Capitolo trentacinque

213 16 2
                                    


«Beeeeeth! Non puoi cap...Aaah, aiuto!»

Klaudia, sempre in ritardo ovunque, ora ha un tempismo assurdo!

«Scusate, scusate, scusate, vado via. Ciao, ciao, ciao!»

«No ferma, vado io. Ci vediamo domani» mi guarda fisso negli occhi e poi mi da un bacio sulla guancia.
«Buonanotte Puffo, e grazie per oggi»

«Notte Matth, a domani»
Non posso certo trattenerlo.

Intanto Klaudia è sull'uscio della porta con la faccia rossa e lo sguardo affranto.

«Buonanotte anche a te Klaudia»
«Ciao Matteo» risponde lei con voce sottile.

Lui va via e chiude la porta. Ora mi tocca il peggio.

«Scusami! Davvero! Cosa...cosa mi sono persa?»

«Oh, proprio nulla»

«Ho rovinato io tutto!»

«Eh. Ma d'altronde, è già tutto strano tra me e lui, cosa sarebbe successo dopo quest'altro bacio ?!»

È la verità; sappiamo bene che ci è già stato ma che poi nessuno dei due ha mai fatto riferimento a quel giorno.

«Aspetta, aspetta! Quest'altro ?!?!»

Merda.
«Eh.»

«Racconta. Ora. Subito. Brutta ingrata, non hai detto nulla! Quando, come, perché, a che ora, che tempo c'era... Tutto»

Ma perché non sto mai zitta!

«Il primo giorno di orchestra, siamo stati alla ruota panoramica e lì insomma...mi ha baciata. Cioè, ci siamo baciati»

Inizia ad urlare e battere le mani manco le avessi dato la più bella notizia di questo mondo.

«E poi cos'è successo ?!»

«Nulla Klà! Appunto, proprio nulla. Tutto normale»

«I vostri sguardi non sono normali! E ora cosa stava succedendo?»

«Oh nulla. Hai visto no? Ci stavamo urlando contro! Ma che razza di domanda è ?»

«Ok, ho fatto una domanda stupida. Com'è successo?»

Le racconto tutto, tutto.
E volete sapere dopo più di un'ora quali sono le sue conclusioni?!

«VI AMATE!»

«Si, certo. Io mi addormento, buonanotte cupido»

«Bea, tu sei stupida. Buonanotte»

Come se io non lo sapessi da me.

~•~

È da stamattina che non faccio altro che pensare alla giornata di ieri, fortuna che in tutte e cinque le lezioni ho preso appunti, già non ricordo la maggior parte delle cose. Ora sono a pranzo con gli altri, stanno tutti parlando ma io ho la testa altrove.

Sento una voce ovattata dire:
«Aspettate, aspettate! Ora vi faccio vedere io come si sveglia»
Parlano di me ?

Pochi attimi che la mia felpa è zuppa di acqua.

«Ma che ti salta in testa?!!! Ma sei stupido?!»
Urlo e mezza sala si gira.

«Ma tu forse lo sei! Stiamo parlando con te da mezz'ora ma sei assente, non basta chiamarti, scuoterti o quant'altro! Ti ho persino dato da mangiare! Stavi proprio dormendo ad occhi aperti»

È inutile dirvi che l'artefice di tutto ciò è il mio amatissimo occhi mistero... ma che dico amatissimo !

«E giustamente pensi che rovesciami non un bicchiere ma l'intera bottiglia di acqua addosso, sia ovvio!»

Quello che vedo nei tuoi occhi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora