».

Iniziamo a parlare, mi racconta un po' di se e della sua passione per la moda, mi fa vedere alcuni suoi figurini e trovo che sia davvero brava.
Poi Ethan le si avvicina chiedendole di seguirlo, lei mi guarda con uno sguardo fisso e le faccio cenno di andare, ho capito che c'è del tenero tra loro.
E quando pensavo di esser rimasta sola ecco che il mio simpaticissimo "amico" mi si avvicina.

Quello che vedo nei tuoi occhi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora