Capitolo due

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Dopo 40 lunghi minuti di viaggio, arrivo a scuola, liceo scientifico/linguistico/musicale.
Quando metto piede nell'atrio, noto che gli studenti già presenti sono divisi in gruppi:
Vicino all'ingresso (magari pronti alla fuga) c'è un numerosissimo gruppo di persone con le facce appese, che già lamenta di essere stanco, annoiato, assonnato e chi più ne ha, più ne metta;

Vicino alla porta che dà accesso ai corridoi con le classi, ci sono quelli con stampato in volto un sorriso a trentadue denti, impazienti di entrare...È inutile dirvi che si contano sulle dita di una mano;

Ci sono poi altri che invece già discutono riguardo a compiti, interrogazioni, voti, eventuali debiti (mi snervano)! Più o meno vicini ci sono quelli in ansia per pressoché gli stessi motivi...

Mi avvicino ai miei compagni di classe arrivati in anticipo come me e dopo esserci salutati, chiacchieriamo del più e del meno fino a quando la campanella non interrompe il forte vociare, segnando in modo più esplicito l'inizio del nuovo anno scolastico.
Terza fila dei banchi sulla destra, vicino alle grandi finestre dell'aula; non mi posso lamentare del mio nuovo posto. A poco a poco arrivano tutti gli altri, tra cui facce che avrei preferito non rivedere.Non gradisco la presenza di determinate persone,ed è possibile notarlo dai miei occhi che d'istinto fissano il soffitto e dal rumoroso sbuffo che proprio non sono riuscita a trattenere.
Suona la seconda campanella, entra il professore di matematica, vai con la prima lezione. Non è certo la mia materia preferita la matematica quindi comprenderete che la mia felicità non raggiunge picchi altissimi, ma non mi farò rovinare ancor di più l'umore! Ho un po' la testa persa tra le nuvole, ogni anno è sempre così; guardo fuori e immagino cose che vorrei accedessero... Peccato che ogni volta avviene il contrario, drasticamente il contrario. Direi che è giunto il momento di staccare la spina alla mia fantasia, se mi porta cosí male, non ne vale assolutamente la pena.

~~~

Per un fortunato miracolo le ore successive sono state decisamente meglio, tant'è che mi sembra siano volate.
Ecco che infatti suona l'ultima campanella di giornata e tutti si fiondano verso l'uscita; ye, un gregge libero! Dopo essermi accertata che non c'è più pericolo di essere travolta e quindi perdere la vita (che scena esilarante),mi incammino anch'io verso il cancello.
Sto per mettere piede fuori dall'edificio che vengo fermata dalla voce del mio professore di violino che mi chiama...
Ma io dico, proprio ora? Cosa vorrà già dal primo giorno?

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